Archivi giornalieri: 15 gennaio 2015

BUR regione lazio

Ultimo BUR pubblicato

No. Data Edizione Indice Scarica file pdf Scarica file firmato digitalmente
5 15/01/2015 Ordinario Indice BUR-2015-5-0.pdf BUR-2015-5-0.pdf.p7m
5 15/01/2015 Supplemento 1 Indice BUR-2015-5-1.pdf BUR-2015-5-1.pdf.p7m
5 15/01/2015 Supplemento 2 Indice BUR-2015-5-2.pdf BUR-2015-5-2.pdf.p7m
5 15/01/2015 Supplemento 3 Indice BUR-2015-5-3.pdf BUR-2015-5-3.pdf.p7m
5 15/01/2015 Supplemento 4 Indice BUR-2015-5-4.pdf BUR-2015-5-4.pdf.p7m
5 15/01/2015 Supplemento 5 Indice BUR-2015-5-5.pdf BUR-2015-5-5.pdf.p7m
Nota: Cliccando su ‘Indice’ viene visualizzato l’elenco degli atti e, cliccando poi sull’oggetto, è possibile scaricare il singolo atto invece dell’intero Bur.

Altri BUR pubblicati recentemente

No. Data Edizione Indice Scarica file pdf Scarica file firmato digitalmente
4 13/01/2015 Ordinario Indice BUR-2015-4-0.pdf BUR-2015-4-0.pdf.p7m
3 08/01/2015 Ordinario Indice BUR-2015-3-0.pdf BUR-2015-3-0.pdf.p7m
2 07/01/2015 Ordinario Indice BUR-2015-2-0.pdf BUR-2015-2-0.pdf.p7m
2 07/01/2015 Supplemento 1 Indice BUR-2015-2-1.pdf BUR-2015-2-1.pdf.p7m

indennità di disoccupazione

Le nuove indennità di disoccupazione

A poco più di due anni dalla legge 92/2012 che ha istituito a partire dal gennaio 2013 le indennità di disoccupazione ASpI e Mini AspI, che assorbivano le vecchie indennità di disoccupazione ordinaria e con requisiti ridotti, vengono nuovamente cambiate le disposizioni. Il 2015 deve essere considerato un anno di transizione tra vecchie e nuove regole che entreranno il vigore solo dal 1 maggio 2015.

NASpI

La NASpI sostituisce le prestazioni di ASpI e Mini ASpI con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° maggio 2015. Non vi saranno più due tipi di indennità che in questi anni hanno spesso creato confusione ma un’unica prestazione che ingloba sia l’ASpI che la Mini ASpI.

ASDI (assegno di disoccupazione)

La bozza di Decreto attuativo della legge 183/2014 prevede, in via sperimentale per l’anno 2015, sempre a partire dal 1° maggio 2015, l’Assegno di disoccupazione (ASDI) per fornire un ulteriore tutela di sostegno al reddito a quei lavoratori, percettori della NASpI, che abbiano usufruito interamante di essa senza trovare occupazione e si trovino in una condizione economica di bisogno secondo la previsione del DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159. Tale intervento, limitato a determinate risorse finanziarie, è rivolto prioritariamente a lavoratori appartenenti a nuclei familiari con minorenni e ai lavoratori prossimi al pensionamento che non abbiano maturato i relativi requisiti.

Indennità di Disoccupazione per i lavoratori con rapporto di Collaborazione Coordinata e Continuativa e a Progetto (Dis-Coll)

In via sperimentale per l’anno 2015, è stata istituita dalla legge 183/2014 l’indennità DIS-COLL. In attesa del riordino e della semplificazione, modifica o del superamento delle forme contrattuali di collaborazione, per tutti gli eventi di disoccupazione verificatisi da 1° gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2015, è riconosciuta la suddetta indennità ai collaboratori coordinati e continuativi e a quelli a progetto iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, non pensionati e privi di partita IVA che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

Le sedi Inca, dislocate su tutto il territorio nazionale sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni.

Inca regno unito

Diritti degli italiani all’estero: Nuova guida del Tuc e dell’Inca Regno Unito

La Confederazione nazionale dei sindacati britannici (che rappresenta 54 sindacati di categoria) e l’Inca Cgil UK presenteranno a Londra, il 23 gennaio prossimo alle 18.30, presso la sede dell’Inca (124 Canonbury Road N1 2UT) una guida bilingue ai diritti di chi lavora nel Regno Unito e il nuovo sito dedicato del TUC.

All’incontro con la stampa saranno presenti sindacati delle categorie della scuola e Università, della Sanità, della ristorazione, It e finanza. L’incontro sarà introdotto da Marisa Pompei, presidente dell’Inca Cgil UK e da Rosa Crawford, del dipartimento di relazioni europee e internazionali del TUC.

Citando alcuni dati della Fondazione Migrantes, una nota del Patronato della Cgil di Londra avverte che “il Regno Unito è diventato  il Paese dove gli Italiani sono emigrati maggiormente durante il 2014, con un incremento pari al 71% rispetto al 2103. Il 2015, stando alle previsioni, dovrebbe confermare il trend.”

I dati ufficiali parlano di 250 mila  persone  iscritte all’AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero) e di altrettante non iscritte, per un totale di circa 550 mila in tutto il  territorio nazionale, con punte  di maggiore concentrazione nelle grandi  città: Londra per prima, Birmingham e Manchester ma anche Leeds, York e Liverpool. 

“Almeno il 60% dei nuovi immigrati ha meno di 35 anni e il 25% si colloca fra i 35 ed i 44 anni. I settori in cui sono impegnati – spiega il Patronato – si discostano da quelli tradizionali  e vanno dalla sanità alla scuola e università, dall’ingegneria alla finanza, dal commercio alla ristorazione e ai servizi, dai trasporti alla moda e, infine, anche al design, senza escludere il campo della Information Technology”.

“Questo – conclude la  nota – ci restituisce l’immagine di una immigrazione complessa e variegata, ma accomunata da un unico bisogno: quello di conoscere e capire le regole del lavoro e i diritti che ne conseguono e che non sempre sono gli stessi della esperienza italiana”.

Esodati

Esodati – Sesta salvaguardia, le disposizioni dell’Inps

Chiusi i termini per presentare le domande di accesso alla sesta salvaguardia da parte degli esodati, l’INPS si appresta a inviare le relative certificazioni. Si tratta della salvaguardia contenuta nella legge 147/2014, che tutela 3.200 esodati. L’invio delle lettere da parte dell’Istituto di previdenza dovrebbe partire entro la fine di gennaio.

La scadenza per la presentazione delle domande era fissata per lo scorso 5 gennaio, sia da parte di coloro tenuti e presentare l’istanza alle DTL (direzioni territoriali del lavoro), sia direttamente all’INPS (erano previste due procedure differenziate per le diverse categorie di lavoratori). L’INPS sta ora procedendo alla necessaria opera di monitoraggio, dopo la quale inizieranno a partire le lettere con la certificazione, che dà definitivamente diritto alla pensione.

Ricordiamo che nella sesta salvaguardia sono ricompresi anche 1800 lavoratori  in congedo nel 2011 (di cui all‘articolo 24, comma 14, lettera e-ter, del dl 201/2011) che non sono riusciti a rientrare nei precedenti provvedimenti di salvaguardia per il raggiungimento del tetto finanziario, che erano compresi nella quarta salvaguardia. Ecco, nel dettaglio, chi sono i 3.200 lavoratori esodati tutelati dalla sesta salvaguardia:

•5.500 lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro la fine dell’indennità di mobilità (anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo), i requisiti pensionistici precedenti alla riforma delle pensioni del 2011.

•12.000 lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi (in base all’articolo 1, comma 194, lettere a, f, della legge 147/2013), che perfezionano i requisiti utili alla decorrenza del trattamento pensionistico, in base alle regole pre riforma, entro il 6 gennaio 2016 (quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del Decreto legge 201/2011);

•8.800 lavoratori licenziati o cessati per accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo (in base all’articolo 1, comma 194, lettere b, c, d, della legge 147/2013) che perfezionano i requisiti per la pensione entro il 6 gennaio 2016. Si tratta di lavoratori cessati entro il 30 giugno 2012 per accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011 (anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno  2012,  qualsiasi attività non di lavoro dipendente a tempo indeterminato). Oppure cessati dopo il 30 giugno 2012 ma entro il successivo 31 dicembre 2012, per accordi individuali o collettivi di incentivi all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011 (anche qui, possono aver lavorato successivamente ma non con contratto dipendente a tempo indeterminato). Infine, lavoratori il cui rapporto è cessato per risoluzione unilaterale, fra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se in seguito hanno lavorat0 (non con contratto dipendente a tempo indeterminato);

•1.800 lavoratori in congedo nel 2011 (di cui all‘articolo 24, comma 14, lettera e-ter, del dl 201/2011),  che perfezionano i requisiti pensionistici con le regole pre riforma entro il 6 gennaio 2016;

•4.000 lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra l’1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato, i quali perfezionano i requisiti per la pensione con le regole pre-riforma entro il 6 gennaio 2016.

In base agli ultimi dati comunicati dall’INPS relativi allo stato di attuazione delle sei salvaguardie che si sono succedute in seguito alla Riforma delle Pensioni di fine 2011, su 170mila esodati tutelati, sono state certificate circa 97mila posizioni ed erogate 60mila pensioni.

Pmi

Ue Giovani

Ue, in Italia sforzi limitati per giovani

L’Italia è il Paese che, dopo la Spagna, ha perso il maggior numero di posti di lavoro negli anni della crisi (2008-2014). La Spagna ha perso 3,4 milioni e l’Italia 1,2, mentre la Grecia uno.

“La situazione economica e dell’occupazione è ancora fragile, ma i Paesi che hanno investito in istruzione e formazione hanno visto il trend dell’occupazione migliorare”, ha detto il commissario al lavoro Marianne Thyssen. Per il commissario è “urgente attuare le riforme strutturali, prendere misure per sostenere consumi e domanda e soprattutto investire nel capitale umano con una migliore istruzione”.

Secondo i tecnici di Bruxelles, in Italia l’investimento per istruzione e formazione è scarso, così come scarso è il livello di istruzione terziaria. E i tagli sono diventati “seri” negli ultimi anni, nonostante “i livelli di partenza non fossero elevati”. Andrebbe quindi aumentato l’investimento pubblico, in modo che anche quello privato seguirebbe, come dimostrano gli studi di Bruxelles. Uno dei modi per aiutare l’occupazione è non solo investire in istruzione ma anche creare le ”condizioni strutturali”, come ad esempio gli asili per far partecipare le donne visto che – stando ai dati – nel 2013 il 47% dei lavoratori scoraggiati erano donne tra i 25 e i 50 anni, la percentuale più elevata d’Europa dopo la Grecia.
L’aumento della disoccupazione, sottolinea il rapporto, ha fatto aumentare anche il livello di povertà ed esclusione sociale in modo “significativo” in Grecia, Irlanda, Spagna, Italia e Ungheria. In particolare “in Italia il declino dell’occupazione ha portato rapidamente ad una caduta delle entrate delle famiglie”.