Malattie professionali

Importante risultato dell’Inca Cgil in tema di malattie professionali

Importante risultato del patronato Inca in tema di malattie professionali che ha visto riconosciuto un indennizzo ad un bancario per accertata tecnopatia causata da “overuse” del mouse del computer. Il patronato Inca Cgil da sempre particolarmente attento ed impegnato sul versante dei diritti dei lavoratori in special modo per ciò che riguarda la tutela della salute sui posti di lavoro, ha ottenuto un risultato positivo in una causa contro l’Inail ottenendo il riconoscimento della malattia professionale in un bancario affetto da sindrome pronatoria dell’arto superiore destro.

In un periodo di crisi economica in cui le malattie professionali  pur aumentando, molto spesso non vengono denunciate per paura di perdere il lavoro, i risultati positivi ottenuti dalla tutela individuale esercitata dal patronato della Cgil devono essere conosciuti e diffusi, sottolineano i compagni dell’Inca di Penne (Pe), cui si è rivolto l’impiegato di banca per ottenere il riconoscimento dei suoi diritti.

Nei giorni scorsi è divenuta definitiva la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di Pescara ha riconosciuto P.T., dipendente della Caripe e addetto alla movimentazione titoli, affetto da “sindrome  da overuse”. La consulenza tecnica d’ufficio ha, infatti, stabilito che l’insorgenza della malattia è da ritenersi determinata da fattori “morbigeni” cui il dipendente è stato esposto nell’esercizio della sua abituale attività lavorativa.

La vicenda assume particolare rilievo perché si tratta del primo caso accertato in Italia e va incontro alle nuove esigenze di tutela delle malattie professionali che possono esser causate dall’uso massivo delle nuove tecnologie informatiche. Determinanti per la buona riuscita della sentenza anche le consulenze legali e medico legale dell’Inca Cgil di Pescara.

Malattie professionaliultima modifica: 2013-05-27T15:31:37+02:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo