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Istat: aumentano i più poveri in Italia, record dal 2005

E’  povera o quasi povera una famiglia italiana su cinque. Esaminando i gruppi di famiglie sotto la soglia standard, rileva l’Istat, risultano ”sicuramente” povere, cioè’  quelle che hanno livelli di spesa mensile equivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%, circa 1 milione 318 mila famiglie, il 5,2% del totale delle famiglie residenti.

Il 7,5% delle famiglie residenti in Italia è  ”appena” povero (ha una spesa inferiore alla linea di non oltre il 20%) e tra queste più della metà  (cioè  il 4,1% del totale delle famiglie) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%).

Anche tra le famiglie non povere esistono gruppi a rischio di povertà; si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore, ma molto prossima, alla linea di povertà: il 2,8% delle famiglie residenti presenta valori di spesa superiori alla linea di povertà  di non oltre il 10%, quota che sale al 4,7% nel Mezzogiorno.

Le famiglie ”sicuramente” non povere, infine, sono l’81,7% del totale, con valori pari al 90,2% del Nord, all’88,5% del Centro e al 64,6% del Mezzogiorno.

Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, evidenzia l’Istat, la provincia di Trento (4,4%), l”Emilia Romagna (5,1%) e il Veneto (5,8%) presentano i valori più  bassi dell’incidenza di povertà . Si collocano su valori dell”incidenza di povertà  pari al 6% la Lombardia e Il Trentino Alto Adige.

Ad eccezione dell’Abruzzo (16,5%), dove il valore dell’incidenza di povertà non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Campania (25,8%), Calabria (27,4%), Puglia (28,2%) e Sicilia (29,6%) dove oltre un quarto delle famiglie sono povere.

Ma la povertà assoluta aumenta non solo tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4% in un anno), ma anche tra gli impiegati e i dirigenti (dall’1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3). 

Per quanto riguarda la povertà relativa, l’unico segnale di miglioramento si osserva per le persone anziane sole
(l’incidenza passa dal 10,1% all’8,6%), probabilmente anche perché – osserva l’istituto di statistica – hanno un reddito da pensione, per gli importi più bassi adeguato alla dinamica inflazionistica. La povertà relativa per gli anziani soli rimane invece stabile. 

Istatultima modifica: 2013-07-17T16:49:29+02:00da vitegabry
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