Rete “Cresce il Welfare, cresce l’Italia” al Governo: sì a misure strategiche
Il welfare non è un costo ma un investimento. Non ha dubbi la Rete “Cresce il Welfare, cresce l’Italia” che venerdì scorso ha presentato i primi dati di una ricerca su investimenti nel welfare e rilancio dell’occupazione. In Europa, tra il 2008 e il 2012 (nel pieno della crisi), a fronte di una perdita di occupazione nei comparti manifatturieri di 3 milioni e 123mila unità l’incremento nei servizi di welfare, cura e assistenza è stato pari a 1 milione e 623mila unità (+7,8%).
Ma solo alcuni Paesi europei si sono resi conto che il welfare può essere un volano per la ripresa economica. Fra questi l’Italia non c’è: al contrario essa comprime la spesa sociale, delega massicciamente l’assistenza alle famiglie, mantiene limitati e risibili gli sgravi per l’occupazione domestica e di assistenza, favorendo il lavoro sommerso e senza tutele.
Convinta di questo assunto, la Rete propone al Governo l’adozione di alcune misure strategiche di:
– finanziare adeguatamente i Fondi per il sociale (azzerati per il 2014) anche al fine di estendere e qualificare la rete dei servizi sui territori;
– dotarsi di un Piano nazionale per la non autosufficienza e di un Piano di contrasto alla povertà;
– aumentare la solvibilità (cioè la capacità di pagare) delle famiglie italiane per l’assunzione di assistenti familiari, ma in un quadro di maggiori e migliori servizi pubblici di assistenza alle persone;
– favorire l’emersione del lavoro nero aumentando significativamente gli incentivi fiscali e contributivi;
– favorire la qualificazione e la tutela dei lavoratori;
– investire per il raggiungimento degli obiettivi europei di presa in carico della prima infanzia, in particolare quelli relativi agli asili nido;
– raccogliere l’opportunità offerta dalla decisione della Commissione UE che ha concesso all’Italia una maggiore flessibilità di bilancio nel 2014 per investimenti produttivi e per rilanciare la crescita.