Archivi giornalieri: 20 gennaio 2015

Papa nel mondo

Mai Papa Francesco aveva preso le distanze dalla cultura occidentale — o forse sarebbe più esatto dire europea — come in questo viaggio, durante il quale ha rivelato in mille modi che la sua figura appartiene al mondo. 

E non è un caso che abbia scelto l’Asia per compiere questo passo, cioè il continente dove i cristiani sono minoranza, continente in fondo disponibile a un’apertura a Cristo e abitato da popoli che richiedono però risposte ben diverse da quelle dell’evangelizzazione tradizionale.

Bergoglio ha preso le distanze, innanzi tutto, dal linguaggio diplomatico di modello europeo, misurato e prudente, che da tempo in campo internazionale cerca di scongiurare gravi incidenti fra Paesi diversi ma non cambia niente — non ha mai evitato una guerra — e spesso agisce solo come una camomilla che addormenta i veri problemi. L’ha fatto con un gesto forte, come mettere da parte i discorsi preparati e tornare alla sua lingua materna, quella che si sceglie quando si parla con il cuore. Non l’inglese passe-partout mondiale delle élite e delle diplomazie, ma la sua lingua vera, così come le folle che lo ascoltavano parlano fra loro non in inglese, ma in una lingua quotidiana. Si è messo così al loro livello, è diventato uno come loro e non un esponente delle gerarchie mondiali.

Poi, ha detto le cose che pensava in modo diretto, anche quando sapeva che avrebbero disturbato molti, riservandosi di spiegarle meglio in un secondo tempo. La sua maniera di affrontare la libertà religiosa e di pensiero è stato infatti semplice e concreto in un Paese come lo Sri Lanka, dove dopo una lunga e sanguinosa guerra la convivenza viene inventata e vissuta da un popolo che sa coniugare devozioni diverse in una prassi quotidiana dal basso. Lontano dalle ideologie che da secoli ormai governano il pensiero occidentale, Francesco evocando il pugno ha parlato con il linguaggio di tutti, ha rivelato quello che tutti sentono e ha fatto capire quanto le idee astratte siano distanti dalla realtà, che richiede invece ascolto dell’altro e prudenza. Quella realtà oggi diventata così minacciosa per gli europei.

Un altro strappo dalla mentalità europea è stato il suo ricorrente richiamo all’Humanae vitae, che ha avuto il coraggio di definire profetica proprio mentre la liberava delle interpretazioni maligne che — da decenni — la vogliono vedere come un invito indiscriminato alla procreazione. Ha ricordato che l’enciclica di Paolo vi andava contro la cultura dei Paesi dominanti, ossessionati dalla teoria della bomba umana, cioè della crescita eccessiva della popolazione mondiale, che di fatto nasceva da un’esigenza di controllo dello sviluppo demografico del Terzo mondo.

L’enciclica di Montini, così deprecata in Europa e negli Stati Uniti, fu accolta invece con grande favore e sollievo da molti popoli del mondo, in particolare dell’America latina, che vivevano sotto l’incubo della sterilizzazione imposta. Papa Francesco ha ricordato proprio in Asia, continente dove il problema demografico è stato affrontato in modi violenti e illiberali — spesso anche con l’aiuto delle Nazioni Unite, che pur di realizzare il controllo delle nascite chiudevano un occhio su metodi non propriamente democratici — che la Chiesa sta dalla loro parte, dalla parte delle donne che muoiono per la sterilizzazione, di quelle costrette dallo Stato ad abortire i figli.

E forse queste parole, insieme all’accenno chiaro all’efficacia dei metodi naturali, sono state l’aiuto maggiore che Bergoglio ha dato alle donne, anche più efficace delle parole pronunciate contro la Chiesa maschilista: perché il metodo Billings permette alle donne di tenere in mano la regolazione delle nascite, senza danneggiare la loro salute. Nonché quella del pianeta. L’eccessivo uso di estrogeni — usati a scopo contraccettivo — che poi si riversano nelle acque, sta cambiando infatti la fauna, la composizione chimica dei corsi d’acqua e arriva a danneggiare gli esseri umani. Ma queste sono cose che non si dicono, così come non si ama ricordare che l’enciclica di Paolo VI è stata un’apertura della Chiesa alla regolazione delle nascite, non una chiusura.

Il viaggio in Asia è servito anche a capire, con maggiore chiarezza, che quando Francesco dice “pregate per me” non vuole solo umilmente chiedere aiuto per il suo immane compito, ma chiede di camminare insieme, nella comunione della preghiera, nella luce di Dio.

di Lucetta Scaraffia

 

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Un viaggio nuovo

 

 Durante il volo di ritorno da Manila il segretario di Stato traccia un primo bilancio della visita papale in Asia ·

20 gennaio 2015

  

Il regalo più originale per il sessantesimo compleanno del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, glielo ha fatto il Santo Padre, quando nella cattedrale di Palo, sull’isola di Leyte devastata dal tifone Yolanda, ha invitato i presenti, soprattutto sacerdoti, religiosi e religiose, a intonareHappy birthday. Lunedì 19 gennaio, proprio sul volo di ritorno dall’Asia, dove ha accompagnato Papa Francesco in ogni momento del viaggio, il porporato affida in questa intervista al nostro giornale le sue prime impressioni.

Al di là dell’affettuoso omaggio del Pontefice, cosa l’ha colpita maggiormente nelle Filippine?

Soprattutto la constatazione che è stato un viaggio per certi versi nuovo, diverso, almeno rispetto a quelli in cui ho avuto la grazia e la gioia di accompagnare Papa Francesco a partire dalla Terra Santa nel maggio 2014, per le folle immense di fedeli sia nello Sri Lanka sia nelle Filippine, a Manila, a Tacloban, a Palo, alle celebrazioni, come lungo le strade. La cosa più bella e più commovente, per me, è stato vedere la partecipazione corale di questo popolo, il suo senso di appartenenza alla Chiesa cattolica, la devozione e l’amore per il Papa. Come mi ha detto il cardinale Tagle, i filippini sono profondamente attaccati alla sua figura. E lo hanno dimostrato con la loro gioia e il loro entusiasmo, nonostante una quotidianità segnata da grandi problemi, di cui apparivano qua e là le tracce. Papa Francesco, del resto, ha inteso compiere il viaggio nelle Filippine sotto il segno dei poveri, come ha commentato lui stesso in un’intervista in aereo. Da parte mia non potrò mai dimenticare quanto ho visto a Tacloban e Palo e quanto mi è stato raccontato, perché molte devastazioni sono state già riparate, grazie alla solidarietà nazionale e internazionale. Ma ciò che mi ha più profondamente toccato è stata la fede di quel popolo, espressa nel loro entusiasmo, nelle testimonianze delle famiglie e dei giovani, nelle celebrazioni eucaristiche e negli altri momenti di preghiera. Una fede che mi ha arricchito, confortato e incoraggiato. Cito solo un esempio: nell’isola di Leyte ho visto uno striscione dove in inglese c’era scritto: “Il tifone ha distrutto questa cappella, ma non ha distrutto la nostra fede”. Si tratta di una frase molto significativa, “perché — proseguiva — la nostra fede è più forte del tifone”.

Diverso, invece, lo scenario nella parte iniziale del viaggio, in Sri Lanka?

Di sicuro era differente il contesto, tenendo conto, tra l’altro, che i cattolici in Sri Lanka costituiscono poco più del 6 per cento della popolazione, ma le due tappe hanno avuto, per così dire, un comune denominatore, ovvero la testimonianza di prossimità della Chiesa e del Papa a situazioni di sofferenza. Nella “perla dell’oceano Indiano”, come è chiamato lo Sri Lanka, sono ancora aperte le ferite della guerra civile, un conflitto trentennale particolarmente crudele che ha segnato i corpi e i cuori delle persone. Per questo, accanto alla ricostruzione materiale, già avviata, c’è bisogno di una riconciliazione profonda, come il Papa ha avuto la gioia di sentirsi dire dal Presidente recentemente eletto. Una riconciliazione che passa necessariamente per i sentieri della verità, della giustizia, del perdono e dell’amore. A essa la Chiesa può offrire un contributo determinante, perché essa, tra l’altro, abbraccia fedeli delle due etnie principali del Paese, quella cingalese e quella tamil. Per questo è stato particolarmente significativo il pellegrinaggio del Papa al santuario mariano di Madhu, sia perché si trova in una zona che ha pagato un sanguinoso tributo alle violenze, sia soprattutto perché, accanto alla Madre del Signore e nostra, tutti pregano volentieri, cattolici tamil e cattolici cingalesi, ma anche non-cattolici, cristiani di altre confessioni, buddisti, induisti, e via dicendo. Alcuni grandi valori comuni a diverse tradizioni servono alla causa della riconciliazione e dell’unità nazionale, anche in realtà profondamente lacerate.

Eppure in ogni parte del mondo si continua a strumentalizzare il nome di Dio.

Papa Francesco è stato molto fermo nella condanna del terrorismo e della manipolazione della religione ai fini della violenza. Su questo punto non ci possono essere incertezze o ambiguità. Inoltre, ha ripetutamente chiesto ai leader musulmani, specie in questo ultimo periodo di tempo, di pronunciarsi in maniera esplicita e ferma contro simili manipolazioni e di far prevalere il volto tollerante, pacifico e rispettoso dell’islam. In piena sintonia con il suo magistero e attraverso vari canali, lo hanno fatto anche i suoi collaboratori. C’è chi non è d’accordo su un approccio ispirato al dialogo — ovviamente un dialogo non ingenuo — e ritiene più efficace adottare atteggiamenti maggiormente aggressivi. Ma il Papa è molto chiaro: per combattere il fondamentalismo e le sue derive bisogna dialogare, aprirsi gli uni agli altri, incontrarsi. Proprio stamattina, in aereo, stavo riflettendo su tali non facili questioni, quando nel breviario ho letto questo pensiero di sant’Ignazio di Antiochia: la pace disarma i nemici materiali e spirituali. Forse qui c’è una risposta a quelli che si domandano e ci domandano se non è tempo perso fare il dialogo. I risultati immediati non si vedono, ma, con il Papa, sono convinto che questa è la strada giusta. Prego affinché il Signore dia a tutti luce, forza, coraggio e pazienza per percorrerla fino in fondo.

Il discorso sul dialogo proprio mentre stiamo sorvolando lo spazio aereo cinese offre lo spunto per un’ultima domanda sui rapporti della Santa Sede con questo Paese asiatico. Ci sono novità su questo fronte?

Ci sono segnali che sembrano andare nel senso di una disponibilità reciproca e per questo, come ho detto in altra circostanza, risultano promettenti. Non vorrei esagerarne la portata, ma mi pare che già il fatto che per la seconda volta, dopo il viaggio in Corea, la rotta del volo papale comprenda il sorvolo del territorio cinese è significativo. Speriamo, preghiamo e operiamo affinché, quando il Signore vorrà, l’incontro avvenga, nella verità e nell’amore. Sarà senz’altro di immenso beneficio per la Chiesa cattolica in Cina, per la sua vita interna e per il ruolo che essa è chiamata a svolgere, come fermento evangelico, in quella grande e nobile società, per il Paese stesso e per la pace del mondo intero.

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Archivio delle Newsletter con l’elenco dei provvedimenti di maggior interesse pubblicati nelle varie serie della Gazzetta Ufficiale

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IN EVIDENZA

13 GENNAIO 2015 – “LEGGE DI STABILITA'”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dalla Legge 23 dicembre 2014, n. 190.

 

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9 GENNAIO 2015 – “MILLEPROROGHE”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 31 dicembre 2014, n. 192.

 

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9 GENNAIO 2015 – “DECRETO SALVA ILVA”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 05 gennaio 2015, n. 1.

 

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17 DICEMBRE 2014 – “PROROGA IMU”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 16 dicembre 2014, n. 185.

 

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3 DICEMBRE 2014 – “SEMPLIFICAZIONE FISCALE”

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 21 novembre 2014, n. 175.

 

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1 DICEMBRE 2014 – INTEGRATA LA BANCA DATI CON GLI ATTI PUBBLICATI DAL 1933 AL 1937

In aggiunta a quelli già presenti sono ora disponibili, aggiornati in “multivigenza”, gli atti normativi pubblicati nel 1936 e nel 1937 e, in versione “originaria”, gli atti normativi pubblicati dal 1933 al 1935.

 

circolari e messaggi

CIRCOLARI PIU’ RECENTI

Circolare n. 3 del 16-01-2015

Oggetto: Convenzione fra l’INPS e la Confederazione Esercenti Agricoltura Artigianato Commercio (ES.A.AR.CO.) per la riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti

 

 

 

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Circolare n. 2 del 16-01-2015

Oggetto: Indennità antitubercolari.

 

 

 

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Circolare n. 1 del 09-01-2015

Oggetto: Rivalutazione delle pensioni per l’anno 2015.

 

 

 

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Circolare n. 194 del 30-12-2014

Oggetto: Conguaglio di fine anno 2014 dei contributi previdenziali e assistenziali. Riepilogo delle aliquote contributive dell’anno 2014.

 

 

 

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Circolare n. 193 del 29-12-2014

Oggetto: Convenzione per adesione tra l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e L’Ente Bilaterale Italia (E.B.I.) avente ad oggetto la riscossione dei contributi da destinare al finanziamento dell’Ente Bilaterale.

 

 

 

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MESSAGGI PIU’ RECENTI

Messaggio n. 376 del 16-01-2015

Oggetto: Moduli per le visite mediche di controllo domiciliare.

 

 

 

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Messaggio n. 354 del 16-01-2015

Oggetto: Decreto Interministeriale n.86972 del 9 gennaio 2015. CIG in deroga – Settore Appalti di pulizie nelle scuole – Accordo in Sede Governativa del 11 luglio 2014.

 

 

 

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Messaggio n. 196 del 12-01-2015

Oggetto: Comitato Amministratore del Fondo speciale per il sostegno del reddito e dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale del settore del trasporto aereo. Richiesta di accesso alle prestazioni integrative FTA di sostegno al reddito (CIGS, solidarietà mobilità): Casella di posta elettronica istituzionale.

 

 

 

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Messaggio n. 158 del 09-01-2015

Oggetto: Cessione quinto pensione. Convenzione di cui alla determina n. 76 del 5 aprile 2013

 

 

 

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Messaggio n. 95 del 07-01-2015

Oggetto: Attestazioni fiscali per il pagamento degli oneri da Riscatto, Ricongiunzione e Rendita.

 

 

 

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IRAP e IRPEF dopo la Legge di Stabilità 2015

 

Sconti e nuove aliquote IRAP imprese, bonus 80 euro in busta paga, proroga detrazioni IRPEF sulle ristrutturazioni edilizie, IRPEF ordinaria su anticipo TFR: sintesi delle misure in Legge di Stabilità.

 – 20 gennaio 2015
Pmi TVApple presenta il nuovo iPad Air 2

 

 

Legge di Stabilità 2015

Non ci sono solo il taglio IRAP imprese sul costo del lavoro e il bonus IRPEF per i dipendenti e i parasubordinati: la Legge di Stabilità 2015 introduce una serie di novità su queste due imposte. Sull’IRAP ci sono il credito d’imposta per le imprese senza dipendenti e il ritorno alle aliquote 2013, sull’IRPEF si segnalano la proroga delle detrazioni su ristrutturazioni edilizie, efficienza energetica e bonus mobili, la tassazione ordinaria per il TFR anticipato. Vediamo una sintesi delle misure.

=> Leggi anche come aumentano le tasse nel 2015

 

 

 

IRAP imprese, taglio costo del lavoro

Le imprese hanno una deduzione sul costo del lavoro del personale dipendente a tempo indeterminato. I produttori agricoli possono usufruire dell’agevolazione anche sui contratti a tempo determinato di durata almeno triennale, se il dipendente lavora per almeno 150 giornate. Il riferimento normativo è il comma 20 dell’articolo unico della Legge di Stabilità. Il taglio IRAP imprese si applica a: società di capitali e enti commerciali, società di persone e imprese individuali, banche, società finanziarie, assicurazioni, esercenti arti e professioni (persone fisiche, società semplici ed equiparate), imprenditori agricoli titolari di reddito agrario con volume d’affari di almeno 7mila euro annui. L’agevolazione si applica portando in detrazione la differenza fra il costo complessivo del personale dipendente a tempo indeterminato e le deduzioni previste dall’articolo 11 del Dlgs 446/1997, che sono:

  • contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro;
  • 7500 euro per ogni lavoratore impiegato nel periodo di imposta, aumentato a 13500 euro per le donne e i giovani sotto i 35 anni;
  • ulteriore incremento fino a 15mila euro per i lavoratori in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, che sale a 21mila euro per donne e under 35;
  • contributi assistenziali e previdenziali;
  • spese relative ad apprendisti, disabili, contratti di formazione e lavoro, personale addetto alla ricerca e sviluppo;
  • per le imprese autorizzate all’autotrasporto merci, le indennità di trasferta per la parte che non concorre a formare il reddito del dipendente;
  • 1850 euro per ogni dipendente impiegato nel periodo d’imposta fino a un massimo di cinque;
  • 15mila euro in caso di incremento del numero di lavoratori a tempo indeterminato rispetto agli occupati nel periodo d’imposta precedente.

Se la somma di queste voci è inferiore al costo del lavoro, la deduzione è al 100%.

=> Modello IRAP, le nuove deduzioni

Aliquote IRAP

Abrogate le minori aliquote IRAP che erano state fissato per il 2014, si torna a quelle 2013. Lo prevede il comma 22 della Legge di Stabilità, Quindi, l’aliquota base torna al 3,9%, quella per concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione autostradale al 4,2%, banche e società finanziarie al 4,65%, assicurazioni al 5,9%, imprese agricole e copperative piccola pesca all’1,9%. Le imprese che hanno versato l’acconto con il metodo previsionale, basandosi sulle aliquote 2014, effettuano il conguaglio in sede di saldo.

=> Acconto IRPEF, IRAP e IRES, guida al calcolo

Imprese senza dipendenti

Le due misure sopra citate rischiavano di risultare particolarmente svantaggiose per lemicroimprese senza dipendenti, che avrebbero subito un rincaro delle aliquote senza avvantaggiarsi del taglio IRAP imprese sul costo del lavoro. Risultato: è stato inserito un credito d’imposta riservato a questa tipologia di imprese (comma 21), pari al 10% dell’imposta lorda, utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Bonus IRPEF

Una delle misure maggiormente rilevanti della manovra prevede che diventi strutturale il bonus IRPEF di 80 euro in busta paga già riconosciuto nel 2014. La principali differenza è che nel 2014 era un credito d’imposta, ora diventa una detrazione. Il risultato, per il dipendente, è lo stesso, è il sostituto d’imposta (quindi l’impresa) che riconosce la somma direttamente in busta paga. Il riferimento sono i commi da 12 a 15 della manovra. Il bonus è pari a 960 euro annui (80 euro al mese) per chi guadagna fino a 24mila euro lordi, mentre scende fino ad esaurirsi fra i 24mila e i 26mila euro. In particolare, per questi redditi, il calcolo è il seguente: si sottrae a 26mila il reddito complessivo e si divide per 2mila. Il risultato si moltiplica per 960.

=> Bonus 80 euro, come funziona nel 2015

Detrazioni IRPEF

La manovra proroga per l’intero 2015 le detrazioni IRPEF su ristrutturazioni edilizie, lavori per la riqualificazione energetica degli edifici e bonus mobili. Lo prevede ilcomma 47, in base al quale quindi l’agevolazione sulle ristrutturazioni resta al 50%, con tetto massimo a 96mila euro. Il bonus arredi resta anch’esso al 50%, con limite di spesa a quota 10mila euro. Infine, la detrazione per i lavori di riqualificazione energetica resta al 65%, con tetti variabili a seconda della tipologia dell’intervento.

=> Ristrutturazioni, guida alle detrazioni fiscali 2015

IRPEF e TFR

Segnaliamo infine che le modifiche relative alla possibilità di chiedere l’anticipazione del TFR in busta paga da parte dei lavoratori dipendenti, prevista in via sperimentale dal primo marzo 2015 al dicembre 2018, stabilisce che l’anticipazione sia soggetta a tassazione ordinaria (quindi, si applica l’aliquota marginale IRPEF), e non più alla più conveniente tassazione sperata. Il riferimento è il comma 26 della manovra.

=> Stabilità 2015, dubbi e critiche sul TFR in busta paga

 

Se vuoi aggiornamenti su IRAP E IRPEF DOPO LA LEGGE DI STABILITÀ 2015 inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Pensioni

Pensioni: rimborsi INPS sulle trattenute

 

Pensioni d’oro: l’INPS restituisce il contributo di perequazione prelevato nel 2012.

 – 20 gennaio 2015
Pmi TVLe nuove gesture di Windows 10

 

 

Pensioni d'oro

Il contributo di perequazione sulle pensioni superiori ai 90mila euro lordi l’anno è incostituzionale (sentenza della Consulta numero 116/2013) e pertanto le relative somme già prelevate dagli assegni dei pensionati devono essere restituite. Con il Messaggio n. 368/2015, l’INPS ha comunicato che la restituzione del contributo trattenuto nell’anno 2012 avverrà con il cedolino di pensione del mese di febbraio 2015.

=> Pensioni d’oro: incostituzionalità del prelievo

 

 

 

Prelievo sulle pensioni d’oro

A prevedere il contributo di perequazioneera stata la prima finanziaria estiva 2011, poi il prelievo era stato perfezionato dal Salva Italia di fine 2011 prevedendo che venisse trattenuto, a decorrere dal 1° agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014:

  • il 5% della quota di pensione fra i 90mila e i 150mila euro;
  • il 10% fino a 200mila euro;
  • il 15% per la quota superiore a 200mila euro.

=> Rivalutazione Pensioni 2015: guida completa

Rimborsi

Ai pensionati per i quali è necessario procedere alla verifica preliminare della certificazione fiscale dell’anno 2013, relativa agli importi di contributo di perequazione trattenuti nel 2012, il rimborso arriverà nei mesi di marzo, mentre le pensioni degli ex dipendenti di Istituti bancari (categorie BANC), il cui pagamento avviene direttamente dall’INPS solo a decorrere dal 1° gennaio 2013, saranno trattate con una lavorazione dedicata da parte dell’INPS, nella misura indicata dagli Enti che hanno effettuato la trattenuta. Sottolineiamo che le somme restituite dall’Istituto, ai fini fiscali, saranno assoggettate ai fini della tassazione IRPEF applicando l’aliquota media presente in banca dati.

 

Se vuoi aggiornamenti su PENSIONI: RIMBORSI INPS SULLE TRATTENUTE inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Novità e approfondimenti

Novità e approfondimenti
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