Archivi giornalieri: 1 aprile 2016

Madia: con il Pin unico parte una nuova grande infrastruttura immateriale

08 Marzo 2016

«Oggi parte una nuova grande infrastruttura immateriale dell’Italia, un percorso che implica grandi cambiamenti perché ogni cittadino potrà richiedere un’identità digitale con oltre 300 servizi online delle pubbliche amministrazioni. Il nostro obiettivo è Italia login: un pin unico che dovrà diventare per tutti quello che è adesso il codice fiscale e che consentirà di lasciarci alle spalle la doppia F, ovvero file e faldoni. Spid ci consente infatti di usare l’innovazione legandola non alla parola obblighi bensì alla parola diritti».

E’ quanto ha affermato il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia nel corso della conferenza stampa che si è tenuta stamattina a palazzo Vidoni di presentazione di Spid, il sistema di identità digitale attraverso cui accedere ed utilizzare i servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni. L’incontro – al quale hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale di AgID Antonio Samaritani, i responsabili  delle amministrazioni centrali e locali che per prime consentiranno l’accesso ai propri servizi tramite Spid e i primi gestori di identità digitale accreditati – ha permesso di fare il punto su un progetto in fase di sperimentazione, che entro i prossimi due anni consentirà a tutti i cittadini di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione.

«Al cittadino ciò che  interessa è la semplicità delle risposte della Repubblica nel suo insieme – ha proseguito il ministro ­­– Per questo presentiamo una strategia complessiva, che definirei la maturità della Repubblica. In questi anni infatti il male della pubblica amministrazione è stato dovuto al fatto che amministrazioni centrali, regioni e enti locali si sono comportati come isole e non come parti di un solo corpo. In realtà a un cittadino non importa molto se una risposta non arriva per colpa del comune, della Regione o dello Stato. Il fatto che siamo qui tutti insieme a presentare Spid dimostra che siamo tutti parte di un’unica amministrazione della Repubblica».

«Quello che parte oggi – ha concluso il ministro – è un percorso che come tale richiederà aggiustamenti e miglioramenti per far crescere la domanda di digitale tra gli italiani e per aumentare l’offerta di servizi, agganciando anche i servizi non solo della pubblica amministrazione ma anche del settore privato. Un percorso che faremo insieme ma per il quale un bilancio sarà fatta due anni dopo Venaria come promesso lo scorso dicembre».

INAIL: infortuni in itinere e uso della bicicletta

INAIL: infortuni in itinere e uso della bicicletta 0

di in 1 aprile 2016 Guide, Inail
Infortuni in itinere e uso della bicicletta

A lavoro in bicicletta

Circolare INAIL 14/2016 con la quale riassume la disciplina dell’infortunio in itinere, in particolare ad infortuni in itinere e uso della bicicletta
 

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L’INAIL ha rilasciato la circolare 14/2016 dello scorso 25 marzo con la quale riassume brevemente la disciplina giuridica dell’infortunio in itinere, che resta integralmente confermata, sia in termini generali, sia con specifico riferimento alle ipotesi in cui l’evento occorra a bordo della bicicletta o velocipede, come indicato nella circolare.

L’INAIL puntualizza che l’infortunio in itinere occorso a bordo di un velocipede, deve essere, al ricorrere di tutti i presupposti stabiliti dalla legge per la generalità degli infortuni in itinere, sempre ammesso all’indennizzo, con esclusione solo delle fattispecie in cui il comportamento del lavoratore assuma i connotati del rischio elettivo.

Le disposizioni della circolare si applicano ai casi futuri, ai casi in istruttoria e ai casi per i quali sono in atto controversie amministrative o giudiziarie o, comunque, non prescritte o decise con sentenza passata in giudicato.

Infortuni in itinere e uso della bicicletta

Circolare INAIL n.14 del 25 marzo 2016

Linee guida per la trattazione dei casi di infortuni in itinere. Utilizzo del velocipede.

PREMESSA

L’art.5, commi 4 e 5, della legge 221/2015 prevede l’inserimento, agli articoli 2 e 210 del d.p.r. 1124/1965, del seguente periodo: “L’uso del velocipede, come definito ai sensi dell’art.50 d.lgs.30 aprile 1992, n.285 e successive modificazioni deve intendersi sempre necessitato”.

Con la presente circolare, si riassume brevemente la disciplina giuridica dell’infortunio in itinere che resta integralmente confermata, sia in termini generali, sia con specifico riferimento alle ipotesi in cui l’evento occorra a bordo del velocipede, salva la novità introdotta dalla predetta disposizione normativa che di seguito si illustra.

[…]

 

 

  Circolare INAIL numero 14 del 25 marzo 2016 (108,9 KiB, 44 download)

Sant’ Ugo di Grenoble


Sant' Ugo di Grenoble

Nome: Sant’ Ugo di Grenoble
Titolo: Vescovo
Ricorrenza: 01 aprile

S. Ugo nacque nel 1053 a Castelnuovo nel Delfinato, in Diocesi di Valenza.

Odilone, suo padre, era un bravo ufficiale che accoppiava i doveri del cristiano a quelli della sua professione. Consigliato da Ugo suo figlio, passò gli ultimi anni nella gran Certosa, in diocesi di Grenoble e morì centenario.

Sua madre, rimasta nel mondo, manifestò in sè il modello delle madri cristiane.

Nato da genitori si pii, Ugo parve tosto un fanciullo benedetto dal cielo. Attese con molto impegno ai suoi studi, senza trascurare la pietà. Aveva un grande desiderio di passare la sua vita nella solitudine, ma per le sue predare doti venne consacrato sacerdote e nominato canonico della cattedrale di Valenza. Amava la vita nascosta ed umile, mentre per le sue qualità e per il suo ingegno si distingueva fra tutti gli altri canonici.

Essendosi recato in quella città il vescovo di Die, Legato pontificio, ebbe a conoscere il giovane canonico e, apprezzandolo, se lo prese con sé. Gli affidò il difficile incarico di correggere gli abusi tra il clero: incarico che Ugo adempì con ogni impegno.

Nel 1080 il Legato pontificio convocò un concilio ad Avignone, nel quale trattavasi di eleggere un nuovo vescovo alla diocesi di Grenoble rimasta vacante. Il concilio unanimemente votò per Ugo, al quale fu giocoforza acconsentire.

In quei tempi i popoli, la cui istruzione era stata trascurata, si abbandonavano ai più detestabili vizi. S. Ugo subito comprese la situazione e avendo ricorso alla preghiera, deliberò di servirsi di tutti i mezzi possibili per rimediarvi. Con lunghe penitenze e fervide preghiere, invocò l’aiuto del cielo, ed aggiungendo saggi provvedimenti, in poco tempo la sua diocesi cambiò completamente aspetto. Permise Iddio che egli fosse travagliato da grandi infermità e da violente tentazioni, ma tutto superò con l’aiuto del Signore, inabissandosi sempre più nell’umiltà. Il molto lavoro non fu un impedimento alla sua vita ritirata e umile, anzi gliene infuse un così vivo desiderio, che Volle lasciare la diocesi per darsi alla solitudine. Conosciuta questa cosa, il Papa gli comandò di ritornare e rimanere tra le sue pecorelle, in vista del gran bene che vi operava, e S. Ugo ubbidiente subito vi ritornò, abbandonando per sempre ogni programma del genere.

Consigliò Brunone e i suoi compagni a ritirarsi a Certosa, località da lui ceduta a loro appositamente per fabbricarvi un cremo, e quivi spesso si recava a visitarli.

Aveva un grande orrore per ogni sorta di peccato benché minimo, per cui diceva sovente: « Le vanità e gli affetti disordinati possono mandare l’anima all’inferno ». Morì in tarda età il 1 aprile del 1132. Fu canonizzato nel 1134 da Innocenzo II.

PRATICA. Raccogliamoci nell’inti