Archivi giornalieri: 2 febbraio 2023

Il piano annuale per il diritto allo studio scolastico

Il piano annuale per il diritto allo studio scolastico

La Giunta regionale ogni anno approva il Piano del diritto allo studio scolastico. Il Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico è lo strumento operativo, previsto dalla legge regionale 30 marzo 1992, n. 29, attraverso il quale la Regione individua le linee guida e le aree tematiche specifiche entro le quali attuare interventi sul sistema educativo del territorio regionale, per il raggiungimento di obiettivi strategici che ogni anno sono definiti e articolati all’interno del Piano stesso.

Il Piano è così articolato:

  • Trasferimento di risorse finanziarie alle Province per le funzioni delegate in materia di diritto allo studio scolastico
  • Interventi diretti della Regione, per i quali ogni anno il Piano stabilisce i campi di azione
  • Contributi ai Comuni per l’acquisto di scuolabus ecologici

Il D.P.R. 616/1977 stabilisce all’articolo 42 che le funzioni di assistenza scolastica spettano ai Comuni che le svolgono secondo le modalità indicate dalla legge regionale.

La legge regionale 29/92 indica all’articolo 4 le competenze attribuite ai Comuni che sono:

  • fornitura di libri di testo e di materiale didattico;
  • interventi per favorire la piena integrazione delle fasce di utenza disagiate;
  • concessione di assegni di studio per gli alunni delle scuole secondarie superiori;
  • istituzione di residenze e convitti;
  • servizio mensa scolastica;
  • servizio trasporto;
  • ogni altra iniziativa volta a favorire il diritto allo studio.

Alle competenze indicate all’art. 4 è destinato l’85% delle risorse finanziarie stanziate dal Piano annuale per le funzioni delegate. Il restante 15% dei fondi è destinato alle Province e utilizzato per finanziare gli interventi integrativi di cui alla L.R. 29/92 artt.: 16 (iniziative di aggiornamento); 17( educazione permanente); 18 (realizzazione progetti); 19 (promozione e diffusione esperienza educativa); 21 (istruzione tecnica e professionale); 23 (contributo per acquisto scuolabus); 24 (contributo per acquisto attrezzature per cucine e refettori scolastici) e 25 (interventi integrativi) nonché, in regime di sussidiarietà le funzioni di cui agli art. 20 (orientamento educativo) e 26 (documentazione e bollettino di informazione).

Un’altra quota di risorse è stanziato da ogni Piano per la realizzazione degli interventi diretti regionali, vale a dire progetti realizzati in ambiti tematici definiti annualmente a beneficio del sistema dell’istruzione.

Normativa

  • Legge regionale 29/92 – Norme per l’attuazione del diritto allo studio
  • DGR 737 del 27/10/2020 – Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico – Anno scolastico 2020/21
  • DGR 790 del 18/11/2021 – Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico – Anno scolastico 2021/22 

Informazioni e contatti

Area Programmazione, Organizzazione e Attuazione dell’Offerta di Istruzione, Diritto allo Studio Scolastico e Universitario

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Da il Fatto Quotidiano

“Parlate prima con loro”: così Cospito mandò dai boss mafiosi i parlamentari Pd in visita in carcere

L’incontro di gennaio – Colloquio. Verini&c. con i tre mafiosi al 41-bis

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“So che siete venuti per me, ma prima dovete parlare con loro”. È questo il senso delle prime parole rivolte da Alfredo Cospito ai quattro parlamentari Pd che gli hanno fatto visita nel carcere di Sassari, il 12 gennaio scorso. “Loro” sono Francesco Di Maio, Francesco Presta e Pietro Rampulla, compagni di reparto dell’anarchico al 41-bis fino al suo trasferimento nel penitenziario di Opera. Mafiosi irriducibili e di primo livello: Di Maio è un camorrista di spicco del gruppo di Francesco Bidognetti, Presta è un killer di ‘ndrangheta “di rara freddezza e capacità”. Mentre Rampulla, detto “l’artificiere”, è l’uomo che avrebbe dovuto azionare l’esplosivo della strage di Capaci.

Cospito indica le tre celle accanto alla propria al senatore Walter Verini e ai deputati Andrea Orlando, Debora Serracchiani e Silvio Lai, arrivati in Sardegna per accertarsi delle sue condizioni di salute. E mette in chiaro, davanti a loro, che il suo sciopero della fame non ha il solo scopo di far revocare a se stesso il regime di carcere duro, ma quello di ottenerne l’abolizione per tutti, compresi i “vicini” mafiosi. Un gesto che non può non avere un valore, nelle logiche dei rapporti tra detenuti.

D’altra parte, quello stesso giorno – come ha rivelato alla Camera il deputato di FdI Giovanni Donzelli – lui e Di Maio conversavano di una strategia comune durante l’ora d’aria: “Dev’essere una lotta contro il regime, noi al 41-bis siamo tutti uguali”, “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato”.

Come reagiscono i politici, rappresentanti delle istituzioni, di fronte a questo episodio? Il senatore Verini, raggiunto dal Fatto, minimizza: “Cospito voleva solo sottolineare che in quel carcere non c’era solo lui, ma anche altri. Credo che il senso fosse quello, o almeno noi l’abbiamo interpretata così”. Poi ammette che qualche frase di circostanza, tra i quattro parlamentari e i tre mafiosi, è stata scambiata. “Ma non abbiamo mica obbedito a Cospito: l’avremmo fatto comunque, anche se non ce l’avesse chiesto”. Com’è andata? “Le celle erano chiuse, vedevamo solo le facce dallo spioncino. Chiedevamo ‘da quant’è che è qui?’ e loro rispondevano ‘trent’anni’, ‘venti’, ‘dieci’. Cose del genere. È normale, così accade quando si va in visita in carcere. Se vai in un reparto e ci sono altri detenuti che ti osservano, si chiedono cosa ci fai lì, non li puoi mica ignorare. Non mi pare un tema centrale”.

Qualche settimana dopo, però, verranno fuori i dialoghi ascoltati in carcere tra Cospito e i boss, in cui si ragiona in modo esplicito di un piano per arrivare all’abolizione del 41-bis. Su questo Verini è netto: “Bisogna assolutamente stroncare ogni rischio di saldature tra criminalità organizzata e terrorismo”, commenta. Aggiungendo però: “Se arriva uno che dice che il 41-bis va abolito, i mafiosi ovviamente ci vanno a nozze. Ma è per questo che bisogna cercare di non creare un martire, rispettando la legge, mandandolo magari in un carcere dove può essere curato, com’è stato fatto”. In linea di principio, precisa il senatore dem, “guai a chi tocca il 41-bis, che è uno strumento fondamentale. Chi pensa di modificarlo indebolisce la lotta alle mafie”. Ma ricorda che “le pronunce della Corte Costituzionale e della Cedu dicono che deve servire a evitare i contatti, senza inutili e superflue afflizioni. Nel caso di Cospito, non è un reato interrogarsi se sia una misura utile. Io però mi fido dei magistrati e attendo le loro valutazioni”.

Andrea Orlando, un altro dei parlamentari in visita, si è spinto oltre: “È urgente trasferire Cospito e revocare il 41-bis. Legare il 41-bis a una sorta di ritorsione significa fare il gioco di chi nega alla radice l’esistenza dello Stato di diritto”, ha scritto in un tweet.

 

Nei provvedimenti più “politici” la maggioranza si assottiglia

Nei provvedimenti più “politici” la maggioranza si assottiglia

Il margine della maggioranza in parlamento sui voti finali e quelli di fiducia

GRAFICO
 
DESCRIZIONE

Il margine della maggioranza in parlamento è stato molto altalenante. In media alla camera lo scarto tra i voti favorevoli e la maggioranza richiesta è stato di 67,4 voti mentre al senato è stato di 37,9. Lo scarto però in alcune occasioni si è assottigliato pericolosamente, specialmente in occasione dei voti su provvedimenti più “politici”. In particolare al senato il decreto rave è stato approvato con soli 8 voti di margine mentre alla camera quello sul riordino dei ministeri con 16.

DA SAPERE

I grafici rappresentano l’andamento dei voti finali sui disegni di legge e dei voti di fiducia alla camera e al senato. In particolare è rappresentato il margine della maggioranza rispetto alla soglia del 50%+1 dei votanti necessaria per approvare i provvedimenti ordinari (per quelli costituzionali è richiesta una maggioranza dei due terzi).

 

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GRAFICO
 
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Per il governo Meloni già 5 voti di fiducia

Per il governo Meloni già 5 voti di fiducia

La questioni di fiducia poste nei primi 100 giorni dai governi a inizio legislatura (1996-2023)

GRAFICO
 
DESCRIZIONE

Nei suoi primi 100 giorni di attività il governo Meloni ha posto la fiducia già 5 volte. Si tratta del secondo dato più alto (insieme a quello del Berlusconi IV) tra i governi che hanno dato avvio alle ultime legislature. Al primo posto infatti troviamo il governo Prodi II con 6. Segue il governo Letta con 2. Se però si considera il rapporto tra questioni di fiducia poste e leggi approvate nello stesso periodo, ecco che l’esecutivo attualmente in carica sale al primo posto (71,43%).

DA SAPERE

Nei grafici non è rappresentato il governo Prodi I perché non è stato possibile recuperare il dato dei voti di fiducia al senato.

 

Il governo Meloni ha già pubblicato 15 decreti legge

Il governo Meloni ha già pubblicato 15 decreti legge

Numero di decreti legge emanati nei primi 100 giorni dai governi di inizio legislatura (1996-2023)

GRAFICO
 
DESCRIZIONE

Durante i suoi primi 100 giorni, il governo Meloni ha già pubblicato 15 decreti legge. Un dato significativo ma non il più elevato in assoluto. Al primo posto infatti c’è il governo Berlusconi II con 25 decreti. Seguono i governi Berlusconi IV (15) e Letta e Conte (10).

DA SAPERE

Nel grafico non è rappresentato il dato del governo Prodi I. Questo perché all’epoca era ancora possibile reiterare decreti legge che non fossero stati convertiti in tempo dal parlamento. Una prassi non più permessa a seguito della sentenza 360/1996 della corte costituzionale. Alla luce di questa variazione, il dato (232 decreti legge emanati) non è paragonabile a quello dei governi successivi.

 

L’86% di leggi approvate durante il governo Meloni sono conversioni di decreti

L’86% di leggi approvate durante il governo Meloni sono conversioni di decreti

La tipologia di leggi approvate durante i primi 100 giorni dei governi a inizio legislatura (1996-2023)

GRAFICO
 
DESCRIZIONE

La stragrande maggioranza di leggi approvate dal parlamento durante i primi 100 giorni di vita dei governi di inizio legislatura è rappresentata da conversioni di decreti legge. Si tratta in media del 74% delle leggi approvate. Nel caso del governo Meloni questo dato sale all’86% in virtù dei 6 Dl già convertiti. L’eccezione è rappresentata dalla legge di bilancio. Caso unico per un governo a inizio legislatura.

DA SAPERE

All’interno delle leggi ordinarie sono conteggiate anche le ratifiche di trattati internazionali, le leggi delega e quelle per l’istituzione di commissioni parlamentari d’inchiesta. Tra le leggi approvate nella XIX legislatura rientra anche la numero 175/2022 di conversione del decreto aiuti ter. Questo Dl però è di iniziativa del governo Draghi.

 

Con Meloni approvate solo leggi di iniziativa governativa

Con Meloni approvate solo leggi di iniziativa governativa

Le leggi approvate durante i primi 100 giorni dei governi di inizio legislatura (1996-2023)

 

Nei primi 100 giorni del governo Meloni sono state approvate definitivamente 7 leggi. Si tratta del dato più basso degli ultimi anni. Il dato più elevato è invece quello del governo Prodi I (23). Seguono gli esecutivi Berlusconi IV (18) e Berlusconi II (15). Generalmente oltre l’80% delle leggi approvate è di iniziativa governativa. In questo caso l’esecutivo attualmente in carica si colloca al primo posto (insieme al governo Berlusconi II) con il 100% di leggi approvate di iniziativa governativa.