Archivi giornalieri: 22 dicembre 2022

Decontribuzione Sud: proroga e aumento dei massimali concedibili

Decontribuzione Sud: proroga e aumento dei massimali concedibili

La Commissione europea ha prorogato l’applicabilità della Decontribuzione Sud al 31 dicembre 2023, ritenendo che le misure di sostegno nazionali possano aiutare le imprese colpite dalle gravi ripercussioni sull’economia causate dall’aggressione russa all’Ucraina, dalle sanzioni imposte dall’Unione europea o dai suoi partner internazionali, nonché dalle contromisure economiche adottate finora dalla Russia, preservando i livelli di occupazione.

Con il messaggio 21 dicembre 2022, n. 4593 l’INPS informa che, di conseguenza, i benefici potranno trovare applicazione fino al mese di competenza dicembre 2023.

Il massimale di erogazione degli aiuti, inoltre, è stato innalzato a:

  • 300.000 euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura;
  • 2 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.

Nel messaggio vengono fornite le indicazioni in merito all’applicazione dei nuovi massimali.

Indennità disoccupazione ALAS e NASPI: chiarimenti su domande errate

Indennità disoccupazione ALAS e NASPI: chiarimenti su domande errate

Le Strutture territoriali INPS hanno ricevuto diverse richieste di chiarimento in ordine alla possibilità di trasformazione di domande di indennità di disoccupazione ALAS, erroneamente presentate, in domande di disoccupazione NASpI e viceversa (messaggio 31 luglio 2018, n. 3058)

Le due prestazioni, ALAS e NASPI , sono disciplinate da distinte disposizioni normative e i rispettivi destinatari sono tra loro molto differenti.

A tal fine, con il messaggio 20 dicembre 2022, n. 4581 l’Istituto fornisce indicazioni sulle relative discipline e dispone che, le Strutture territoriali dovranno procedere alla trasformazione delle domande di ALAS in NASpI e viceversa, esclusivamente su istanza dell’interessato. Quindi vengono precisate le differenti dichiarazioni che l’interessato dovrà necessariamente fornire nella presentazione della propria domanda.

Con apposito separato messaggio saranno dettagliate indicazioni e modalità per l’attività in autotutela delle Strutture territoriali, attivabile in presenza di istanze di parte o di ricorsi amministrativi riferiti a domande erroneamente presentate, per le quali non sia intervenuta decadenza dal diritto.

Osservatorio CIG: i dati di novembre 2022

Osservatorio CIG: i dati di novembre 2022

È stato pubblicato l’Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni  con i con i dati di novembre 2022.

A novembre sono state autorizzate in totale 41.080.420 ore, il 6,8% in meno rispetto a ottobre e il 54,9% in meno rispetto a novembre 2021.

Le ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria autorizzate sono state 25.426.299. A ottobre erano state autorizzate 24.738.396 ore, con una variazione congiunturale del 2,8%.

Il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria autorizzate a novembre 2022 è stato pari a 12.355.776, di cui 7.737.445 per solidarietà, con un decremento del 61,8% rispetto a quanto autorizzato nel mese precedente.

Gli interventi di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga sono stati pari a 41.153 ore autorizzate. La variazione congiunturale registra a novembre 2022, rispetto al mese precedente, un decremento del -44,6%.

Il numero di ore autorizzate nei fondi di solidarietà è pari a 3.257.192 e registra un decremento rispetto al mese precedente del -84,7%.

Consiglio UE: imposizione fiscale minima a grandi aziende

Consiglio UE: imposizione fiscale minima a grandi aziende

LB

L’utile dei grandi gruppi multinazionali e nazionali o delle grandi imprese con un fatturato annuo globale pari ad almeno 750 milioni di EUR sarà assoggettato a un’aliquota d’imposta che non potrà essere inferiore al 15%.

1. L’accordo unanime sulla tassazione delle multinazionali

1. L’accordo unanime sulla tassazione delle multinazionali

2. L’aliquota minima da applicare alle grandi imprese

3. L’accordo dell’ottobre 2021

4. La riforma delle norme in materia di tassazione internazionale delle società

Indice

1. L’accordo unanime sulla tassazione delle multinazionali

Il Consiglio dell’UE, con un comunicato stampa del 12 dicembre 2022, ha reso noto che gli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo preordinato ad attuare, a livello dell’UE, la componente relativa all’imposizione minima (cd. secondo pilastro) della riforma in materia di tassazione internazionale dell’OCSE. Gli ambasciatori degli Stati membri presso l’UE hanno deciso di raccomandare al Consiglio di adottare la direttiva relativa al secondo pilastro per la cui adozione formale sarà avviata una procedura scritta. Il Comitato dei rappresentanti permanenti ha raggiunto, il 12 dicembre, il consenso unanime richiesto.

2. L’aliquota minima da applicare alle grandi imprese

L’effettiva attuazione della direttiva limiterà la corsa al ribasso delle aliquote dell’imposta sulle società. L’utile dei grandi gruppi multinazionali e nazionali o delle grandi imprese con un fatturato annuo complessivo pari ad almeno 750 milioni di EUR sarà assoggettato a un’aliquota d’imposta che non potrà essere inferiore al 15%. La novella normativa ridurrà il rischio di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili, quindi garantirà il pagamento dell’aliquota minima globale convenuta per l’imposta sulle società da parte dei maggiori gruppi multinazionali.

3. L’accordo dell’ottobre 2021

L’8 ottobre 2021 quasi 140 paesi del quadro inclusivo dell’OCSE/G20 sull’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS) avevano raggiunto un accordo storico sulla riforma della tassazione internazionale, come pure su un piano di attuazione dettagliato.

4. La riforma delle norme in materia di tassazione internazionale delle società

Consiste in due pilastri:

  • Il primo pilastro riguarda il nuovo sistema di attribuzione dei diritti di imposizione delle maggiori imprese multinazionali alle giurisdizioni in cui sono realizzati gli utili. L’elemento fondamentale di tale pilastro è una convenzione multilaterale, e i lavori tecnici sui dettagli sono in corso nell’ambito del quadro inclusivo;
  • Il secondo pilastro comprende norme preordinate a ridurre le possibilità di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili, affinché i maggiori gruppi multinazionali di imprese versino un’aliquota minima di imposta sulle società. A livello giuridico tale pilastro risulta ora sancito in una direttiva dell’UE che è stata adottata all’unanimità col voto favorevole di tutti gli Stati membri.

Il 22 dicembre 2021 la Commissione aveva presentato una proposta di direttiva per attuare il secondo pilastro in modo coerente e compatibile con il diritto dell’UE.

Lavoratori frontalieri: ratificato accordo sulla tassazione

Lavoratori frontalieri: ratificato accordo sulla tassazione

RB

>>>Leggi il comunicato stampa sull’accordo<<<

1. Disciplina generale dell’accordo Italia-Svizzera

1. Disciplina generale dell’accordo Italia-Svizzera

2. Quali sono i punti salienti disciplinati dal nuovo accordo?

Indice

1. Disciplina generale dell’accordo Italia-Svizzera

Il Consiglio dei Ministri, con il comunicato stampa n. 6 del 24 novembre 2022, ha comunicato l’approvazione del disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo tra Italia e Svizzera riguardante i lavoratori frontalieri e alle doppie imposizioni.
L’accordo in scrutinio sostituisce quello del 1974 e risponde alla necessità di adeguare e rimodernare il quadro giuridico-fiscale al fine di eliminare le doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe cui sono soggetti i lavoratori frontalieri. Il nuovo testo, inoltre, si differenzia da quello precedente in quanto delinea anche il trattamento economico dei frontalieri elvetici che lavorano in Italia.

2. Quali sono i punti salienti disciplinati dal nuovo accordo?

In merito ai punti più salienti del nuovo accordo, si segnala quanto segue:

Ai lavoratori summenzionati viene applicato il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore del nuovo accordo.
L’obiettivo dell’accordo italo-svizzero sarebbe quello di rendere meno competitivo il mercato del lavoro nel Cantone svizzero di lingua italiana, innovando la disciplina applicata ai lavoratori transfrontalieri

  • Vengono delineate le aree di frontaliere, che, per quanto concerne l’Italia sono le Regioni Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta nonché la Provincia autonoma di Bolzano;
  • Viene definito il metodo della tassazione concorrente;
  • Viene disposto un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato con decorrenza dal 31 dicembre 2018. Ai lavoratori summenzionati viene applicato il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore del nuovo accordo.

L’obiettivo dell’accordo italo-svizzero sarebbe quello di rendere meno competitivo il mercato del lavoro nel Cantone svizzero di lingua italiana, innovando la disciplina applicata ai lavoratori transfrontalieri.

INAIL: istruzioni sulla nuova disciplina dei congedi

INAIL: istruzioni sulla nuova disciplina dei congedi

 
LB
 
 

 

L’INAIL, con la nota del 6 dicembre 2022, ha fornito istruzioni al personale ispettivo sulla corretta applicazione e i profili sanzionatori della disciplina del D.Lgs. n. 105/2022 che, nel modificare, fra l’altro, il D.Lgs. n. 151/2001 e la L. n. 104/1992, ha introdotto misure per realizzare un migliore contemperamento tra l’attività lavorativa e professionale e la vita familiare dei genitori e dei prestatori di assistenza, nonché una più equa condivisione tra uomini e donne delle responsabilità di cura e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare.

>>>Leggi la nota 2414 del 6/12/2022<<<

 

 
 

1. Il congedo di paternità

 

2. Le sanzioni

 

3. Congedo di paternità alternativo

 

4. Divieto di licenziamento

 

Indice

1. Il congedo di paternità

L’art. 27-bis del D.Lgs. n. 151/2001 (introdotto dall’art. 2, c. 1, lett. c), D.Lgs. n. 105/2022) disciplina il “congedo di paternità obbligatorio”, riconosciuto al padre lavoratore dipendente per un periodo di 10 giorni lavorativi (20 in caso di parto plurimo) e con corresponsione di una indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione. Le giornate di congedo non sono frazionabili a ore e possono essere utilizzate anche in via non continuativa nell’arco temporale intercorrente tra i 2 mesi precedenti la data presunta del parto e i 5 mesi successivi. Tali giorni sono fruibili anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice e sono riconosciuti anche al padre che fruisce del congedo di paternità alternativo di cui all’art. 28 del D.Lgs. n. 151/2001. Il datore di lavoro è tenuto al riconoscimento del congedo richiesto dal lavoratore nei modi previsti dal c. 6 dell’art. 27-bis (comunicazione in forma scritta al datore di lavoro dei giorni in cui si intende fruire del congedo, anche attraverso “l’utilizzo, ove presente, del sistema informativo aziendale per la richiesta e la gestione delle assenze”, con un anticipo non minore di cinque giorni, ove possibile in relazione all’evento nascita, sulla base della data presunta del parto e fatte salve le condizioni di miglior favore previste dalla contrattazione collettiva).

 

2. Le sanzioni

Il legislatore ha introdotto l’art. 31-bis al D.Lgs. n. 151/2001 prevedendo che “il rifiuto, l’opposizione o l’ostacolo all’esercizio dei diritti di assenza dal lavoro di cui all’articolo 27-bis sono puniti con la sanzione amministrativa da euro 516 a euro 2.582 e, ove rilevati nei due anni antecedenti alla richiesta della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, o di analoghe certificazioni previste dalle regioni e dalle province autonome nei rispettivi ordinamenti, impediscono al datore di lavoro il conseguimento delle stesse certificazioni”. Nel documento si evidenzia la necessità di verificare, sul piano degli accertamenti ispettivi e in relazione alla mancata fruizione del congedo da parte del lavoratore, un eventuale comportamento datoriale che ne ostacoli la fruizione. Viene spiegato, al riguardo, che non può ritenersi di ostacolo la richiesta datoriale di fruire del congedo in tempi compatibili col preavviso di 5 giorni stabilito dal legislatore, a meno che un eventuale parto anticipato rispetto alla data presunta non consenta al lavoratore di rispettare il preavviso e ferme restando le condizioni di miglior favore previste dalla contrattazione collettiva. Inoltre, è stata evidenziata la diffidabilità della violazione ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 124/2004, laddove il congedo sia evidentemente ancora fruibile.

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3. Congedo di paternità alternativo

Le nuove disposizioni confermano il contenuto dell’art. 28 del D.Lgs. n. 151/2001 relativo alle tutele e garanzie concernenti il congedo di paternità riconosciuto al padre in sostituzione della madre in presenza di situazioni particolarmente gravi, rubricato “congedo di paternità alternativo”. Il rifiuto, l’opposizione o l’ostacolo all’esercizio dei diritti di assenza dal lavoro è punito con le sanzioni previste dall’art. 18 del D.Lgs. n. 151/2001. Tale disposizione prevede la sanzione penale dell’arresto fino a 6 mesi per poi stabilire che il rifiuto, l’opposizione o l’ostacolo all’esercizio dei diritti di assenza dal lavoro, ove rilevati nei due anni antecedenti alla richiesta della certificazione della parità di genere (art. 46-bis, D.Lgs. n. 198/2006) o di analoghe certificazioni previste dalle Regioni e dalle Province autonome nei rispettivi ordinamenti, impediscono al datore di lavoro il conseguimento delle stesse certificazioni.

4. Divieto di licenziamento

A seguito dell’introduzione delle modifiche al congedo di paternità, il divieto di licenziamento (art. 54, D.Lgs. n. 151/2001) è operativo anche verso il padre lavoratore ove quest’ultimo abbia fruito del congedo di paternità obbligatorio o del congedo di paternità alternativo, e si estende fino al compimento di un anno di età del bambino. L’inosservanza delle disposizioni è punita con la sanzione amministrativa da euro 1.032 a euro 2.582, non è ammesso il pagamento in misura ridotta di cui all’art. 16 della L. n. 689/1981 e inoltre, ove rilevata nei due anni antecedenti alla richiesta della certificazione della parità di genere (di cui all’art. 46-bis, D.Lgs. n. 198/2006) o di analoghe certificazioni previste dalle Regioni e dalle Province autonome nei rispettivi ordinamenti, impedisce al datore di lavoro il conseguimento delle medesime certificazioni.

Assegno Unico e Universale 2023: non è necessario il rinnovo

Assegno Unico e Universale 2023: non è necessario il rinnovo

 
LB
 
 
 

 
 

Assegno Unico e Universale 2023: non è necessario il rinnovo

 
 
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La Circolare INPS n. 132 del 15 dicembre 2022, pubblicata sul portale dell’Istituto, ha spiegato che non ci sarà bisogno di inoltrare istanze per il rinnovo dell’Assegno Unico e Universale per l’anno 2023, in quanto l’Inps liquiderà d’ufficio la prestazione a favore di chi ha già beneficiato dell’assegno.

>>>Leggi la circolare INPS 132/2022<<<

 

 
 

1. Istanze già presentate dal 2022

 

2. Istanze per coloro che non hanno mai fruito del beneficio

 

3. Prestazione in continuità

 

4. Variazioni

 

5. Modalità di inoltro delle istanze

 

6. Decorrenza del beneficio

 

7. Quantificazione dell’Assegno

 

Indice

1. Istanze già presentate dal 2022

A decorrere dal 1° marzo del 2023, coloro che durante l’intervallo gennaio 2022 – febbraio 2023 abbiano presentato un’istanza di Assegno Unico e Universale (AUU) per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell’erogazione d’ufficio della prestazione da parte dell’INPS, senza l’onere di presentare una nuova domanda.

2. Istanze per coloro che non hanno mai fruito del beneficio

Potranno, invece, presentare domanda coloro che non hanno mai fruito dell’Assegno Unico e quanti avevano prima del 28 febbraio 2023 trasmesso una istanza che non è stata accolta o non è più attiva.

3. Prestazione in continuità

La misura di semplificazione in parola, a beneficio dell’utenza, è stata realizzata anche in virtù dei fondi garantiti dal PNRR, mirando a valorizzare le banche dati dell’Istituto per rendere alla cittadinanza un servizio innovativo. Più in particolare i dati dell’istanza saranno automaticamente prelevati dagli archivi dell’Istituto, che procederà a liquidare la prestazione in continuità.

 

4. Variazioni

Eventuali variazioni delle informazioni in precedenza inserite nell’istanza di assegno unico trasmessa a INPS prima della data del 28 febbraio 2023 (quali nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazioni iban, maggiore età dei figli, e via dicendo) dovranno essere comunicate dagli istanti, integrando tempestivamente la domanda già trasmessa.

5. Modalità di inoltro delle istanze

Le domande possono essere inviate tramite le modalità indicate dall’INPS:

  • Portale web dell’Istituto, previo accreditamento con SPID, CIE, CNS;
  • Contact Center Integrato;
  • Servizi offerti dagli Istituti di Patronato;
  • App mobile INPS

6. Decorrenza del beneficio

Quanto alla decorrenza della prestazione, è lo stesso Istituto, in un comunicato stampa del 15 dicembre, a ricordare che, limitatamente alle domande presentate entro il 30 giugno del 2023, l’Assegno verrà riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno.

7. Quantificazione dell’Assegno

In merito alla quantificazione dell’Assegno, l’INPS ha fatto sapere, per il tramite della Circolare, che permane, per la globalità dei beneficiari, l’onere di procedere alla presentazione della nuova DSU per l’anno 2023. In assenza di una nuova DSU, correttamente attestata, l’importo dell’Assegno unico e universale sarà calcolato a decorrere dal mese di marzo 2023 con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa.

Garante privacy: tutelare i dati personali durante le feste

Garante privacy: tutelare i dati personali durante le feste

 
PM
 
 

 

In occasione delle prossime festività natalizie, il Garante per la protezione dei dati personali ha diffuso sul proprio sito web una serie di suggerimenti rivolti agli utenti al fine di consigliare loro sulle modalità per tutelare i dati personali durante le feste di Natale.
Infatti, è noto che durante il periodo festivo – probabilmente più importante dell’anno – milioni di persone si scambiano gli auguri tramite social network o tramite dispositivi smart (come ad esempio APP di messaggistica o invio di SMS), Inoltre, aumentano notevolmente le foto scattate e i video che vengono ripresi tra familiari, parenti e amici. Senza contare le offerte di sconti e acquisti vantaggiosi che circolano sul web. Infine, le feste natalizie, spesso, coincidono anche con un periodo di vacanza delle persone, che si allontanano da case per visitare nuovi posti o per godersi del riposo.
Tutte le suddette situazioni possono determinare un potenziale rischio per i dati personali degli interessati, che possono subire numerosi tipi di attacchi da parte di malintenzionati.
In ragione di ciò, il Garante ha quindi deciso di pubblicare i suggerimenti in commento, consigliando agli utenti del web i comportamenti più appropriati da tenere nel compiere tutte le attività sopra descritte al fine di evitare o quanto meno limitare il più possibile i rischi per i propri dati personali e quelli degli altri.  

>>>Leggi i suggerimenti del Garante<<<

5. I viaggi natalizi

 
 

1. I messaggi di auguri

 

2. Foto e video natalizi

 

3. I “regali” di Natale

 

4. Le APP

 

5. I viaggi natalizi

 

Indice

1. I messaggi di auguri

Il primo suggerimento del Garante riguarda l’invio di messaggi di auguri.
Infatti, nel periodo delle festività natalizie, come detto, si inviano e si ricevono molti messaggi o cartoline di auguri virtuali, attraverso semplici SMS oppure attraverso l’uso di APP di messaggistica sugli smartphone o ancora mediante e-mail o social network.
Poiché detti messaggi potrebbero contenere virus, software dannosi o pericoli, link a servizi a pagamento o peggio ancora tentativi di phishing (con cui malintenzionati cercano di trarre in inganno il destinatario del messaggio, portandolo a rivelare loro i propri dati personali), il Garante ha ricordato che prima di scaricare qualsiasi programma, di aprire eventuali allegati o di cliccare su un link che siano contenuti nel testo o nelle immagini presenti all’interno del messaggio ricevuto, è necessario che il destinatario faccia molta attenzione ed esamini attentamente il testo (ciò ancora di più, se il messaggio proviene da un soggetto sconosciuto o se il testo risulta strano o contiene errori di ortografia o grammatica).

2. Foto e video natalizi

Il secondo suggerimento del Garante riguarda le accortezze da tenere presente nello scattare foto o girare video in occasione delle feste.
Infatti, ricorda il Garante che, seppure è prassi costante scattare foto e/o girare video durante i pranzi, le cene e in generale i festeggiamenti di Natale, non tutti i partecipanti a dette feste potrebbero acconsentire alla loro apparizione nelle suddette foto e video o comunque non vogliono essere riconosciuti o far sapere agli altri dove si trovano.
In considerazione di ciò, prima di postare o comunicare a qualcuno delle foto o dei video in cui sono riconoscibili altre persone, è necessario che ci si accerti che dette persone siano d’accordo alla diffusione o pubblicazione (ciò a maggior ragione se vengono inseriti anche tag con nomi e cognomi).
Nel caso in cui, poi, all’interno delle foto siano presenti dei bambini, è necessario fare ancora più attenzione, in quanto le immagini dei minori pubblicate online possono essere visualizzate e scaricate anche da malintenzionati e pertanto è opportuno evitare di pubblicarle on line o limitare la visibilità delle stesse soltanto ai propri “amici” all’interno dei social network. In alternativa, si potrebbe rendere irriconoscibile il viso del minore, mediante dei programmi di grafica per inserire dei “pixel” sui volti dei minori oppure sovrapponendo delle emoticon per nascondere il viso). 

 

3. I “regali” di Natale

Il terzo suggerimento riguarda le offerte con sconti, gift card e regali di vario genere che vengono ricevuti tramite e-mail, sociale network, APP di messaggistica e SMS.
Infatti, durante il periodo natalizio, è frequente la ricezione di tali messaggi che presuppongono, al fine di poter ottenere il paventato regalo, si effettuare determinate azioni, come cliccare su di un link oppure fornire dati personali o bancari. Secondo il Garante, questa tipologia di messaggi, a volte, sono inviati da malintenzionati con l’obiettivo di inviare virus o programmi malevoli all’interno dei dispositivi elettronici del destinatario oppure di ottenere i dati personali di quest’ultimo. Pertanto, il Garante ricorda che è necessario riflettere bene e non acconsentire in maniera istintiva alle richieste contenute in detti messaggi, dovendo invece riflettere in maniera molto approfondita e accurata sulla serietà dell’offerta.
In particolare, nel periodo in questione aumentano notevolmente le false notifiche di spedizione di pacchi. Nei casi in cui il destinatario del messaggio abbia dei dubbi in ordine alla veridicità del messaggio (per esempio perché non aspetta alcun pacco o non ha effettuato alcun acquisto) è necessario che egli eviti di fornire i propri dati personali e non apra link o installi software contenuti nei messaggi.

4. Le APP

Il quarto suggerimento riguarda il download delle APP. Infatti, durante le feste aumentano le persone che scaricano le APP per avere accesso a sconti o inviare cartoline di Natale o avere uno screensaver natalizio. Però alcune APP potrebbero nascondere virus o malware. Pertanto, il Garante suggerisce di consultare l’informativa privacy prima di scaricare una qualsiasi APP, di scaricare APP solo dai market ufficiali, di leggere con attenzione le descrizioni delle APP che si vogliono scaricare e di consultare eventuali recensioni di altri utenti.

5. I viaggi natalizi

Gli ultimi suggerimenti del Garante riguardano i viaggi che molte persone compiono durante il periodo natalizio.
Nel caso in cui durante le feste si parta per un viaggio, il Garante ricorda che è meglio evitare di pubblicare sui social media delle informazioni da cui si possa capire per quanto tempo si sarà assenti e in quali giorni o che comunque si è lontani da casa. Infatti, dei malintenzionati potrebbero acquisire dette informazioni per utilizzarle a danni degli interessati.
Inoltre, il Garante suggerisce di assicurarsi che i prodotti e sistemi domotici dell’abitazione siano sempre protetti con password robuste e l’ultimo aggiornamento disponibile e che vengano spenti o disconnessi se non sono indispensabili durante il periodo di assenza degli occupanti l’immobile.
Infine, bisogna prestare attenzione anche nell’utilizzare le connessioni wi-fi offerte dai locali o dagli alberghi, se queste non sono adeguatamente protette. Ciò in quanto, secondo il Garante, in caso contrario i dispositivi multimediali che si collegano potrebbero essere esposti a virus, software malevoli o intrusioni esterne da parte di malintenzionati che cercano di acquisire dati personali. Nel caso in cui non si abbia certezze sulla sicurezza della rete wi-fi, è opportuno evitare di accedere a dei servizi on-line che richiedono l’uso di credenziali di accesso (come la webmail o il social network o il conto corrente).

Come cambiano gli importi per i nuovi nidi tra le graduatorie di agosto e quelle più recenti

Come cambiano gli importi per i nuovi nidi tra le graduatorie di agosto e quelle più recenti

Localizzazione degli interventi finanziati per asili nido nell’ambito del bando Pnrr

GRAFICO
 
DESCRIZIONE

L’aggiornamento delle graduatorie modifica sensibilmente gli importi rispetto a quanto previsto in quelle pubblicate ad agosto. Per l’81,5% dei progetti l’importo resta invariato. Lo 0,1% degli interventi vede un aumento delle risorse, mentre nel 18,4% la rimodulazione ha comportato una riduzione degli importi previsti.

La riduzione degli importi riguarda oltre il 30% dei progetti nella provincia autonoma di Trento, in Emilia-Romagna e in Molise. Mentre restano invariati le risorse per oltre l’85% dei progetti previsti in Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta.

Tali tendenze hanno quindi un impatto diversificato a livello territoriale. In termini percentuali, le riduzioni degli importi incidono per oltre il 20% in province come Catanzaro (-20,18%), Massa-Carrara (-18,43%), Palermo (-18,34%), Fermo (-17,07%), Verona (-16,70%), Isernia (-15,92%) e Potenza (-15,09%). In 29 territori la rimodulazione incide per meno dell’1%, confermando una sostanziale stabilità tra quanto previsto nelle graduatorie di agosto e quelle pubblicate nel mese scorso. Tra questi possiamo annoverare, tra i più finanziati, gli enti della provincia di Latina (stabili complessivamente sui 23 milioni di euro), quelli del cremonese (20,7 milioni), del pesarese (oltre 18 milioni), del ragusano (17,6 milioni) e del materano (17,5).

DA SAPERE

I dati qui presentati fanno riferimento agli esiti delle graduatorie pubblicate ad agosto dal ministero dell’istruzione e al successivo aggiornamento pubblicato tra ottobre e novembre 2022. Comprendono le informazioni presenti negli allegati relativi agli interventi per asili nido e poli dell’infanzia (all. 1, 2 e 4). L’efficacia di tali graduatorie è subordinata alla registrazione degli organi di controllo e non si possono considerare ancora definitive. Va infatti tenuto presente che prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti. Per alcuni importi è prevista una successiva rimodulazione; altri presentano l’indicazione “riserva” sulla graduatoria.

 

L’importanza del monitoraggio sul Pnrr, il caso del bando sui nidi Le nuove graduatorie

L’importanza del monitoraggio sul Pnrr, il caso del bando sui nidi Le nuove graduatorie

I primi passi dei bandi Pnrr mostrano chiaramente quanto sia complessa la partita per trasformare le risorse stanziate in progetti. Un processo lungo, in costante evoluzione. Servono dati per un monitoraggio effettivo delle risorse impiegate.

 

Tra la fine di ottobre e il mese di novembre, sono state pubblicate le graduatorie aggiornate del bando Pnrr sugli asili nido. Oltre a sciogliere numerose riserve sui progetti presentati dai comuni, il nuovo decreto direttoriale rimodula gli importi per oltre il 18% degli interventi previsti sui nidi.

Non siamo ancora alle cifre definitive, dal momento che restano quasi 300 interventi classificati come “riserva” e che ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti potranno essere svolte nelle prossime settimane, prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione con gli enti locali interessati.

Il bando sui nidi è indicativo delle difficoltà nell’attuazione del Pnrr.

Proprio per questo però, si tratta di un caso emblematico delle potenzialità e delle criticità che stanno dietro all’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza.

“Mettere a terra le risorse del Pnrr” è stata una delle espressioni più abusate nel dibattito pubblico degli ultimi due anni. Una formula ricorrente, usata per sintetizzare in poche battute il processo con cui i fondi europei del Next generation Eu dovranno essere trasformati in progetti, cantieri e infine opere e servizi pubblici.

Il caso del bando sugli asili nido è paradigmatico di come l’attuazione delle politiche pubbliche sia in realtà un percorso complesso, tutt’altro che lineare, soggetto a evoluzioni, aggiustamenti e cambiamenti quasi quotidiani.

12 step procedurali previsti dal cronoprogramma interno del piano nidi.

Un processo non semplice da tracciare, ma in cui il monitoraggio è – proprio per questo – ancora più importante. E lo diventerà sempre di più nei prossimi mesi e anni, man mano che gli stanziamenti dovranno arrivare a destinazione, attraverso atti amministrativi, accordi di concessione, gare d’appalto.

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

Per dare un’idea più concreta di ciò che questo comporta, abbiamo approfondito il caso del bando sugli asili nido. Un procedimento che, come abbiamo avuto modo di rilevare anche nel nuovo rapporto dell’osservatorio povertà educativa, è stato da subito segnato da difficoltà nell’implementazione.

Genesi e iter del bando sugli asili nido

A metà novembre, nel corso di un incontro tra l’associazione dei comuni (Anci) e il ministro dell’istruzione Valditara, è stato ipotizzato di chiedere all’Ue un rinvio della scadenza Pnrr per l’aggiudicazione dei contratti per la costruzione di nidi. Non è che il passaggio più recente (ma non l’ultimo) del percorso per implementare il bando sui servizi prima infanzia.

La genesi: il Pnrr stanzia complessivamente 4,6 miliardi di euro per gli asili nido, i poli e le scuole per l’infanzia. Una parte per finanziare progetti già in essere prima del Pnrr (700 milioni), un’altra per le spese di gestione (900 milioni). La quota più cospicua viene invece assegnata attraverso un nuovo bando. Tre miliardi di euro, di cui 2,4 destinati agli asili nido e i restanti 600 milioni per le scuole dell’infanzia.

2,4 miliardi € stanziati dal bando Pnrr per la costruzione di nuovi asili nido

Il nuovo bando parte il 2 dicembre 2021, con l’avviso pubblico “per la presentazione di proposte per la realizzazione di strutture da destinare ad asili nido e scuole di infanzia”. L’iter si dimostra da subito accidentato, in particolare nella parte sugli asili nido.

Lo stesso 2 dicembre, un decreto ministeriale indica i criteri di ripartizione delle risorse. In concreto è l’allegato 2 a stabilire la divisione dei 2,4 miliardi tra le regioni. I criteri scelti (carenza di nidi e popolazione 0-2 anni prevista nel 2035) portano ad attribuire il 55,3% delle risorse a comuni ed enti locali del mezzogiorno.

 

Percorso del bando per nidi e scuole d’infanzia

 
02/12/2021
Decreto ripartizione € 3 mld, di cui:
– 2,4 fascia 0-2 anni
– 0,6 fascia 3-5 anni
 
02/12/2021
Bando pubblico per la selezione di nidi e scuole infanzia
 
28/02/2022
Scadenza bando
– per i nidi arrivate richieste per 1,2 mld su 2,4 totali;
– per le scuole dell’infanzia 2,1 mld su 600 mln
03/03/2022
Prima proroga termini al 31/3/2022 h. 15 (solo per nidi)
31/03/2022
Seconda proroga termini al 1/4/2022 h. 17 (solo per nidi)
aprile 2022
Esito proroga:
– Richieste salgono a 2 mld su 2,4 disponibili
+76% di domande, ma ancora debole richiesta sud
 
14/04/2022
Nuovo decreto ricollocazione 400 mln residui. In particolare previsto:
– incremento risorse poli infanzia
– bando specifico per mezzogiorno
15/04/2022
Riapertura termini per mezzogiorno
 
31/05/2022
Scadenza bando mezzogiorno
– utilizzo completo risorse (81 mln richieste su 70 mln)
16/08/2022
Prima pubblicazione graduatorie
08/09/2022
Decreto direttoriale 57/2022 di approvazione delle graduatorie
+ 108,7 milioni del ministero per finanziare progetti pari merito
(Investimento finale: € 3,1 mld)
26/10/2022
Decreto direttoriale 74/2022 di scioglimento delle riserve
Novembre 2022
Pubblicazione graduatorie aggiornate
 
30/06/2023
Scadenza Ue: aggiudicazione contratti per costruzione/riqualif./messa in sicurezza
2024-2025
Esecuzione lavori
 
31/12/2025
Obiettivo Ue da raggiungere:
– 264.480 nuovi posti nido e infanzia

 

 

Emerse da subito difficoltà nella partecipazione degli enti del mezzogiorno al bando nidi.

Tuttavia è proprio nelle regioni meridionali che la partecipazione al bando nidi mostra le maggiori difficoltà. Alla scadenza prevista (28 febbraio 2022) le domande per le scuole d’infanzia eccedono il plafond: 2,1 miliardi di proposte a fronte dei 600 milioni stanziati. Mentre quelle per i nidi stentano a decollare. Le richieste ammontano a circa la metà dello stanziamento (ovvero 1,2 miliardi sui 2,4 disponibili).

Un dato dovuto alla scarsità di domande soprattutto nei territori privi di nidi, come quelli del mezzogiorno. Per questo motivo i termini di presentazione vengono prorogati: dapprima al 31 marzo e poi al 1° aprile 2022.

I provvedimenti ulteriori per incrementare la partecipazione del sud

La proroga dei termini si accompagna alla costituzione di task force così da supportare i comuni nella presentazione dei progetti. In particolare viene previsto il coinvolgimento di esperti dell’agenzia per la coesione territoriale, di Anci, delle prefetture e di altre istituzioni. Ciò porta a un consistente aumento delle domande (+76%) nella nuova scadenza di aprile. Tuttavia avanzano ancora delle risorse rispetto allo stanziamento iniziale (400 milioni su 2,4 miliardi).

+76% le domande per asili nido a seguito del supporto nella presentazione dei progetti.

Con il successivo decreto 100 del 14 aprile 2022 tali risorse sono state riallocate, in primo luogo verso i poli per l’infanzia. Si tratta di strutture – previste dal Dlgs 65/2017 – dove asili nido e servizi integrativi coesistono con le scuole per l’infanzia. E che quindi concorrono al raggiungimento degli obiettivi per la fascia 0-2 anni.

In parallelo, il ministero ha riaperto un bando da 70 milioni di euro rivolto esclusivamente al mezzogiorno. Con priorità per i comuni delle 3 regioni con meno candidature rispetto al budget iniziale: Basilicata, Molise e Sicilia. Questo “bando mezzogiorno”, concretizzatosi nella riapertura dei termini del bando precedente, ha ricevuto richieste di finanziamento per un totale di 81,2 milioni di euro.

La prima stesura delle graduatorie, definita tra agosto e settembre, ha previsto il finanziamento di quasi 2.200 strutture, tra cui 333 scuole dell’infanzia e oltre 1.850 nidi, con l’aggiunta di ulteriori risorse da parte del ministero.

+108,7 milioni € rispetto allo stanziamento iniziale di 3 miliardi per il piano nidi e scuole d’infanzia.

Successivamente, tra la fine di ottobre e il novembre di quest’anno, sono state pubblicate le graduatorie aggiornate, con lo scioglimento di molti progetti in riserva e una rimodulazione degli importi. Come anticipato però, non si tratta di un passaggio conclusivo. Piuttosto dell’ultimo atto all’interno di un percorso ancora in evoluzione.

L’ultimo aggiornamento delle graduatorie

Le nuove graduatorie pubblicate il mese scorso dimostrano chiaramente che l’iter è ancora in via di definizione.

Nelle graduatorie di agosto la maggioranza dei progetti per gli asili nido risultava ammessa con riserva. Al netto degli interventi esclusi dal finanziamento, gli ammessi erano 710, mentre le riserve 1.148.

Le nuove graduatorie hanno sciolto oltre il 70% delle riserve, anche se restano comunque ancora 294 gli interventi con la dicitura “riserva”.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati qui presentati fanno riferimento agli esiti delle graduatorie pubblicate ad agosto dal ministero dell’istruzione e al successivo aggiornamento pubblicato tra ottobre e novembre 2022. Comprendono le informazioni presenti negli allegati relativi agli interventi per asili nido e poli dell’infanzia (all. 1, 2 e 4). L’efficacia di tali graduatorie è subordinata alla registrazione degli organi di controllo e non si possono considerare ancora definitive. Va infatti tenuto presente che prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione potranno essere svolte ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti. Per alcuni importi è prevista una successiva rimodulazione; altri presentano l’indicazione “riserva” sulla graduatoria.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’istruzione
(ultimo aggiornamento: venerdì 28 Ottobre 2022)

 

A conferma che l’iter non è ancora concluso, nelle graduatorie viene specificato che “ulteriori verifiche sull’ammissibilità potranno essere svolte prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione”.

Del resto, anche questo aggiornamento modifica sensibilmente gli importi rispetto a quanto previsto negli allegati diffusi ad agosto. Per l’81,5% dei progetti l’importo resta invariato. Lo 0,1% degli interventi vede un aumento delle risorse, mentre nel 18,4% dei casi la rimodulazione ha comportato una riduzione degli importi previsti.

La riduzione degli importi riguarda oltre il 30% dei progetti nella provincia autonoma di Trento, in Emilia-Romagna e in Molise. Mentre restano invariate le risorse per oltre l’85% dei progetti previsti in Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta.

Tali tendenze hanno quindi un impatto diversificato a livello territoriale. Tra le graduatorie di agosto e quelle pubblicate in autunno, gli importi complessivi sono diminuiti di oltre il 20% in province come Catanzaro (-20,18%), Massa-Carrara (-18,43%), Palermo (-18,34%), Fermo (-17,07%), Verona (-16,70%), Isernia (-15,92%) e Potenza (-15,09%).

In 29 territori la rimodulazione incide per meno dell’1%, confermando una sostanziale stabilità tra quanto previsto nelle graduatorie di agosto e quelle pubblicate nel mese scorso. Tra questi possiamo annoverare, tra i più finanziati, gli enti della provincia di Latina (stabili, complessivamente, sui 23 milioni di euro), quelli del cremonese (20,7 milioni), del pesarese (oltre 18 milioni), del ragusano (17,6 milioni) e del materano (17,5).

Tuttavia soltanto i prossimi passaggi previsti per l’attuazione potranno indicare le cifre definitive su questo comparto.

L’attuazione del Pnrr non è un percorso lineare

Le continue evoluzioni, riaperture e aggiustamenti del bando nidi mostrano come per l’attuazione del Pnrr siano necessarie numerose azioni e decisioni. Come rilevato, le graduatorie provvisorie hanno già subito aggiornamenti e tutto potrà ancora cambiare in fase di implementazione.

L’anno prossimo dovrebbe partire l’aggiudicazione dei lavori, con la possibile richiesta di posticipo in sede Ue. Passaggi di natura strategico-politica, amministrativa, operativa, non sempre semplici da tracciare per gli addetti ai lavori. E, a maggior ragione, per il cittadino comune.

Tempi più lunghi per aumentare la partecipazione al bando.

Specie se si considera che gli step già previsti possono cambiare in corso d’opera. È proprio il caso del bando nidi dove, per allargare i termini e favorire la partecipazione, il cronoprogramma interno è stato rimodulato. Al netto delle scadenze europee, la Corte dei conti in un’istruttoria di fine novembre ha rilevato uno slittamento delle tempistiche interne previste.

Il magistrato istruttore ha evidenziato che tale ritardo (…) ha comportato le seguenti modifiche delle date finali: 1) approvazione della graduatoria degli interventi, slittamento dal 15 giugno 2022 al 30 settembre 2022; 2) convenzione con enti locali, slittamento dal 15 giugno 2022 al 30 novembre 2022; 3) progettazione definitiva ed esecutiva, slittamento dal 30 novembre 2022 al 31 marzo 2023; 4) proposta di aggiudicazione dei lavori e stipula del contratto, slittamento dal 31 maggio 2023 al 30 giugno 2023.

Non si tratta solo di una questione di tempi o procedurale. Le modifiche in corsa possono avere un impatto sugli stessi risultati che saranno raggiunti nel 2026. La scelta di finanziare con le risorse dei nidi i poli per l’infanzia (che comprendono sia nidi che scuole d’infanzia) ha consentito di mantenere la quota del 55% delle risorse al mezzogiorno. Ma impone l’accortezza di specificare – per ciascun progetto – quanti posti distinti per i 2 servizi saranno realizzati.

(…) allo stato non si conosce il dato dei nuovi posti nella fascia 0-3 anni cui contribuiranno i poli funzionali i cui interventi sono stati finanziati con le risorse degli asili nido a causa delle domande insufficienti per quest’ultimo servizio.

In mancanza di questa informazione, è impossibile valutare se potrà essere raggiunta la soglia dei 33 posti ogni 100 bambini residenti, prevista dagli obiettivi europei e dalla normativa nazionale. Perciò nella sua deliberazione di fine novembre la Corte dei conti ha disposto che entro 30 giorni sia aggiornato l’elenco dei progetti con il numero di posti distinti per la fascia 0-2 e 3-5 anni.

Dati aperti e aggiornati indispensabili per monitorare

Questi esempi fanno capire quanto sia necessario disporre di informazioni tempestive, chiare, omogenee e accessibili per verificare il reale andamento degli interventi. Specialmente in un comparto come quello dell’educazione per la prima infanzia.

Lo scorso 25 novembre l’ufficio parlamentare di bilancio ha segnalato che il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr potrebbe essere molto difficile per alcune regioni e comunque realizzabile solo a determinate condizioni. Solo un monitoraggio degli sviluppi dei prossimi mesi, con l’attenzione dovuta a ciascun passaggio, potrà dirci se riusciremo a conseguire i target del Pnrr. Per questo come per ogni altro investimento.

264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia da realizzare entro la fine del 2025

Purtroppo oggi in molti casi questo tipo di monitoraggio è reso molto difficile, se non quasi impossibile, dalla modalità di pubblicazione di dati e informazioni. Spesso disperse sui siti istituzionali dei singoli ministeri, pubblicate in formati non aperti.

Da questo punto di vista, la pubblicazione delle graduatorie sui nidi – sebbene in pdf – ne consente comunque la lavorazione, essendo in formato tabellare. Non è purtroppo così per quelle di molti altri progetti. Ad esempio per la rimodulazione di alcuni di quelli in essere per l’edilizia scolastica, rientranti nel Pnrr.

Estratto dall’allegato A al Dm 116/2022 (rimodulazione del I piano edilizia scolastica per province e città metropolitane)

In attesa dell’apertura completa di Regis, la piattaforma che dovrebbe consentire proprio questo tipo di monitoraggio, questi pdf sono però l’unico strumento disponibile per verificare – con un minimo di regolarità – gli sforzi del nostro paese nell’attuazione del Pnrr. E, se necessario, anche per individuare ed eventualmente correggere le problematiche che potranno sorgere in fase di realizzazione.

Gli attuali ostacoli al monitoraggio

Proprio alla fine di novembre, l’istruttoria della Corte dei conti già citata ha evidenziato criticità nell’applicazione di Regis al piano asili nido da parte del ministero dell’istruzione.

Il Ministero ha evidenziato che l’applicazione del sistema ReGiS al Piano in oggetto presenta diverse problematiche cosa che ha portato l’Amministrazione a mantenere l’utilizzo del doppio binario per cui, all’attualità, sono in uso entrambi i sistemi di monitoraggio [interno e Regis, ndr]. (…) questo mantenimento del sistema del doppio binario rischia di disorientare gli Enti locali beneficiari e alimentare da parte di questi ultimi atteggiamenti opportunistici di mancato aggiornamento dei sistemi di monitoraggio.

A questo problema il ministero dell’istruzione ha risposto con una nota in cui comunica di aver definito – d’accordo con quello dell’economia e delle finanze – il trasferimento su Regis di tutti i progetti, nuovi e in essere, da dicembre 2022.

Si tratta di un passaggio davvero necessario e improrogabile, perché è la premessa per consentire la pubblicazione tempestiva e in formato aperto di tutti i dati. E quindi anche un controllo civico sull’attuazione del Pnrr.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

 

Come vengono ripartiti i 4,6 miliardi del Pnrr su asili nido e scuole dell’infanzia

Come vengono ripartiti i 4,6 miliardi del Pnrr su asili nido e scuole dell’infanzia

Ripartizione delle risorse per l’investimento 1.1 della missione 4 componente 1 del Pnrr

 

Sull’investimento per gli asili nido e le scuole dell’infanzia il Pnrr stanzia 4,6 miliardi di euro complessivi. Gran parte di essi, 3 miliardi, vengono assegnati attraverso un un nuovo bando, le cui graduatorie sono state pubblicate ad agosto. Di questi 3 miliardi, 2,4 sono destinati agli asili nido e i restanti 600 milioni alle scuole per l’infanzia.

Altri 700 milioni invece andranno a finanziare progetti già in essere, nello specifico quelli seguiti all’avviso del 22 marzo 2021 per “asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali”. Un’altra parte (900 milioni) sarà destinata alle spese di gestione.