Archivi giornalieri: 15 aprile 2016

Leggi maggiormente richieste

Anno 2016

La selezione di queste leggi viene effettuata basandosi sulle richieste che ogni giorno pervengono agli Uffici informazioni parlamentari del Senato e della Camera, anche via e-mail. Le leggi sono ordinate in base alla data (a partire dalla più recente).
Legge 23 Marzo 2016 n. 41
Norme penali sull’omicidio stradale

Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274

Pubblicazione:

G.U. n. 70 del 24 Marzo 2016

Iter e lavori preparatori
10 giugno 2015:
approvato in testo unificato
28 ottobre 2015:
approvato con modificazioni
10 dicembre 2015:
approvato con modificazioni
21 gennaio 2016:
approvato con modificazioni
02 marzo 2016:
approvato definitivamente. Legge
Legge 20 Gennaio 2016 n. 12
minori stranieri e società sportive

Disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva

Pubblicazione:

G.U. n. 25 del 01 Febbraio 2016

Iter e lavori preparatori
14 aprile 2015:
approvato
14 gennaio 2016:
approvato definitivamente. Legge
Legge 22 Gennaio 2016 n. 9
d-l misure urgenti per interventi nel territorio

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l’esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa

Pubblicazione:

G.U. n. 18 del 23 Gennaio 2016

Testo coordinato:

G.U. n. 18 del 23 Gennaio 2016

Iter e lavori preparatori
16 dicembre 2015:
approvato
19 gennaio 2016:
approvato definitivamente. Legge

Referendum trivelle. Perché andare a votare e votare sì

Referendum trivelle. Perché andare a votare e votare sì

CAGLIARI – Perché prorogare la durata delle concessioni per la coltivazione di idrocarburi non sia a priori né giusto né sbagliato, perché andrò a votare, perché voterò sì e perché votare non basta.

Si tratta del quesito referendario più complesso che mi sia trovata ad affrontare e del tema su cui è stato maggiormente difficile raccogliere informazioni serie che potessero orientare una decisione.

Se ne parla tanto ma al di là degli slogan ho trovato poche risposte alle mie domande. Ringrazio tuttavia la rete in cui, spesso nei commenti dei commenti di un post, ho trovato qualche indicazione, qualche fonte che mi ha consentito di prendere una decisione.

Ma veniamo ai vari punti:

Perché prorogare la durata delle concessioni per la coltivazione di idrocarburi non sia a priori né giusto né sbagliato ovvero, qual è la durata corretta di un titolo minerario?

Su questo punto la risposta è solo una: dipende. Dipende dal bilancio fra costi e benefici sociali marginali che tale attività genera nella sua “vita residua”. I benefici sociali sono quelli di più immediata percezione, ovvero l’impatto occupazionale diretto, indiretto e indotto associato a quell’attività, il patrimonio di conoscenze e competenze che genera l’attività economica, le royalty corrisposte. I costi sociali sono rappresentati dalla riduzione di valore del bene ambientale su cui insiste l’attività. Tale valore ha due componenti principali: il valore di utilizzo (use value) e il valore di non-utilizzo (non-use value)

La riduzione del valore di utilizzo include sia il valore generato da attività inibite dall’attività estrattiva (tipicamente per le attività offshore pesca e turismo) non solo durante la vita utile del giacimento ma sino a completo ripristino delle condizioni ambientali precedenti (direct use value), sia la riduzione di valore relativo al buon funzionamento dell’ecosistema marino e costiero e alla sopravvivenza degli organismi in esso presente anche se privi di valore economico (indirect use value), sia infine la riduzione di potenziali utilizzi futuri del bene ambientale (Option value).

Il valore di non-utilizzo (valore culturale, religioso, estetico, di esistenza) che riguardano sostanzialmente il valore intrinseco del bene a prescindere dal suo utilizzo. Questa ultima componente di valore è stata considerata per la prima volta nella quantificazione del danno ambientale dell’incidente di Exxon Valdez del 1989.

Tali valutazioni, per le quali esistono metodologie consolidate da diversi decenni e che traducono i diversi valori in valori monetari al fine di renderli comparabili, sono quelle che dovrebbero guidare le scelte del decisore pubblico e del potere legislativo di un paese civile, temo invece che le scelte del legislatore siano guidate da valutazioni di altra natura.

Perché andrò a votare

Andrò a votare non tanto e non solo perché lo ritengo un dovere civico, ma anche e soprattutto per riportare in cima all’agenda dei decisori pubblici il tema energetico in questo paese. Un’alta percentuale di votanti, quale che sia il loro voto, dà un messaggio chiaro e univoco: occorre affrontare la questione energetica, occorre avere una visione che traguardi 20-30 anni in questo paese, occorre darsi una missione degli obiettivi e, finalmente, un piano energetico nazionale di lungo periodo.

A Parigi lo scorso dicembre l’Italia, insieme ad altri 186 paesi si è impegnata a fornire il suo contributo per il mantenimento dell’innalzamento termico complessivo massimo entro i 2°C con l’obiettivo di rimanere entro 1,5°.

Per assicurare questo risultato occorre eliminare quasi tutte le emissioni di gas serra e compensare quelle non eliminabili con iniziative che li assorbano. Si stima che per contenere l’innalzamento entro 1,5°C la riduzione di CO2 (uno dei principali gas serra) debbano arrivare a zero nel periodo  2045-2060. Il 2045 non mi sembra poi tanto lontano, cosa aspettiamo a definire come ci si arriva?

Perché voterò sì

Voterò sì perché in assenza di spiegazioni e stime sulla durata della vita residua dei giacimenti in questione me le sono date da sola.

Dall’analisi dell’andamento della produzione di idrocarburi nelle piattaforme relative alle concessioni entro le 12 miglia si evince che questa si sia fortemente ridotta negli ultimi 10-15 anni,  sino a scendere al di sotto del 30% della produzione massima per le concessioni non scadute, del 10% per quelle scadute per le quali è già stata richiesta proroga e del 20% per quanto riguarda la produzione di olio.

Insomma sembrerebbe che si tratta di giacimenti già sostanzialmente a fine vita. Ma allora che senso ha la modifica legislativa della legge di stabilità che prevede che “I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento”?  Chi e come decide che il giacimento possa considerarsi esaurito? E’ sufficiente estrarre una goccia o sono definiti altri criteri?

Da un’analisi di Greenpeace su dati MISE risulta che delle 88 piattaforme operanti entro le 12 miglia

-35 non sono di fatto in funzione (6 “non operative”, 28 “non eroganti”, 1 di supporto a piattaforme “non eroganti” 

-29 considerate “eroganti” producono sotto la franchigia che esenta i petrolieri dal pagamento delle royalties   

Allora un governo serio anziché procrastinare la fase di dismissione di ciò che non serve più, dovrebbe definire le modalità gestione del decommissioning off shore (smantellamento? Riutilizzo ad es. per eolico offshore? Altro?). Si tratta di attività onerose che le compagnie petrolifere non hanno nessun interesse ad anticipare mentre hanno forti interessi a prorogare.

Perché votare non basta

Votare non basta perché, come stigmatizzano i detrattori del referendum, recarsi al seggio con il Suv non fa che sottolineare le nostre contraddizioni.

Perché anche se lasciamo l’auto nel garage e andiamo a votare in bicicletta dobbiamo essere consapevoli che quell’auto ha già emesso circa la metà delle sostanze tossiche associate al suo intero ciclo di vita nel momento stesso in cui l’abbiamo acquistata, nella fase di produzione.

Perché anche se stiamo attenti a non far scorrere acqua in eccesso quando riempiamo la moka, dobbiamo sapere che per la tazzina di caffè che poi beviamo sono stati comunque utilizzati 140 litri di acqua.

Perché quando indossiamo i jeans dobbiamo sapere che la loro impronta idrica non è tanto legata ai lavaggi in lavatrice ma soprattutto alla loro produzione (11.000 litri di acqua), allora è forse meglio comprarne un paio in meno e tenere la vecchia lavatrice. 

Perché se cambiamo le lampadine per contribuire alla riduzione di gas serra e poi portiamo a tavola 1 kg di carne di manzo dobbiamo essere consapevoli del fatto che: stiamo producendo 26 kg di CO2 equivalente (contro 1,7 kg prodotti da 1 kg di legumi), consumando oltre 19.000 litri di acqua (contro i 2.700 necessari per 1 kg di legumi) e impegnando 127 m2 di territorio (contro 18 m2 utilizzati da 1 kg di legumi).

Perché la fonte energetica più pulita che ci sia è il risparmio energetico non solo e non tanto nei consumi diretti (quelli indicati nelle nostre bollette) ma anche e soprattutto dei beni che acquistiamo.

In sintesi perché dopo aver votato occorre ripensare profondamente il nostro modello di sviluppo e i nostri consumi. 

Io sono dotata di auto, bevo caffè al mattino anziché il più eco-compatibile the, posseggo diversi paia di jeans e sono onnivora. Spero però che grazie a questa consapevolezza, maturata anche a seguito dei nuovi approfondimenti che ho svolto in occasione di questo referendum, le mie abitudini cambino, e cambino radicalmente, perché è un mio dovere, oltre che un mio desiderio, lasciare in eredità a mio figlio Antonio un mondo se non migliore, almeno equivalente a quello che ho ereditato io!

Valeria Casula (ingegnere ambientale)

Min. Lavoro, interpelli di aprile 2016

Min. Lavoro, interpelli di aprile 2016 0

Interpelli di aprile 2016

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

I nuovi interpelli di aprile 2016 in merito al contratto di solidarietà difensivo, i congedi parentali e i contratti a termine per attività di ricerca
 

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Come anticipato qualche giorno fa, la Direzione generale per l’Attività ispettiva, in data 11 aprile 2016, ha rilasciato nuove interpelli a tre nuovi quesiti poste dall’Assaereo, Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo, e dall’Aris, Associazione religiosa Istituti socio sanitari.

I quesiti riguardano la trasformazione da part-time in full-time e viceversa nell’ambito del contratto di solidarietà difensivo, la disciplina dei congedi parentali e i contratti a tempo determinato per attività di ricerca.

Interpello n. 12/2016 del 11/04/2016

Destinatario: Aris
Istanza: contratti a tempo determinato per attività di ricerca

L’ARIS – Associazione religiosa Istituti socio sanitari ha avanzato istanza d’interpello al fine di conoscere il parere di questa Direzione generale in merito alla corretta interpretazione dell’art. 23, D.Lgs. n. 81/2015 in materia di contratto di lavoro a tempo determinato.

In particolare, l’istante chiede chiarimenti in ordine al comma 3 della suddetta norma nella parte in cui stabilisce che “i contratti di lavoro a tempo determinato che hanno per oggetto in via esclusiva lo svolgimento di attività di ricerca scientifica possono avere durata pari a quella del progetto di ricerca al quale si riferiscono”.

  Interpello n.12/2016 del 11/04/2016 (157,5 KiB, 8 download)

Interpello n. 13/2016 del 11/04/2016

Destinatario: Assaereo
Istanza: disciplina congedi parentali

L’Assaereo ha avanzato istanza d’interpello al fine di conoscere il parere di questa Direzione generale in ordine alla corretta interpretazione della disciplina sui congedi parentali di cui all’art. 32, D.Lgs. n. 151/2001, così come modificato dall’art. 7, comma 1, lett. c), D.Lgs. n. 80, recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in vigore dal 25 giugno 2015.

  Interpello numero 13/2016 del 11/04/2016 (158,4 KiB, 100 download)

Interpello n. 14/2016 del 11/04/2016

Destinatario: Assaereo
Istanza: contratto di solidarietà difensivo – trasformazione part-time in full-time e viceversa

L’Associazione Nazionale Vettori e Operatori del trasporto aereo ha avanzato istanza di interpello al fine di conoscere il parere di questa Direzione generale in ordine alla corretta interpretazione della disciplina in materia di contratto di solidarietà difensivo sancita dal D.Lgs. n. 148/2015.

In particolare, l’istante chiede se in costanza di contratto di solidarietà sia possibile la trasformazione di contratti di lavoro part-time in contratti di lavoro full-time e viceversa, ferma restando l’assenza di incrementi dell’organico aziendale nell’ambito della categoria di personale interessata e nel rispetto del monte ore di solidarietà oggetto di accordo tra le parti per ciascuna categoria di lavoratori interessati.

 

 

  Interpello n. 14/2016 del 11/04/2016 (205,2 KiB, 13 download)

San Damiano de Veuster


San Damiano de Veuster

Nome: San Damiano de Veuster
Titolo: Sacerdote
Ricorrenza: 15 aprile
Protettore di: lebbrosi

«La politica e il mondo giornalistico possono vantare eroi, ma pochi possono essere paragonati a padre Damiano di Molokai. Vale la pena dare un’occhiata alle fonti di tale eroismo» (Gandhi)

Padre Damiano stesso rivela in una lettera i motivi della sua scelta: «Arno molto questi poveri indigeni per la loro semplicità e faccio per loro tutto ciò che posso. Essi mi amano come fanno i bambini con i propri genitori, e attraverso questo reciproco affetto spero di poterli condurre a Dio. Se amano il prete, infatti, ameranno più facilmente Cristo nostro Signore».

Joseph de Veuster (Damiano era il suo nome cr religione) nacque nel Belgio fiammingo nel 1840. A 19 anni chiese l’ammissione presso i padri dei Sacri Cuori. Dopo alcuni anni di preparazione, venne inviato missionario nelle Hawaii dove gli venne affidato un esteso territorio con soli 2000 abitanti. Il giovane prete non si perse d’animo. Imparò la lingua degli indigeni, condivise il loro povero cibo, dormiva come loro su un pagliericcio. Nel 1873 compì un’ulteriore discesa nell’abisso della carità, imbarcandosi per Molokai per assistere gli ammalati di lebbra. Negli anni trascorsi sul’isola Damiano restituì ai lebbrosi il senso della loro dignità, li aiutò a organizzarsi, a costruirsi una capanna, a coltivare piccoli appezza menti di terreno. Finì per sentirsi talmente in comunione con loro da iniziare la sua omelia con le parole: «Noi altri lebbrosi». Ed effettivamente la terribile malattia si annunciò sul suo corpo prima sommessamente, poi con segni sempre più evidenti. Morì il 15 aprile 1889. Ai funerali partecipò una folla straordinaria di lebbrosi inconsolabili