Archivi giornalieri: 22 gennaio 2015

Comunicati aran

 

Ultimo discorso di Antonio Gramsci alla camera dei deputati

La legge sulle associazioni segrete *

(discorso al Parlamento, 16 maggio 1924)

[tratto da A. Gramsci, Sul fascismo, Ed. Riuniti, 1978, Roma, pp. 279-292]

 

Il disegno di legge contro le società segrete è stato presentato alla Camera come un disegno di legge contro la massoneria; esso è il primo atto reale del. fascismo per affermare, quella che il partito fascista chiama la sua rivoluzione. Noi, come partito comunista, vogliamo ricercare non solo il perché della presentazione del disegno di legge contro le organizzazioni in generale, ma anche il significato del perché il partito fascista ha presentato questa legge rivolta prevalentemente contro la massoneria.

Noi siamo tra i pochi che abbiano preso sul serio il fascismo, anche quando il fascismo sembrava fosse solamente una farsa sanguinosa, quando intorno al fascismo si ripetevano solo i luoghi comuni sulla «psicosi di guerra», quando tutti i partiti cercavano di addormentare la popolazione lavoratrice presentando il fascismo come un fenomeno superficiale, di brevissima durata.

Nel novembre 1920 abbiamo previsto che il fascismo sarebbe andato al potere – cosa allora inconcepibile per i fascisti stessi – se la classe operaia non avesse fatto a tempo ad infrenare, con le armi, la sua avanzata sanguinosa.

Il fascismo, dunque, afferma oggi praticamente di voler «conquistare lo Stato». Cosa significa questa espressione ormai diventata luogo comune? E che significato ha, in questo senso, la lotta contro la massoneria?

Poiché noi pensiamo che questa fase della «conquista fascista» sia una delle più importanti attraversate dallo Stato italiano e per ciò che riguarda noi che sappiamo di rappresentare gli interessi della grande maggioranza del popolo italiano, gli operai e i contadini, così crediamo necessaria un’analisi, anche se affrettata, della quistione.

Che cos’è la massoneria? Voi avete fatto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta, ecc.; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo.

La massoneria, dato il modo con cui si è costituita l’Italia in unità, data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, la massoneria è stata l’unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo. Non bisogna dimenticare che poco meno che venti anni dopo l’entrata a Roma dei piemontesi, il Parlamento è stato sciolto e il corpo elettorale da circa 3 milioni di elettori è stato ridotto ad 800 mila.

Ê stata questa la confessione esplicita da parte della borghesia di essere un’infima minoranza della popolazione, se dopo venti anni di unità essa è stata costretta a ricorrere ai mezzi più estremi di dittatura per mantenersi al potere, per schiacciare i suoi nemici di classe, che erano i nemici dello Stato unitario.

Quali erano questi nemici? Era prevalentemente il Vaticano, erano i gesuiti, e bisogna ricordare all’onorevole Martire (1) come, accanto ai gesuiti che vestono l’abito talare, esistono i gesuiti laici, i quali non hanno nessuna speciale montura che indichi il loro ordine religioso.

Nei primi anni dopo la fondazione del regno i gesuiti hanno dichiarato espressamente in tutta una serie di articoli pubblicati da Civiltà cattolica quale fosse il programma politico del Vaticano e delle classi che allora erano rappresentanti del Vaticano, cioè delle vecchie classi semifeudali, tendenzialmente borboniche nel meridione, o tendenzialmente austriacanti nel Lombardo-Veneto, forze sociali numerosissime che la borghesia capitalistica non è riuscita mai a contenere, quantunque nel periodo del Risorgimento essa rappresentasse un progresso, e un principio rivoluzionario. I gesuiti della Civiltà cattolica, e cioè il Vaticano, ponevano a scopo della loto politica come primo punto il sabotaggio dello Stato unitario, attraverso l’astensione parlamentare, l’infrenamento dello Stato liberale per tutte quelle sue attività che potevano corrompere e distruggere il vecchio ordine; come secondo punto, la creazione di un’armata di riserva rurale da porre contro l’avanzata del proletariato, poiché fin dal ’71 i gesuiti prevedevano che sul terreno della democrazia liberale sarebbe nato il movimento proletario, che si sarebbe sviluppato un movimento rivoluzionario.

L’onorevole Martire ha oggi dichiarato che finalmente è stata raggiunta, alle spese della massoneria, l’unità spirituale della nazione italiana.

Poiché la massoneria in Italia ha rappresentato l’ideologia e l’organizzazione reale della classe borghese capitalistica, chi è contro la massoneria è contro il liberalismo, è contro la tradizione politica della borghesia italiana. Le classi rurali che erano rappresentate nel passato dal Vaticano, sono rappresentate oggi prevalentemente dal fascismo; è logico pertanto che il fascismo abbia sostituito il Vaticano e i gesuiti nel compito storico, per cui le classi più arretrate della popolazione mettono sotto il loro controllo la classe che è stata progressiva nello sviluppo della civiltà; ecco il significato della raggiunta unità spirituale della nazione italiana, che sarebbe stato un fenomeno di progresso cinquanta anni fa; ed è oggi invece il fenomeno più grande di regressione… 

La borghesia industriale non è stata capace di infrenare il movimento operaio, non è stata capace di controllare né il movimento operaio, né quello rurale rivoluzionario. La prima istintiva e spontanea parola d’ordine del fascismo, dopo l’occupazione delle fabbriche, è stata perciò questa: «I rurali controlleranno la borghesia urbana, che non sa essere forte contro, gli operai».

Se non m’inganno, allora, onorevole Mussolini, non era questa la vostra tesi, e tra il fascismo rurale e il fascismo urbano dicevate di preferire il fascismo urbano…

(Interruzioni)

Mussolini. Bisogna che la interrompa per ricordarle un mio articolo di alto elogio del fascismo rurale del 1921-22.

Gramsci. Ma questo non è un fenomeno puramente italiano, quantunque in Italia, per la più grande debolezza del capitalismo abbia avuto il massimo di sviluppo; è un fenomeno europeo e mondiale, di estrema importanza per comprendere la crisi generale del dopoguerra, sia nel dominio dell’attività pratica che nel dominio delle idee e della cultura. L’elezione di Hindenburg in Germania, la vittoria, dei  conservatori in Inghilterra, con la liquidazione dei rispettivi partiti liberali democratici, sono il corrispettivo del movimento fascista. italiano; le vecchie forze sociali, ma non assorbite completamente da esso, hanno preso il sopravvento nell’organizzazione degli Stati, portando nell’attività reazionaria tutto il fondo di ferocia e di spietata decisione che è stata sempre loro propria; ma in sostanza noi abbiamo un fenomeno di regressione storica che non è e non sarà senza risultanza per lo sviluppo della rivoluzione proletaria. Esaminata su questo terreno, l’attuale legge contro le associazioni sarà una forza o è invece destinata ad essere completamente irrita e vana? Corrisponderà essa alla realtà, potrà essere il mezzo per una stabilizzazione del regime capitalistico o sarà solo un nuovo perfezionato strumento dato alla polizia per arrestare Tizio, Caio e Sempronio?… Il problema pertanto è questo: la situazione del capitalismo in Italia si è rafforzata o si è indebolita dopo la guerra, col fascismo? Quali erano le debolezze della borghesia capitalistica italiana prima della guerra, debolezze che hanno portato alla creazione di quel determinato sistema politico massonico che esisteva in Italia, che ha avuto il suo massimo sviluppo nel giolittismo? Le debolezze massime della vita nazionale italiana erano in primo luogo la mancanza di materie prime, cioè, l’impossibilità della borghesia di creare in Italia una industria, che avesse una sua radice profonda nel paese e che potesse progressivamente svilupparsi, assorbendo la mano d’opera esuberante. In secondo luogo, la mancanza di colonie legate alla madre paria, quindi l’impossibilità per la borghesia di creare una aristocrazia operaia che permanentemente potesse essere alleata della borghesia stessa. Terzo: la quistione meridionale, cioè la quistione dei contadini, legata strettamente al problema dell’emigrazione, che è la prova della incapacità della borghesia italiana di mantenere… [Interruzioni]

Mussolini. Anche i tedeschi sono emigrati a milioni.

Gramsci. Il significato dell’emigrazione in massa dei lavoratori è questo: il sistema capitalistico, che è il sistema predominante, non è in grado di dare il vitto, l’alloggio e î vestiti alla popolazione, e una parte non piccola di questa popolazione è costretta ad emigrare…

Rossoni. Quindi la nazione si deve espandere nell’interesse del proletariato.

Gramsci. Noi abbiamo una nostra concezione dell’imperialismo e del fenomeno coloniale, secondo la quale essi sono prima di tutto una esportazione di capitale finanziario. Finora l’«imperialismo» italiano è consistito solo in questo: che l’operaio italiano emigrato lavora per il profitto dei capitalisti degli altri paesi, cioè finora l’Italia è solo stata un mezzo dell’espansione del capitale finanziario non italiano. Voi vi sciacquate sempre la bocca con le affermazioni più puerili di una pretesa superiorità demografica dell’Italia sugli altri paesi; voi dite sempre, per esempio, che l’Italia demograficamente è superiore alla Francia. Ê una quistione questa che solo le statistiche possono risolvere perentoriamente, ed io qualche volta mi occupo di statistiche; ora una statistica pubblicata nel dopoguerra, mai smentita, e che non può essere smentita, afferma che l’Italia di prima della guerra dal punto di vista demografico si trovava già nella stessa situazione della Francia dopo la guerra; ciò è determinato dal fatto che l’emigrazione allontana dal territorio nazionale una tal massa di popolazione maschile, produttivamente attiva, che i rapporti demografici diventano catastrofici. Nel territorio nazionale rimangono vecchi, donne, bambini, invalidi, cioè la parte della popolazione passiva, che grava sulla popolazione lavoratrice in una misura superiore a qualsiasi altro paese, anche alla Francia.

È questa la debolezza fondamentale del sistema capitalistico italiano, per cui il capitalismo italiano è destinato a scomparire tanto più rapidamente quanto più il sistema capitalistico mondiale non funziona più per assorbire l’emigrazione italiana, per sfruttare il lavoro italiano, che il capitalismo nostrale è impotente a inquadrare.

I partiti borghesi, la massoneria, come hanno cercato di risolvere questi problemi?

Conosciamo nella storia italiana degli ultimi tempi due piani politici della borghesia per risolvere la quistione del governo del popolo italiano. Abbiamo avuto la pratica giolittiana, il collaborazionismo del socialismo italiano con il giolittismo, cioè il tentativo di stabilire una alleanza della borghesia industriale con una certa aristocrazia operaia settentrionale per opprimere, per soggiogare a questa formazione borghese-proletaria la massa dei contadini italiani, specialmente nel Mezzogiorno. Il programma non ha avuto successo. Nell’Italia settentrionale si costituisce difatti una coalizione borghese proletaria attraverso la collaborazione parlamentare e la politica dei lavori pubblici alle cooperative; nell’Italia meridionale si corrompe il ceto dirigente e si domina la massa coi mazzieri… [Interruzioni del deputato Greco] Voi fascisti siete stati i maggiori artefici del fallimento di questo piano politico, poiché avete livellato nella stessa miseria l’aristocrazia operaia e i contadini poveri di tutta Italia.

Abbiamo avuto il programma che possiamo dire del Corriere della sera, giornale che rappresenta una forza non indifferente nella politica nazionale: 800.000 lettori sono anch’essi un partito.

Voci. Meno…

Mussolini. La metà! E poi i lettori dei giornali non contano. Non hanno mai fatto una rivoluzione. I lettori dei giornali hanno regolarmente torto!

Gramsci. Il Corriere della sera non vuole fare la rivoluzione.

Farinacci. Neanche l’Unità!

Gramsci. Il Corriere della sera ha sostenuto sistematicamente tutti gli uomini politici del Mezzogiorno, da Salandra ad Orlando, a Nitti, a Amendola; di fronte alla soluzione giolittiana, oppressiva non solo di classi, ma addirittura di interi territori, come il Mezzogiorno e le Isole, e perciò altrettanto pericolosa che l’attuale fascismo per la stessa unità materiale dello Stato italiano, il Corriere della sera ha sostenuto sempre un’alleanza tra gli industriali del Nord e una certa vaga democrazia rurale prevalentemente meridionale sul terreno del libero scambio. L’una e l’altra soluzione tendevano  essenzialmente a dare allo Stato italiano una più larga base di quella originaria, tendevano a sviluppare le «conquiste» del Risorgimento.

Che cosa oppongono i fascisti a queste soluzioni? Essi oppongono oggi la legge cosiddetta contro la massoneria; essi dicono di volere così conquistare lo Stato. In realtà il fascismo lotta contro la sola forza organizzata efficientemente che la borghesia avesse in Italia; per soppiantarla nella occupazione dei posti che lo  Stato dà ai suoi funzionari. La «rivoluzione» fascista è solo la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale.

Mussolini. Di una classe ad un’altra, come è avvenuto in Russia, come avviene normalmente in tutte le rivoluzioni, come noi faremo metodicamente! [Approvazioni.]

Gramsci. È rivoluzione solo quella che si basa su una nuova classe. Il fascismo non si basa su nessuna classe che non fosse già al potere.

Mussolini. Ma se gran parte dei capitalisti ci sono contro, ma se vi cito dei grandissimi capitalisti che ci votano contro, che sono all’opposizione: i Motta, i Conti…

Farinacci. E sussidiano i giornali sovversivi! [Commenti]

Mussolini. L’alta banca non è fascista, voi lo sapete!

Gramsci. La realtà dunque è che la legge contro la massoneria non è prevalentemente contro la massoneria; coi massoni il fascismo arriverà facilmente ad un compromesso.

Mussolini. I fascisti hanno bruciato le logge dei massoni prima di fare la legge! Quindi non c’è bisogno di accomodamenti.

Gramsci. Verso la massoneria il fascismo applica, intensificandola, la stessa tattica che ha applicata a tutti i partiti borghesi non fascisti: in un primo tempo ha creato un nucleo fascista in questi partiti; in un secondo periodo ha cercato di esprimere dagli altri partiti le forze migliori che gli convenivano, non essendo riuscito ad ottenere il monopolio come si proponeva…

Farinacci. E ci chiamate sciocchi?

Gramsci. Non sareste sciocchi solo se foste capaci di risolvere i problemi della situazione italiana…

Mussolini. Li risolveremo. Ne abbiamo già risolti parecchi.

Gramsci. Il fascismo non è riuscito completamente ad attuare l’assorbimento di tutti i partiti nella sua organizzazione. Con la massoneria ha impiegato la tattica politica del noyautage, poi il sistema terroristico dell’incendio delle logge, e infine impiega oggi l’azione legislativa, per cui determinate personalità dell’alta banca e dell’alta burocrazia finiranno per l’accordarsi ai dominatori per non perdere il loro posto, ma con la massoneria il governo fascista dovrà venire ad un compromesso. Come si fa quando un nemico è forte? Prima gli si rompono le gambe, poi si fa il compromesso, in condizioni di evidente superiorità.

Mussolini. Prima gli si rompono le costole, poi lo si fa prigioniero, come voi avete fatto in Russia! Voi avete fatto i vostri prigionieri e poi li tenete, e vi servono! [Commenti]

Gramsci. Far prigionieri significa appunto fare il compromesso: perciò noi diciamo che in realtà la legge è fatta specialmente contro le organizzazioni operaie. Domandiamo perché da parecchi mesi a questa parte, senza che il partito comunista sia stato dichiarato associazione a delinquere, i carabinieri arrestano i nostri compagni ogni qualvolta li trovano riuniti in numero di almeno tre…

Mussolini. Facciamo quello che fate in Russia…

Gramsci. In Russia ci sono delle leggi che vengono osservate: voi avete le vostre leggi…

Mussolini. Voi fate delle retate formidabili. Fate benissimo! (Si ride).

Gramsci. In realtà l’apparecchio poliziesco dello Stato considera già il partito comunista come un’organizzazione segreta .

Mussolini. Non è vero!

Gramsci. Intanto si arresta senza nessuna imputazione specifica chiunque sia trovato in una riunione di tre persone, soltanto perché comunista, e lo si butta in carcere.

Mussolini. Ma vengono presto scarcerati. Quanti sono in carcere? Li peschiamo semplicemente per conoscerli!

Gramsci. È una forma di persecuzione sistematica che anticipa e giustificherà l’applicazione della nuova legge. Il fascismo adotta gli stessi sistemi del governo di Giolitti. Fate come facevano nel Mezzogiorno i mazzieri giolittiani che arrestavano gli elettori di opposizione… per conoscerli.

Una voce. Ce ne è stato un caso solo. Lei non conosce il meridione.

Gramsci. Sono meridionale!

Mussolini. A proposito di violenze elettorali io le ricordo un articolo di Bordiga che le giustifica a pieno!

Paolo Greco. Lei, onorevole Gramsci, non lo ha letto quell’articolo.

Gramsci. Non le violenze fasciste, le nostre. Noi siamo sicuri di rappresentare la maggioranza della popolazione, di rappresentare gli interessi più essenziali della maggioranza del popolo italiano; la violenza proletaria è perciò progressiva e non può essere sistematica. La vostra violenza è sistematica e sistematicamente arbitraria perché voi rappresentate una minoranza destinata a scomparire. Noi dobbiamo dire alla popolazione lavoratrice che cosa è il vostro governo, come si comporta il vostro governo, per organizzarla contro di voi, per metterla in condizioni di vincervi. È molto probabile che anche noi ci troveremo costretti ad usare gli stessi vostri sistemi, ma come transizione, saltuariamente [Rumori, interruzioni] Sicuro: ad adottare gli stessi vostri metodi, con la differenza che voi rappresentate la minoranza della popolazione, mentre noi rappresentiamo la maggioranza. [Interruzioni, rumori]

Farinacci. Ma allora, perché non fate la rivoluzione? Lei è destinato a fare la fine di Bombacci! (2) La manderanno via dal partito!

Gramsci. La borghesia italiana quando ha fatto l’unità era una minoranza della popolazione, ma siccome rappresentava gli interessi della maggioranza anche se questa non la seguiva, così ha potuto mantenersi al potere. Voi avete vinto con le armi, ma non avete nessun programma, non rappresentate niente di nuovo e di progressivo. Avete solo insegnato all’avanguardia rivoluzionaria come solo le armi, in ultima analisi, determinano il successo dei programmi e dei non programmi… [Interruzioni, commenti]

Presidente. Non interrompete!

Gramsci. Questa legge non varrà affatto ad infrenare il movimento che voi stessi preparate nel paese. Poiché la massoneria passerà in massa al partito fascista e ne costituirà una tendenza, è chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine. Questo è il valore reale, il vero significato della legge.

Qualche fascista ricorda ancora nebulosamente gli insegnamenti dei suoi vecchi maestri, di quando era rivoluzionario e socialista, e crede che una classe non possa rimanere tale permanentemente e svilupparsi fino alla conquista del potere senza che essa abbia un partito ed una organizzazione che ne riassuma la parte migliore e più cosciente. C’è qualcosa di vero in questa torbida perversione reazionaria degli insegnamenti marxisti. È certo molto difficile che una classe possa giungere alla soluzione dei suoi problemi e al raggiungimento di quei fini che sono insiti nella sua esistenza e nella forza generale della società, senza che un’avanguardia si costituisca e conduca questa classe fino al raggiungimento di tali fini.

Ma non è detto che questa enunciazione sia sempre vera, nella sua meccanicità esteriore ad uso della reazione! Questa è una legge che serve per l’Italia, che dovrà essere applicata in Italia, dove la borghesia non è riuscita in nessun modo e non riuscirà mai a risolvere in primo luogo la questione dei contadini italiani a risolvere la questione dell’Italia meridionale. Non per nulla questa legge viene presentata contemporaneamente ad alcuni progetti concernenti il risanamento del Mezzogiorno.

Una voce. Parli della massoneria.

Gramsci. Volete che io parli della massoneria. Ma nel titolo della legge non si accenna neppure alla massoneria, si parla solo delle organizzazioni in generale. In Italia il capitalismo si è potuto sviluppare in quanto lo Stato ha premuto sulle popolazioni contadine, specialmente nel Sud. Voi oggi sentite l’urgenza di tali problemi, perciò promettete un miliardo per la Sardegna, promettete lavori pubblici e centinaia di milioni a tutto il Mezzogiorno; ma per fare opera seria e concreta dovreste cominciare col restituire alla Sardegna i 100-150 milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione sarda! Dovreste restituire al Mezzogiorno le centinaia di milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione meridionale.

Mussolini. Voi non fate pagare le tasse in Russia!…

Una voce. Rubano in Russia, non pagano le tasse!

Gramsci. Non è questa la quistione, egregio collega, che dovrebbe conoscere almeno le relazioni parlamentari che su tali quistioni esistono nelle biblioteche. Non si tratta del meccanismo normale borghese delle imposte: si tratta del fatto che ogni anno lo Stato estorce alle regioni meridionali una somma di imposte che non restituisce in nessun modo, né con servizi di nessun genere… 

Mussolini. Non è veto.

Gramsci. … somme che lo Stato estorce alle popolazioni contadine meridionali per dare una base al capitalismo dell’Italia settentrionale [Interruzioni, commenti]. Su questo terreno delle contraddizioni del sistema capitalistico italiano si formerà necessariamente, nonostante la difficoltà di costituire grandi organizzazioni, la unione degli operai e dei contadini contro il comune nemico.

Voi fascisti, voi governo fascista, nonostante tutta la demagogia dei vostri discorsi, non avete superato questa contraddizione che era già radicale; voi l’avete anzi fatta sentire più duramente alle classi e alle masse popolari. Voi avete operato in questa situazione, per le necessità di questa situazione. Voi avete aggiunto nuove polveri a quelle già accumulate dallo sviluppo della società capitalistica e credete di sopprimere con una legge contro le organizzazioni gli effetti più micidiali della vostra attività stessa [Interruzioni]. Questa è la quistione più importante nella discussione di questa legge!

Voi potete «conquistare lo Stato», potete modificare i codici, voi potete cercare di impedire alle organizzazioni di esistere nella forma in cui sono esistite adesso; non potete prevalere sulle condizioni obiettive in cui siete costretti a muovervi. Voi non farete che costringere il proletariato a ricercare un indirizzo diverso da quello fino ad oggi più diffuso nel campo dell’organizzazione di massa. Ciò noi vogliamo dire al proletariato e alle masse contadine italiane da questa tribuna: che le forze rivoluzionarie italiane non si lasceranno schiantare, che il vostro torbido sogno non riuscirà a realizzarsi [Interruzioni]. Ê molto difficile applicare ad una popolazione di 40 milioni di abitanti i sistemi di governo di Tsankov.(3) In Bulgaria vi sono pochi milioni di abitanti e tuttavia, nonostante gli aiuti dall’estero, il governo non riesce a prevalere sulla coalizione del partito comunista e delle forze contadine rivoluzionarie, e in Italia ci sono 40 milioni di abitanti.

Mussolini. Il partito comunista ha meno iscritti di quello che abbia il partito fascista italiano!

Gramsci. Ma rappresenta la classe operaia.

Mussolini. Non la rappresenta!

Farinacci. La tradisce, non la rappresenta.

Gramsci. Il vostro è un consenso ottenuto col bastone.

Farinacci. Parla di Miglioli!

Gramsci. Precisamente. Il fenomeno Miglioli ha una grande importanza appunto nel senso di ciò che ho detto prima: che le masse contadine anche cattoliche si indirizzano verso la lotta rivoluzionaria. Né i giornali fascisti avrebbero protestato contro Miglioli se il fenomeno Miglioli non avesse questa grande importanza dell’indicare un nuovo orientamento delle forze rivoluzionarie in dipendenza della vostra pressione sulle classi lavoratrici.

Concludendo: la massoneria è la piccola bandiera che serve per far passare la merce reazionaria antiproletaria! Non è la massoneria che vi importa! La massoneria diventerà un’ala del fascismo. La legge deve servire per gli operai e per i contadini, i quali comprenderanno ciò molto bene dall’applicazione che ne verrà fatta. A queste masse noi vogliamo dire che voi non riuscirete a soffocare le manifestazioni organizzative della loro vita di classe, perché contro di voi sta tutto lo  sviluppo della società italiana [Interruzioni].

Presidente. Ma non interrompano! Lascino parlare. Lei però onorevole Gramsci, non ha parlato della legge!

Rossoni. La legge non è contro le organizzazioni!

Gramsci. Onorevole Rossoni, ella stesso è un comma della legge contro le organizzazioni. Gli operai e i contadini debbono sapere che voi non riuscirete ad impedire che il movimento rivoluzionario si rafforzi e si radicalizzi [Interruzioni, rumori].Perché esso solo rappresenta oggi la situazione del nostro paese… [Interruzioni]

Presidente. Onorevole Gramsci, questo concetto lo ha ripetuto tre o quattro volte. Abbia la bontà! Non siamo dei giurati, a cui occorre ripetere molte volte le stesse cose!

Gramsci. Bisogna ripeterle, invece, bisogna che lo sentiate fino alla nausea. Il movimento rivoluzionario vincerà il fascismo [Commenti].

 

Note

* Con questo discorso, pronunciato alla Camera il 16 maggio 1925, Gramsci intervenne contro il disegno di legge Mussolini-Rocco rivolto contro la massoneria e indirettamente contro i partiti antifascisti. Pubblicato nell’Unità, 23 maggio 1925. Il titolo è del curatore.

1. Il deputato popolare Egilberto Martire, ex aventiniano, nel suo intervento, che aveva preceduto quello di Gramsci, si era pronunciato a favore della legge.

2. Nicola Bombacci era stato costretto a dare le dimissioni da deputato comunista nel 1923, dopo che in un discorso alla Camera aveva parlato di affinità tra fascismo e rivoluzione bolscevica.

3. Accenno al regime di terrore instaurato in Bulgaria da Aleksandr Tsankov, esponente della destra agraria divenuto presidente del consiglio dopo la caduta di Stambuliski.

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CIRCOLARE

INPS – Circolare 21 gennaio 2015, n. 4LAVORO

Convenzione tra l’INPS e l’Unione Regionale dell’Artigianato e della Piccola Impresa Pugliese (U.R.A.P. – CONFARTIGIANATO – IMPRESE) ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee. Istruzioni procedurali e contabili – Variazioni al piano dei conti

INPS – Circolare 21 gennaio 2015, n. 5LAVORO

Convenzione tra l’INPS e la Confederazione e Unione di Sindacati Autonomi (CONFUNISCO) ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee – Istruzioni procedurali e contabili – Variazioni al piano dei conti

INPS – Circolare 21 gennaio 2015, n. 6LAVORO

Convenzione tra l’INPS e la Federazione Nazionale Lavoratori e Pensionati Italiani (FENALPI) ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti

INPS – Circolare 21 gennaio 2015, n. 7LAVORO

Convenzione tra l’INPS e la Federazione Nazionale Autonoma Sindacati Lavoratori Agricoli ed Alimentaristi della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori FNASLA-CISAL ai sensi dell’art. 18 della legge 23 luglio 1991 n. 223, per la riscossione dei contributi associativi dovuti dai propri iscritti sulle prestazioni temporanee. Istruzioni procedurali e contabili. Variazioni al piano dei conti.

INPS – Circolare 21 gennaio 2015, n. 8LAVORO

Articolo 1, comma 115, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, concernente benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto.

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 21 gennaio 2015, n. 474LAVORO

Convenzione tra INAIL e INPS per l’erogazione dell’indennità per inabilità temporanea assoluta da infortunio sul lavoro, da malattia professionale e da malattia comune nei casi di dubbia competenza.

INPS – Messaggio 21 gennaio 2015, n. 501LAVORO

Trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia di cui al decreto legge del 16 maggio 1994 n. 299 convertito con modificazioni nella Legge n. 451 del 1994 e Legge 23 luglio 1991 n. 223.

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

COMUNICATO

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 21 gennaio 2015LAVORO, FISCALE

Approvazione della delibera n. 63/14 adottata dal Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi, in data 24 ottobre 2014

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE22/01/2015

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 21 gennaio 2015, n. 1025COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro subordinato – Licenziamento – Dimissioni – Per fatti concludenti – Assenza ingiustificata dal lavoro

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 21 gennaio 2015, n. 1026COOPERATIVE, EDILIZIA

Rapporto di lavoro – Licenziamento – Contestazione disciplinare – Valutazione del giudice di merito – Congruità della sanzione irrogata

TRIBUNALE

ORDINANZA

GIUDICE DI PACE DI VERBANIA – Ordinanza 14 agosto 2014EDILIZIA

Somme erogate indebitamente ai sensi dell’art. 1, comma 333, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (c.d. «bonus bebè») – Soggetti sprovvisti della cittadinanza italiana o comunitaria – Prevista non ripetibilità – Mancata estensione del beneficio ai cittadini italiani – Violazione del principio di eguaglianza per ingiustificato deteriore trattamento dei cittadini italiani o comunitari rispetto agli extracomunitari – Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, comma 1287 – Costituzione, art. 3

PRASSI

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 21 gennaio 2015, n. 474COOPERATIVE, EDILIZIA

Convenzione tra INAIL e INPS per l’erogazione dell’indennità per inabilità temporanea assoluta da infortunio sul lavoro, da malattia professionale e da malattia comune nei casi di dubbia competenza.

INPS – Messaggio 21 gennaio 2015, n. 501EDILIZIA

Trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia di cui al decreto legge del 16 maggio 1994 n. 299 convertito con modificazioni nella Legge n. 451 del 1994 e Legge 23 luglio 1991 n. 223.

Il nuovo Isee

Il nuovo Isee, ciò che i cittadini devono sapere e che i Caf possono fare

Ancora un volta i Caf  hanno agito con grande senso di responsabilità, nell’interesse primario dei cittadini: hanno avviato il servizio del nuovo Isee (in vigore dal 1° gennaio 2015), ancora prima che l’Inps desse luogo alla convenzione che regola i rapporti tra l’Istituto e i Centri di assistenza fiscale, con tutte le indicazioni operative necessarie.

I Caf, tutti insieme, hanno deciso di anticipare i tempi per non penalizzare proprio quella platea di cittadini che spesso riscontra i maggiori problemi di accesso ai servizi pubblici e che più necessita del servizio. Ricordiamo, infatti, che si tratta di uno strumento fondamentale per accedere alle prestazioni sociali e per usufruire di sgravi, dai bonus energetici a quelli “bebè”, dalle mense scolastiche agli asili nido, dal diritto allo studio a tutte le prestazioni socio-sanitarie.

Va detto che il nuovo Isee, pur rispondendo certamente a criteri di maggiore equità sociale e correttezza fiscale, è nettamente più complesso da gestire. Proprio per questa complessità le persone continuano a rivolgersi ai Caf che, a loro volta,  si trovano ad operare in una situazione a dir poco paradossale: non hanno a tutt’oggi una convenzione all’interno della quale agire e, a fronte della maggiore complessità del lavoro, non solo non vedono riconosciuto sul piano economico il loro maggiore impegno, ma seguitano a percepire compensi, di fatto bloccati da nove anni e ridotti ulteriormente, due anni fa, dalla spending review.

Per queste ragioni il sistema dei Caf sta sollecitando il mondo politico e istituzionale a farsi carico del problema dell’avvio di uno strumento così importante, fondamentale nell’economia dei nuclei familiari, come il nuovo Isee, senza che le maggiori incombenze vengano scaricate sui soli centri di assistenza fiscale che, molto probabilmente, se non vi sarà una convenzione che tenga conto del maggior lavoro richiesto, con un congruo aumento degli attuali compensi, non saranno in grado di garantire a medio termine la continuità del servizio, se non mettendo a rischio la tenuta economica delle società e dello stesso personale che vi opera.

Riforma P.A.

Piccinini: “Inca dice no alla riforma della Pubblica amministrazione sulle spalle dei cittadini”

“Il taglio al Fondo patronati è stato ridotto, ma non eliminato. Quindi, dovremo fare ancora tanti sacrifici”. E’ quanto afferma Morena Piccinini, presidente Inca, intervenendo al convegno di Genova dedicato alla riforma della pubblica amministrazione che, afferma in una intervista (scaricabile dal seguente indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=j-wxfXifsIE ), “non può essere fatta pagare ai cittadini”.

Secondo la Presidente, occorre “indirizzare il lavoro del ministero per i decreti che sono di sua competenza, per evitare che il concetto di pagamento delle prestazioni diventi un concetto trasferito sui cittadini. Non possiamo accettare che la riforma della Pubblica amministrazione avvenga facendo pagare le persone”.

“Invece – continua Piccinini -, pensiamo che ci si debba orientare si, nel fare delle convenzioni anche per l’allargamento delle nostre attività, ma che siano delle convenzioni remunerate dalla stessa Pubblica amministrazione che si avvantaggia del lavoro del patronato”.  

“Allo stesso tempo – aggiunge la Presidente dell’Inca -, avremo l’imperativo di una profonda riorganizzazione che riguarda la Cgil, nel suo insieme, e il patronato, con due obiettivi: da un lato, allargare la nostra capacità di risposta, dall’altro il rendere più partecipe della tutela individuale l’insieme del movimento sindacale, perché sempre di più la tutela individuale deriva da un bisogno legato alle condizioni, al rapporto  e al contratto di lavoro”. “Ambiti – conclude Piccinini – non separati, ma contigui, che esigono una profonda integrazione”.   

Guido Rossa

In ricordo di Guido Rossa

Il 24 gennaio 1979 le Brigate Rosse uccidono a Genova Guido Rossa, operaio comunista e delegato della Fiom. Come ogni anno, da quel lontano 1979 in cui fu barbaramente ucciso, la Cgil ricorda il suo sacrificio e il suo esempio di rigore morale e coerenza.

Venerdì 23 gennaio 2015 alle ore 11.30 presso la Camera del lavoro di Genova, la Cgil ricorda la sua figura. Alla cerimonia parteciperanno Giuseppe Piero Fossati, già Commissario straordinario Provincia di Genova e Elena Bruzzese Segretaria della CdLM di Genova. Sarà presente Stefano Bernini Vice Sindaco di Genova.

La cerimonia, alla quale saranno presenti gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Certosa e Istituto Bergese, si concluderà con la deposizione di una corona di fiori presso il cippo a lui dedicato.