Osservatore Romano

Soprattutto la voce

 

A cent’anni dalla nascita di Frank Sinatra 

12 dicembre 2015

 
 

 

«I did it my way». L’ha cantato fino all’ultimo in uno dei suoi cavalli di battaglia e davvero ha fatto tutto a modo suo. Non gli importava di cosa pensasse la gente. Lui è sempre andato per la sua strada: notti insonni, whisky, carte da gioco, bulli e pupe, politici, persino inquilini della Casa Bianca, ma anche qualche gangster. Tuttavia si sa, le leggende sono fatte così, vivono di eccessi e di gloria vera. E su quest’ultima, quando si tratta di uno come Frank Sinatra,The Voiceper gli italiani,Old blue eyesper gli statunitensi, non si discute. La sua voce calda, profonda, vellutata, capace di mille sfumature, ha saputo incantare il mondo, regalando canzoni originali e interpretazioni di brani altrui diventate patrimonio comune, daMy wayaStrangers in the night, daTheme from New York New YorkI’ve got you under my skin, daNight and dayaThe lady is a trampe a tantissimi altri classici.

Ma anche come attore non era affatto male. Alcune sue interpretazioni restano indimenticabili. Tra tutte il personaggio di un tossicomane nel film di Otto PremingerL’uomo dal braccio d’oro(1955), in cui era protagonista con Kim Novak che gli valse una nomination all’Oscar, e il soldato Angelo MaggioDa qui all’eternità(1953) di Fred Zinnemann, accanto a Deborah Kerr, Burt Lancaster e Montgomery Clift, ruolo per il quale vinse l’ambita statuetta come migliore attore non protagonista.

Frank Sinatra era nato il 12 dicembre di cento anni fa in New Jersey. Ma le sue origini erano tutte italiane. La madre Natalina Garaventa era originaria di Rossi di Lumarzo, in Liguria, e il padre Antonio veniva da Lercara Friddi, in Sicilia.

di Gaetano Vallini

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Osservatore Romanoultima modifica: 2015-12-13T18:59:17+01:00da vitegabry
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