Lavoro

Lavoro: Cgil, parliamo delle persone basta polemiche sui numeri

“I dati sull’occupazione vanno analizzati e contestualizzati. Quelli del ministero sulle attivazioni dei rapporti di lavoro del mese di aprile evidenziano un aumento del divario di genere e che i contratti a tempo determinato restano la forma prevalente di rapporto di lavoro”. Così Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil, commenta i dati diffusi ieri dal dicastero guidato da Giuliano Poletti.

Secondo i calcoli effettuati dal sindacato di corso d’Italia, infatti, “vediamo una ripresa dell’occupazione maschile ma una caduta di quella femminile: nell’aprile del 2014 – spiega Sorrentino – il totale delle attivazioni per le donne è stato di 31.1528, sceso a 310.117 nell’aprile di quest’anno, con una riduzione quindi di 1.411 contratti. Quelli attivati per gli uomini, invece – continua – sono aumentati di 40.382 unità: sono stati 406.427 nell’aprile 2014 e 446.809 nello stesso mese del 2015”.
Per quanto riguarda il totale delle attivazioni, la dirigente sindacale evidenzia che “la differenza tra aprile 2014 e aprile 2015 è di 38.971, su cui incide il saldo negativo dell’occupazione femminile”.

Stando alle tipologie contrattuali, “si registra un calo di 5.892 attivazioni sull’apprendistato, che è comunque un contratto a tempo indeterminato – sottolinea la segretaria Cgil – e di 9.314 attivazioni sulle collaborazioni, ma di soli 780 contratti a termine, che restano comunque la forma prevalente di rapporto di lavoro (62,8%  nell’aprile 2015 aprile e 66,3% lo stesso mese dell’anno precedente)”.
“Inoltre, a differenza di altre rilevazioni, non parliamo seccamente di occupati – prosegue – ma di contratti attivati o cessati e la media di contratti per occupato rimane molto alta, indice di un tasso di precarizzazione che investe la maggioranza dei lavoratori”.

“In definitiva – tira le somme Sorrentino – 2/3 dei contratti sono a termine e solo 1/5 a tempo indeterminato e gli spostamenti da un contratto all’altro, le trasformazioni e le cessazioni non hanno effetti rilevanti sul dato generale dell’occupazione”. “Per creare posti di lavoro – conclude – servono politiche strutturate: gli incentivi da soli rappresentano una bolla momentanea”.

Lavoroultima modifica: 2015-05-27T16:48:35+02:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo