Pensioni

Spi Cgil – No alle penalizzazioni

Con le penalizzazioni alle quali pensa il Governo un lavoratore che andasse in pensione a 62 anni invece che a 66 potrebbe perdere in media circa 115 euro al mese per un totale annuo di 1.495 euro. Il calcolo arriva dallo Spi Cgil sulla base dell’ipotesi, in caso di anticipo di 4 anni rispetto all’età di vecchiaia, di un taglio dell’8% di una pensione di 1.532 euro. Questo si aggiungerebbe – dice lo Spi – a quello già operativo con la riduzione dei coefficienti (circa 93 euro al mese per chi va in pensione con il calcolo misto).

La pensione di base utilizzata per il calcolo 1.532 euro è, spiega lo Spi, quella di un operaio con 35 anni di contributi che va in pensione a 66 anni. Per chi decidesse di andare in pensione a 65 anni la perdita mensile sarebbe di 30 euro ai quali si sommerebbero i 29,50 già persi con la revisione dei coefficienti (i nuovi sono scattati a inizio 2013) mentre chi andasse in pensione a 64 anni perderebbe circa 60 euro oltre ai 56 già persi con la previsione dei coefficienti. Chi decidesse di uscire dal lavoro a 63 anni perderebbe 87 euro al mese oltre agli 80 già persi con la riduzione dei coefficienti.

”Non siamo contrari alla flessibilità – afferma il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone – purchè non si parli di penalizzazioni ma di incentivi per favorire l’entrata in pensione, perchè se si punta esclusivamente su un modello penalizzante ancora una volta si finisce per scaricare tutto sui pensionati. Il problema degli esodati – ha concluso – va risolto cosi’ come bisognerà intervenire per favorire
l’ingresso dei giovani in un mercato del lavoro oggi pieno di
lavoratori anziani. Ma non si possono sommare errori ad altri
errori perchè sarebbe davvero insostenibile”.

 

Spi Cgil – 

Pensioniultima modifica: 2013-05-27T15:27:06+02:00da vitegabry
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