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Rassegna stampa del 27/11/2014

Rassegna stampa
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Rassegna stampa del 27/11/2014
 

Alla Presentazione dell’opera “Letteratura e Civiltà della Sardegna” del Prof. Francesco Casula

Alla Presentazione dell’opera “Letteratura e Civiltà della Sardegna” del Prof. Francesco Casula

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Scritto da Guido Sattitzu

Ieri sono intervenuto volentieri a questa iniziativa, patrocinata dall’Assessorato alla p.i. Cultura e Valorizzazione Lingua Sarda del Comune di Quartu S.E., perché l’opera del prof. Francesco Casula merita tutta la nostra attenzione e tutto il nostro rispetto.

Non sta a me giudicare i contenuti scientifici di un’opera vasta e documentata come Lingua e letteratura in Sardegna, ma posso senza dubbio dire che questi volumi rappresentano un valido contributo al tentativo, assai difficile, di veicolare il nostro ricchissimo patrimonio culturale.

La Sardegna è assente non solo nei libri di storia, non solo nei programmi, ma anche nelle storie della letteratura. Ed è assente perché un popolo che recuperi la memoria e coltivi l’orgoglio identitario è un popolo pericoloso.

Solo i popoli che hanno la cultura delle radici possono aspirare a governarsi da sé, e la Sardegna è da secoli ormai colonizzata non solo politicamente, ma soprattutto sul piano culturale.

La lingua è vissuta come prodotto del sottosviluppo, le tradizioni popolari sono veicolate come folklore, i prodotti culturali della nostra storia materiale e intellettuale sono ridotti al silenzio quando non addirittura violentati.

La nostra storia è strategicamente esclusa dai programmi curricolari, e una delle prove di quanto affermo è riassunta nel fatto che pochissimi giovani sanno chi era Angioy nemmeno un eroe della nostra storia nazionale come Angioy è conosciuto e venerato come Pasquale Paoli in Corsica.

Sa “Die” è stata fatta morire e tradita nella sua missione di festa del popolo sardo.

Non voglio anticipare posizioni politiche, ma questa Regione è latitante proprio sul versante più critico relativo alla valorizzazione e alla promozione della lingua e della cultura sarda.

Ben vengano allora iniziative come questa, e ben vengano le discussioni su temi controcorrente come questi.

Il Prof. Casula è certamente simbolo di serietà e competenza, e la sua storia decennale di attento studioso della nostra cultura è un valore aggiunto che la nostra amministrazione ha riconosciuto.

L’augurio di questo Assessorato, attivamente impegnato in questa operazione, è che con opere come questa siano finalmente patrimonio collettivo dei sardi, a iniziare dalle scuole, perché la nostra identità non può essere cancellata per decreto ministeriale.

San Virgilio (Vigilio’) di Salisburgo

San Virgilio (Vigilio’) di Salisburgo


San Virgilio (Vigilio') di Salisburgo

Nome: San Virgilio (Vigilio’) di Salisburgo
Titolo: Vescovo
Ricorrenza: 27 novembre

Irlandese d’origine, Virgilio svolse gran parte della sua attività in Carinzia, a Salisburgo, come vescovo, chiamatovi da Pipino il Breve con il compito di evangelizzare e pacificare il ducato di Baviera da poco conquistato. Nella terra natale Virgilio aveva fatto esperienza monacale fino a giungere alla carica di abate in un importante monastero. 

Vita 597 Nonostante fosse uomo provvisto di grande cultura teologica e scientifica, la sua elezione a vescovo non trovò il consenso di san Bonifacio, legato papale in Germania, ma solo perché l’imperatore non aveva avuto l’accortezza di consultarlo. Comunque, non fu solo questo l’unico motivo di attrito tra Bonifacio e Virgilio: li dividevano anche diverse concezioni scientifiche in campo cosmologico, con implicazioni nel versante dottrinale. Redarguito da papa Zaccaria, Virgilio obbedì con umiltà, abbandonò le dispute teologiche dedicandosi con zelo all’organizzazione della sua diocesi. Fu instancabile nell’educazione religiosa del popolo e nell’assistenza ai poveri. Nel 774 inaugurò la prima cattedrale della città, nella quale trasferì le reliquie del primo vescovo, san Ruperto.

Oltre a ciò, curò la fondazione di numerose abbazie (quella di San Candido ad esempio) estendendo la sua attività missionaria anche alla Stiria e alla Pannonia. Morì nel 784, ma solo nel 1233 venne ufficialmente riconosciuta la sua santità.