Archivi giornalieri: 19 aprile 2016

L´isola bella e infelice

Carlo Delfino editore

 

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L´isola bella e infelice

Il libro Profili e Paesaggi della Sardegna e il diario inedito di Paolo Mantegazza

L´isola bella e infelice
 
€ 25,00
Disponibile
Q.tà 12345
 
 
 
ISBN 978-88-7138-901-1
Autore Carlo Felice Casula
Genere Saggistica
Collana Varia
Anno 2016
Rilegatura Brossura con alette
Pagine 376
Formato 15 x 21 cm
Tipo Libro
L´isola bella e infelice è un´espressione di Paolo Mantegazza, il notissimo biologo, antropologo, pubblicista prolifico e di grande successo, senatore del Regno, che, nel 1869, fece parte della Commissione d´inchiesta sulle condizioni morali ed economiche della Sardegna.
A seguito d´una ricerca rigorosa di molti anni su fonti d´archivio, a Roma, Firenze, Monza e Cagliari, su fonti a stampa e sugli Atti parlamentari, è stato fortunosamente rinvenuto e faticosamente trascritto dall´originale manoscritto, un diario inedito di Mantegazza sul suo soggiorno in Sardegna, di grande valore letterario e d´indubbia importanza storica, soprattutto se riproposto assieme al noto libro di Mantegazza Profili e paesaggi della Sardegna, pubblicato nel 1870.
Inedito è anche l´epistolario Mantegazza-Spano e Mantegazza-Asproni. D´indubbio interesse sono sia gli Atti parlamentari concernenti la preparazione e la gestione della Commissione parlamentare d´inchiesta del 1869, della quale
Mantegazza, assieme a Quintino Sella è il membro più autorevole, sia gli articoli e i brevi saggi (scrupolosamente cercati e felicemente ritrovati) di politici e intellettuali sardi, da Ottone Bacaredda, a Efisio Mesina, a Gavino Fara, che interagiscono, dialogano e polemizzano con Mantegazza.
È ricostruita, con opportuni riferimenti al contesto nazionale e europeo di quegli anni, la realtà sociale e politica della Sardegna nel primo decennio dello Stato unitario e la sua temperie culturale, vivace e complessa, ben lontana dallo stereotipo dell´isola chiusa, immobile e ostile al cambiamento.

Pensione di vecchiaia INPS 2016: requisiti uomini, donne, autonomi, pubblico impiego

Pensione di vecchiaia INPS 2016: requisiti uomini, donne, autonomi, pubblico impiego

 

La pensione di vecchiaia è erogata dall’INPS a uomini e donne al raggiungimento di determinati requisiti contributivi ed anagrafici. Lavoratori dipendenti privati e del pubblico impiego e lavoratori autonomi possono inoltrare l’istanza all’Istituto di Previdenza una volta lasciato il lavoro. Come fare domanda? Quali sono i requisiti per il pensionamento nel 2016? Andiamo a vedere l’età pensionabile prevista dalla legge per quest’anno, cercando di sciogliere tutti i dubbi che sorgono a chi si approssima al raggiungimento del tanto atteso traguardo. Attenzione: necessario è il raggiungimento dell’anzianità contributiva minima che deve essere pari a 20 anni che diventano 15 per le categorie indicate dalla circolare INPS n. 16/2013. Di seguito tutte le cose che bisogna sapere per l’anno in corso.

Tra le varie cose che bisogna sapere, ricordiamo che con la riforma Fornero del 2011 sono stati inaspriti anche i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia. Ciò ha portato e porterà, nel corso degli anni, ad un graduale innalzamento dell’età pensionabile sia per far fronte alle esigenze di finanza pubblica che stanno determinando un progressivo taglio ai costi sociali del nostro Paese, sia perchè le prestazioni previdenziali sono ormai ancorate all’aspettativa di vita che, negli ultimi decenni, ha conosciuto mediamente un certo miglioramento.

Leggi anche: Pensione Sociale 2016, importo assegno: info requisiti e domanda INPS – Pensione integrativa con le assicurazioni: conviene?

Età pensionabile per pensione di vecchiaia: donne dipendenti settore privato, lavoratrici autonome e gestione separata 

Le donne dipendenti del settore privato possono andare in pensione nel 2015 a 63 anni e 9 mesi. Dal 1° gennaio 2016 però c’è stato un innalzamento: oggi si lascia a 65 anni e 7 mesi.
Diverse le regole per le lavoratrici autonome e per coloro che hanno versato nella gestione separata INPS. Età prevista per quest’anno è 64 anni e 9 mesi che diventano 66 e 1 mese nel 2016, salvo riforme.

Pensione di vecchiaia INPS 2016: uomini dipendenti settore privato e pubblico e autonomi

Uomini e donne impiegati nella pubblica amministrazione possono fare domanda di pensionamento a 66 anni e 7 mesi nel 2016.
Per quanto riguarda gli autonomi e gli iscritti alla gestione separata, si segnala anche per loro un incremento di quattro mesi: oggi servono 66 anni e 7 mesi per poter godere delle prestazioni dell’INPS.
 
Donne dipendenti del settore privato
Donne lavoratrici autonome e gestione separata
Uomini e donne impiegati nella pubblica amministrazione
Uomini autonomi
Anno 2015
63 anni e 9 mesi
64 anni e 9 mesi
66 anni e 3 mesi
66 anni e 3 mesi
Anno 2016
65 anni e 7 mesi
66 anni e 1 mese
66 anni e 7 mesi
66 anni e 7 mesi

 

 

Pensione di vecchiaia per i lavoratori nel sistema contributivo

I soggetti per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996 (cioè coloro che rientrano nel modello “contributivo puro”), possono ugualmente ottenere la pensione ma oltre al requisito contributivo di 20 anni e al requisito anagrafico indicato precedentemente, sono necessarie altre condizioni:
 
A) se l’importo della pensione è superiore a 1,5 volte quello dell’assegno sociale, valgono le stesse regole esposte sopra (20 anni di contributi + età anagrafica fissata dalla legge);
 
B) in assenza dei requisiti indicati al punto A), il trattamento spetta al compimento dei 70 anni di età e con 5 anni di contribuzione “effettiva” a prescindere dall’importo della pensione. Tale requisito risulta essere soggetto agli adeguamenti rispetto alle stime sull’aspettativa di vita.

Come fare domanda? 

L’istanza all’INPS si può presentare nei tre modi che riportiamo di seguito:
  • Telefonicamente al numero 803164 gratuito da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;
  • Su internet tramite PIN attraverso il portale www.inps.it;
  • Tramite enti di Patronato e intermediari autorizzati dall’Istituto, che mettono a disposizione dei cittadini i necessari servizi telematici.

Decorrenza

La riforma pensioni del 2011 ha portato alla disapplicazione delle c.d. finestre mobili: per questo motivo la pensione di vecchiaia, unitamente alla pensione anticipata, decorre a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui l’assicurato raggiunto l’età pensionabile richiesta dalla legge ai fini della percezione dell’assegno da parte dell’INPS.

Per aver diritto a ricevere la prestazione dall’Istituto di Previdenza Sociale, è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente eventualmente in essere. Non è, invece, richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratore autonomo anche se ci sono particolari deroghe riguardo il versamento dei contributi previdenziali che abbiamo approfondito nella guida a cui vi rimandiamo.

Pagamento delle prestazioni INPS, come comunicare l’IBAN

Pagamento delle prestazioni INPS, come comunicare l’IBAN 0

di in 19 aprile 2016 Inps
Modulo SR163 INPS

Modulo SR163 INPS

L’INPS ha rilasciato il nuovo modulo SR163 per comunicare l’IBAN e i relativi dati bancari per i pagamenti delle prestazioni a sostegno del reddito
 

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Con il messaggio 1652 del 14 aprile 2016 l’INPS ha fornito le istruzioni operative in merito alle nuove modalità di  comunicazione del codice IBAN in caso di accredito su c/c bancari o postali, libretti postali e carte prepagate dei pagamenti delle prestazioni a sostegno del reddito.

Il nuovo modulo si è reso necessario in quanto la vecchia procedura permetteva di indicare il semplice IBAN, ma non era possibile effettuare, a detta dell’INPS, tutte le verifiche del caso per avere conferma che il C/C fosse intestato realmente al beneficiario della prestazione. La modulistica quindi, con particolare riferimento alle informazioni inerenti le modalità di pagamento, è stata resa conforme a quella già in uso per le prestazioni
pensionistiche.

L’INPS ha quindi rilasciato dal 15 aprile un nuovo modulo, denominato SR163,  da utilizzare per comunicare l’IBAN e i relativi dati nelle seguenti situazioni:

  • nel caso di una nuova domanda di prestazione a sostegno del reddito;
  • nel caso di prestazione già in corso di pagamento, al fine di segnalare eventuali variazioni delle modalità di pagamento (da sportello dell’Ufficio postale ad accredito) o del codice IBAN.

Come comunicare l’IBAN per le nuove domande di prestazioni a sostegno del reddito

In fase di compilazione della domanda di prestazione a sostegno del reddito, se il cittadino opta per il pagamento con accredito su c/c, libretti postali, carte prepagate, dovrà compilare l’apposito campo previsto nelle procedure di presentazione delle domande per indicare il codice IBAN e, contestualmente, inviare all’Inps anche il modulo SR163 debitamente validato come segue:

  • Nel caso di accredito dovrà inserire anche i dati di riferimento dell’Agenzia o Filiale dell’Istituto di credito (Banca/Posta) che effettua il pagamento, nonché il codice IBAN, riferito al rapporto di conto del richiedente la prestazione, con data, timbro e firma del funzionario del competente Ufficio postale o della Banca.
  • Nel caso di conti correnti o carte prepagate aperti presso Istituti di credito virtuali è sufficiente inviare il documento rilasciato on line dalla procedura di collegamento al conto nel quale appare l’intestazione, considerato che il modulo SR163 non potrebbe essere materialmente sottoscritto da un funzionario della banca.

Il modello andrà trasmesso all’Inps attraverso la specifica funzionalità dei servizi online del sito www.inps.it riferiti alla prestazione di interesse. In caso di impedimenti tecnici il richiedente dovrà scannerizzare e inviare il citato modulo alla casella PEC (o email nel caso di mancanza della PEC) della sede Inps competente con allegata la copia del documento di identità in corso di validità. Altrimenti può essere consegnato a mano in originale all’INPS in forma cartacea.

Modulo SR163 per comunicare la variazione della modalità di pagamento o del codice IBAN

Se la prestazione a sostegno del reddito INPS è già liquidata ed è in corso di pagamento, per chiedere l’eventuale variazione della modalità di pagamento o del codice IBAN, il richiedente dovrà utilizzare esclusivamente il modello SR163 da inviare all’Inps tramite le caselle di posta e con le modalità sopra citate (PEC o posta elettronica ordinaria).

Nel caso di impedimento all’invio on line, il modello può essere consegnato in originale presso la Struttura Inps territorialmente competente, con allegata copia del documento di identità del richiedente in corso di validità.

  Messaggio INPS numero 1652 del 14-04-2016 (104,6 KiB, 3 download)

  Modulo SR163 INPS (80,1 KiB, 5 download)

Regione Lazio

UN SOSTEGNO PER TROVARE UN NUOVO LAVORO

Va avanti l’impegno della Regione per sostenere in modo concreto chi ha perso il lavoro nella ricerca di una nuova occupazione. Il nuovo strumento messo in campo è il contratto di ricollocazione, una misura di politica attiva del lavoro rivolta a chi ha più di 30 anni ed è disoccupato da più di 12 mesi.

La misura rientra nel nuovo modello di servizi per il lavoro inaugurato nella Regione con l’obiettivo – all’interno del POR 2014/2020 Asse I Occupazione – di affiancare il cittadino che perde l’occupazione e accompagnarlo attivamente verso una nuova opportunità.

Come funziona il contratto di ricollocazione? Il lavoratore che abbia più di 30 anni e sia disoccupato da più di 12 mesi, a seguito di un primo momento di accoglienza da parte del Centro per l’Impiego sceglie un soggetto accreditato all’interno della lista della Regione. Il contratto di ricollocazione consente alla persona disoccupata di scegliere tra due percorsi alternativi di accompagnamento al lavoro: lavoro subordinato o lavoro autonomo. Viene riconosciuta, infine, un’indennità di partecipazione alle persone che hanno perso qualsiasi forma di sostegno al reddito. La Regione paga l’importo totale al soggetto accreditato solo a risultato occupazionale raggiunto. 

I destinatari sono i disoccupati di lunga durata di cui all’art. 1, comma 2, lett. d), del d.lgs. 21 aprile 2000, n. 181 e s.m.i., residenti da almeno un anno in un comune del Lazio, con dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa (DID) in corso di validità e, se cittadini non comunitari, in possesso di regolare permesso di soggiorno che consenta l’attività lavorativa.

I destinatari del contratto di ricollocazione possono scegliere liberamente il soggetto accreditato a cui affidarsi per la ricollocazione indipendentemente dalla provincia di residenza. Chi sottoscrive il Contratto di Ricollocazione e non percepisce alcuna forma di sostegno al reddito ha diritto a un’indennità di partecipazione.

I beneficiari sono i soggetti accreditati ai sensi della DGR 198/2014 e s.m.i. per i Servizi facoltativi specialistici di cui alle aree funzionali V, VI e VIII che dovranno erogare i servizi previsti dal Contratto di ricollocazione.

Aiuti alle famiglie a basso reddito 2016

 

 

Aiuti alle famiglie a basso reddito 2016: quali contributi e sostegno?

 

Bonus 2016 e sconti per aiutare famiglie a basso reddito ISEE come la riduzione delle bollette di casa esenzione di tasse aiuti per maternità e bebè

 

 

Aiuti alle famiglie a basso reddito 2016: quali contributi e sostegno?

 

Quali sono gli aiuti per le famiglie a basso reddito per il 2016? Questa è la domanda che sempre più famiglie si pongono verso la fine dell’anno, visto i continui cambiamenti che avvengono nel nostro paese, vedi per esempio il Fondo nuovi nati trasformato nel nuovo bonus bebè con nuove modalità di erogazione e nuovi incentivi.

 

A volte quindi, è molto difficile sapersi orientare e soprattutto venire a conoscenza di alcuni diritti e prestazioni che lo Stato garantisce a sostegno del reddito delle famiglie più disagiate o comunque con più esigenze. Per questo motivo, abbiamo voluto fare un articolo che riassumesse i più importanti interventi a favore dei contribuenti per il 2016 in modo da avere una guida semplice che descriva brevemente non solo quali siano questi aiuti ma anche come fare per accedervi e come presentare la relativa domanda.

 

Agevolazioni ISEE 2016 famiglie a basso reddito:

 

Le agevolazioni ISEE 2016 famiglie a basso reddito sono:

•Assegno di maternità 2016 dello Stato: La domanda va presentata per via telematica all’INPS entro 6 mesi dalla nascita del bambino o in caso di adozione o affidamento, dalla data di ingresso del minore in famiglia.

•Assegno di maternità 2016 dei Comuni va presentata al Comune di residenza entro 6 mesi dalla nascita del bimbo e dalla sua entrata in famiglia se adottato o preso in affido. il beneficio è riconosciuto anche alle mamme extracomunitarie che, entro 6 mesi dalla nascita del bambino, presentano la documentazione per la richiesta + permesso soggiorno.

 

•Assegni familiari 2016 che spettano a lavoratori dipendenti e pensionati con un reddito ISEE che rientra in specifiche soglie e fasce reddituali agevolabili per legge.

 

•Riduzione retta asili nido e altri servizi educativi per l’infanzia e mense scolastiche;

•Borse di studio e riduzioni delle tasse universitarie e del diritto allo studio.

•Servizi socio-sanitari presso l’abitazione e domicilio.

•Sconti telefono, luce, gas.

 

 

 

Quali sono gli aiuti alle famiglie a basso reddito 2016?

 

Ogni anno lo Stato prevede a confermare o modificare una serie di agevolazioni, incentivi e bonus riservati al sostegno del reddito familiare. Molti di questi aiuti, infatti, vengono riconfermati e aggiornanti in base alle risorse destinate ai Fondi per la famiglia dalla manovra finanziaria in questo caso la Legge di Stabilità, altri vengono modificati o cambiano semplicemente nome.

 

In questo periodo difficile di ristrettezza economica, tanta disoccupazione e il caro spesa, sapere quali interventi cui si ha diritto è molto importante, di certo non cambiano la vita ma sicuramente aiutano a sostenere il reddito familiare. In questo articolo, quindi procederemo a descrivere gli aiuti 2016 alle famiglie sotto forma di bonus o di esenzione come quella prevista per l’esenzione ticket riservata però solo ad alcune specifiche categorie di cittadini che rientrano in determinate fasce di reddito ISEE e individuate da specifico codice esenzione, la richiesta va presentata attraverso il proprio medico curante.

 

 

 

Bonus 2016: bebè e contributi famiglie con figli

 

Per il 2016 lo Stato ha provveduto a confermare, aggiornare o modificare alcuni tipi di bonus che vengono riconosciuti ai contribuenti per sostenere il reddito familiare. Vediamo in dettaglio quali sono e come fare domanda:

•Bonus bebè 2016 INPS: è un nuovo tipo di aiuto che l’attuale Governo ha voluto destinare alle neo mamme a partire dal 2015. Tale agevolazione, consiste in un assegno di 960,00 euro all’anno per ciascun figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 per la durata massima di 3 anni di età.

•L’assegno a sostegno della natalità è partito dall’11 maggio 2015 per le neomamme e famiglie adottive con redditi fino a 25.000 euro mentre per le famiglie a basso reddito fino a 7.000 euro l’importo dell’assegno è raddoppiato e passa da 80 a 160 euro. Per i bimbi nati o adottati fino al 2014, sono invece in vigore i voucher per pagare la baby sitter o l’asilo nido e non l’assegno.

•Per le famiglie con più di 3 figli l’assegno terzo figlio, o meglio Assegno Nucleo Familiare concesso dal Comune ai nuclei familiari con 3 figli minorenni. Tale bonus, va richiesto tramite CAF o direttamente sul sito dell’INPS se si dispone del PIN online ma dispositivo, ed è erogato direttamente dall’Istituto ma solo se la domanda è presentata entro il 31 gennaio dell’anno successivo per il quale viene richiesta l’agevolazione.

•Bonus acquisti famiglie: nuovo bonus famiglie numerose nella Legge di Stabilità 2016 attraverso la card famiglia 2016.

•Bonus libri: è un’agevolazione per l’acquisto del materiale scolastico e di libri. Tale beneficio, è erogato e fissato su base regionale, per cui ogni Regione delibera ogni anno quali sono le condizioni e i requisiti di accesso da parte delle famiglie e soprattutto il limite di reddito ISEE.

•Nuovo congedo parentale: il CdM dell’11 luglio 2015 ha provveduto ad approvare i decreti definitivi del Jobs Act in merito alla conciliazione lavoro famiglia, estendendo il congedo parentale non retribuito dagli attuali 8 anni del figlio a 12 anni, e quello parzialmente retribuito al 30% da 0 a 3 anni fino ai 6 anni del figlio e a 8 anni per le famiglie a basso reddito.

 

 

 

Sostegno a nuclei familiari sconti e riduzioni in bolletta 2016:

 

Sconti sulle bollette di casa: sono agevolazioni fiscali previste per le famiglie a basso reddito che prevedono una riduzione o sconto in bolletta. I bonus confermati anche per il prossimo anno sono: bonus luce e gas. Entrambi vanno richiesti tramite CAF, il quale effettua invia per via telematica la domanda al distributore che dopo aver verificato il possesso dei requisiti di accesso, conferma tramite specifica comunicazione il riconoscimento del bonus e lo sconto in bolletta per 1 anno.

 

Il limite di reddito ISEE per accedere al contributo è pari a 7.500 euro e non superiore a 20.000 euro per le famiglie numerose con più di 3 figli a carico.

 

Riduzione e esenzione Canone Telefonico: Per le famiglie a basso reddito è inoltre possibile richiedere sconti sul canone telefonico Telecom o addirittura l’esenzione: Abbonamento mensile ridotto al 50% per chi ha un reddito familiare non superiore a 6.713,94 € e con una persona a l’interno del nucleo famigliare titolare di pensione di invalidità civile o assegno sociale, oppure, con più di 75 anni. Agevolazione per titolari social card riduzione del costo di abbonamento mensile della linea telefonica di base di categoria B con prezzo pari a 14,81€ (IVA al 22% inclusa).

•Riduzione Canone RAI 2016: vista la novità introdotta dalla nuova Legge di Stabilità 2016 di far pagare il canone direttamente sulla bolletta della luce, per vedere la conferma o la modifica dell’esenzione basso reddito per chi ha più di 75 anni, occorre attendere l’ok definitivo sulla nuova Manovra. Successivamente, le informazioni verranno pubblicate sul sito della RAI al seguente indirizzo: come richiedere esenzione canone RAI tv.

•Nuovo sussidio universale contro la povertà 2016: il Governo sta lavorando per introdurre entro quest’anno il cd. reddito inclusione sociale che prevede un bonus di 80 euro a persona fino ad un massimo di 320 per le famiglie con 4 persone con bambini e di 400 euro per quelle con 5 o più componenti.

•Tassa sui rifiuti: Le modalità per fruire della riduzione o esenzione della tassa sui rifiuti, la nuova TARI per chi ha un basso reddito dipende dalla Regione di residenza. Ciascuna, infatti, può decidere se e quando prevedere di bonus, il limite di reddito e la composizione del nucleo familiare. Per cui, per sapere come richiedere lo sconto in bolletta è necessario verificare al CAF e al proprio Comune le modalità di erogazione dell’eventuale agevolazione.

•Social card per disoccupati 2016: nuclei familiari a basso reddito ISEE con almeno un componente senza occupazione e un minore. La carta acquisti sperimentale viene estesa per effetto della Legge di Stabilità da 12 città a tutti i Comuni d’Italia.

•Carta acquisti ordinaria per cittadini sopra i 65 anni e bimbi sotto i 3 anni.

•Spese detraibili affitto: è un’agevolazione che consente di detrarre dalla dichiarazione dei redditi con modello 730 o Unico per le spese di locazione dell’abitazione principale. Tale detrazione spese affitto famiglie a reddito basso consiste nel poter scaricare dalle tasse 300 euro per chi ha un reddito complessivo fino a 15.493,71 euro e 150 euro per chi è tra i 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.

Sant’ Emma di Sassonia

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Sant' Emma di Sassonia

Nome: Sant’ Emma di Sassonia
Titolo: Vedova
Ricorrenza: 19 aprile


Le Sante con il nome di Emma sono due: della seconda non avremo occasione di parlare, perché la sua memoria cade il 29 giugno, f~ sta degli Apostoli Pietro e Paolo. Della prima possiamo invece parlare oggi, dato che nessun altro Santo è proposto, a questa data, dal Calendario universale. Ne consegue che il 19 aprile può essere preso come giorno onomastico di tutte le donne che ripetono questo nome bello quanto diffuso; e nome a pieno diritto, non cioè, come qualcuno potrebbe credere, semplice diminutivo.
Sembra che il nome Emma sia germanico, la cui forma originaria fu Imma, che ebbe anche un maschile, Immo, in seguito scomparso. Attraverso la forma antica di Imma, sembra che sia imparentata anche con Irma, nome che però non ha una propria Santa tutelare, o meglio che vien fatto cadere sotto la protezione di Sant’Irmina.
La Santa che oggi incontriamo sotto il nome germanico di Emma fu anch’ella tedesca, e visse intorno dell’anno Mille. Ella era sorella di San Meginverco, Vescovo di Paderborn, ed aveva sposato in giovanissima età il conte Ludgero, il quale però morì dopo pochi anni di matrimonio.
Ed ecco la caratteristica più spiccata della nostra Santa Emma: quella di essere restata vedova per quarant’anni, e vedova esemplare, facendo della sua delicata condizione uno strumento più raffinato di perfezione spirituale.
Alla morte del marito, era ricca, giovane e bella. Avrebbe potuto, come si dice comunemente, « rifarsi una vita », e vivere onestamente, e magari virtuosamente, accanto ad un altro uomo e nell’affetto di una famiglia. Scelse invece la via più difficile. quella della rinunzia al mondo e a tutti i suoi allettamenti. Una rinunzia che non fu né egoista né sterile, perché Santa Emma fece della sua condizione vedovile non soltanto un mezzo di propria perfezione spirituale. ma soprattutto uno strumento di bene per il prossimo. con la preghiera e con l’incessante carità. Erede di un ricchissimo patrimonio, la Santa vedova lo amministrò nel modo più redditizio, distribuendolo ai poveri e donandolo a istituzioni benefiche, perché fosse investito in opere di carità corporale e anche spirituale. Quando morì, nel 1040, si era spogliata non soltanto delle sue doti femminili, della bellezza e della gioventù, ma anche di tutte ~e sue ricchezze materiali. E se la prima circostanza era dovuta semplicemente al passare degli anni, la seconda era stata merito suo, di Santa Emma, modello di vedova cristiana, nel senso più ricco e più umano del termine. La vedovanza non era stata infatti, per lei, fedeltà quasi morbosa a un ricordo sempre più lontano, ma impegno di vita vissuta giorno per giorno, come sposa, pur senza marito, come madre, pur senza figli: come donna, insomma, la cui più alta missione è quella di dare: dare se stessa, cioè dare e moltiplicare la vita, sia in senso genetico che in senso sociale e spirituale.

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