Carceri

Carceri: Strasburgo condanna ancora l’Italia ad un risarcimento

L’Italia è stata condannata ancora una volta a Strasburgo per trattamento inumano e degradante dei detenuti nelle carceri. Lo rileva l’associazione ”Antigone” che si batte per i diritti nelle carceri.    “Ancora una volta nelle carceri italiane si viola l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per trattamento inumano e degradante – sottolinea Antigone – Con sentenza n. 73869/10 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato il nostro paese a risarcire un detenuto, ristretto nella Casa circondariale di Bellizzi Irpino, per il ritardo con il quale gli sono state prestate le cure mediche. Per i giudici di Strasburgo, negare la salute dei detenuti, equivale ad un trattamento inumano”.

Il detenuto, arrestato nel febbraio 2009, fu prima rinchiuso nel penitenziario di Poggioreale, posto successivamente agli arresti domiciliari, per essere riportato nuovamente in carcere – a Bellizzi Irpino – nell’ottobre dello stesso anno. “All’arrivo nel carcere di Bellizzi Irpino – racconta Antigone – lo stesso fece presente che, essendo stato sottoposto ad un intervento chirurgico che aveva provocato in lui dei gravi postumi, avrebbe dovuto essere collocato in una cella singola dotata di servizi igienici con possibilità di lavaggio quotidiano. Una situazione questa che non ha trovato riscontro immediato da parte dell’autorità penitenziaria tanto da spingere il detenuto a diversi tentativi di suicidio, il primo dei quali nel novembre dello stesso 2009”. “Ed è proprio sul tempo trascorso da questo primo tentativo e l’inizio del ciclo di riabilitazione per risolvere i problemi di salute dello stesso che la Corte si è soffermata. Questi ritardi – riferisce l’associazione – hanno infatti ”creato nell’uomo, secondo i giudici, costanti sentimenti di ansia ed inferiorità, sufficienti a costituire una umiliazione e il conseguente trattamento degradante previsto dall’articolo 3 della Convenzione”.

Per questo motivo i giudici hanno accolto il ricorso condannando l’Italia a risarcire economicamente il detenuto con una somma pari a 25.000 euro.  “Una sentenza che, ancora una volta, sottolinea la necessità – ribadisce Antigone – di interventi strutturali nel sistema penale e carcerario del nostro Paese”. “Ci auguriamo, in tal senso, –  dichiara il presidente dell’Associazione – che il percorso di riforme intrapreso non si fermi e che la qualità della vita penitenziaria migliori, partendo proprio dal diritto alla salute dei detenuti così che non si verifichino più casi di abbandono terapeutico”.

Carceriultima modifica: 2014-04-24T11:41:37+02:00da vitegabry
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