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La storia sarda? Interrata. Abrasa

1 gennaio 2015

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Francesco Casula

Gaspare Barbiellini Amidei, già brillante editorialista del Corriere della Sera, nel 1971 scrive un suggestivo saggio: Il minusvalore. In esso sostiene la tesi secondo la quale gli uomini ricchi rubano da sempre agli altri uomini la loro fatica, pagandola con il salario che è soltanto una parte del valore dei loro prodotti. Il resto (plus valore e dunque profitto) va ad accumulare altra ricchezza. Marx smascherò questo furto e le magiche parole della religione, della morale, della cultura e del prestigio che avevano coperto per millenni il plus valore. Ma gli uomini ricchi non rubano solo fatica agli altri uomini ma anche memoria, storia, lingua, cultura: minusvalore, appunto, di qui il titolo dell’opera. Che è l’altra faccia dello sfruttamento denunciato da Marx con il plus valore. Il che non significa – precisa l’autore – andare contro Marx, ma aggiungere a Marx qualcosa in più. Ebbene, mi piace applicare tale tesi agli Stati ufficiali, che fin dalla loro nascita rubano alle piccole patrie, alle nazionalità oppresse o comunque non riconosciute, ai popoli marginali, non solo fatica, lavoro e salario – attraverso il colonialismo interno – ma anche memoria, cultura, identità e storia. Questa tesi ben si attaglia ai Sardi: depredati e deprivati nella loro storia non solo a livello materiale (risorse, materie prime) ma anche a livello immateriale (cultura,lingua e storia soprattutto). Succede così che in pieno Ottocento a Pietro Martini – uno dei padri della storiografia sarda – intenzionato a introdurre fra gli studenti dell’Isola l’insegnamento della Storia sarda, capitò di sentirsi rispondere dalle autorità governative piemontesi che “ nelle scuole dello Stato debbasi insegnare la storia antica e moderna, non di una provincia ma di tutta la nazione e specialmente d’Italia”. Tale concezione, da ricondurre a un progetto di omogeneizzazione culturale, la ritroviamo pari pari nelle Leggi sull’istruzione elementare obbligatoria nell’Italia pre e post-unitaria: del Ministro Casati (1859) come di Correnti (1867) e di Coppino (1887). I programmi scolastici, impostati secondo una logica rigidamente nazional-statale o statalista che dir si voglia e italocentrica, sarebbero finalizzati a creare una coscienza “unitaria“, uno “spirito nazionale“, capace di superare i limiti – così si pensava – di una realtà politico sociale composita ed estremamente differenziata sul piano storico, culturale e linguistico.   Questo paradigma fu enfatizzato nel periodo fascista, con l’operazione della “ nazionalizzazione” dell’intera storia italiana. L’idiosincrasia – uso volutamente un termine eufemistico – nei confronti di tutto ciò che è locale, nel nostro caso di tutto ciò che è sardo, sia essa la storia che la lingua, continuerà abbondantemente anche dopo la guerra. Con una impostazione pedagogica, didattica e culturale tutta giocata sulla proibizione, cancellazione e potatura della storia locale, ma lo stesso discorso vale per la cultura e la lingua sarda. Che ha prodotto effetti devastanti negli studenti e nei giovani in genere, in modo particolare attraverso la smemorizzazione. Provate a chiedere a uno studente sardo che esca da un liceo artistico, cosa conosce di una civiltà e di un’architettura grandiosa come quella nuragica, sicuramente fra la più significativa dell’intero Mediterraneo; provate a chiedere a uno studente del liceo classico cosa sa della parentela fra la lingua sarda e il latino; provate a chiedere a uno studente di un Istituto tecnico per Ragionieri e persino a un laureato in Giurisprudenza cosa conosce di quel meraviglioso codice giuridico che è la Carta de Logu di Eleonora d’Arborea. Vi rendereste conto che la storia, la lingua, la civiltà complessiva dei Sardi dalla Scuola ufficiale è stata non solo negata ma cancellata. Ma c’è di più: una scuola monoculturale e monolinguistica, negatrice delle specificità, tutta tesa allo sradicamento degli antichi codici culturali e basata sulla sovrapposizione al “periferico” di astratti paradigmi  e categorie che le “grandi civiltà” avrebbero voluto irradiare verso le “civiltà inferiori”, ha prodotto in Sardegna, soprattutto negli ultimi decenni, giovani che ormai appartengono a una sorta di area grigia, a una terra di nessuno. Appiattiti e omologati nell’alimentazione come nell’abbigliamento, nei gusti come nei consumi, nei miti come nei modelli. Di tale appiattimento, una delle cause fondamentali è sicuramente la mancanza di memoria storica. Mi piace a questo proposito citare quanto sostiene, Umberto Eco nel suo monumentale romanzo L’Isola del giorno prima: “ Io sono memoria di tutti i miei momenti passati, la somma di tutto ciò che ricordo”. O l’afgano Khaled Hosseini, nel suo primo romanzo di grande successo Il cacciatore di aquiloni, Non è vero come dicono molti che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente”. A significare cioè che l’individuo esiste e ha una sua identità in quanto possiede la memoria storica. Recisa ed estinta questa, sia come singoli che come comunità, saremmo semplicemente omologati, soggetti e comunità indifferenziate, senza la ricchezza delle specificità culturali e storiche. Eppure la scuola italiana, dopo interi secoli di vera e propria insofferenza nei confronti della “storia locale” avrebbe dovuto imparare dalla Francia e da storici come Marc Bloch, Lucien  le Febvre (con la creazione nel 1929 degli Annales) e Fernand Braudel, la cui storiografia rifiuta la storia come grande evento politico-militare, rivalutando la storia locale che si pone anzi come “laboratorio“ della nuova concezione storiografica secondo la quale non vi è una gerarchia di rilevanza fra storia locale e storia generale. Superando così il paradigma storiografico secondo il quale solo la “storia generale” è degna di essere studiata. Per cui la nuova storia aperta e senza barriere disciplinari, è capace di valorizzare la vita degli uomini nel tempo e nello spazio, indagando a tutto campo: dalla cantina al solaio.

* Dipinto di Ilya Repin – Barge Haulers on the Volga

– See more at: http://www.manifestosardo.org/la-storia-sarda-interrata-abrasa/#sthash.QTRUQsi4.vKJtBqyV.dpuf

Aumento bollo auto 2015 e esenzione tassa dopo 30 anni, nuova IRI

21 Dicembre 2014 10:31•Commenti 1 •Stampa
 


Aumento bollo auto 2015 e esenzione tassa dopo 30 anni, nuova IRI

La Legge di Stabilità 2015 ha previsto parecchie novità per i proprietari di veicoli, la prima è l’aumento bollo auto 2015 in base alla potenza e alle emissioni inquinanti, la seconda riguarda l’esenzione tassa automobilistica auto storiche che scatta dal prossimo solo per quelle che hanno oltre 30 anni.

La terza novità è la nascita di una nuova tassa chiamata imposta regionale trascrizione che sostuisce la famosa IPT, l’imposta che grava sui passaggi e sull’acquisto di veicoli nuovi e per quanto riguarda interventi di semplificazione il Ddl di Stabilità ha previsto l’introduzione del nuovo documento unico e la soppressione del PRA fra due anni.

 

Aumento bollo 2015 per veicoli più potenti e inquinanti

Confermato aumento bollo auto 2015 in base alla cilindrata e alle emissioni inquinanti dei veicoli, è questo quanto si legge nella bozza della legge di Stabilità 2015. A decidere poi in che misura e quindi di quanto sarà l’aumento della tassa di possesso auto, saranno le stesse Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano. 

Una norma, che va a colpire milioni di proprietari di auto salvando però quelli di grande cilindrata dal momento che dal prossimo anno il cd. superbollo 2015 sarà abolito definitivamente.

Secondo i primi riscontri, l’aumento della tassa automobilistica potrebbe essere soggetta ad aumenti fino al 12%, cosa significa questo in soldoni? Che se quest’anno si è pagato un bollo auto di 130,00 euro per una vecchia city car da 44 kw dal 2015 per lo stesso veicolo si pagheranno 145,6 euro, un aumento quindi pari a 14,56 euro in più.

 

Esenzione bollo auto storiche 2015 passa da 20 a 30 anni:

La Legge di Stabilità oltre che prevedere l’aumento della tassa automobilistica per il “solo anno 2015” taglia anche l’esenzione bollo 2015 auto storiche. Questi veicoli infatti hanno goduto fino ad oggi, 2014, di un esonero dal pagamento della tassa di proprietà o di una tassa di circolazione che in alcune regione, è stata completamente eliminata. 

In base al Ddl di Stabilità quindi l’esenzione bollo sulle auto storiche potrà essere riconosciuto solo dopo il compimento del trentesimo anno di età, quindi esonero pagamento non più dopo 20 anni ma a 30 anni.

Tale provvedimento, fortemente voluto dal Governo Renzi, si è reso necessario al fine di regolamentare questo settore, dal momento che molte vecchie auto che hanno ormai 20 anni, circolano ancora sul nostro territorio senza rientrare in quei requisiti e condizioni d’amatore di auto d’epoca ma vengono utilizzate regolarmente al pari di quelle che hanno meno anni.

Ciò significa che le auto entro i 30 anni di anzianità non beneficeranno di alcun sconto fiscale e che verranno riviste anche le polizze RC auto molto spesso calcolate con importi e parametri più favorevoli rispetto alle auto nuove o medio vecchie. 

 

Imposta Regionale Immatricolazione IRI 2015 e documento unico

 

Dal 2015 addio alla vecchia IPT, imposta provinciale di trascrizione e spazio alla nuova IRI Imposta Regionale Immatricolazione, tassa che continuerà a gravare su passaggi di proprietà dei veicoli e sull’acquisto di auto, moto, ciclomotori, camion ecc.

Con successivo decreto attuativo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze provvederà a fissare una specifica tabella importi IRI in base al tipo e categoria veicolo, livello di emissioni inquinanti e della cilindrata, quindi un’Imposta Regionale Immatricolazione più alta per i veicoli più inquinanti e più potenti e meno costosa sui veicoli a basse emissioni o di pochi kw.

Arriverà poi un’altra novità che porterà ad una vera e propria semplificazione per i proprietari di veicoli quella del nuovo documento unico che sostituirà il vecchio libretto di circolazione e il certificato di circolazioni, oggi, documenti obbligatori da tenere nell’abitacolo.

A tal proposito il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, in una nota dell’aprile scorso pubblicata sul sito ACI, dichiara infatti che il loro sistema informatico è già pronto a rilasciare il documento unico che attesti sia la proprietà che caratteristiche tecniche dei veicoli.

Inoltre, sempre dalla legge di Stabilità soppressione dal 1° Luglio 2017 del PRA (Pubblico Registro Automobilistico), in favore dell’archivio unico degli autoveicoli che verrà consultato anche in sede di controllo elettronico mediante la i dati registrati nel microchip RC auto, che dal 2015 sostituisce il tagliando assicurazione cartaceo con quello elettronico telematico o digitale.

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Canone Tv Rai addio, ecco come fare la disdetta e non pagarlo più: scadenza 31 dicembre

Circolare Ministero illustra chi e perché paga il Canone tv Rai: lo streaming non è incluso. Ecco come fare disdetta.

Canone Rai Tv, ecco come fare disdetta.
Canone Rai Tv, ecco come fare disdetta.
 

Inizio anno nuovo e sugli italiani incombe il pagamento del canone Rai tv, la tassa obbligatoria per chi possiede almeno un apparecchio televisivo, ma che, come illustra una circolare del Ministero dello Sviluppo Economico, è possibile non pagare e per sempre. Si era parlato, nelle scorse settimane, del pagamento del canone Rai includendolo nella bolletta dell’energia elettrica: l’ipotesi è allo studio del Governo Renzi, ma ha sollevato già parecchie polemiche per i principi e presupposti di attuazione della nuova tassa e per la modalità di pagamento. Vediamo, intanto, come non pagare la tassa con la normativa attuale e, se il Governo dovesse introdurre novità sul Canone tv, vi terremo aggiornati.

Canone Tv Rai, ecco come fare la disdetta e non pagarlo più. Scadenza il 31 dicembre

Con la circolare del 22 febbraio 2012, il Dipartimento delle comunicazioni del Ministero per lo Sviluppo economico stabiliva che il canone tv deve essere pagato solo da chi possiede almeno un apparecchio televisivo, un apparecchio, dunque, che sia in grado di captare il segnale radiotelevisivo.

Nella specifica del Ministero, allora, non fanno parte (e quindi non sono obbligati a pagare il canone tv) alcuni apparecchi audio e video che non rientrano in questa classificazione. Chi non ha la tv e non ha la radio, ma segue le web radio, le web tv oppure le Iptv non è obbligato al pagamento del canone Rai.

Vedere i canali tv in streaming dai siti internet non comporta il pagamento del canone tv, a meno che il collegamento non avvenga con computer dotato di tuner tv.

Dunque, chi non ha la televisione in casa e guarda da internet i canali tv o ascolta le web radio, può non pagare il canone Rai. Vediamo come si fa la disdetta entro il 31 dicembre.

Disdetta canone Rai: ecco come si fa e a chi rivolgere la raccomandata

La disdetta dell’abbonamento del canone tv si fa entro il 31 dicembre di ogni anno con una semplice raccomandata che dovrà essere spedita all’Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale Torino, Ufficio Territoriale Torino 1 Sportello S.A.T., C.P. 22 – 10121 Torino (To).

Nella raccomandata bisognerà indicare il fatto di non possedere apparecchi radiotelevisivi e specificare la destinazione degli apparecchi che si possedevano e per i quali, negli anni precedenti, era stato pagato il canone. Dunque, se avete venduto la televisione, occorrerà specificare le generalità del compratore. Se invece optate per non fare più uso dell’apparecchio, è necessario procedere al suggellamento: con la disdetta sarà necessario versare 5,16 euro per ogni apparecchio posseduto e indicare l’Agenzia delle Entrate, Dipartimento provinciale Torino, Ufficio Territoriale Torino 1, C.P. 22 – 10121 Torino, Vaglia e Risparmi, indicando, nella causale, il numero del canone Rai.

Pubblicato il:

31 dicembre 2015

– Esperto di Cronaca
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Fisco, grandi novità nel 2015: Local Tax, Bonus Bebè, 730 precompilato

Sono molte le novità previste nel 2015 per il Fisco italiano, ecco a voi una carrellata delle principali.

Molte le novità nel 2015 per il fisco italiano
Molte le novità nel 2015 per il fisco italiano
 

Il 2015 che ormai è davvero alle porte, sarà un anno veramente ricco di novità in tanti settori. In particolare uno dei più importanti che subisce le maggiori sorprese è appunto quello del Fisco italiano. Sono tante infatti le innovazioni previste per i contribuenti italiani dal nostro legislatore. Fra le molte novità almeno per il 2015 non vi sarà quella relativa alla cosiddetta Local Tax che dovrebbe sostituire Imu e Tasi ma la cui approvazione è stata spostata dal governo per il momento al 2016. Sicuramente la novità fiscale più importante del nuovo anno sarà il 730 precompilato. Il governo si prepara a lanciare una campagna pubblicitaria adeguata per informare gli italiani. Il modulo verrà inviato via internet e per utilizzarlo sarà necessario un Pin unico nazionale definito come “Spid” che dal prossimo febbraioconsentirà a tutti i contribuenti italiani di accedere ai servizi online di tutte le amministrazioni pubbliche italiane. Esso conterrà tutti i redditi da pensione e lavoro dipendente, immobili, interessi passivi, premi assicurativi, etc.

Altra importante notizia è quella che riguarda la conferma per le detrazioni del 50%sui lavori di ristrutturazione. Conferma che riguarda anche l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici. I limiti degli importi che hanno diritto alla detrazione rimangono gli stessi dello scorso anno. La stessa sorte toccherà anche all’Eco bonus con detrazione del 65% che vale non solo per gli interventi all’impianto elettrico ma anche agli interventi antisismici. Novità anche riguardo il Bonus Bebèche spetta ai bambini nati nel 2015, va richiesto e vale 960 euro per famiglie con Isee sotto i 25mila euro. Il bonus in questione tra l’altro raddoppia se l’Isee è inferiore a 7 mila euro. Notizie vi sono anche per il Bonus di 80 euro che viene stabilizzato anche per il 2015. Inoltre le nuove assunzioni saranno ancora incentivate mediante sconti contributivi. Infine buone notizie per i lavoratori autonomi che beneficeranno di un leggero calo dell’Irap.

 

Il disegno di legge di stabilità 2015

Temi dell’attività Parlamentare

Tema

Il disegno di legge di stabilità 2015

Il 21 dicembre  la Camera ha avviato i propri lavori sul disegno di legge di stabilità, dopo l’approvazione del Senato (A.C. 2679-bis-B). Oltre a modificare la dimensione finanziaria dell’intervento, sulla base delle osservazioni formulate da parte della Commissione europea, presso le Camere sono state apportate numerose modifiche ed integrazioni al testo iniziale del disegno di legge, nel rispetto dei saldi finanziari contenuti nel provvedimento.

informazioni aggiornate a domenica, 21 dicembre 2014
Dossier
La dimensione finanziaria del provvedimento

Il nuovo quadro programmatico di finanza pubblica stabilito nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 definisce per il 2015 un obiettivo di indebitamento del 2,9 per cento, più elevato di circa 0,7 punti percentuali di Pil rispetto a quello (del 2,2 per cento) che si sarebbe determinato in assenza di interventi di manovra e, in tal modo, realizza per il 2015 uno spazio di bilancio fino a circa 11,5 miliardi di euro da utilizzare per la manovra di finanza pubblica, consentendo così un parziale finanziamento della manovra in disavanzo. In relazione a ciò il disegno di legge di stabilità (A.C. 2679-bis-A) presentato ha un carattere espansivo per poco più di 10,4 miliardi.

A seguito delle osservazioni formulate sul disegno di legge di stabilità dalla Commissione europea – e come prefigurato nella Relazione di variazione alla Nota di aggiornamento presentata dal Governo il 28 ottobre, approvata dalle Camere il successivo 30 ottobre – nel corso dell’esame iniziale alla Camera è stato approvato un apposito emendamento del Governo che reca misure aggiuntive per circa 4,5 miliardi (con un effetto di riduzione dal 2,9 al 2,6 per cento dell’indebitamento netto 2015). Questo ulteriore sforzo fiscale viene attuato mediante:

  • la destinazione delle risorse stanziate per sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale a miglioramento dei saldi, per 3,3 miliardi;
  • la riduzione delle risorse previste nel ddl per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei escluse dagli obiettivi di spesa delle regioni ai fini del patto di stabilità interno, nel limite di 500 milioni, che pertanto migliora per un eguale importo l’indebitamento netto;
  • nuove misure in tema di contrasto all’evasione fiscale, tramite l’estensione del c.d. reverse charge al settore della grande distribuzione, con maggiori entrate per 728 milioni.

Conseguentemente, a fronte della maggiore entrata, si riduce della medesima cifra la clausola di salvaguardia sulla spending review prevista dall’attuale comma 207 a decorrere dal 2016, i cui importi, stabiliti in 4.000 milioni per il 2016 ed in 7.000 milioni a decorrere dal 2017, vengono cifrati, rispettivamente, in 3.272 e 6.272 milioni.

 Sulla base di tali indicazioni, la quota di finanziamento in disavanzo della manovra per il 2015 risulta corrispondentemente ridotta, attestandosi a 5.913,2 milioni, pari a circa lo 0,4 del Pil mentre, per gli anni successivi, il saldo della manovra rimane fermo ai valori già riportati nel testo originario del disegno di legge, vale a dire circa 169 milioni nel 2016 e 6.909 milioni nel 2017. Tali importi sono stati sostanzialmente confermati anche a seguito delle modifiche introdotte durante l’esame presso le Camere.

Occorre ricordare che per gli esercizi 2016 e 2017 gli andamenti dei saldi scontano gli effetti derivanti dalla clausola sopra indicata nonché dall’ulteriore clausola di salvaguardia sugli aumenti delle accise ed aliquote IVA prevista (con effetti di maggiori entrate rispettivamente di 12,8 e 19,2 miliardi rispettivamente nel 2016 e 2017) dal disegno di legge.

Le misure nei diversi settori di intervento

 A fianco di queste misure, il disegno di legge di stabilità pone in essere, anche a seguito delle modifiche apportate in sede parlamentare (guarda qui il dossierQuadro di sintesi degli interventi e il dossier Sintesi degli emendamenti approvati dalla V Commissione Bilancio), per le diverse politiche pubbliche, interventi di razionalizzazione della spesa che si accompagnano al finanziamento di esigenze indifferibili ovvero di misure ritenute strategiche per la crescita. In questo quadro, gli interventi operati in sede referente sembrano in particolare orientati all’individuazione di misure di sostegno ai settori produttivi, all’incremento della dotazione di fondi con finalità sociali, all’introduzione di misure di maggiore flessibilità nel patto di stabilità interno, nonché ad interventi di natura previdenziale volti ad introdurre un limite ai trattamenti pensionistici più alti.

 

In particolare, come di consueto, al contenimento della spesa pubblica per gli anni 2015-2018, concorrono le misure riguardanti il comparto regioni, province, città metropolitane e comuni (patto di stabilità interno). Va a tale riguardo segnalata la previsione dell’obiettivo del conseguimento del pareggio di bilancio da parte delle regioni, sulla base di quanto dispone la legge n. 243 del 2012 di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione.

Il Senato ha modificato il comma 465, concernente, nell’ambito della disciplina di contenimento della spesa pubblica per le regioni a statuto ordinario, la determinazione dei saldi rilevanti ai fini del pareggio di bilancio per l’anno 2015.

Il comma 541, inserito al Senato, istituisce presso il Ministero dell’economia e delle finanze un fondo, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, finalizzato alla concessione di un contributo in conto interessi alle regioni a statuto ordinario su operazioni di indebitamento attivate nell’anno 2015, il cui ammortamento decorre dal 1° gennaio 2016.

 Per gli enti locali la disciplina del patto di stabilità è, invece, confermata, prevedendosi l’aggiornamento della base di riferimento per il calcolo dell’obiettivo del patto di stabilità interno in termini di saldo finanziario; sono peraltro previste per gli enti locali misure volte a disporre una riduzione degli obiettivi finanziari del patto. In sede referente sono state introdotte ulteriori misure volte a prevedere una maggiore gradualità nell’applicazione della suddetta normativa. Nel complesso, dunque, l’alleggerimento del patto di stabilità per gli enti locali si sostanzia, in riferimento al testo iniziale del provvedimento, in 1 miliardo di euro annui. Sono state inoltre introdotte misure di flessibilità per gli enti locali che hanno sostenuto oneri per interventi di messa in sicurezza del territorio; nonché l’esclusione dall’assoggettamento al patto di stabilità per i comuni istituiti a seguito di fusione (dal 2011 in poi) fino a tutto il quarto anno successivo alla fusione stessa. Da ultimo, sono state aggiunte disposizioni per la riorganizzazione delle partecipate locali al fine di ridurre il numero delle società entro il 31 dicembre 2015, sulla base di specifici criteri. Per raggiungere tale obiettivo si prevede l’approvazione da parte degli organi di vertice delle amministrazioni interessate di un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazione entro il 31 marzo 2015. Il Senato ha inserito al comma 611 la lettera a-bis), che introduce un nuovo criterio di cui tener conto nell’ambito del processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dalle pubbliche amministrazioni. Il criterio introdotto consiste nella soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti.

 Al riguardo segnalo che il Senato ha modificato il comma 400, al fine di adeguare le norme sull’ulteriore concorso alla finanza pubblica delle Province autonome di Trento e di Bolzano, alla nuova disciplina stabilita dai successivi commi da 406 a 413, di recepimento dell’accordo siglato il 15 ottobre 2014 tra lo Stato e i suddetti enti. In particolare, viene soppresso il contributo pari a 44 milioni di euro per la Provincia autonoma di Bolzano e di 37 milioni di euro per la Provincia autonoma di Trento per ciascuno degli anni del triennio 2015-2017. Per il 2018 l’ulteriore contributo è stabilito pari a 25 milioni di euro per la Provincia autonoma di Bolzano e pari a 21 milioni di euro per la Provincia autonoma di Trento.

commi da 406 a 413, inseriti al Senato, recepiscono l’accordo siglato il 15 ottobre 2014, con il quale sono stati ridefiniti i rapporti finanziari tra lo Stato, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Le norme modificano l’ordinamento finanziario dei tre enti, secondo le procedure previste dallo statuto, definiscono il concorso agli obiettivi di finanza pubblica in termini di saldo netto da finanziare e di indebitamento netto per gli anni per gli anni dal 2014 al 2017 e modificano la disciplina del patto di stabilità per il ‘sistema territoriale regionale integrato’.

commi da 512 a 523, inseriti al Senato, recepiscono il protocollo di intesa siglato il 23 ottobre 2014, al fine di regolare i rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Friuli –Venezia Giulia Regione. Anche in questo caso, le norme determinano il contributo della regione agli obiettivi di finanza pubblica per gli anni dal 2014 al 2017 in termini di saldo netto da finanziare e di indebitamento netto ed aggiornano la disciplina del patto di stabilità interno della Regione e degli enti locali.

Il Senato poi ha modificato i commi 479 e 481, al fine di estendere alle regioni a statuto speciale, con l’esclusione della Regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, la nuova disciplina delle misure di flessibilità del patto regionalizzato. I commi da 480 a 483, infatti, sostituiscono, per le regioni a statuto ordinario, la disciplina concernente le misure di flessibilità del patto regionalizzato, verticale ed orizzontale, al fine di adeguarla ai nuovi vincoli imposti alle regioni, basati sul conseguimento del pareggio di bilancio.

 I commi da 421 a 429, inseriti al Senato, dispongono, in primo luogo, la riduzione del 50 e del 30 per cento della dotazione organica, rispettivamente, di province e città metropolitane con la contestuale definizione di un procedimento volto a favorire la mobilità del personale eccedentario verso regioni, comuni e altre pubbliche amministrazioni.

Il comma 430, inserito al Senato, prevede, a seguito del processo di trasferimento delle funzioni delle province, che esse possano rinegoziare le rate dei mutui in scadenza nel 2015 con conseguente rimodulazione del relativo piano di ammortamento, con onere a carico dell’ente richiedente.

Il comma 467, inserito al Senato, dispone l’esclusione dal computo del saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno per gli anni 2015 e 2016 delle spese sostenute dalle province e dalle città metropolitane in tali anni per interventi di edilizia scolastica, nel limite massimo di 50 milioni di euro per ciascuno dei due anni.

commi da 484 a 488, inseriti al Senato, estendono anche al 2015 la disciplina del c.d. patto verticale incentivato, che, si ricorda, costituisce un istituto introdotto dalla legge di stabilità 2013, poi oggetto di successive modifiche, per favorire una maggiore flessibilità per il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica da parte degli enti territoriali.

 

 

Le misure di carattere fiscale e di sostegno al sistema produttivo intendono, da un lato, alleggerire l’imposizione sul lavoro e sui fattori produttivi, con la finalità di sostenere la crescita economica (finalità perseguita anche con altri interventi di natura non fiscale); per altro verso, si pone in essere un incremento del carico fiscale in alcuni settori.

 Tra gli interventi di alleggerimento del carico fiscale, viene reso strutturale il credito d’imposta introdotto dal decreto-legge n. 66 del 2014 in favore dei lavoratori dipendenti con un reddito fino a 26.000 euro (cd bonus 80 euro) e si rende integralmente deducibile dall’IRAP il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato che eccede le vigenti deduzioni. Viene inoltre introdotta una nuova disciplina del credito d’imposta per crescita e sviluppo e si prorogano le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, estese – nel corso dei lavori parlamentari – alle schermature solari, agli impianti di climatizzazione invernale alimentati da biomasse combustibili nonché all’adozione di misure antisismiche. Sono inoltre state inserite misure in materia di compensazione delle cartelle esattoriali per le imprese titolari di crediti nei confronti della PA, mentre i libri in formato elettronico sono inseriti tra i prodotti sottoposti ad aliquota IVA del 4 per cento.

Si segnala al riguardo che il Senato ha modificato il comma 242, al fine di ridurre di 15 milioni di euro (da 38,690 a 23,690 milioni di euro), a decorrere dal 2016, gli effetti positivi sui saldi di finanza pubblica che devono essere assicurati per effetto della riduzione delle percentuali di fruizione dei crediti d’imposta indicati nell’elenco n. 2. Con specifico riferimento al credito d’imposta per l’utilizzo di gasolio e GPL per riscaldamento in aree svantaggiate, la quota di riduzione non può superare l’importo di 11,605 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016.

commi 244 e 245, inseriti al Senato, recano disposizioni interpretative, volte a chiarire le modalità di determinazione a fini fiscali della rendita catastale degli immobili ad uso produttivo (cd. imbullonati). In particolare si precisa che sono escluse dal calcolo della rendita catastale le componenti dei beni che, sebbene caratterizzanti la destinazione economica dell’immobile produttivo, siano prive dei requisiti di “immobiliarità”, ovvero di stabilità nel tempo rispetto alle componenti strutturali dell’unità immobiliare.

Il comma 679, inserito al Senato, conferma, anche per l’anno 2015, il livello massimo di imposizione della TASI già previsto per l’anno 2014 (2,5 per mille). Per il medesimo anno 2015, viene altresì confermata la possibilità di superare i limiti di legge relativi alle aliquote massime di TASI e IMU, per un ammontare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille, a specifiche condizioni di legge.

Il comma 692, inserito al Senato, proroga al 26 gennaio 2015 il termine per il pagamento dell’IMU relativa all’anno 2014 sui terreni agricoli situati in zone montane e collinari. L’imposta, dovuta sui terreni non più esenti a seguito della ridefinizione del perimetro delle esenzioni operata dal citato D.M., deve essere calcolata ad aliquota base (0,76%) salvo che non siano state approvate dagli enti per i terreni agricoli specifiche aliquote.

Il comma 693, inserito al Senato, prevede che, a seguito della riduzione dei comuni comprendenti terreni agricoli montani esenti da tassazione IMU, disposta dal D.M 28 novembre 2014, (pubblicato in G.U. il 6 dicembre) gli enti interessati da tale revisione del criterio di esenzione accertano convenzionalmente a titolo di maggior gettito IMU gli importi indicati dal decreto medesimo, a fronte della corrispondente riduzione del Fondo di solidarietà comunale pari a 359,5 milioni di euro stabilita nel medesimo provvedimento. I commi 692 e 693 entrano in vigore il giorno successivo alla pubblicazione della presente legge, secondo quanto dispone il successivo comma 701.

 

E’ istituito per gli esercenti attività di impresa, arti e professioni in forma individuale, un regime forfetario di determinazione del reddito da assoggettare ad un’unica imposta sostituiva di quelle dovute, con l’aliquota del 15 per cento (cd. regime dei minimi). Per accedere al regime agevolato, che costituisce il regime “naturale” per chi possiede i requisiti, sono previste delle soglie di ricavi diverse a seconda del tipo di attività esercitata (commi da 54 a 89).

 

Sotto il profilo degli interventi per le imprese sono state introdotte nel corso dei lavori parlamentari ulteriori misure volte a rilanciare gli investimenti (tramite il rifinanziamento della cd. nuova legge Sabatini, che prevede finanziamenti agevolati per gli investimenti in specifici beni d’impresa), alla promozione del Made in Italy e a sostenere il settore aerospaziale.

Nel corso dell’esame parlamentare è stata incrementata da 5 a 10 milioni di euro la dotazione per il 2015 del fondo per il sostegno delle imprese che si uniscono in associazioni temporanea di impresa (ATI) o in raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) al fine di promuovere la digitalizzazione delle imprese. Condizioni per l’accesso ai finanziamenti è che l’impresa sia costituita da almeno 15 individui. Ai contributi possono accedere anche le reti di impresa: al Senato è stata soppressa la previsione che tali reti d’impresa debbano avere soggettività giuridica e debbano essere dotate di partita IVA (comma 6).

commi 7 e 8, inseriti al Senato, modificano le modalità di erogazione della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che viene destinata ad imprese con non più di 499 dipendenti, venendo di conseguenza meno il riferimento alle piccole e medie imprese.

 

Tra gli interventi di incremento del carico fiscale si ripristinano le originarie misure delle aliquote IRAP ridotte dal decreto-legge n. 66. Al fine di mitigare gli effetti di tale disposizione, il comma 21, inserito al Senato, introduce un credito d’imposta IRAP nei confronti dei soggetti passivi che non si avvalgono di dipendenti nell’esercizio della propria attività, pari al 10 per cento dell’imposta lorda determinata secondo le regole generali. Tale credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Si rendono quindi imponibili, dal 1° gennaio 2015, i proventi finanziari corrisposti ai beneficiari di un’assicurazione sulla vita, corrisposti a seguito del decesso dell’assicurato, si innalza dal 5 al 77,74 per cento la quota imponibile degli utili percepiti, anche nell’esercizio d’impresa, dagli enti non commerciali. Il comma 656, inserito al Senato, al fine di compensare la retroattività della norma riconosce un credito d’imposta pari alla maggiore IRES dovuta, nel solo periodo d’imposta in corso al 1° gennaio 2014, in applicazione del predetto aumento fiscale.

Viene elevata dal 4 all’8 per cento la ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici.

 

Si segnala la clausola di salvaguardia a tutela dei saldi di finanza pubblica, volta ad incrementare le aliquote IVA ordinaria e ridotta rispettivamente di 2,5 e 2 punti percentuali (con effetti di maggior gettito stimati nella relazione tecnica in circa 12,8 miliardi nel 2016 e 19,2 miliardi nel 2017) e le accise su benzina e gasolio in misura tale da determinare maggiori entrate non inferiori a 700 milioni di euro, in assenza di provvedimenti che assicurino gli stessi effetti positivi attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa pubblica. Infine, si pongono in essere interventi volti al contrasto dell’evasione fiscale quali l’incremento delle ipotesi di inversione contabile (cd. reverse charge) ai fini IVA, nel corso dell’esame in sede referente, esteso anche alle cessioni di beni effettuate nei confronti dei supermercati e alle cessioni di bancali di legno (pallets) riciclati.

commi 697 e 698, inseriti al Senato, recano la sterilizzazione di una diversa clausola di salvaguardia, già inserita del decreto-legge n. 66 del 2014. In particolare, il comma 697 dispone che, alla luce del monitoraggio delle maggiori entrate IVA conseguenti al pagamento dei debiti delle P.A., una quota parte degli accantonamenti di bilancio pari a 495,7 milioni sia portata in riduzione dei relativi stanziamenti iscritti in bilancio per l’anno 2014, viene meno il ricorso all’aumento delle accise sui prodotti energetici ed elettricità, su alcole e bevande alcoliche, e sui tabacchi lavorati, previsto, quale clausola di salvaguardia, dall’articolo 50, comma 11, del decreto-legge n. 66 del 2014.

 

Nel corso dell’esame parlamentare, sono state poi introdotte disposizioni per la disciplina delle modalità di funzionamento del Fondo di sviluppo e coesione.

 

Per quanto concerne in generale le amministrazioni pubbliche, si dispongono la riduzione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato in favore di enti e organismi pubblici per un importo complessivo pari a 22 milioni di euro nel 2015 e a 21,7 milioni di euro a decorrere dal 2016 e la conferma di misure per il contenimento delle spese di personale nel settore del pubblico impiego. Ulteriori riduzioni riguardano le spese degli organi a rilevanza costituzionale (per complessivi 10 milioni di euro) e la Presidenza del Consiglio dei ministri (per almeno 13 milioni). Sono previste alcune misure di razionalizzazione e di contenimento delle spese per il personale pubblico operante a vario titolo all’estero (personale dell’amministrazione del Ministero degli esteri e personale docente delle scuole italiane all’estero, commi 319-320) nonché la riduzione, a decorrere dal 2015, dell’indennità di ausiliaria per il personale in servizio permanente delle forze armate e delle forze di polizia. Nel corso dell’esame parlamentare sono state inserite disposizioni concernenti la dismissione di immobili pubblici e di razionalizzazione degli spazi in uso alle amministrazioni pubbliche. Durante l’esame parlamentare, al fine di consentire l’accorpamento di tutti i tipi di elezioni in un’unica data, è stata introdotta una disposizione in base alla quale le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali devono avere luogo entro 60 giorni a decorrere dalla durata in carica dei consigli precedenti (election day).

 

Con riferimento alla proiezione internazionale dell’Italia figura in primo luogo il rifinanziamento del Fondo per le missioni internazionali, la cui dotazione è incrementata di 850 milioni di euro per il 2015 e il 2016 (comma 178). Inoltre, durante l’esame in sede parlamentare è stato elevato il limite massimo degli stanziamenti del Fondo rotativo per le politiche comunitarie, destinabili ad azioni di cooperazione allo sviluppo realizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nell’ambito di programmi europei (comma 322). Sono stati stanziati ulteriori fondi per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero (comma 136).

 

Nel settore della difesa si registrano interventi concernenti il personale militare e la dismissione di immobili della difesa, nonché misure di razionalizzazione di spesa.

 

Il comparto sicurezza è interessato con misure sul personale delle forze di polizia: in primo luogo è disposta la revisione dell’Accordo nazionale quadro di amministrazione delle forze di polizia ad ordinamento civile e delle procedure per la contrattazione decentrata; inoltre, sono rinviate al 1° dicembre 2015 le assunzioni del personale dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco, ad eccezione degli allievi agenti di PS del concorso 2014. In sede referente, è stato autorizzato lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi banditi nel 2012 e indetti nel 2013 per l’assunzione di personale delle forze di polizia in vista di Expo 2015. E’ stata inoltre inserita una disposizione volta a concedere anche alla Polizia di Stato e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco l’uso esclusivo dei propri segni distintivi che possono essere dati in uso a terzi tramite contratti di sponsorizzazione.

 

Gli interventi sulla giustizia riguardano l’istituzione di un Fondo per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, nonché per il completamento del processo telematico e il trasferimento allo Stato dell’obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari, attualmente a carico dei comuni. Sono state inoltre poste a carico dei privati le spese di notificazione per le controversie di minor valore devolute al giudice di pace, finalizzando i relativi risparmi di spesa alla funzionalità degli uffici per l’esecuzione penale esterna. Per sopperire alle aumentate esigenze di sicurezza degli uffici giudiziari di Palermo, è stata prevista l’istituzione di un commissario straordinario; le risorse necessarie per i relativi interventi sono quantificate in 6 milioni di euro per il 2015.

 

Nel settore delle infrastrutture e delle reti (trasporti, energia e comunicazioni) si prevedono, da un lato, misure di razionalizzazione della spesa, con una specifica attenzione ai rapporti finanziari con i soggetti titolari di contratti di servizio pubblico nazionale (ENAV, Poste italiane, Trenitalia per il trasporto merci nazionale); dall’altro lato, vengono individuati specifici finanziamenti o misure di agevolazione per interventi ritenuti suscettibili di un impatto positivo sulla crescita economica (tra gli altri, opere di accesso agli impianti portuali e rinnovo parchi automobilistici trasporto pubblico locale), ovvero misure idonee a determinare un aumento di entrate per lo Stato (vendita frequenze banda “L”). L’esame parlamentare è intervenuto con misure concernenti la regolazione del settore aeroportuale, delle frequenze televisive e dell’autotrasporto, nonché per la realizzazione di Expo 2015.

Il Senato ha modificato il comma 147, lettera d), per integrare la procedura per l’assegnazione di frequenze televisive non utilizzate a livello nazionale agli operatori di rete locali. Si prevede in particolare che la selezione bandita dall’AGCOM sia rivolta esclusivamente a soggetti operanti in ambito locale.

Il comma 193, inserito al Senato, include la rete elettrica delle Ferrovie dello Stato (FS) all’interno della rete di trasmissione nazionale, subordinatamente all’acquisizione di tale rete da parte di Terna.

Il comma 238, inserito al Senato, destina 50 milioni di euro – nell’ambito della quota pari a 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo cd. “sblocca cantieri” destinata ai Provveditorati interregionali alle opere pubbliche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per interventi di completamento di beni immobiliari demaniali di loro competenza – all’attuazione di interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza di beni pubblici, di completamento di opere in corso di esecuzione, nonché di miglioramento infrastrutturale.

Il Senato ha modificato il comma 362, al fine di prevedere che decorra a partire dal 2017 l’applicazione della norma ivi prevista, che dimezza la quota di spettanza dell’ANAS S.p.A. del canone annuo a carico dei concessionari autostradali che quindi passa dal 42% al 21%.

 I commi da 277 a 280, inseriti al Senato, modificano la disciplina del servizio postale universale, prevedendo misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull’intero territorio nazionale, ferme restando le competenze dell’Autorità di regolamentazione (cioè l’AGCOM).

Il comma 281, inserito al Senato, autorizza la spesa di 535 milioni di euro per l’anno 2014 a favore di Poste italiane Spa, per dare attuazione ad una sentenza del Tribunale dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato. Si tratta della sentenza del 13 settembre 2013 nella Causa T-525/08 tra Poste italiane e la Commissione europea, nella quale è stata annullata la precedente decisione 2009/178/CE della Commissione, del 16 luglio 2008, che aveva considerato come aiuto di Stato da parte dell’Italia la remunerazione ritenuta eccessiva dei conti correnti di Poste italiane S.p.A. presso la Tesoreria dello Stato.

Il comma 293, inserito al Senato, stabilisce che la misura del canone di abbonamento alla televisione per il 2015 non può subire incrementi rispetto a quanto stabilito per il 2014.

Il Senato è infine intervenuto prevedendo, al comma 294, che il contratto nazionale di servizio pubblico per il trasporto ferroviario merci, in scadenza il 31 dicembre 2014, non venga ulteriormente rinnovato e le risorse per la compensazione degli oneri di servizio pubblico nel settore siano attribuite a RFI che provvederà, sulla base di determinati criteri, alla loro ripartizione tra le imprese che operano nel settore.

 

Nel corso dell’esame parlamentare, sono state inserite alcune misure nel settore dell’ambiente e della protezione civile. Si tratta, da un lato, di misure che intervengono sul fronte delle emergenze di protezione civile e della messa in sicurezza del territorio (quali l’adozione di misure di flessibilità nell’applicazione del patto di stabilità interno per gli enti locali che abbiano effettuato interventi in materia e, dall’altro, di misure correttive di disposizioni normative recentemente adottate concernenti la bonifica e la messa in sicurezza di siti contaminati.

commi 50 e 51, inseriti al Senato, prevedono uno stanziamento complessivo di 135 milioni di euro nel triennio 2015-2017 al fine di proseguire le bonifiche dei siti di interesse nazionale (SIN) contaminati dall’amianto. Una quota dello stanziamento, pari a 25 milioni annui, è destinata ai comuni di Casale Monferrato e Napoli-Bagnoli.

Il comma 52 stabilisce che rimane acquisita al bilancio della Presidenza del Consiglio e destinata al fondo emergenze nazionali una quota di 60 milioni di euro destinati al pagamento di mutui e prestiti a seguito di calamità naturali Al Senato è stata inserita la previsione che i risultati degli interventi finanziati con il Fondo delle emergenze nazionali e l’ammontare delle risorse destinate a ciascun intervento siano pubblicati nel sito della Presidenza del Consiglio dei ministri e resi disponibili in formato dati di tipo aperto (open data).

Il comma 53, inserito al Senato, consente l’utilizzo, nel limite massimo di 8 milioni di euro, delle risorse giacenti sulla contabilità speciale n. 5459, al fine di fronteggiare le conseguenze derivanti dagli eventi atmosferici del 9-13 ottobre 2014, che hanno interessato Genova e la sua provincia e alcuni comuni della provincia della Spezia, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 ottobre 2014.

commi da 437 a 449, inseriti al Senato, recano diverse misure per i territori colpiti dal sisma 2009 in Abruzzo.

Il comma 502, inserito al Senato, dispone per l’anno 2015 l’esclusione dal patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni interessati dagli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio 2012 (sisma Emilia). Il comma 503, inserito al Senato, posticipa di due anni, senza applicazione di sanzioni e interessi, il pagamento delle rate scadenti nel 2015 dei mutui concessi agli enti locali interessati dagli eventi sismici del maggio 2012. Il comma 504, inserito al Senato, posticipa di un ulteriore anno il pagamento delle rate 2013 e 2014 dei mutui concessi agli enti locali interessati dagli eventi sismici del maggio 2012.

Il comma 694, inserito al Senato, prevede un rifinanziamento di 56 milioni di euro per l’anno 2014 e di 25 milioni di euro per l’anno 2015 a favore del Fondo per le emergenze nazionali (di cui all’articolo 5, comma 5-quinquies, della legge 24 febbraio 1992, n. 225); nell’ambito di tale stanziamento, 10 milioni di euro sono espressamente destinati agli interventi per la ricostruzione e per la ripresa economica dei territori della regione Sardegna colpiti dagli eventi alluvionali del mese di novembre 2013.

 

Il comma 235, inserito al Senato, prevede uno stanziamento pluriennale per l’attuazione del Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) e per la realizzazione di altri interventi in materia di edilizia sociale, per una spesa complessiva di 130 milioni di euro per il periodo 2015-2018.

commi da 431 a 434, inseriti al Senato, disciplinano la predisposizione di un Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate.

 

Nelle politiche relative a scuola, università e ricerca si riscontrano, in primo luogo, interventi per il contenimento della spesa pubblica, anche attraverso azioni di razionalizzazione (quali la riduzione del personale degli uffici di diretta collaborazione) e modifiche ordinamentali (quali il divieto, a decorrere dal prossimo anno scolastico, di conferire supplenze brevi per il primo giorno di assenza dei docenti e limitazioni alla possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici dal 1° settembre 2015).

Con riferimento alle supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola già prestate nei mesi di settembre e ottobre e nel periodo di metà novembre 2014, il comma 695, inserito al Senato, ha autorizzato la spesa fino a un massimo di 64,1 milioni di euro per il 2014, per consentire il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola.

Insieme, sono posti in essere interventi di finanziamento, anche con la creazione di un nuovo Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, denominato “Fondo La Buona Scuola” finalizzato, a seguito delle modifiche parlamentari, anche ad un piano di assunzioni, alla formazione dei docenti e al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro). In sede referente è stata anche inserita una disposizione volta a ridefinire la composizione delle commissioni per gli esami di maturità.

Il comma 152, inserito al Senato, autorizza la spesa di 5 milioni di euro nel 2015 per gli interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione degli edifici scolastici dei comuni della Sardegna danneggiati dagli eventi alluvionali del mese di novembre 2013.

Durante l’esame al Senato, inoltre, sono stati destinati finanziamenti alle esigenze dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), degli Istituti superiori di studi musicali (ex pareggiati) e delle Accademie di belle arti non statali finanziate in misura prevalente dagli enti locali, nonché dei collegi universitari di merito legalmente riconosciuti (commi 134, 170, 173).

Un’ulteriore autorizzazione di spesa, pari a 130 milioni di euro nel 2015 è stata destinata dal comma 353, inserito al Senato, autorizza la spesa di 130 milioni di euro nel 2015 per la alla realizzazione di interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili adibiti a sede di istituzioni scolastiche ed educative statali.

 

Con riferimento alla ricerca, il comma 142, inserito al Senato, prevede un contributo di 30 milioni di euro per gli anni 2015-2017 all’ASI per il finanziamento di programmi spaziali strategici nazionali in corso di svolgimento.

Il comma 176, inserito al Senato, aumenta di 3 milioni di euro dal 2015 l’autorizzazione di spesa destinata alle iniziative di sviluppo tecnologico del Paese e per l’alta formazione tecnologica. Il comma 177, anch’esso inserito al Senato, autorizza la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in favore dell’Istituto nazionale di astrofisica – INAF per sostenere le ricerche e lo sviluppo di partenariati con imprese di alta tecnologia su progetti internazionali per lo sviluppo e la realizzazione di strumenti altamente innovativi.

Inoltre, il comma 347, modificato durante l’esame al Senato, ha previsto una disciplina transitoria – ossia limitata al triennio 2015-2017 – per la programmazione del reclutamento di docenti e ricercatori universitari, applicabile a tutti gli atenei.

 

Per quanto riguarda gli interventi che impattano nel settore previdenziale, da un lato, si prevede l’erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale, per il periodo 1° marzo 2015-30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria. Dall’altro lato, si delinea un complessivo incremento della tassazione del risparmio previdenziale, con l’innalzamento dell’aliquota di tassazione dall’11 al 20 per cento per i fondi pensione (c.d. previdenza complementare) e dall’11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR. A fronte i ciò, peraltro, si segnala che i commi da 91 a 95, inseriti al Senato, introducono a decorrere dal 2015 due crediti d’imposta a favore degli enti di previdenza obbligatoria (Casse di previdenza private) e dei fondi pensione, a condizione che i proventi assoggettati alle ritenute e imposte sostitutive siano investiti in attività di carattere finanziario a medio o lungo termine individuate con apposito decreto.

Infine, i commi 116 e 117, inseriti al Senato, estendono la platea di lavoratori esposti all’amianto ai quali sono riconosciuti specifici benefici previdenziali ed assistenziali, mentre con i commi da 163 a 165, anch’essi inseriti al Senato, ampliano i criteri per l’accesso ai benefici previdenziali riconosciuti alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.

 In sede parlamentare è stato introdotto, inoltre, un limite ai trattamenti pensionistici, prevedendo che questi (inclusi quelli in essere) non possano eccedere l’importo che sarebbe stato liquidato secondo le regole di calcolo vigenti prima dell’entrata in vigore della riforma pensionistica.

 

In materia di occupazione si prevedono uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato nel 2015 e la costituzione di un fondo aumentato a 2,4 miliardi di euro nell’esame in sede referente a decorrere dal 2015 per gli oneri derivanti dall’attuazione del disegno di legge-delega in materia di lavoro. In sede parlamentare è stata introdotta una disposizione che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro che abbiano assunto lavoratori in mobilità licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti.

commi 119 e 120, introdotti al Senato, estendono al settore agricolo lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato nel 2015.

Il comma 160, inserito al Senato, dispone un incremento della dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili di 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2015.

Il comma 309, come sostituito dal Senato, interviene sugli istituti di patronato e assistenza sociale, riducendo a 35 milioni di euro (dai 75 milioni previsti dal testo approvato dalla Camera in prima lettura) il taglio delle risorse ad essi destinate per il 2015.

In tema di salute, si interviene sia con misure di diverso contenuto, attuative del patto per la salute 2014-2016 (quali l’individuazione del livello massimo di finanziamento del SSN e l’autorizzazione di spesa per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell’assistenza primaria) sia con norme varie di carattere sanitario, nonché con disposizioni concernenti il risanamento del Servizio sanitario del Molise. Tra le modifiche apportate in sede parlamentare assume particolare rilievo il contributo straordinario di 2 milioni di euro per il 2015 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per potenziare le attività di contrasto delle malattie infettive (Ebola) dell’Istituto Nazionale “Lazzaro Spallanzani” di Roma.

commi da 593 a 598, inseriti al Senato, introducono disposizioni di favore relative ai medicinali innovativi. La norma è collegata alla recente immissione in commercio di farmaci innovativi destinati alla cura dell’Epatite C. Le disposizioni in commento istituiscono, presso il Ministero della salute, un fondo destinato a concorrere al rimborso delle spese che i servizi sanitari regionali devono affrontare per l’acquisto di medicinali innovativi. Il fondo, finora istituito solo per gli anni 2015 e 2016, ha uno stanziamento pari a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni del biennio di riferimento.

 

In tema di politiche sociali e per la famiglia si interviene sia con misure più specificamente destinate ai nuclei familiari, quali la corresponsione, a determinate condizioni di reddito, di un assegno per i nuovi nati (la platea dei destinatari e le modalità di fruizione sono state modificate in sede parlamentare) sia con il finanziamento di alcuni Fondi con finalità sociali (in sede parlamentare si è in particolare intervenuti per incrementare il Fondo per le non autosufficienze, il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell’asilo, nonché le risorse per contrastare la tratta di esseri umani) e per il contrasto a patologie con un costo sociale elevato, quali la ludopatia (in sede parlamentare una quota dello stanziamento è stata finalizzata alla sperimentazione di software per monitorare il comportamento del giocatore), sia infine con la previsione di benefici fiscali per le erogazioni liberali a favore delle ONLUS.

Al Senato è stata incrementata la dotazione del Fondo per interventi a favore della famiglia da 108 a 112 milioni di euro per il 2015, nel contempo incrementando a 12 milioni di euro la parte delle risorse destinate ai programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.

 

D’interesse del settore agricolo risultano sia disposizioni di sostegno al comparto, sia interventi specifici di contenimento della spesa (quali l’incorporazione dell’Istituto nazionale, INEA, nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, CRA). In sede parlamentare sono inseriti in tabella E finanziamenti a sostegno dell’integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare e il rafforzamento dei distretti agroalimentari, nonché dell’imprenditoria giovanile e al ricambio generazionale in agricoltura.

Per quanto concerne le modifiche apportate al Senato, oltre ai commi 119 e 120, che (come detto poc’anzi) estendono al settore agricolo lo sgravio contributivo per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel 2015, si segnalano il comma 109, che destina fino a 30 milioni di euro, per l’anno 2015, nell’ambito delle risorse del Fondo sociale per occupazione e formazione destinate agli ammortizzatori sociali in deroga, al finanziamento della cassa integrazione in deroga per il settore della pesca e i commi da 214 a 217, inseriti al Senato, che prevedono l’istituzione di un Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario dotato di 8 milioni di euro nel 2015 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

Il Senato ha, altresì, inserito la possibilità che ISMEA eroghi anticipazioni finanziare agli agricoltori a fronte della cessione al medesimo Istituto, da parte degli agricoltori stessi, di crediti certificati inerenti taluni aiuti PAC (comma 207); ISMEA potrà, inoltre, concedere garanzie anche a fronte di titoli di debito emessi dalle imprese operanti nel settore agricolo, agroalimentare e della pesca Il comma (comma 208).

 

Per quanto riguarda, infine, le politiche culturali, in sede parlamentare è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. Con riferimento al programma triennale per l’utilizzo delle risorse, al Senato è stata inserita la previsione di un parere delle competenti Commissioni parlamentari sul programma triennale. Inoltre, durante l’esame al Senato è stato inserito il comma 241 che autorizza la spesa di 5,5 milioni di euro per il 2015 per la tutela e la promozione del patrimonio culturale e storico.

Il comma 11, inserito al Senato, estende la possibilità di fruire delle agevolazioni fiscali introdotte con il c.d. ART-BONUS (art. 1 del decreto-legge n. 83 del 2014) anche per le erogazioni di sostegno delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione.

Il comma 134, inserito al Senato, autorizza la spesa di 10 milioni di euro per il 2015 per le esigenze dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI). Questo attiene alla scuola, l’ho messo prima

 

Con riferimento allo sport, infine, durante l’esame al Senato è stato inserito ilcomma 190, che stabilizza il finanziamento delle attività istituzionali del Comitato italiano paralimpico (CIP), autorizzando la spesa di 7 milioni di euro annui a decorrere dal 2015.

Inoltre, è stato aggiunto il comma 713, che eleva da 516,46 a 1.000 euro il limite dei pagamenti effettuati a favore di società, enti ed associazioni sportive dilettantistiche, nonché i versamenti da questi operati, che devono essere effettuati con mezzi tracciabili.

 

 

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Circolare n. 194 del 30-12-2014

Oggetto: Conguaglio di fine anno 2014 dei contributi previdenziali e assistenziali. Riepilogo delle aliquote contributive dell’anno 2014.

 

 

 

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Circolare n. 193 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione per adesione tra l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e L’Ente Bilaterale Italia (E.B.I.) avente ad oggetto la riscossione dei contributi da destinare al finanziamento dell’Ente Bilaterale.

 

 

 

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Circolare n. 192 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione tra l’INPS e A.N.S.A.P. (Associazione Nazionale Sindacale Attività Produttive)ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari i lavoratori agricoli. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Circolare n. 191 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione fra l’INPS e A.N.S.A.P. (Associazione Nazionale Sindacale Attività Produttive) per la riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Circolare n. 190 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione tra l’INPS e L’A.N.S.A.P. (Associazione Nazionale Sindacale Attività Produttive) ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Circolare n. 189 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione fra l’INPS e l’A.N.S.A.P. (Associazione Nazionale Sindacale Attività Produttive)per la riscossione dei contributi associativi degli artigiani e dei commercianti, ai sensi della legge 4 giugno 1973, n.311. Istruzioni operative e contabili.

 

 

 

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Circolare n. 188 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione tra l’INPS e la Confederazione e Unione di Sindacati Autonomi (CONFUNISCO)ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari i lavoratori agricoli. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Circolare n. 187 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione fra l’INPS e la Confederazione e Unione di Sindacati Autonomi (CONFUNISCO)per la riscossione dei contributi associativi degli artigiani e dei commercianti, ai sensi della legge 4 giugno 1973, n.311. Istruzioni operative e contabili.

 

 

 

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Circolare n. 186 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione tra l’INPS e la Confederazione Esercenti Agricoltura Artigianato Commercio (ES.A.AR.CO.)ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari i lavoratori agricoli. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Circolare n. 185 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione tra l’INPS e il S.A.L.P.I. (Sindacato Autonomo Lavoratori Pensionati e Imprenditori)ai sensi dell’art. 2 della legge 27 dicembre 1973 n. 852, per la riscossione dei contributi associativi sull’indennità ordinaria e di trattamento speciale di disoccupazione di cui beneficiari i lavoratori agricoli. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

 

 

 

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Maria Santissima Madre di Dio

Maria Santissima Madre di Dio


Maria Santissima Madre di Dio

Nome: Maria Santissima Madre di Dio
Ricorrenza: 01 gennaio

La benevolenza di Dio sul nuovo anno. Potrebbe essere questo il titolo della festa odierna che apre il nuovo anno ricordando la divina maternità di Maria e la circoncisione del Figlio suo Gesù. Della grazia di Dio parla la prima lettura, che riporta la stupenda preghiera di benedizione pronunciata, secondo il libro dei Numeri, da Aronne e dai sacerdoti sul popolo di Israele: «Dio abbia pietà di noi e ci benedica / Su di noi faccia splendere il suo volto». 

Ora, noi sappiamo che il nostro tempo oscilla tra alti e bassi, tra potenza e debolezza. La festa odierna ci dice che questo susseguirsi di vittorie e sconfitte, di pace e guerra e da ultimo di vita e morte è avvolto nel tempo di grazia che Dio ci dona perché riconosciamo la sua presenza, vediamo il suo volto benevolo a noi rivolto e lo ringraziamo. 

Egli, del resto, non resta estraneo alle vicende del mondo, ma, secondo la parola di Paolo, «quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna». Il Figlio di Dio è quel Gesù di cui parlò Gabriele nell’annunciazione a Maria, la serva chiamata a diventare la figlia di Sion per la quale i poveri e i piccoli saranno soccorsi a scapito dei ricchi e potenti, mentre Israele sarà avvolto nella misericordia secondo la promessa fatta ad Abramo. 

La nascita di Gesù «sotto la legge», però, non è indolore, ma fin dall’inizio egli seguirà una via che inevitabilmente lo porterà al calvario, così come la maternità di Maria sarà segnata, secondo la profezia di Simeone, dalla spada che le trafiggerà l’anima. È questa la condizione per sconfiggere la morte, per aprire la via della vita. Dice Gesù: «Il Padre mi ama perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo». 

Il Figlio, dunque, è inviato dal Padre, è egli stesso Dio, porta nel mondo l’annuncio del Vangelo di salvezza per tutti gli uomini, Madre di Gesù, Maria è la Theotókos, la Madre ci Dio. Di lei canta l’Inno Acatisto: «Gioisci, stella che annunci il sole / Gioisci, grembo della divinra incarnazione/ Gioisci, per te si rinnova la creazione». 

Per questo al primo di gennaio, festa della Madre di Dio, la Chiesa ha collocato anche la giornata mondiale della pace. Dono di Dio, la pace è anche frutto dell’impegno degli uomini, chiamati a preparare alle nuove generazioni un futuro di giustizia e di fraternità. La pace tra i popoli richiede anche il contesto armonico di una sana ecologia. Il mondo che abbiamo ricevuto come un giardino di delizie, come tale deve essere consegnato ai posteri in un gesto di affidamento generoso che invita alla lode del Creatore.