Archivi giornalieri: 9 aprile 2016

rassegna sindacale

del 09/04/2016

Paradisi fiscali addio?

Erosione della base fiscale, spostamento dei profitti, digital e sharing economy. Come G20, Ocse e Ue intendono far pagare le tasse alle multinazionali. Barbi: “Fisco, reddito e capitale hanno bisogno di una nuova regolazione e di controlli più efficaci”
08 aprile 2016 ore 18.26

Roma, 14 aprile convegno “Memoria condivisa”

08 aprile 2016 ore 18.14

Alle radici del primo Statuto dei diritti

Dalle parole di Di Vittorio al congresso dei chimici del 1952 alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori”, le “Pillole di storia” raccontano le tappe di avvicinamento alla legge 300
08 aprile 2016 ore 17.37

«Adesso trasformiamo la Carta in legge»

Sabato 9 aprile parte la raccolta firme in tutta Italia. Baseotto (Cgil) a RadioArticolo1: “Più di mille punti di raccolta. Il governo ha un’idea vecchia e bassa del lavoro, noi vogliamo ricostruire i diritti, cambiare le norme ingiuste, ridare dignità”
08 aprile 2016 ore 17.14

Carta, 9 aprile banchetti e gazebo a Bergamo

08 aprile 2016 ore 16.59

Fillea Toscana, non si arresta la crisi dell’edilizia

08 aprile 2016 ore 16.17

Tecnis, sindacati: qualche segnale positivo

Stipendi e contributi pagati fino a dicembre, impegno per dare continuità al gruppo e ai cantieri
08 aprile 2016 ore 15.42

Corruzione, 11/4 corso formazione Fp Cgil

08 aprile 2016 ore 15.31

Carta, «scommettiamo sul lavoro» 

Lattuada (Cgil Lombardia) ai microfoni di RadioArticolo1: “Con la proposta di legge proviamo a instaurare un rapporto concreto con i lavoratori, che non escluda nessuno e tenga conto dei soggetti della rappresentanza esistenti”
08 aprile 2016 ore 15.16

Mobilità del personale, firma anche la Flc

L’accordo interessa 200 mila persone, le operazioni andranno chiuse entro luglio. Per il segretario generale Domenico Pantaleo l’intesa “tutela le persone, impone trasparenza e oggettività nei movimenti. Nessuno spazio per la discrezionalità dei dirigenti”
08 aprile 2016 ore 14.52

Carta, 9 aprile raccolta firme a Roma

08 aprile 2016 ore 14.23

Cgil Modena, 13 aprile convegno su Ttip

08 aprile 2016 ore 14.21

Morto un edile sulla Variante di Valico

La vittima è un operaio 45enne dipendente di una ditta in subappalto. Solidarietà e rabbia della Fillea bolognese: “Siamo vicini ai familiari, si faccia luce sulle cause. La sicurezza è una risorsa, non può mai essere un costo o un lusso”
08 aprile 2016 ore 13.28

Raccolta firme Carta, gli appuntamenti nelle Marche

08 aprile 2016 ore 12.57

Caf, 12 aprile presentazione campagna redditi 730/2016

08 aprile 2016 ore 12.32

Ferrara, 9 aprile raccolta firme per la Carta

08 aprile 2016 ore 12.03

Carta, 9 aprile si firma a Firenze

08 aprile 2016 ore 11.57

Sindacati energia Sardegna, 11 aprile assemblea unitaria

08 aprile 2016 ore 11.45

Carta: a Messina raccolta firme in piazza Cairoli

08 aprile 2016 ore 11.07

Sciopero in vista, oggi attivi a Firenze e Bari

Continuano le assemblee regionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil in preparazione dello stop del 20 aprile: oggi (8 aprile) tocca a Toscana e Puglia-Basilicata. I sindacati chiedono un rinnovo che “garantisca il reale potere d’acquisto del salario”
08 aprile 2016 ore 10.24

Bergamo, sciopero alla Italcementi

Adesione oltre il 95%. Stop di 8 ore proclamato da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil contro i 430 licenziamenti previsti per la sede cittadina. “Arrogante nel metodo e nel merito, rigettiamo con forza il comportamento di HeidelbergCement”
08 aprile 2016 ore 09.50

Carta: a Genova si firma in piazzale Kennedy

Dopo le 700 assemblee nei luoghi di lavoro che hanno coinvolto oltre 24mila iscritti, sabato 9 aprile parte la campagna di raccolta firme a sostegno della proposta di legge
08 aprile 2016 ore 09.26

Giornale di Sicilia, 10 giorni di sciopero

Proclamato lo stato di agitazione contro i 20 licenziamenti annunciati nei giorni scorsi alle Rsa di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil
08 aprile 2016 ore 09.01

Potenza si prepara alla “Marcia per il Lavoro”

Sabato 9 aprile la mobilitazione regionale di Cgil, Cisl e Uil, insieme a numerose associazioni del territorio. Attesi 75 pullman da tutta la Basilicata. I sindacati sulle inchieste Eni e Total: “Chi ha sbagliato deve pagare”
08 aprile 2016 ore 08.51

Osservatore Romano

Un’altra tragedia
nell’Egeo

 

Quattro donne e un bambino annegati nel naufragio di un barcone salpato dalla Turchia ·

09 aprile 2016

 
 

 

Nuova tragedia nell’Egeo. Almeno cinque persone, quattro donne e un bambino, sono annegati questa mattina nel naufragio di un barcone di migranti che cercava di raggiungere l’isola greca di Samos dalle coste turche. A diffondere la notizia sono state fonti della Guardia costiera greca. Altre cinque persone che erano a bordo (due donne, un altro bambino e due uomini) sono riuscite a salvarsi. Le autorità stanno proseguendo nelle ricerche di eventuali dispersi.

Un bambino con gli aiuti distribuiti nel campo greco di Idomeni (Epa)

È solo l’ultimo episodio di una lunga scia di morte che segna ormai da tempo il Mediterraneo. E a pagare il prezzo più alto sono i bambini. Secondo l’organizzazione Save the Children, «sono 2.800 i minori migranti arrivati in Italia via mare; sono adolescenti, spesso poco più che bambini, che hanno affrontato il loro viaggio da soli, e che portano sulle spalle un carico di sofferenza più grande di loro. Molti hanno contratto anche un debito di viaggio per venire qui». I rappresentanti dell’organizzazione sottolineano: «È indispensabile che venga accertata al loro arrivo la minore età dei bambini; sembra una banalità ma è un elemento così importante e che spesso viene lasciato al caso; poi c’è la nomina del tutore, che è la figura principale per i minori, e speso avviene troppo tardi o fatto in modo non accurato».

E intanto, a Taranto, una bambina somala di tre anni, arrivata nel centro di identificazione insieme con la madre e il fratello, affetta da idrocefalia acuta è stata operata di urgenza all’ospedale Santissima Annunziata. Ad accorgersi delle condizioni critiche della piccola, che era in coda per le procedure burocratiche, è stato il sindaco di Taranto, Ipazio Stefano, che è anche pediatra e presta servizio come volontario. Dopo aver visitato la piccola e compreso la gravità della situazione, Stefano ha disposto il ricovero.

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La poesia dell’ollolaese Maddalena Frau

All’Università della Terza Età di Quartu mercoledì 20 aprile prossimo (ore 16, Aula Magna Viale Colombo 169/d), nel Corso di lingua e letteratura sarda, parlerò della figura e della poesia di Maddalena Frau.

Maddalena Frau è nata a Ollolai (NU) il 30 aprile 1945 e vive a Sanluri (CA). Insegnante elementare dal 1967 al 2006 nella provincia di Cagliari, ha iniziato a scrivere versi in lingua sarda (sia nella variante logudorese che campidanese) circa una quarantina di anni fa e ha arricchito le sue conoscenze linguistiche attraverso corsi di aggiornamento professionale e da autodidatta.
Si è sempre adoperata nella scuola con lo scopo di promuovere, salvaguardare e valorizzare la lingua, la letteratura e la cultura sarda, insegnandola.
Nel 2002 ha pubblicato una parte della sua produzione poetica nella silloge Lugore de luna (Luce lunare). In cui “canta” i ricordi, i giochi dell’infanzia e gli affetti; in cui nello smagato e tenero ricordo dell’infanzia, arcana e felice, si affolla un mondo di figure vive e fraterne, che la poetessa canta e vagheggia in modo commosso ma mai svenevole.
Ma Maddalena Frau canta anche la fede e la dimensione religiosa, particolarmente sentita e vissuta dalla poetessa, che illumina, vivifica e aiuta l’esistenza.
E dedica anche alcune poesie a Sos males de su mundu (I mali del mondo): tra cui i sequestri, l’AIDS, la droga, l’emarginazione degli anziani e l’inquinamento della civiltà (o inciviltà?) industriale, con la terra che non produce più fiori perché sono abbaidos cun venenu (innaffiati con veleno).
Nel 2006 ha pubblicato Sas meravillas de Don Bosco, un’altra silloge poetica: un vero e proprio poema sacro e poema epico sul fondatore dei Salesiani. Scrive a questo proposito Renzo Cau, in una magistrale analisi critica della silloge: “Se è vero che Sas Meravillas non può essere definita una biografia e per la selezione dei fatti irradianti l’ispantu (la meraviglia) e per la conseguante operazione di sintesi a cui è sottoposto il materiale biografico, non si può negare che il genere cui più si avvicina sia quello epico. Il racconto in versi infatti è tipico del poema. Anche i gosos (composizioni religiose e poetiche popolari antiche) rientrano nel genere epico, sebbene abbiano uno sviluppo embrionale. E M. Frau a questi si ispira, dando però alla composizione ben più ampio respiro”.
Nel 2011 ha pubblicato Tramas de seda,  un libro di poesie e filastrocche, ninna-nanne, duru-duru e scioglilingua, modellate in strutture giocose, scherzose, onomatopeiche e iterative, che hanno proprio le movenze del tipo della filastrocca, della canzone, dell’indovinello, del non sense di matrice popolare ma che l’Autrice sottopone a un trattamento e a una rielaborazione personale e originale.
Sta per pubblicare con Edizioni Grafica del Parteolla la sua quarta Silloge poetica intitolata Undas.
Molte poesie contenute in Tramas de seda vengono cantate con successo dalla cantante sarda folk Silvia Sanna, (accompagnata da Antonello Pulina e da Marino Melis alla chitarra e da Antonio Pirastru all’organetto).
Stessa sorte era toccata ad alcune poesie della silloge Lugore de luna, cantate da Silvia Sanna ma anche da un gruppo musicale milanese, “Contrabbandieri di Conchiglie”, ricalcando sonorità particolari simili a quelle di De Andrè e di Rino Gaetano.
Il fatto che le poesie di Maddalena Frau vengano musicate e cantate non deve stupire: nei suoi versi che sembra carezzare e coccolare, mostra infatti una naturale attitudine al canto, alla canzone, soprattutto popolare. Tanto che, nelle liriche più belle e suggestive, quando la poesia si flette più agevolmente, riesce a creare sinfonismi e fonie, onomatopee e cromatismi, ritmi e assonanze, attraverso una tessitura metrica lineare e abilmente alleggerita con invenzioni di movimenti e scatti musicali che consentono all’Autrice di giocare a suo piacimento con la materia, che tratta e canta, costruendovi pregevoli architetture linguistiche e musicali.
In questi ultimi anni ha iniziato a partecipare a vari concorsi di poesia sarda, ricevendo significativi  premi e riconoscimenti: fra gli altri ha vinto il primo premio a Ploaghe (SS), nel Concorso di poesia satirica “Larentu Ilieschi” 2010, con la poesia S’Aipoddu.
Ma ecco alcune sue belle e significative poesie,.

 

S’AIPODDU

Efisineddu andat in sa strada
cun s’origa attaccada a s’Aipoddu
e, a cropus de gambas e de coddu
fueddat cun sa musica Repada.

In sa busciacca de su cratzoneddu
ci ficchit su lettori musicanti;
de musica moderna deliranti
si ndi prenat su coru e su xrobeddu.

A cratzonis calaus a mesugonna,
a cufiedda cun su lecca-lecca
ndi bogat su macchini ‘e discoteca
cun Paf Daddi, Beionse, Madonna…

Baddendu Roch En Rollu iscadenau,
e Tecno e Fanchi sbanda-sbanda
si callincunu ddi fait domanda
non bidi e no intendit: stontonau!

Cun s’Aipodu fintzas in sa scola:
Tu-tum! Tu-tum! Su filu chiassosu,
su discenti modernu gioiosu
de letzioni fait sa cassola.

Si corcat e si pesat Efisinu
Cun s’origa attaccada a s’Aipoddu
Pappat e dormit a corpus de coddu,
a sartius in domu e in camminu.

Su babbu allirgu, tziu Piriccu Soddu
Cun sa mammai totu affainada
Impari si dda faint sa repada
A sartieddus e corpus de soddu…
Cun s’origa attaccada a s’Aipoddu.

 

 

 

UMBRAS ISMENTIGADAS

Palas a sole umbrande
in terra a coda lada
tzias iscrariande
sutta sa contonada

Donni borta ‘e die
cuntentas, puntuales
si sediant inie
sas bighinas negales.
 
Tiravant sa corria
a mossos e a ungrèddas
sa vida consumìa
umbrande in sas mureddas.
 
Prenavant sos cherrìgos
corves e coinzòlos
de brullas, de antigos
contos amorazòlos…

Curriat sa livria
apetigande tottu
pistande s’iscrarìa
in su tempus connotu.

Cussas manos nodosas
tottu pinnicronadàs
nde torrvant grabòsas
bellas innadigàdas.

Nde faghiant trumentu
cussas manos nieddas!
Ite divertimentu
pro sas criaturèddas!

Sas novas de sa bidda
contavant a ispàntu…
Su fragu de s’armidda
punghiat cada tantu.

Sa roba meriande
su pastore dormiu
tzias iscrariande
in beranu e istìu.

Bolavant sos puzònes
supra de s’iscrarìa
pintàda a pibìones
de seda colorìa.

Sas corves a trintzèra
poniant in su carru…
E Basili cun Pera
pipande a zigarru.

Nde faghiant camminu
a piccu de sudore…
e pro carchi sisinu
pro ozu e pro laore.

–E corves! E cherrigos!
naravat cudda tzia
in sos tempos antigos
foras de bidda mia.

Corves e canistèddas
comporavat s’istranzu
Sutta sas murighèddas
naschiat su balanzu.

Cussa manos nodosas
tottu l’as appo amadas,
galànas e grabosas…
Umbras ismentigadas.

Però sa Musa mia
Mi ghirat cun su bentu
Da boghe e cudda tzia…
Umbras de Gennargentu.

–E corves! E cherrigos!… –
Mi cantat donni die
–E corves e cherrìgos!
A comporare benìe!… –

 

 

 

FORA ISCORIA NUCLEARE

Fora iscoria nucleare
de venenu colorida!
Fora, atesu, mai in sa vida
muntonarzos de nuscare!
Sa Sardinna a la sarvare
est mutinde totu unida!

Est s’iscoria nucleare
de su mundu àliga fea.
Fora de sa terra mea
si la depent interrare
o, si nono, apicare
a su tzugu a vida intrea.

Cussos macos e tinzosos,
chene anima nen coro,
si l’abbratzent su tesoro,
che lingotos pretziosos,
sos bidones putzinosos
a pudire in dom’issoro!

Zai chi totu ant impestau
distruinde sa Natura,
sa moderna butadura
si la tenzant a costau,
a tzimentu fravigau
in sa domo a s’ intradura.

Cherent fagher de Sardinna
muntonarzu natzionale…
regalande unu mortale
crancu ’e vida prus indinna
a sa nostra terra dinna
de bellesa e de gabbale.

No lis bastat su chi ant fatu
in cuddu tempus colau!?
Brusiau e isbuscau…
Cantu dannu e disacatu
pigandeche su recatu
de su populu isfrutau! ….

Totu no-che sunt leande
su terrinu e sa salude…
sa betzesa e  zobentude…
A zogu nos sunt pigande.
Pesae totus cantande
a difender sa salude!

E sos amministradores
no atzètent cosa gai!
In Sardinna mai mai!…
Solu matas e fiores
e profumos e colores
in sa terra de mannai!…

A sas Istitutziones
de Guvernu Italianu
lis pedimus una manu
de rispetu a sas pessones
de sas generatziones
de su populu isolanu.

A sos sardos un’apellu
cun corazu cherzo dare:
fortemente a refudare
de nos ponner a tropellu
che a bestias de masellu
prontos a no-che papare.

Fortes, cun coro galanu,
iscritores, zornalistas,
cun poetas e artistas
ischidae a su manzanu…
A s’ingannu rufianu
aberìe sas pibiristas!

Si nde peset su Nuraghe
cun Zigante ’e Monte ’e Prama,
de Sardinna antiga fama,
narande:-Cherimus paghe!
Rezistrae in su condaghe:
“Fora iscoria dae Mama!

Fora, atesu sos bidones
de cuss’aliga de morte!
Fora de sa nostra corte
fragos de perditziones!
Fora iscorias e cannones,
e de imbentos de morte!”-

Sardos, amigos, cantade
disterrados cun amore
pro difender cun ardore
cudda sarda dinnidade,
de Sardinna identidade,
de cultura e de valore!

Fora, atesu fuliade
sas iscorias de dolore!
Sa Sardinna est de mirare!
Non si vendet pro dinare!!!
Sa Sardinna est de mirare!
Fora iscoria nucleare!

 

 

S’ISTRESSE

Una tzia de chent’annos
si la cantat tesse-tesse:
-Oje minores e mannos
nachi ant totus s’istresse…
Ih, a casta ’e maledia!
No nd’aio intesu mai
dae cando so naschìa
maledia mala gai!

A chie curret in presse,
semper a molinadura,
nachi li pigat s’istresse
e no si nd’agatat cura.
It’errore! Oi! Ai!
Mai Deus cherzat mai!

Eh!…Toccat a andare abellu
e cun pasu cada tantu
ca si nono su cantzellu
s’aperit de campusantu.
Sa vida est una chimera:
una drittu, una a imbesse,
ma cun fide e  preghiera,
no imbucat cuss’istresse…

Sa moderna maledia
si sich’intrat, arguai!
Ih! Pro more ’e Deus sia(t)!
In tottube che sunt gai!…
Innoghe e in Continente
cantu tribulat sa zente!
E… toccat  a cumpadesse
ca  tenent totus s’istresse !-