Archivi giornalieri: 9 maggio 2015

Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

Osservatorio INCA CGIL per le politiche sociali in europa

  

Mini-job. La Corte Ue chiarisce i diritti previdenziali dei migranti che svolgono piccoli lavori occasionali

Un cittadino residente in uno Stato membro, e che lavora per alcuni giorni al mese in un altro Stato membro, è assoggettato alla normativa dello Stato di occupazione anche nei giorni in cui non lavora. Il cittadino in questione può tuttavia ricevere dallo Stato di residenza le prestazioni di vecchiaia e familiari, se queste non sono già fornite dallo Stato di occupazione (come nel caso dei mini-job tedeschi)…

Congedi di maternità. Il progetto di direttiva rischia di essere definitivamente insabbiato

La proposta per una nuova direttiva europea sui congedi di maternità, in gestazione (è il caso di dirlo…) da 7 anni, finirà probabilmente sotto la scure della cosiddetta better regulation, ossia la strategia della Commissione europea che mira ad eliminare le regole che non piacciono alle imprese, in particolare per quanto riguarda la legislazione ambientale, sanitaria e  sociale…

OCSE. Reddito minimo non basta per uscire dalla povertà

Nella maggior parte dei paesi OCSE dove è in vigore il salario minimo legale, questo non basta a far uscire dalla povertà una famiglia. In alcuni paesi sono necessarie 60-80 ore di lavoro settimanali per estrarre una famiglia dalla povertà. Ci sarebbe bisogno – conclude l’OCSE – di più sostegno al reddito, e di salari significativamente al di sopra del minimo legale…

 


Precedenti articoli

Giornata mondiale del lavoro. Alcune cifre-chiave

Alla vigilia della giornata mondiale del lavoro, che si celebra ogni anno il 1 maggio, Eurostat pubblica alcune cifre-chiave sull’occupazione nell’UE…

Il Regno Unito sarebbe la prima vittima di un’eventuale uscita dall’Unione

Secondo un rapporto della fondazione tedesca Bertelsmann Stiftung, il Regno Unito sarebbe la prima vittima di un’eventuale uscita dall’Unione. In misura minore, il cosiddetto “Brexit colpirebbe anche il resto dell’Europa…

Cifre-chiave sulla salute e la sicurezza sul lavoro nell’UE

Sei cifre-chiave sulla salute e la sicurezza sul lavoro in occasione della Giornata Mondiale, che si celebra ogni anno il 28 aprile…

Il Belgio deferito alla Corte di giustizia per il suo rifiuto di accettare i « formulari A1 » dei lavoratori affiliati in un altro Stato membro

La Commissione europea ha deciso di deferire il Belgio davanti alla Corte di giustizia per aver ripetutamente rifiutato di riconoscere i documenti di lavoratori mobili attestanti i contributi previdenziali versati in un altro Stato membro. Il caso riguarda più precisamente il cosiddetto “documento portatile A1”. Ai sensi del regolamento Ue sul coordinamento della sicurezza sociale, tale formulario attesta che il lavoratore  è già assicurato ai fini previdenziali in un altro Stato membro, ad esempio nel Paese in cui  ha sede l’impresa distaccante.

Espulsioni. Procedura d’infrazione contro il Belgio, in risposta alla denuncia di INCA CGIL

In risposta alla denuncia lanciata da INCA CGIL, la Commissione europea ha avviato una procedura contro il Belgio, per le espulsioni di lavoratori cittadini europei. L’accusa è di violazione della Direttiva 2004/38 sul diritto di soggiorno dei cittadini UE e del Regolamento 883/2004 sul coordinamento della sicurezza sociale. Ma non c’è da sedersi sugli allori…

Un asse Londra-Berlino contro la libera circolazione dei cittadini UE

Regno Unito  e Germania vogliono entrambi introdurre un maggiore controllo all’accesso dei migranti ai servizi sociali e sanitari europei. Le misure richieste mettono in discussione i fondamenti della libera circolazione delle persone, e quindi dell’intero progetto europeo.

Lavoratori frontalieri. Raccomandazioni CES su come superare gli ostacoli alla mobilità

Il Comitato esecutivo della CES ha adottato una serie di raccomandazioni ai governi nazionali e all’Ue, su come superare gli ostacoli alla mobilità alla libera circolazione dei lavoratori frontalieri che si manifestano, secondo la CES, soprattutto in quattro aree: previdenza e prestazioni sociali; imposte dirette e benefici fiscali indiretti; diritto del lavoro; disposizioni in materia di ingresso e soggiorno dei lavoratori frontalieri cittadini di paesi terzi.

I lavoratori residenti in Francia che lavorano in un altro Stato membro non possono essere soggetti ai contributi sociali francesi

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha chiarito che la Francia non può prelevare contributi sociali su salari, pensioni e sussidi di disoccupazione dei lavoratori che, ancorché residenti in Francia, siano sottoposti alla legislazione di previdenza sociale di un altro Stato membro.


L’Osservatorio per le politiche sociali in Europa è un’iniziativa di INCA CGIL Italia e INCA CGIL Belgio

rassegna.it

Newsletter del 09/05/2015

Fiumicino, Filcams Roma-Lazio: tavolo unitario per salvaguardare lavoro (08/05/2015 18:55)

Edilizia: Di Berardino (Cgil Lazio), bene rinnovo integrativo(08/05/2015 18:30)

Jobs act: Flc Cgil, estendere Dis-coll ad assegnisti e dottorandi (08/05/2015 17:46)

Megale (Fisac): Jobs act, non meno diritti ma più investimenti(08/05/2015 17:32)

Lombardia: “NoiCgil”, una campagna e una app dedicate ai giovani (08/05/2015 17:00)

Megale (Fisac): il valore del contratto riconquistato (08/05/2015 14:19)

  “Il successo più importante è stato la compattezza dei lavoratori bancari, ribadita in occasione dei nostri due scioperi nazionali, e la ritrovata unità sindacale. Il ccnl è basilare, non solo per quel che difende, ma anche per la sua anima sociale”

Contrattualizzazione per i tirocinanti della Giustizia (08/05/2015 13:33)

  Cgil e Fp scrivono ai gruppi di Camera e Senato e ai rappresentanti delle istituzioni, per chiedere un incontro urgente e l’apertura di un tavolo congiunto finalizzato alla “risoluzione rapida della questione” DI GUIDO IOCCA

Cgil e Fp scrivono ai gruppi di Camera e Senato e ai rappresentanti delle istituzioni, per chiedere un incontro urgente e l’apertura di un tavolo congiunto finalizzato alla “risoluzione rapida della questione” DI GUIDO IOCCA

di Guido Iocca

 (immagini di Marco Merlini/Cgil)
Senza di loro il funzionamento dei tribunali del nostro paese non sarebbe garantito, dovendo supplire alla grave carenza d’organico di un comparto che sconta un deficit di circa 9.000 unità di personale in tutto il territorio nazionale, con punte del 30 per cento in alcuni grandi uffici. Sono i cosiddetti lavoratori “svantaggiati”, 2.650 ex cassintegrati, addetti in mobilità e disoccupati che dal 2010 svolgono tirocini formativi negli uffici giudiziari.

Non semplici numeri, ma uomini e donne in carne e ossa che, di fatto inseriti nel ciclo lavorativo, hanno trascorso gli ultimi 5 anni della loro vita affiancando a tutti gli effetti – in cambio di una retribuzione da fame (circa 300 euro mensili) – il personale interno al sistema giustizia. Ora, dopo aver acquisito nel tempo importanti competenze e un più che discreto bagaglio di esperienza sul campo, entrambi utilissimi al funzionamento della giustizia e a rendere più efficaci i servizi ai cittadini, tutte queste persone sono – a partire dal 1° maggio – senza lavoro e senza reddito a causa del venir meno dei fondi impiegati per finanziare i tirocini formativi.

È per questo motivo che Cgil e Funzione pubblica hanno deciso di scrivere ai presidenti dei gruppi di Camera e Senato, al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, per chiedere – ai primi – un incontro urgente e – ai secondi – l’apertura di un tavolo congiunto finalizzato alla “risoluzione rapida della questione”. “Le possibilità che sono emerse sino a oggi e che riguardano comunque un futuro non immediato – sostengono nella lettera Gianna Fracassi, segretaria confederale Cgil, e Salvatore Chiaramonte, della segreteria nazionale Fp –, sono insufficienti a garantire sbocchi lavorativi a tutta la platea di lavoratori”.

 

A pensarci bene, tutta la vicenda appare come un autentico paradosso: lo stesso governo (inteso come organo esecutivo) che, adottando strategie sbagliate per il personale del pubblico impiego, ha con una mano scelto la strada dei tagli e stabilito il prolungamento del blocco del turn over, favorendo in alternativa la creazione della figura del precario della giustizia, oltre che l’adozione di vere e proprie decisioni “tappabuchi” (negli uffici del comparto si sono alternati dai carabinieri in quiescenza agli ex dipendenti richiamati in servizio), con l’altra mano ora cerca di disfarsi – per mancanza di risorse – delle stesse preziose figure professionali che per un lustro hanno contribuito a coprire con il loro operato i gravi limiti di una decisione politica a dir poco scellerata.

“Quando mi alzo la mattina, dico che vado al lavoro, non al tirocinio. Nella Cancelleria civile faccio di tutto. Mi occupo di ciò che serve, ho intrapreso negli anni un percorso di apprendimento, svolgo un ruolo di supporto che mi è riconosciuto da tutti gli altri lavoratori”. Così si era espressa il 9 aprile Stefania, impegnata dal 2010 nel tribunale di Pescara, in occasione di una conferenza stampa organizzata nella sede della Cgil nazionale. E dello stesso tenore furono le testimonianze di tanti altri suoi “colleghi” provenienti da tutta la penisola.

Non chiedono la luna, i sindacati (che lo scorso 28 aprile hanno organizzato una manifestazione nazionale di protesta a Roma), ma semplicemente che l’attività lavorativa di fatto esercitata dai tirocinanti (mascherata da stage formativo) venga dopo 5 anni riconosciuta attraverso un percorso di contrattualizzazione. Riuscirà il buon senso insito in questa richiesta a far recedere il governo dalle sue posizioni di chiusura? Per il momento, l’unico elemento certo è che le timide concessioni fatte intravedere dal ministro Orlando a una delegazione di precari incontrata in occasione della manifestazione del 28 (delle generiche “soluzioni per tutti”) sembra ancora troppo poca cosa.

Sindacati Latina, firmata intesa contro racket migranti (08/05/2015 13:14)

Cgil Firenze, 14/5 convegno su migranti e lavoro (08/05/2015 12:59)

Sicilia, Pagliaro (Cgil): con sentenza Consulta buco di 50 milioni (08/05/2015 12:54)

Cna Toscana, 22/5 sciopero (08/05/2015 11:53)

Media Market: Filcams Cgil Genova, scongiurare licenziamenti(08/05/2015 11:44)

Multiservice Genova, 11/12-5 lavoratori in sciopero (08/05/2015 11:23)

Sciopero scuola, sindacati: in Umbria adesione straordinaria(08/05/2015 11:04)

Fisac Cgil Livorno, Stefano Caccia nuovo segretario (08/05/2015 10:44)

Liguria: 11/5 sindacati incontrano candidati a governatore(08/05/2015 09:53)

Turismo, le parti sociali chiedono di cambiare la Naspi(08/05/2015 09:49)

  Siglato un importante avviso comune tra sindacati e associazioni imprenditoriali. Tra le richieste il prolungamento delle attività stagionali e una maggiore equità nel computo dei nuovi ammortizzatori sociali

San Pacomio

San Pacomio


San Pacomio

Nome: San Pacomio
Titolo: Abate
Ricorrenza: 09 maggio

Abate, Santo fu il primo padre del cenobismo monastico. Soldato Esneh ebbe occasione di conoscere cristiani e fu spinto ad imitarli. Lasciata dunque la militizia, si ritirò presso un piccolo tempio abbandonato di Senesit e poco dopo fu battezzato.

Fallito il suo primo tentativo ascetico, si ritirò a vita anacoretica sotto la guida del Monaco Palomone. In questo periodo potè rendersi conto dei difetti della vita anacoretica e comprese la necessità di una vita in comune, in un monastero, sotto la direzione di un superiore.

Si separò così da Palamone e a Tabennisi, un villaggio abbandonato sulla riva destra del Nilo, organizzò una comunità religiosa di cui fu abate, caratterizzata dalla sottomissione a una regola e dalla costituzione di superiori. Poté così raccogliere parecchie centinaia di cenobiti in un solo monastero e fondarne altri. 

Attorno al 400 si conteranno quasi 5000 monaci (S. Girolamo parla addirittura di 50.000, ma pare che il calcolo sia erroneo). P. redasse la prima regola, che da lui prende il nome, in lingua copta. Essa ci è giunta completa solo nella traduzione latina dal greco curata da Girolamo nel 404; dei testi copto e greco vi sono solo frauntlettli. Essa imponeva non solo preghiere e digiuni, ma anche il lavoro manuale e lo studio della Bibbia. In appendice alla regola tradotta da S. Girolamo si trovano detti e ammonimenti di P. (Morzita Pachomiz) e 11 lettere di cui due in criptografia.