Archivi giornalieri: 29 dicembre 2022

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Fondo integrazione salariale: nuovo file e “dichiarazione fruito”

Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono stati definiti alcuni progetti volti a realizzare una “Piattaforma Unica delle Integrazioni Salariali”. Uno di questi progetti è dedicato alla realizzazione di un nuovo modulo di istruttoria valido per tutte le integrazioni salariali, che si avvale di alcuni servizi comuni a tutte le prestazioni nell’ottica di una standardizzazione delle procedure e dell’uniformità di gestione.

Il messaggio 28 dicembre 2022, n. 4653 fornisce istruzioni in merito alle domande di accesso all’assegno di integrazione salariale erogato dal Fondo di Integrazione Salariale e dai Fondi di solidarietà e comunica l’avvenuta predisposizione di un nuovo modello di “dichiarazione fruito” e un nuovo file .csv contenente la lista dei beneficiari.

Il datore di lavoro che ha completato le settimane autorizzate e deve presentare una nuova domanda di assegno di integrazione salariale, può inviare mediante il servizio “Comunicazione bidirezionale” un file che consenta di dichiarare, per ogni unità produttiva, l’esatto numero di giornate di trattamento effettivamente fruite in relazione alle autorizzazioni relative all’unità produttiva (UP) per la quale intende presentare domanda.

Per le domande già inviate, la trasmissione del file dovrà essere effettuata con la massima tempestività entro il 26 gennaio 2023. In caso di mancata trasmissione del suddetto file, l’Istituto continuerà a considerare il periodo autorizzato e quello fruito come coincidenti.

Per una corretta trasmissione tramite il servizio “Comunicazione bidirezionale”, è necessario esportare il file correttamente compilato in formato .csv e, successivamente, inserire quest’ultimo in una cartella con estensione .zip.

I datori di lavoro potranno (fino al 28 febbraio 2023), allegare alla domanda di assegno di integrazione salariale, in alternativa al formato semplificato, il file .csv nel formato conforme all’Allegato n. 3 della circolare INPS 2 dicembre 2015, n. 197.

Nell’ipotesi di mancanza o incompletezza dei flussi che non consentano all’Istituto la concessione di tutte le ore richieste, il datore di lavoro potrà regolarizzare le posizioni e trasmettere i flussi mancanti.

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi

Fondo Trasporto Aereo: domanda per finanziamento programmi

Con la circolare INPS 28 dicembre 2022, n. 138 l’Istituto fornisce le istruzioni per l’accesso al finanziamento di programmi formativi di riconversione e di riqualificazione professionale da parte del Fondo Trasporto Aereo (Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale).

Il finanziamento può essere richiesto per gli interventi formativi che abbiano le seguenti finalità:

  • interventi formativi di lavoratori, anche se collocati in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria ( CIGS ), finalizzati alla riconversione o riqualificazione professionale anche conseguenti a processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale, nonché per il mantenimento di licenze, abilitazioni e brevetti, svolti direttamente dal datore di lavoro richiedente;
  • interventi formativi di lavoratori in CIGS / NASpI , per il mantenimento e l’aggiornamento di brevetti, licenze o attestati, finalizzati all’assunzione presso altra azienda richiedente, a condizione che gli stessi siano accompagnati da un impegno di assunzione dei lavoratori formati da parte dell’azienda richiedente. Questi interventi formativi, per lo scopo che si prefiggono, hanno priorità di finanziamento rispetto ad altre tipologie di intervento formativo richiesto;
  • interventi formativi di lavoratori collocati in NASpI , per il mantenimento di brevetti, licenze o attestati.

La circolare, inoltre, fornisce le informazioni su requisiti di accesso agli interventi formativi, misura della prestazione e presentazione della domanda e le istruzioni per la compilazione del flusso UNIEMENS ai fini del conguaglio della prestazione da parte delle aziende e per la gestione del periodo transitorio.

Portale delle Famiglie: i dati sulle prestazioni della maternità

Portale delle Famiglie: i dati sulle prestazioni della maternità

L’INPS, nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha previsto la creazione di una piattaforma integrata della genitorialità denominata “Portale delle Famiglie”.

Tramite il Portale delle Famiglie è possibile visualizzare le informazioni sulle prestazioni erogate o in corso di erogazione, lo stato di lavorazione delle domande, gli eventuali pagamenti, le informazioni relative ai figli minori e il valore del proprio ISEE . Inoltre sono fornite informazioni e servizi integrati, con l’intento di agevolare il genitore nell’interazione con l’Istituto relativamente alle prestazioni erogate a sostegno dei nuclei familiari.

La piattaforma Portale delle Famiglie integra le prestazioni riguardanti il bonus asilo nido, l’Assegno temporaneo per i figli minori, l’assegno di natalità (Bonus Bebè), il bonus baby-sitting e i centri estivi.

Il messaggio 27 dicembre 2022, 4640 comunica il rilascio di una nuova versione della procedura con l’integrazione di alcuni dati afferenti alle prestazioni della maternità.

Tale nuova funzionalità permette all’utente-genitore di consultare le sue domande in tema di:

  • congedi parentali
  • congedi parentali a ore
  • congedi di maternità
  • congedi di paternità
  • assegno di maternità per i lavori atipici e discontinui (c.d. assegno di maternità dello Stato)
  • riposi giornalieri della madre e del padre (c.d. riposi per allattamento).

Per tali prestazioni sono stati inseriti nel Portale in oggetto alcuni dati di sintesi

Onore a Francesco Pilu

Onore a Francesco Pilu

Onore a Francesco Pilu suggestivo cantore, con i Cordas e Cannas, della Sardegna.
Chi sa terra ti siat lebia!
di Francesco Casula

pilu1

Dopo lungo e doloroso calvario,oggi è morto Francesco Pilu : la voce, l’anima, il leader dei CORDAS E CANNAS. Una immane perdita per tutta la Sardegna: di cui ha cantato, in modo passionale ed energico la sua malefadada storia, la sua poesia, la sua civiltà: con la nostra lingua nadìa. Orgogliosamente, convintamente.
Qualche anno fa ho avuto occasione di conoscerlo personalmente, in occasione del Premio che come Giuria dell’Ozieri avevamo assegnato a lui e al suo Gruppo, come migliore band musicale sarda.
Amavo ascoltare le sue canzoni, la sua musica, sua e del suo Gruppo,“quattro ragazzi dalle radici affondate nell’alveo profondo delle culture neolitiche e civiltà nuragiche, orientate a una visione futura”, scrivono opportunamente in un bellissimo libro, «Terra Muda», Decimo Lucio Todde e Bruno Piccinnu.
Cordas e Cannas è la più longeva formazione della World musica sarda che da oltre quarant’anni ha deliziato con la sua musica il pubblico sardo e non solo sardo: la band infatti ha fatto conoscere e portato le sue canzoni in varie parti del mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Sud America al Nord Europa.
Dei loro canti e della loro musica scrivono ancora e in modo struggentemente lirico, gli Autori di «Terra Muda»:“I Cordas e Cannas liberavano nell’etere musiche e canti profusi in echi risuonanti, sprofondati in abissi primordiali; evocanti i palpiti dell’incanto e dell’ignoto per innalzarsi in riverberi di pietra sulla volta agli orizzonti futuri”.
Una musica, quella della band olbiese che ha saputo attingere dalle sonorità ancestrali dimenticate, per condurle nel vivere di tutti i giorni, al fine di raccontare in musica la storia della Sardegna e nel contempo della stessa più alta letteratura e poesia sarda tradizionale, ad iniziare dai sublimi Peppino Mereu e Montanaru, Francesco Ignazio Mannu e Melchiorre Murenu di cui hanno musicato e cantato i loro più bei cantici. Ma anche di Sergio Atzeni, Fabrizio de Andrè, Marisa Sannia e Pinuccio Canu.
Una musica che ha saputo recuperare sonorità indigene, coniugandole e intrecciandole con saund moderni, europei e non solo, di alto livello, proponendosi nel solco di altre esperienze musicali intrernazionali: in tal modo i Cordas e Cannas, proiettano e risvegliano sonos antigos, per condurli nel linguaggio musicale aperto alle espressioni di culture diverse. Rimanendo in tal modo fedeli alla tradizione, ad iniziare da quella orale, ma aperti al mondo, a culture «altre», viepiù arricchenti quella etnica. Così, grazie alla sensibilità musicale, al rispetto di Su Connotu,alla innata creatività e a una grande capacità compositiva, che sono solo alcuni degli affluenti di un prezioso fiume sonoro, in questi quarant’anni la band di Olbia ha potuto soddisfare quel bisogno di musica del nostro popolo, del popolo sardo.
Una musica, quella dei Cordas e Cannas, scrivono ancora gli Autori di «Terra Muda», in termini suggestivi e fascinosi, mitici e fortemente lirici, “concepita nel segno di una nuova coscienza musicale e ambientalista; fiorita fra gli orditi di janas tessitrici, vestite di giungo e paglia, adornate di collane e diademi. Nel suo destino soffia il vento della musica etnica isolana sospinta nei microcosmi musicali di culture diverse, per comporre con evoluti intarsi sonori il mosaico dei popoli minori”.
Un gruppo musicale, quello dei Cordas e Cannas che un poeta come Pinuccio Canu (autore fra l’altro di due testi da loro musicati e cantati (Che foza in su ‘entu e A Manu tenta), «zustamente gosi contat e cantat»: Dae cando at comintzadu, su sòtziu leat una filada e ponet conca a una cherta musicale chi esseret a bessu de ‘ettare a unu e ponner in ispiccu cantu b’aiat in comunu tra su connotu sardu carradu dae ‘ucca in bucca e ateras musicas populares europeas e de atterùe, fintzas a ch’imbatter in sa musica nòdida e famada e in su jazz. S’oriolu e su bisu de sos Cordas e Cannas est cussu de pertziare comente si devet e de suguzare cun afficcu tottu su chi sa musica sarda podiat narrer (siat cussa a boghe sola, siat cussa strumentale) e de nde ‘ogare a pizu totu sos segnales prus semodados e galu aggradessidos a sos de como.
A tali caratteristiche occorrerà aggiungere – ma si sarà ampiamente capito – quella che a mio parere è fondamentale e prioritaria per una band che canta e fa musica etnica isolana: l’utilizzo della lingua sarda. Essendo essa, la nostra lingua materna, la nostra lingua nadìa l’elemento più pregnante e alto della nostra identità. Quella lingua che è soprattutto senso, suoni, musica. Lingua di vocali. Dunque corporale e fisica e insieme aerea, leggera e impalpabile. E le vocali sono per il poeta l’anima della lingua, sono il nesso fra la lingua e il canto; fra la poesia, i numeri della musica, il ritmo e il ballo.
Tanto che, storicamente, i confini fra poesia e musica e danza, sono sempre stati labili e sfumati a tal punto che gli antichi poeti – gli aedi greci per esempio – non scrivevano poesie ma le cantavano, accompagnandosi con la lira: non a caso nasce il termine «lirica» e «aoidòs» in greco significa cantore.
Ma «cantano” anche Dante e Petrarca, Ariosto e Tasso, Leopardi e un poeta del ‘900 come Dino Campana (Canti Orfici).

pilu2

E i cantadores sardi, ad iniziare dai poeti improvvisatori che cantano con la lingua materna che riassume la fisionomia, il timbro, l’energia inventiva, la cultura, la civiltà peculiare del nostro popolo. Una lingua – il Sardo – che è insieme memoria e universo di saperi e di suoni. Che sottende – talvolta in modo nascosto e subliminale – senso e insieme oltresenso, musica, ritmo e ballo. Segnatamente il ballo tondo: momento magico in cui l’intera comunità, «tott’umpare, si pesat a ballare, si muove in cerchio. E con questo esprime una molteplicità di segni, significati, simboli e riti: l’armonia dell’universo, il movimento dell’acqua e del fuoco, il Nuraghe. E con esso tutta la civiltà e la cultura nuragica che evoca e richiama: la democrazia federalista e comunitaria, il rifiuto del capo, del gerarca, del sovrano, del tiranno – la Sardegna è sempre stata acefala – la difesa intransigente dell’autonomia e dell’indipendenza di ogni singola comunità, di ogni singolo villaggio.
Quella lingua che è soprattutto espressione della nostra civiltà e della nostra storia dunque, ma nel contempo, strumento per difendere e sviluppare la nostra identità e la nostra coscienza di popolo e di nazione. Una lingua, i cui lemmi che la compongono, infatti, prima di essere un suono sono stati oggetti, oggetti che hanno creato una civiltà, oggetti che hanno creato storia e «paristoria, lavoro, tradizioni, letteratura, cultura. E la cultura è data dal battesimo dell’oggetto.
Quella lingua che è ancora libera, popolana, vera, indipendente, ricca: istinto e fantasia, passione e sentimento. A fronte delle lingue imperiali, viepiù fredde, commerciali e burocratiche, viepiù liquide e gergali,invertebrate e povere, al limite dell’afasia: certo indossano cravatta e livrea ma rischiano di essere solo dei manichini. Come la stessa lingua italiana.