Archivi giornalieri: 20 febbraio 2023

Pescatori autonomi: l’aliquota contributiva per il 2023

Pescatori autonomi: l’aliquota contributiva per il 2023

 

Pubblicazione: 20 febbraio 2023

lavoratori autonomi che svolgono l’attività di pesca sono tenuti a versare all’INPS un contributo mensile, soggetto ad adeguamento annuale, commisurato alla misura del salario convenzionale per i pescatori della piccola pesca marittima e delle acque interne associati in cooperativa.

Per gli anni 2021 e 2022, l’ISTAT ha comunicato che la variazione percentuale verificatasi nell’indice dei prezzi al consumo ammonta a +8,1%.

Nella circolare INPS 7 febbraio 2023, n. 16 viene riportata la retribuzione mensile sulla quale devono essere calcolati, per il 2023, i contributi dovuti dai pescatori autonomi.

Nella circolare vengono indicati, inoltre, l’aliquota contributiva dovuta al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, gli sgravi contributivi e le modalità di riscossione del contributo di maternità.

Il versamento del contributo deve essere effettuato in rate mensili con scadenza il giorno 16 di ogni mese.

Osservatorio CIG: i dati di gennaio 2023

 

Osservatorio CIG: i dati di gennaio 2023

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È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni con i dati di gennaio 2023.
A gennaio sono state autorizzate in totale 42.065.505 ore, il 9% in meno rispetto a dicembre e il 50,2% in meno rispetto a gennaio 2022.
Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria autorizzate sono state 16.710.920. A dicembre erano state autorizzate 20.145.798 ore, con una variazione congiunturale del -17,1%.
Il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria autorizzate a gennaio 2023 è stato pari a 23.536.684, di cui 8.513.976 per solidarietà, con un incremento del 46,4% rispetto a quanto autorizzato nello stesso mese dell’anno precedente.
Gli interventi di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga sono stati pari a 22.494 ore autorizzate. La variazione congiunturale registra a gennaio 2023, rispetto al mese precedente, un decremento del 35,7%
Il numero di ore autorizzate nei fondi di solidarietà è pari a 1.795.407 e registra un decremento rispetto al mese precedente del 30,8%.

Pensionati: il cedolino di pensione di marzo 2023

 

Pensionati: il cedolino di pensione di marzo 2023

Il documento che consente di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui può variare

Pubblicazione: 20 febbraio 2023

Il cedolino della pensione, accessibile tramite servizio online, è il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Si riportano di seguito le informazioni sul cedolino della pensione di marzo 2023.

La data di pagamento

Il pagamento avverrà con valuta 1° marzo, per i pagamenti accreditati presso Poste Italiane, e con valuta 3 marzo per i pagamenti presso gli istituti di credito.

Rivalutazione delle pensioni per il 2023

In attesa dell’approvazione della legge di bilancio 2023, l’INPS aveva attribuito la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali dal 1° gennaio 2023 nella misura del 100% in tutti i casi in cui l’importo di pensione cumulato fosse compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nel 2022 (pari a 2.101,52 euro).

A seguito dell’approvazione della legge 29 dicembre 2022, n. 197, l’INPS ha quindi effettuato il calcolo della perequazione relativa ai trattamenti pensionistici il cui importo cumulato sia superiore a quattro volte il trattamento minimo secondo le fasce di importo e le relative percentuali previste dall’articolo 1, comma 309.

L’importo di pensione è stato, pertanto, aggiornato dal mese di marzo 2023 e sono stati posti in pagamento anche gli arretrati di perequazione riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.

Per ulteriori indicazioni sull’operazione di rinnovo per il 2023, si rimanda alla circolare INPS 22 dicembre 2022, n. 135 e alla circolare INPS 10 febbraio 2023, n. 20.

Trattenute fiscali: addizionali regionali e comunali, conguaglio 2022 e tassazione 2023

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2022.

Si ricorda che queste trattenute sono infatti effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Inoltre, nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per i quali il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2022 abbia determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, prosegue la rateazione del recupero fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2023.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

Assegno Unico 2023: maggiorazione per genitori vedovi

 

Assegno Unico 2023: maggiorazione per genitori vedovi

Maggiorazione all’assegno unico e universale in caso di decesso di uno dei due genitori

Pubblicazione: 20 febbraio 2023

L’Istituto con il messaggio17 febbraio 2023, n. 724 informa gli utenti di una novità nell’applicazione dell’Assegno unico e universale per i figli a carico nei casi di nuclei vedovili.

La normativa prevede che alle famiglie con due genitori lavoratori sia erogata una maggiorazione di 30 euro mensili per ogni figlio, questo al fine di favorire il lavoro femminile. L’importo spetta in misura piena per un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro, mentre va riducendosi per livelli di ISEE superiori, fino ad azzerarsi nei casi di ISEE superiori a 40.000.

Tale maggiorazione non può essere richiesta quando la domanda sia presentata per un nucleo composto da un solo genitore lavoratore. Tuttavia, tenuto conto della maggiore fragilità dei nuclei vedovili, in accordo con il Ministero del lavoro, il messaggio precisa che il bonus verrà erogato d’ufficio ai nuclei vedovili, per i decessi del secondo genitore lavoratore che si sono verificati nell’anno di competenza in cui è riconosciuto l’Assegno senza doverne fare domanda.

Pertanto, per le domande di Assegno presentate a decorrere dal 1° gennaio 2022, la maggiorazione in esame sarà applicata fino al mese di febbraio 2023 e cesserà di essere erogata a decorrere dalla rata di Assegno – qualora spettante – per la mensilità di marzo 2023.

L’Italia verso il piano per l’energia RepowerEu Monitoraggio e trasparenza

L’Italia verso il piano per l’energia RepowerEu Monitoraggio e trasparenza

Entro aprile il governo dovrà definire una proposta di modifica del Pnrr che includa il piano energetico RepowerEu. Abbiamo ricostruito il quadro attuale: i criteri e gli obiettivi da seguire e le misure Pnrr attualmente previste per l’energia.

 

Lo scorso 5 febbraio la presidente del consiglio Giorgia Meloni, i ministri competenti e le società partecipate in tema di energia si sono riuniti nella cabina di regia sul Pnrr. In particolare hanno discusso di come integrare, nel piano nazionale di ripresa e resilienza, il nuovo capitolo sul RepowerEu. Cioè il piano proposto dalla commissione europea – e approvato definitivamente da consiglio e parlamento – per far fronte alla crisi energetica in corso.

Il piano è stato approvato da tutti gli organi Ue ed entrerà in vigore a breve.

L’obiettivo in sintesi è quello di implementare una serie di misure che permettano agli stati membri di diventare più indipendenti dalla fornitura di gas russo. Diversificando gli approvvigionamenti, risparmiando energia e producendone di più da fonti sostenibili. Questo programma energetico non è ancora ufficialmente in vigore, ma sono già chiari i criteri, le modalità e le tempistiche che i paesi dovranno seguire.

Come gli altri paesi coinvolti, anche l’Italia è tenuta a inviare entro il 30 aprile una proposta di revisione dell’agenda, incluso il capitolo sul RepowerEu. Anche se fino ad allora non sapremo con certezza in cosa consisteranno queste modifiche, è comunque utile provare a ricostruire il quadro entro il quale dovranno intervenire, soprattutto per integrare questo piano energetico. Sia in base a risorse, criteri e obiettivi indicati dall’Unione europea, sia rispetto alle misure e alle scadenze attualmente previste dal Pnrr in materia di energia.

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Cosa prevede il RepowerEu

Il RepowerEu chiede, ai paesi che intendano aderirvi, uno sforzo su 3 principali fronti. In primis la diversificazione delle forniture di gas, petrolio e carbone, poi il risparmio da parte di cittadini e imprese e infine più investimenti sulle fonti rinnovabili e sulla transizione ecologica.

20 miliardi € le risorse aggiuntive messe in campo dall’Unione europea per il RepowerEu.

Non possiamo sapere in modo definitivo quanti paesi vorranno aderire al programma, quali richieste presenteranno e quindi quanto riceveranno di questa cifra. Tuttavia, secondo i dati condivisi dalla commissione europea l’Italia potrebbe richiedere fino a 2,67 miliardi di euro, quasi il 14% di questi 20 miliardi.

Per finanziare gli interventi per il RepowerEu i paesi potranno inoltre ricorrere alle risorse già destinate ai Pnrr e anche ad altre fonti di finanziamento. Tra queste: le risorse per le politiche di coesione, il fondo europeo per l’innovazione, o anche misure fiscali nazionali e investimenti privati.

Il piano prevede anche l’approvvigionamento di combustibili fossili.

Per quanto riguarda invece gli interventi e gli obiettivi concreti, il programma prevede due livelli di misure. A breve termine, da mettere in atto nell’immediato e a medio termine, da completare entro il 2027. Tra le prime: acquisti congiunti di gasnuovi partenariati energetici con fornitori considerati affidabili e realizzazione rapida di progetti nel settore dell’energia rinnovabile. Tra le seconde: l’integrazione nei Pnrr dei capitoli sul RepowerEu, il rafforzamento della decarbonizzazione industriale e un quadro normativo per l’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia.

Come integrarlo

Non conosciamo ancora le intenzioni dell’esecutivo. Tuttavia è interessante capire intanto quali sono le indicazioni e i criteri forniti dall’Ue, che l’Italia e gli altri paesi dovranno rispettare, se vogliono integrare questo nuovo capitolo nei propri piani nazionali.

Questi interventi potranno essere nuovi investimenti e riforme introdotti sulla base di progetti già in essere (a partire dal 1 febbraio 2022) e inclusi nei Pnrr come parte del RepowerEu. Oppure sezioni aggiuntive di misure già in agenda, che verranno quindi incrementate sia a livello economico sia a livello di scadenze. Queste dovranno infatti essere più ambiziose di quelle già in essere, per contribuire in modo concreto al raggiungimento degli obiettivi indicati dal programma. Considerando i traguardi che il RepowerEu auspica già di raggiungere nel breve periodo, gli stati sono invitati a prediligere l’incremento di riforme e investimenti già parte del Pnrr, piuttosto che crearne di nuovi.

Nella guida condivisa dalla commissione europea vengono esplicitati alcuni esempi di possibili interventi da includere nel capitolo dedicato al programma. Tra questi, per esempio, il miglioramento di infrastrutture per l’energia mirate a soddisfare le esigenze immediate di approvvigionamento di gas. Con lo scopo di guadagnarsi una maggiore indipendenza dalle forniture russe. O ancora, misure di contrasto alla povertà energetica, di riduzione del fabbisogno e molto altro. Riguardo i criteri, ovviamente il capitolo sul RepowerEu deve rispettare gli stessi principi imposti a tutte le riforme e gli investimenti del Pnrr. Tra questi, ad esempio, la regola di non arrecare danni significativi all’ambiente o al clima.

Tra le numerose giustificazioni da presentare, infine, i paesi dovranno dettagliare in che misura i nuovi interventi contribuiscono agli obiettivi del RepowerEu. Non solo per il paese stesso ma anche a livello comunitario.

Le misure per l’energia nel Pnrr italiano

A questo punto è interessante capire quanti investimenti e riforme sono attualmente previsti in agenda in materia di energia. Per capire quali misure il governo italiano potrà incrementare per includervi interventi dedicati al RepowerEu.

GRAFICO
DA SAPERE

Abbiamo classificato queste misure in base al nostro indicatore originale di suddivisione tematica degli ambiti di investimento. Sono 16 gli interventi che abbiamo associato al tema energie rinnovabili. Non è detto però che questi siano rappresentativi di tutte le misure che il governo potrebbe decidere di modificare in vista del RepowerEu.

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: mercoledì 15 Febbraio 2023)

 

In base alla nostra classificazione tematica, nel Pnrr sono inclusi 12 investimenti economici e 4 riforme normative a tema energia. Va detto che queste 16 misure non rappresentano necessariamente tutte quelle che il governo prenderà in considerazione per preparare il capitolo sul RepowerEu. Ma almeno una parte sì, anche se alcune si possono già escludere. In primis le 2 riforme già completate, volte a promuovere in un caso la produzione e il consumo di gas rinnovabile e, nell’altro, la competitività dell’idrogeno.

Riguardo alle materie specifiche di tutte le misure, è interessante notare che 8 interventi su 16 (la metà) si occupano di idrogeno. In particolare di come impiegarlo come fonte di energia in diversi settori, dal trasporto ferroviario a quello stradale. Le altre misure comunque si occupano della produzione e del consumo di energie rinnovabili. Due temi in linea con lo sforzo richiesto dal RepowerEu.

Il Pnrr è improntato alla transizione ecologica.

Quello che manca da questo quadro è invece tutto ciò che il programma auspica in termini di forniture di gas. I piani di ripresa e resilienza sono stati infatti sviluppati prima della guerra tra Russia e Ucraina e prima della crisi energetica. Di conseguenza tutte le misure a tema ambiente ed energia puntano alla transizione ecologica, alla riduzione delle emissioni, al contrasto al cambiamento climatico. In linea con quanto l’Europa promuove da anni.

Dal 1972 l’Ue mette in atto iniziative e accordi per contrastare il cambiamento climatico. Da ultimo il Green deal del 2020, che pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Vai a “Cosa prevedono gli accordi europei sul cambiamento climatico”

Quindi se da un lato le esigenze imposte dall’attuale crisi energetica sono chiare, dall’altro è quantomeno da notare la contraddizione di un invito così esplicito, da parte dell’Ue, ad aumentare le forniture di gas.

La revisione in senso ampio

Come abbiamo anticipato il RepowerEu costituirà solo una parte della più ampia revisione del Pnrr che il governo italiano ha annunciato di voler proporre a Bruxelles. La possibilità di modificare l’agenda complessivamente è infatti prevista dal regolamento Ue per tutti i paesi beneficiari, in qualsiasi momento dell’attuazione del piano. Purché sia rispettata una principale condizione:

le modifiche devono essere giustificate da circostanze oggettive, per le quali non è più possibile realizzare i traguardi e gli obiettivi inizialmente previsti. Vai a “Quanto e come può essere modificato il Pnrr”

Non sappiamo a oggi quali saranno le proposte dell’Italia alla commissione europea. Stando alle dichiarazioni degli scorsi mesi però, siamo in grado almeno di individuare i due principali punti di criticità evidenziati dal governo Meloni finora. Da un lato, l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina. Una condizione che rende più difficile realizzare opere e progetti del Pnrr con le risorse inizialmente previste. Dall’altro lato, connesso anche al primo punto, la rigidità dei tempi di attuazione del piano. Gli interventi in agenda sono tanti e il cronoprogramma è serrato a fronte di una realtà, quella italiana, dove invece le tempistiche burocratiche e amministrative seguono spesso tempi più dilatati. Entrambi questi elementi portano in sé il rischio che alcuni progetti e interventi vengano stralciati dal Pnrr, se dovessero mancare le condizioni economiche e i tempi necessari.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo Chigi – Licenza

 

Santa Giacinta Marto

 

Santa Giacinta Marto


Nome: Santa Giacinta Marto
Titolo: Veggente di Fatima
Nome di battesimo: Jacinta de Jesus Marto
Nascita: 11 marzo 1910, Aljustrel, Portogallo
Morte: 20 febbraio 1920, Lisabona, Portogallo
Ricorrenza: 20 febbraio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
13 maggio 2000, Fátima, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
13 maggio 2017, Fátima, papa Francesco
Jacinta de Jesus Marto, settima figlia di Manuel Pedro Marto e Olimpia de Jesus, era una pastorella nata ad Aljustrel, in Portogallo l’11 marzo 1910, ma è diventata famosa, assieme a suo fratello Francisco e alla loro cuginetta Lucia, per essere stata testimone di alcuni eventi miracolosi: le apparizioni della Madonna.

Giacinta era una bambina come le altre e conduceva una vita semplice: le piaceva giocare e ballare quando possibile.

Ma la sua esistenza cambiò quel 13 maggio 1917 quando, in un luogo chiamato Cova da Iria, nei pressi di Fatima, assistè alla prima apparizione di quella conosciuta in seguito come Madonna di Fatima.

Nonostante la sua giovanissima età il cambiamento fu radicale, ella infatti si fece seria e modesta, e il suo spirito di sacrificio divenne parte integrante della sua giovane vita: si privava anche della merenda per aiutare i bambini di due famiglie bisognose, e la sua preoccupazione più grande era la salvezza delle anime dei peccatori, per le quali pregava ininterrottamente.

Per i successivi sei mesi da quella prima apparizione, così come aveva loro annunciato la “Signora più brillante del sole” tornarono in quel luogo ogni 13 del mese fino per raccogliere il Suo messaggio.

Nella sua semplicità capì che l’inferno era una realtà terribilmente seria e che a lei era chiesto di impegnarsi perché tante persone potessero evitare un castigo così severo. Continuava a chiedere a Lucia: «Non si esce mai di là?» «No». «E dopo tanti e tanti anni?» «No, l’inferno non finisce mai». «E se noi preghiamo molto per i peccatori, Nostro Signore li libererà di lì? Poverini! Dobbiamo fare tanti sacrifici».

Giacinta fu vittima dell’epidemia di febbre spagnola che la colpì assieme a tante altre persone e morì all’età di 9 anni il 20 febbraio 1920. Beatificata da Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000, è stata proclamata santa da Papa Francesco il 13 maggio 2017, in occasione del centenario della prima apparizione. Il suo corpo attualmente è conservato nel Santuario di Fatima.

«Un giorno, quando Giacinto e Francesco avevano ormai contratto la malattia che li costringeva a letto, la Vergine Maria venne a visitarli in casa, come racconta Giacinta: “A me ha chiesto se volevo ancora convertire peccatori. Le ho detto di sì: E, quando si avvicina il momento della dipartita di Francesco, la piccola gli racco-manda: “Da parte mia porta tanti saluti a nostro Signore alla Madonna e di’ loro che sono disposta a sopportare tutto quanto vorranno per convertire i peccatori”. Giacinto potrebbe benissimo esclamare con san Paolo: “Mi rallegro di soffrire per voi, completando in me stesso quello che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa”» (Giovanni Paolo li).

MARTIROLOGIO ROMANO. In località Aljustrel vicino a Fatima in Portogallo, Santa Giacinta Marto, che, sebbene ancora fanciulla di tenera età, sopportò con pazienza il tormento della malattia da cui era affetta e testimoniò con fervore la sua devozione alla beata Vergine Maria.