Archivio mensile:dicembre 2022

PNRR: formazione personale su competenze informatiche

PNRR: formazione personale su competenze informatiche

PNRR: formazione personale su competenze informatiche

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l’Italia, approvato dal Consiglio ECOFIN del 13 luglio 2021, ha previsto, nella Missione 1 – Componente 1 – Asse 1, interventi per la digitalizzazione delle infrastrutture tecnologiche e dei servizi della Pubblica Amministrazione (PA) al fine di garantire ai cittadini e alle imprese servizi più efficienti e universalmente accessibili.

Nell’ambito del sub investimento 1.6.3a – Digitalizzazione dell’INPS del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Istituto è impegnato nella realizzazione dell’obiettivo M1C1 – 124 «miglioramento delle competenze dei dipendenti in materia di ICT», attraverso iniziative di formazione del personale su competenze informatiche, incoraggiando la conoscenza dello European e-Competence Framework e l’uso di nuove tecnologie innovative per accrescere il valore trasmesso all’utente finale.

Il target per il 2022 è fissato nel miglioramento delle competenze, come sopra specificate, di n. 4.250 dipendenti.

Ad oggi sono state avviate le seguenti 35 iniziative formative, ritenute utili per il conseguimento di tale obiettivo, che hanno visto la partecipazione di un totale di 10.763 discenti. Poiché taluni colleghi hanno partecipato a più di un corso, si segnala che il numero univoco dei dipendenti formati è pari a 7.247 (settemila duecento quarantasette).

1. Digit XALL;
2. Competenze digitali per INPS;
3. Servizi Formativi Government Academy: Lavoro Agile nella PA
4. Servizi Formativi Government Academy: Organizzazione agile e semplificazione dei processi;
5. Servizi Formativi Government Academy: Innovazione digitale nelle Pubbliche Amministrazioni e nei servizi pubblici;
6. Piano triennale di formazione per il personale informatico – Collaudo e test delle soluzioni Edizione 1 e 2;
7. Piano di formazione per Dirigenti Tecnici e Funzionari Informatici – corso blended “Cybersecurity”;
8. Piano triennale di formazione per il personale informatico – Ingegneria dei requisiti;
9. Piano triennale di formazione per il personale informatico – Project Management agile;
10. Piano triennale di formazione per il personale informatico – Project Management tradizionale – Blended;
11. Piano triennale di formazione per il personale informatico – IT Service Management;
12. Piano triennale di formazione per il personale informatico- Gestione conflitti – tramite teams;
13. Piano triennale di formazione per personale informatico – Leadership e motivazione – tramite Teams;
14. Piano triennale di formazione per personale informatico – Change Management;
15. Dall’assessment alla performance individuale – percorsi di formazione manageriale per dirigenti di II fascia – Formazione esperienziale e Counseling individuale;
16. Dall’assessment alla performance individuale – percorsi di formazione manageriale per dirigenti di II fascia. Laboratori tematici;
17. Dall’assessment alla performance individuale – percorsi di formazione manageriale per dirigenti di II fascia. Project Work;
18. Executive Master in Management delle Amministrazioni Pubbliche (EMMAP 12);
19. I° Edizione – Master Trasformazione digitale della Pubblica amministrazione;
20. Alta formazione – Digital transformation per INPS;
21. Master di II livello “Esperto del mercato del lavoro e welfare”;
22. Noi attori di innovazione 2020-2021;
23. Designer in gioco: “playing to build the team identity”;
24. L’evoluzione del lavoro Agile – istruzioni per l’uso – aula + laboratorio;
25. Percorso formativo in Crisis Communication Management;
26. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Excel Base);
27. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Power Point Base);
28. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Word Base);
29. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Word Avanzato);
30. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Excel Avanzato);
31. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Power Point Avanzato);
32. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Access Base);
33. Corso Pacchetto Office 2021 (MS Office – Access Avanzato);
34. Master in Management of Research, Innovation and Technology (MIT);
35. II° – Edizione – Master Trasformazione digitale della Pubblica amministrazione.

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono stati definiti alcuni progetti volti a realizzare una “Piattaforma Unica delle Integrazioni Salariali”. Uno di questi progetti è dedicato alla realizzazione di un nuovo modulo di istruttoria valido per tutte le integrazioni salariali, che si avvale di alcuni servizi comuni a tutte le prestazioni nell’ottica di una standardizzazione delle procedure e dell’uniformità di gestione.

Il messaggio 28 dicembre 2022, n. 4653 fornisce istruzioni in merito alle domande di accesso all’assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo di Integrazione Salariale e dai Fondi di solidarietà e comunica l’avvenuta predisposizione di un nuovo modello di “dichiarazione fruito” e un nuovo file .csv contenente la lista dei beneficiari.

Il datore di lavoro che ha completato le settimane autorizzate e deve presentare una nuova domanda di assegno di integrazione salariale, può inviare mediante il servizio “Comunicazione bidirezionale” un file che consenta di dichiarare, per ogni unità produttiva, l’esatto numero di giornate di trattamento effettivamente fruite in relazione alle autorizzazioni relative all’unità produttiva (UP) per la quale intende presentare domanda.

Per le domande già inviate, la trasmissione del file dovrà essere effettuata con la massima tempestività entro il 26 gennaio 2023. In caso di mancata trasmissione del suddetto file, l’Istituto continuerà a considerare il periodo autorizzato e quello fruito come coincidenti.

Per una corretta trasmissione tramite il servizio “Comunicazione bidirezionale”, è necessario esportare il file correttamente compilato in formato .csv e, successivamente, inserire quest’ultimo in una cartella con estensione .zip.

I datori di lavoro potranno (fino al 28 febbraio 2023), allegare alla domanda di assegno di integrazione salariale, in alternativa al formato semplificato, il file .csv nel formato conforme all’Allegato n. 3 della circolare INPS 2 dicembre 2015, n. 197.

Nell’ipotesi di mancanza o incompletezza dei flussi che non consentano all’Istituto la concessione di tutte le ore richieste, il datore di lavoro potrà regolarizzare le posizioni e trasmettere i flussi mancanti

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi formativi

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi formativi

Con la circolare INPS 28 dicembre 2022, n. 138 l’Istituto fornisce le istruzioni per l’accesso al finanziamento di programmi formativi di riconversione e di riqualificazione professionale da parte del Fondo Trasporto Aereo (Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale).

Il finanziamento può essere richiesto per gli interventi formativi che abbiano le seguenti finalità:

  • interventi formativi di lavoratori, anche se collocati in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria ( CIGS ), finalizzati alla riconversione o riqualificazione professionale anche conseguenti a processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale, nonché per il mantenimento di licenze, abilitazioni e brevetti, svolti direttamente dal datore di lavoro richiedente;
  • interventi formativi di lavoratori in CIGS / NASpI , per il mantenimento e l’aggiornamento di brevetti, licenze o attestati, finalizzati all’assunzione presso altra azienda richiedente, a condizione che gli stessi siano accompagnati da un impegno di assunzione dei lavoratori formati da parte dell’azienda richiedente. Questi interventi formativi, per lo scopo che si prefiggono, hanno priorità di finanziamento rispetto ad altre tipologie di intervento formativo richiesto;
  • interventi formativi di lavoratori collocati in NASpI , per il mantenimento di brevetti, licenze o attestati.

La circolare, inoltre, fornisce le informazioni su requisiti di accesso agli interventi formativi, misura della prestazione e presentazione della domanda e le istruzioni per la compilazione del flusso UNIEMENS ai fini del conguaglio della prestazione da parte delle aziende e per la gestione del periodo transitorio.

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

 

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe


Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

autore: Bartolomé Esteban Murillo anno: 1675-1682 titolo: Due Trinità luogo: National Gallery, Londra
Nome: Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Titolo: Esempio santissimo
Ricorrenza: 30 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Balestrate
La festa della Sacra Famiglia fu introdotta nella liturgia cattolica solo localmente nel XVII secolo. Nel 1895 la data fissata per tale festa fu la terza domenica dopo l’Epifania, fu soltanto nel 1921 che grazie a papa Benedetto XV la celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa. Giovanni XXIII modificò ulteriormente la data spostandola alla prima domenica dopo l’epifania. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II infine la festa la Sacra Famiglia la prima domenica dopo Natale e quando il Natale cade di domenica, viene spostata al 30 dicembre.

Il suo significato è molto importante in quanto dopo aver visto la Sacra Famiglia dare alla luce e accudire il neonato Gesù a Nazareth, in questa festività la si può ammirare e ricordare nella vita di tutti i giorni, mentre vede crescere il Cristo. L’eccezionalità di tale famiglia risiede soprattutto nel fatto che i gesti quotidiani che in qualsiasi focolare domestico erano e sono ancora oggi svolti, coincidono allo stesso tempo con il pregare, amare, adorare il proprio Dio, comunicando con suo figlio incarnato in terra. Accudendo Gesù, lavandolo e giocando insieme a lui la Madonna e San Giuseppe mettevano in pratica i dovuti atti di culto, rappresentando il punto d’inizio per ogni famiglia cristiana, del tempo e odierna, che viveva ogni istante della giornata come un sacramento.

Santa Famiglia

autore Juan Simón Gutiérrez anno 1680 titolo Santa Famiglia

La festa ha come obiettivo quello di conferire un esempio a tutte le famiglie cristiane, che avrebbero potuto guardare con orgoglio al nucleo familiare che fu di Cristo il quale, nonostante le particolari condizioni note, era caratterizzato da tutte le normali problematiche che chiunque si trova ad affrontare. Maria seguì lo sposalizio con Giuseppe, seguendo la legge ebraica, ma soprattutto il grande piano del suo Dio, conservando però la propria verginità. In seguito alla Visitazione a Sant’Elisabetta iniziò a sentire i chiari segni di una gravidanza, giungendo infine a dare alla luce il Figlio del Signore. Prima dell’età adulta raggiunta da Gesù, la Madonna viene citata in alcuni Vangeli per un episodio accaduto durante l’adolescenza di Cristo (al tempo dodicenne), che si intrattenne al tempio con i dottori, mentre i suoi genitori penavano ormai da tre giorni nel cercarlo senza sosta.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto.

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono stati definiti alcuni progetti volti a realizzare una “Piattaforma Unica delle Integrazioni Salariali”. Uno di questi progetti è dedicato alla realizzazione di un nuovo modulo di istruttoria valido per tutte le integrazioni salariali, che si avvale di alcuni servizi comuni a tutte le prestazioni nell’ottica di una standardizzazione delle procedure e dell’uniformità di gestione.

Il messaggio 28 dicembre 2022, n. 4653 fornisce istruzioni in merito alle domande di accesso all’assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo di Integrazione Salariale e dai Fondi di solidarietà e comunica l’avvenuta predisposizione di un nuovo modello di “dichiarazione fruito” e un nuovo file .csv contenente la lista dei beneficiari.

Il datore di lavoro che ha completato le settimane autorizzate e deve presentare una nuova domanda di assegno di integrazione salariale, può inviare mediante il servizio “Comunicazione bidirezionale” un file che consenta di dichiarare, per ogni unità produttiva, l’esatto numero di giornate di trattamento effettivamente fruite in relazione alle autorizzazioni relative all’unità produttiva (UP) per la quale intende presentare domanda.

Per le domande già inviate, la trasmissione del file dovrà essere effettuata con la massima tempestività entro il 26 gennaio 2023. In caso di mancata trasmissione del suddetto file, l’Istituto continuerà a considerare il periodo autorizzato e quello fruito come coincidenti.

Per una corretta trasmissione tramite il servizio “Comunicazione bidirezionale”, è necessario esportare il file correttamente compilato in formato .csv e, successivamente, inserire quest’ultimo in una cartella con estensione .zip.

I datori di lavoro potranno (fino al 28 febbraio 2023), allegare alla domanda di assegno di integrazione salariale, in alternativa al formato semplificato, il file .csv nel formato conforme all’Allegato n. 3 della circolare INPS 2 dicembre 2015, n. 197.

Nell’ipotesi di mancanza o incompletezza dei flussi che non consentano all’Istituto la concessione di tutte le ore richieste, il datore di lavoro potrà regolarizzare le posizioni e trasmettere i flussi mancanti.

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi

Con la circolare INPS 28 dicembre 2022, n. 138 l’Istituto fornisce le istruzioni per l’accesso al finanziamento di programmi formativi di riconversione e di riqualificazione professionale da parte del Fondo Trasporto Aereo (Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale).

Il finanziamento può essere richiesto per gli interventi formativi che abbiano le seguenti finalità:

  • interventi formativi di lavoratori, anche se collocati in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria ( CIGS ), finalizzati alla riconversione o riqualificazione professionale anche conseguenti a processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale, nonché per il mantenimento di licenze, abilitazioni e brevetti, svolti direttamente dal datore di lavoro richiedente;
  • interventi formativi di lavoratori in CIGS / NASpI , per il mantenimento e l’aggiornamento di brevetti, licenze o attestati, finalizzati all’assunzione presso altra azienda richiedente, a condizione che gli stessi siano accompagnati da un impegno di assunzione dei lavoratori formati da parte dell’azienda richiedente. Questi interventi formativi, per lo scopo che si prefiggono, hanno priorità di finanziamento rispetto ad altre tipologie di intervento formativo richiesto;
  • interventi formativi di lavoratori collocati in NASpI , per il mantenimento di brevetti, licenze o attestati.

La circolare, inoltre, fornisce le informazioni su requisiti di accesso agli interventi formativi, misura della prestazione e presentazione della domanda e le istruzioni per la compilazione del flusso UNIEMENS ai fini del conguaglio della prestazione da parte delle aziende e per la gestione del periodo transitorio.

Portale delle Famiglie: i dati sulle prestazioni della maternità

Portale delle Famiglie: i dati sulle prestazioni della maternità

L’INPS, nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha previsto la creazione di una piattaforma integrata della genitorialità denominata “Portale delle Famiglie”.

Tramite il Portale delle Famiglie è possibile visualizzare le informazioni sulle prestazioni erogate o in corso di erogazione, lo stato di lavorazione delle domande, gli eventuali pagamenti, le informazioni relative ai figli minori e il valore del proprio ISEE . Inoltre sono fornite informazioni e servizi integrati, con l’intento di agevolare il genitore nell’interazione con l’Istituto relativamente alle prestazioni erogate a sostegno dei nuclei familiari.

La piattaforma Portale delle Famiglie integra le prestazioni riguardanti il bonus asilo nido, l’Assegno temporaneo per i figli minori, l’assegno di natalità (Bonus Bebè), il bonus baby-sitting e i centri estivi.

Il messaggio 27 dicembre 2022, 4640 comunica il rilascio di una nuova versione della procedura con l’integrazione di alcuni dati afferenti alle prestazioni della maternità.

Tale nuova funzionalità permette all’utente-genitore di consultare le sue domande in tema di:

  • congedi parentali
  • congedi parentali a ore
  • congedi di maternità
  • congedi di paternità
  • assegno di maternità per i lavori atipici e discontinui (c.d. assegno di maternità dello Stato)
  • riposi giornalieri della madre e del padre (c.d. riposi per allattamento).

Per tali prestazioni sono stati inseriti nel Portale in oggetto alcuni dati di sintesi

Onore a Francesco Pilu

Onore a Francesco Pilu

Onore a Francesco Pilu suggestivo cantore, con i Cordas e Cannas, della Sardegna.
Chi sa terra ti siat lebia!
di Francesco Casula

pilu1

Dopo lungo e doloroso calvario,oggi è morto Francesco Pilu : la voce, l’anima, il leader dei CORDAS E CANNAS. Una immane perdita per tutta la Sardegna: di cui ha cantato, in modo passionale ed energico la sua malefadada storia, la sua poesia, la sua civiltà: con la nostra lingua nadìa. Orgogliosamente, convintamente.
Qualche anno fa ho avuto occasione di conoscerlo personalmente, in occasione del Premio che come Giuria dell’Ozieri avevamo assegnato a lui e al suo Gruppo, come migliore band musicale sarda.
Amavo ascoltare le sue canzoni, la sua musica, sua e del suo Gruppo,“quattro ragazzi dalle radici affondate nell’alveo profondo delle culture neolitiche e civiltà nuragiche, orientate a una visione futura”, scrivono opportunamente in un bellissimo libro, «Terra Muda», Decimo Lucio Todde e Bruno Piccinnu.
Cordas e Cannas è la più longeva formazione della World musica sarda che da oltre quarant’anni ha deliziato con la sua musica il pubblico sardo e non solo sardo: la band infatti ha fatto conoscere e portato le sue canzoni in varie parti del mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Sud America al Nord Europa.
Dei loro canti e della loro musica scrivono ancora e in modo struggentemente lirico, gli Autori di «Terra Muda»:“I Cordas e Cannas liberavano nell’etere musiche e canti profusi in echi risuonanti, sprofondati in abissi primordiali; evocanti i palpiti dell’incanto e dell’ignoto per innalzarsi in riverberi di pietra sulla volta agli orizzonti futuri”.
Una musica, quella della band olbiese che ha saputo attingere dalle sonorità ancestrali dimenticate, per condurle nel vivere di tutti i giorni, al fine di raccontare in musica la storia della Sardegna e nel contempo della stessa più alta letteratura e poesia sarda tradizionale, ad iniziare dai sublimi Peppino Mereu e Montanaru, Francesco Ignazio Mannu e Melchiorre Murenu di cui hanno musicato e cantato i loro più bei cantici. Ma anche di Sergio Atzeni, Fabrizio de Andrè, Marisa Sannia e Pinuccio Canu.
Una musica che ha saputo recuperare sonorità indigene, coniugandole e intrecciandole con saund moderni, europei e non solo, di alto livello, proponendosi nel solco di altre esperienze musicali intrernazionali: in tal modo i Cordas e Cannas, proiettano e risvegliano sonos antigos, per condurli nel linguaggio musicale aperto alle espressioni di culture diverse. Rimanendo in tal modo fedeli alla tradizione, ad iniziare da quella orale, ma aperti al mondo, a culture «altre», viepiù arricchenti quella etnica. Così, grazie alla sensibilità musicale, al rispetto di Su Connotu,alla innata creatività e a una grande capacità compositiva, che sono solo alcuni degli affluenti di un prezioso fiume sonoro, in questi quarant’anni la band di Olbia ha potuto soddisfare quel bisogno di musica del nostro popolo, del popolo sardo.
Una musica, quella dei Cordas e Cannas, scrivono ancora gli Autori di «Terra Muda», in termini suggestivi e fascinosi, mitici e fortemente lirici, “concepita nel segno di una nuova coscienza musicale e ambientalista; fiorita fra gli orditi di janas tessitrici, vestite di giungo e paglia, adornate di collane e diademi. Nel suo destino soffia il vento della musica etnica isolana sospinta nei microcosmi musicali di culture diverse, per comporre con evoluti intarsi sonori il mosaico dei popoli minori”.
Un gruppo musicale, quello dei Cordas e Cannas che un poeta come Pinuccio Canu (autore fra l’altro di due testi da loro musicati e cantati (Che foza in su ‘entu e A Manu tenta), «zustamente gosi contat e cantat»: Dae cando at comintzadu, su sòtziu leat una filada e ponet conca a una cherta musicale chi esseret a bessu de ‘ettare a unu e ponner in ispiccu cantu b’aiat in comunu tra su connotu sardu carradu dae ‘ucca in bucca e ateras musicas populares europeas e de atterùe, fintzas a ch’imbatter in sa musica nòdida e famada e in su jazz. S’oriolu e su bisu de sos Cordas e Cannas est cussu de pertziare comente si devet e de suguzare cun afficcu tottu su chi sa musica sarda podiat narrer (siat cussa a boghe sola, siat cussa strumentale) e de nde ‘ogare a pizu totu sos segnales prus semodados e galu aggradessidos a sos de como.
A tali caratteristiche occorrerà aggiungere – ma si sarà ampiamente capito – quella che a mio parere è fondamentale e prioritaria per una band che canta e fa musica etnica isolana: l’utilizzo della lingua sarda. Essendo essa, la nostra lingua materna, la nostra lingua nadìa l’elemento più pregnante e alto della nostra identità. Quella lingua che è soprattutto senso, suoni, musica. Lingua di vocali. Dunque corporale e fisica e insieme aerea, leggera e impalpabile. E le vocali sono per il poeta l’anima della lingua, sono il nesso fra la lingua e il canto; fra la poesia, i numeri della musica, il ritmo e il ballo.
Tanto che, storicamente, i confini fra poesia e musica e danza, sono sempre stati labili e sfumati a tal punto che gli antichi poeti – gli aedi greci per esempio – non scrivevano poesie ma le cantavano, accompagnandosi con la lira: non a caso nasce il termine «lirica» e «aoidòs» in greco significa cantore.
Ma «cantano” anche Dante e Petrarca, Ariosto e Tasso, Leopardi e un poeta del ‘900 come Dino Campana (Canti Orfici).

pilu2

E i cantadores sardi, ad iniziare dai poeti improvvisatori che cantano con la lingua materna che riassume la fisionomia, il timbro, l’energia inventiva, la cultura, la civiltà peculiare del nostro popolo. Una lingua – il Sardo – che è insieme memoria e universo di saperi e di suoni. Che sottende – talvolta in modo nascosto e subliminale – senso e insieme oltresenso, musica, ritmo e ballo. Segnatamente il ballo tondo: momento magico in cui l’intera comunità, «tott’umpare, si pesat a ballare, si muove in cerchio. E con questo esprime una molteplicità di segni, significati, simboli e riti: l’armonia dell’universo, il movimento dell’acqua e del fuoco, il Nuraghe. E con esso tutta la civiltà e la cultura nuragica che evoca e richiama: la democrazia federalista e comunitaria, il rifiuto del capo, del gerarca, del sovrano, del tiranno – la Sardegna è sempre stata acefala – la difesa intransigente dell’autonomia e dell’indipendenza di ogni singola comunità, di ogni singolo villaggio.
Quella lingua che è soprattutto espressione della nostra civiltà e della nostra storia dunque, ma nel contempo, strumento per difendere e sviluppare la nostra identità e la nostra coscienza di popolo e di nazione. Una lingua, i cui lemmi che la compongono, infatti, prima di essere un suono sono stati oggetti, oggetti che hanno creato una civiltà, oggetti che hanno creato storia e «paristoria, lavoro, tradizioni, letteratura, cultura. E la cultura è data dal battesimo dell’oggetto.
Quella lingua che è ancora libera, popolana, vera, indipendente, ricca: istinto e fantasia, passione e sentimento. A fronte delle lingue imperiali, viepiù fredde, commerciali e burocratiche, viepiù liquide e gergali,invertebrate e povere, al limite dell’afasia: certo indossano cravatta e livrea ma rischiano di essere solo dei manichini. Come la stessa lingua italiana.

La vulnerabilità dei Rom in Europa Europa

La vulnerabilità dei Rom in Europa Europa

I Rom sono la minoranza etnica più numerosa in Europa ma anche uno dei gruppi più vulnerabili. L’incidenza del rischio povertà è quattro volte quello degli autoctoni e il tasso di occupazione raggiunge livelli molto più bassi.

 

Quando si parla di “Rom” si fa riferimento a un insieme di gruppi tra cui i Sinti, gli Ashkali, gli Yenish e numerosi altri popoli nomadi. Si tratta della minoranza etnica più numerosa d’Europa, contando diversi milioni di membrima anche di uno dei gruppi più vulnerabili. In primis dal punto di vista socio-economico.

6 milioni i Rom residenti in Europa, secondo le stime della commissione europea (2020).

Una cifra che arriva ai 10-12 milioni contando anche le persone senza cittadinanza.

Le iniziative Ue per l’inclusione dei rom

La commissione europea si è impegnata a tutelare i diritti dei rom e a prevenirne la discriminazione. Dal 2011 al 2020 le istituzioni si sono concentrate esclusivamente sull’aspetto socio-economico. Più recentemente, con l’implementazione del framework strategico dell’Ue per l’uguaglianza, inclusione e partecipazione dei Rom, lo scopo è stato esteso, comprendendo anche gli ambiti della partecipazione civile e della discriminazione.

In tale contesto la commissione fissa 7 obiettivi da raggiungere entro il 2030. In primo luogo, combattere e prevenire l’antiziganismo e la discriminazione. Segue la riduzione della povertà e dell’esclusione sociale, che prevede di colmare il divario con i cittadini autoctoni. Altro obiettivo prefissato è quello di promuovere la partecipazione dei Rom nella società civile, come di aumentare la parità di accesso a istruzione e occupazione. Infine, prevede di migliorare la salute e l’accesso ai servizi sanitari e agli alloggi. Non ci si riferisce soltanto all’adeguatezza della condizione abitativa ma anche a ridurre la segregazione, per favorire l’inclusione.

Se relativamente a tali traguardi occorre conseguire progressi minimi entro il 2030, lo scopo a lungo termine resta quello di garantire un’uguaglianza efficace e di colmare il divario tra i Rom e il resto della popolazione.

Uno degli strumenti utilizzati per monitorare il progresso in vista di tali obiettivi è il sondaggio dell’agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra, acronimo inglese di European union agency for fundamental rights).

Le tematiche analizzate sono, rispecchiando i sopracitati obiettivi, lo status socio-economico delle comunità Rom, la loro percezione di discriminazione, i livelli di occupazione e di educazione, e la questione dell’alloggio e dell’accesso all’assistenza sanitaria.

Le condizioni socio-economiche dei rom in Europa

Dal sondaggio emerge che i Rom spesso vivono in condizioni di estrema fragilità. Sono più esposti alla povertà e all’esclusione sociale e svolgono meno frequentemente un lavoro retribuito. Il divario con i cittadini autoctoni è molto ampio.

80% delle famiglie rom in Europa (nei 10 paesi coperti dal sondaggio Fra) è a rischio povertà (2021).

La media della popolazione generale è invece pari al 17% (con un divario quindi di oltre 60 punti percentuali). Se si considerano soltanto i minori, la quota è ancora più elevata. Si tratta dell’83%, contro il 20% dei minori tra la popolazione generale.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati provengono da un sondaggio condotto dall’agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) sui Rom in 10 paesi dei quali 8 membri dell’Unione europea, a cui si sono aggiunte rilevazioni sostenute dalla Fra a livello nazionale in Bulgaria e Slovacchia. Con “a rischio povertà” si intende la quota di persone che percepiscono un reddito familiare disponibile mensile (al netto delle tasse, diviso per il numero di membri) inferiore al 60% del reddito mediano nazionale (con il 2020 come anno di riferimento). I dati italiani e slovacchi sono riferiti al 2020, quelli bulgari al 2019. Per quanto riguarda la popolazione generale, il dato viene invece dai sondaggi Eu-Silc e dallo European community household panel survey, e risale al 2020 (aggiornato al 10 febbraio 2022). A eccezione di quello italiano, relativo al 2019.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Fra
(consultati: mercoledì 21 Dicembre 2022)

 

In quattro paesi su 10 (Portogallo, Italia, Spagna e Grecia) oltre il 90% dei Rom intervistati risulta essere a rischio povertà. Negli altri stati che hanno partecipato al sondaggio il dato risulta comunque molto elevato, aggirandosi tra l’86% della Croazia e il 71% della Bulgaria.

I paesi dell’Europa meridionale sono i primi anche se si considera il divario con gli autoctoni, che in Portogallo arriva a 80 punti percentuali. Ultima da questo punto di vista è ancora una volta la Bulgaria, che è anche lo stato con la quota più elevata di cittadini autoctoni considerati a rischio (qui lo scarto è pari a 47 punti).

Più contenuti ma comunque elevati anche i divari dal punto di vista della partecipazione al mondo del lavoro. Se infatti l’80% dei Rom è a rischio povertà, il 43% però dichiara di avere una qualche forma di impiego retribuito.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati provengono da un sondaggio condotto dall’agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) sui Rom in 10 paesi dei quali 8 membri dell’Unione europea, a cui si sono aggiunte rilevazioni sostenute dalla Fra a livello nazionale in Bulgaria e Slovacchia. Le quote si riferiscono alle persone intervistate, di età compresa tra i 20 e i 64 anni, che hanno riportato come proprio principale status di attività il “lavoro retribuito” (categoria che include il lavoro sia a tempo pieno che part-time, i lavori ad hoc, autonomi o occasionali, nonché qualsiasi attività lavorativa svolta nelle ultime 4 settimane precedenti alla rilevazione). Il dato relativo alla popolazione generale risale al 2020.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Fra
(consultati: mercoledì 21 Dicembre 2022)

 

Ungheria e Italia sono i due paesi Ue in cui la quota più elevata di Rom dichiara di svolgere un qualche tipo di lavoro (rispettivamente il 62% e il 61%). Agli ultimi posti invece la Spagna con il 25% e il Portogallo (31%).

Quanto al divario con i cittadini autoctoni, è ancora una volta il Portogallo a registrare quello più marcato (44 punti percentuali). Seguono la Spagna e la Slovacchia, entrambe con scarti superiori ai 40 punti. Ultima l’Italia, con una differenza pari ad appena 2 punti.

Foto: Banca mondiale

 

Pensionati: 3 agevolazioni da non perdere (la terza è la migliore!)

Pensionati: 3 agevolazioni da non perdere (la terza è la migliore!)

Giugno 2022

Oggi i pensionati possono usufruire queste 3 speciali agevolazioni:

1. Sconti sulle bollette

In favore degli over 75 sono previsti sconti per bollette telefoniche, di luce e gas ed esenzione dal pagamento del Canone Rai. Per richiedere questi sconti bisogna rivolgersi al CAF e al proprio gestore telefonico o energetico.

2. Esenzioni dal pagamento del ticket sanitario

I pensionati con reddito annuo fino a 36.151,98 euro, possono ottenere esenzioni o riduzioni per il pagamento di ticket sanitari per visite o acquisto di farmaci. La richiesta va effettuata presso la propria ASL di competenza.

3. Convenzione INPS

I pensionati possono richiedere presso le banche e finanziarie convenzionate con l’INPS prestiti agevolati rimborsabili con piccole trattenute sulla pensione.

Ecco alcuni dei vantaggi:

✅ Il tasso è sempre inferiore ai Tassi Soglia Convenzionali
✅ Rata mai superiore al quinto della pensione
✅ NO Garante e NO ipoteche
✅ Accessibile anche a cattivi pagatori con finanziamenti in corso

VERIFICA SE RIENTRI

Clicca sul tuo anno di nascita per verificare se rientri nei Prestiti in Convenzione INPS :

1941194219431944194519461947194819491950195119521953195419551956195719581959


Cliccando sui tasti, dopo un breve questionario avrai la possibilità di richiedere un contatto da un consulente e verificare la fattibilità del prestito.

 

Chi nomina i prefetti

Chi nomina i prefetti

I prefetti sono nominati dal ministro dell’interno, da cui dipendono direttamente e con cui devono mantenere rapporti di fiducia e piena collaborazione indipendentemente dal colore politico del ministro e del governo in carica.

Definizione

La nomina a prefetto e’ conferita con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno

Quella di prefetto è la qualifica più alta in grado dei funzionari di carriera prefettizia. La nomina avviene con decreto del presidente della repubblica. Si tratta tuttavia di un atto solo formalmente presidenziale ma sostanzialmente governativo.

Il ministro dell’interno ha un ampio margine di discrezionalità nella nomina dei dirigenti alla carica di prefetto.

La nomina infatti fa seguito a una deliberazione del consiglio dei ministri che si esprime su proposta del ministro dell’interno. È questa figura a disporre di un ampio margine di discrezionalità sulla nomina dei prefetti. Il procedimento inizia con una commissione consultiva che individua i funzionari con la carica di viceprefetto ritenuti idonei alla nomina, in base a valutazioni sul percorso di carriera. In seguito a questa valutazione viene stilato un elenco di funzionari pari ad almeno il doppio dei posti disponibili. Alcuni posti in lista sono inoltre riservati a dirigenti della polizia di stato. A questo punto il ministro dell’interno, in vista della proposta al consiglio dei ministri, sceglie tra i funzionari presenti nella lista.

La qualifica di prefetto permette di ricoprire incarichi di vertice presso il ministero dell’interno, ma anche altri ruoli come il capo o vicecapo della polizia di stato. Inoltre i prefetti possono essere nominati alla guida di una prefettura – ufficio territoriale del governo. Anche questo incarico è conferito con decreto del presidente della repubblica, previa deliberazione del consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’interno. Tuttavia in questo caso la scelta del ministro avviene tra il personale che già detiene il titolo di prefetto.

Dati

Dei prefetti attualmente a capo delle 103 prefetture – uffici territoriali del governo (Utg) più i due commissariati del governo (nelle province autonome) sono 21 quelli nominati dall’attuale ministro Matteo Piantedosi. Un numero considerevole se si tiene conto che, al momento della stesura di questo articolo il ministro è in carica da appena 2 mesi. Quasi tutti i rimanenti (76) invece risultano nominati dall’ex ministra Luciana Lamorgese. Comunque, nonostante Lamorgese abbia ricoperto l’incarico per oltre 3 anni, risultano ancora in carica 7 prefetti nominati dal ministro Matteo Salvini e addirittura 1 nominato da Marco Minniti. Ovvero il prefetto a capo del commissariato del governo di Bolzano.

Osservando il totale delle nomine effettuate dai ministri dell’interno per questo incarico, indipendentemente dal fatto che gli incarichi siano ancora attuali, possiamo rilevare che in media un ministro nomina tra i 40 e i 50 prefetti ogni anno.

 

Da questo punto di vista, risulta particolarmente attivo l’ex ministro Salvini che in appena 1 anno e 3 mesi trascorsi al Viminale, ha nominato ben 70 prefetti al vertice di un ufficio territoriale del governo.

Analisi

Quello di prefetto è un incarico di carriera ma allo stesso tempo prevede un rapporto di fiducia e stretta collaborazione con il ministro dell’interno, da cui dipende direttamente. Questo vale per i prefetti con ruoli dirigenziali presso il ministero ma a maggior ragione per coloro che sono capo degli uffici territoriali. I prefetti infatti devono uniformarsi alle direttive dell’esecutivo e godere della fiducia del governo, che può revocargli l’incarico in qualsiasi momento.

Guardando ad esempio alla carriera di Matteo Piantedosi emerge chiaramente come gli siano stati attribuiti incarichi di rilievo da ministri provenienti da aree politiche molto diverse.

Nel 2017 infatti è stato nominato prefetto di Bologna dall’allora ministro del Partito democratico Marco Minniti. Successivamente, con la nascita del primo governo Conte (2018) il ministro Salvini (Lega) lo ha chiamato a ricoprire il fondamentale incarico di capo di gabinetto.

Nonostante la crisi di governo e la nascita del secondo governo Conte, inizialmente la ministra Luciana Lamorgese lo ha mantenuto nell’incarico per poi assegnarli il vertice della prefettura più importante d’Italia, quella di Roma (2020). Incarico che ha ricoperto fino alla nascita del governo Meloni, quando è stato nominato ministro.

Una volta ricevuto l’incarico politico Piantedosi ha nominato un nuovo capo di gabinetto (Maria Teresa Sempreviva). È interessante notare tuttavia, che come aveva fatto Lamorgese proprio con Piantedosi, anche il precedente capo di gabinetto del Viminale (Bruno Frattasi) è stato poi destinato dal nuovo ministro alla prefettura di Roma. Un incarico che, come abbiamo detto, è molto importante ma in cui forse non è necessario lo stesso allineamento politico con il ministro che deve invece avere il suo capo di gabinetto.