L’Italia dei diritti negati

L’Italia dei diritti negati

Nel 2012, in Italia, si è registrata una progressiva erosione dei diritti umani, con ritardi e vuoti legislativi non colmati e violazioni gravi e costanti, se non in peggioramento. E’ quanto ha denunciato il Presidente di Amnesty Italia, nel lancio del Rapporto 2013 dell’organizzazione in difesa dei diritti umani.

In Italia ci troviamo davanti a “una situazione con molte ombre, tra cui spiccano la discriminazione nell’accesso a una serie di diritti fondamentali di molti italiani e stranieri, i rom segregati nei campi, i lavoratori migranti, spesso sfruttati dai loro datori di lavoro e che spesso non hanno accesso alla giustizia, l’allarmante livello raggiunto dalla violenza omicida contro le donne, gli ostacoli che incontra chi chiede verità e giustizia per coloro che sono morti mentre si trovavano nelle mani di agenti dello Stato o che sono stati torturati o maltrattati in custodia, e la stigmatizzazione pubblica sempre più accesa di chi è diverso per colore della pelle o origine etnica”.

Riguardo alla violenze contro le donne, il 2012 ha fatto registrare circa 112 casi di omicidio. Nel rapporto Amnesty ricorda che, nel giugno 2012, la Relatrice speciale Onu sulla violenza contro le donne ha raccomandato la creazione di un’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani, con una sezione dedicata ai diritti delle donne, l’approvazione di una legge sulla violenza contro le donne e la modifica del reato di immigrazione irregolare, per garantire accesso alla giustizia alle donne migranti in situazioni di irregolarità.

“E’ il momento di fare riforme serie nel campo dei diritti umani. Non ci sono alibi. Speriamo che Parlamento e governo trovino il coraggio di rendere l’Italia un Paese rispettoso dei diritti”, è l’appello lanciato da Amnesty. Il Presidente di Amnesty Italia ha anche ricordato l’agenda in 10 punti lanciata all’inizio del 2013 e presentata ai leader delle coalizioni in corsa per le elezioni e a tutti i candidati in Parlamento. Un’agenda a cui hanno aderito Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Mario Monti e Marco Pannella, così come 117 degli attuali deputati e senatori.

“Ora è arrivato il momento di mantenere le promesse – chiede Amnesty – ci aspettiamo che coloro che hanno firmato l’agenda, in tutto o in parte, tengano fede agli impegni presi con Amnesty e con coloro che si sono informati, prima del voto, sulle loro posizioni in materia di diritti umani”. I 10 punti dell’agenda sono: garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura; fermare il femminicidio e la violenza contro le donne; proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione; assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri; combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani a lesbiche, gay, bisessauli e transgender; fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom; creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani; imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani; lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri Stati; infine, garantire il controllo sul commercio delle armi.

L’Italia dei diritti negatiultima modifica: 2013-05-24T14:19:25+02:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo