Archivi giornalieri: 26 maggio 2015

Jobs Act

Jobs Act, le proposte dei sindacati su salute e sicurezza

Il Testo Unico in materia di salute e sicurezza è un cantiere sempre aperto. Un po’ perché i temi sono in perenne evoluzione, un po’ perché il decreto va completato in diverse sue parti, un po’ a causa degli interventi dei diversi governi che ci rimettono le mani quasi esclusivamente in chiave deregolatoria. In questi giorni sono in discussione al ministero del Lavoro le azioni derivanti sul decreto 81 dalla delega contenuta nel Jobs Act (punti 5 e 6 della legge 183/2014), e Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le loro “Proposte di semplificazione e razionalizzazione”, indicando i provvedimenti più urgenti e rilevanti da attuare.

“Con le proposte contenute nel nostro documento abbiamo voluto raccogliere la sfida che legislatore e governo ci hanno lanciato con il Jobs Act e con il cosiddetto decreto del fare”, spiega il responsabile Salute e sicurezza della Cgil nazionale Sebastiano Calleri: “La nostra visione è chiara: no alla deregulation e alla diminuzione delle tutele, sì a proposte che facciano funzionare meglio il sistema nazionale della prevenzione”. In questo senso, continua il dirigente sindacale, abbiamo colto “l’occasione della presentazione dei documenti delle parti sociali per non permettere ai male informati di costruire strumentalizzazioni sul nostro supposto ruolo di organizzazioni del ‘no a prescindere’. E poi, come si evince dalla delega, la parte delle razionalizzazioni è importante come quella delle semplificazioni”. In conclusione, Calleri auspica di conoscere presto “gli orientamenti del governo e quelli delle rappresentanze imprenditoriali, pronti a un confronto produttivo poiché in gioco ci sono le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro paese”.

I sindacati puntano a portare a sistema quanto ancora inattuato del decreto 81, realizzando così un’azione coerente di razionalizzazione. Il primo aspetto (art. 3) è la necessità di “una regolazione certa degli ambiti lavorativi previsti”, eliminando quelle “deroghe permanenti” che bloccano da anni l’applicazione delle disposizioni di salute e sicurezza in alcuni settori lavorativi, come ad esempio nel Corpo di polizia. Altro punto qualificante (art. 8) è la realizzazione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione (Sinp), atteso ormai da sei anni: un’inadempienza, sottolineano i sindacati, che rende inutilizzati alcuni elementi fondamentali per la programmazione delle attività di prevenzione (come i flussi informativi da Inail a Regioni relativamente agli infortuni, oppure i sistema di sorveglianza di infortuni mortali e malattie professionali). Sempre riguardo al Sinp, Cgil, Cisl e Uil denunciano il “ruolo assolutamente riduttivo” affidato alle parti sociali, che invece andrebbe ampliato in un’ottica di “stabile collaborazione con le strutture organizzative del Sistema che verranno istituite”.

Una parte consistente delle osservazioni sindacali riguarda il ruolo di Rls e Rlst. I sindacati chiedono (art. 37) che l’obbligo di aggiornamento (di quattro ore annue) per gli Rls sia introdotto anche per i Rappresentanti delle imprese che occupano meno di 15 lavoratori; che venga stabilito (art. 50) l’obbligo di consultazione dei Rappresentanti, da parte del datore di lavoro o dei dirigenti aziendali, in merito alla redazione del Documento unico per la valutazione rischi da interferenze (Duvri), come già avviene per il Documento di valutazione dei rischi (Dvr); che venga, infine, concretizzata la costituzione del Fondo ex art. 52 in favore degli Rlst, già prevista nel Testo unico.

Sono ben 12 gli articoli su cui Cgil, Cisl e Uil propongono interventi di razionalizzazione, ed è impossibile citarli tutti (per una visione completa, si rimanda alla lettura dell’allegato). Si può soltanto sottolineare come i sindacati affrontino tutte le questioni più calde: la consultazione delle parti sociali riguardo i quesiti posti alla Commissione Interpelli su temi che le riguardano, il coordinamento di tutti gli enti preposti alla sicurezza in ambito portuale e aeroportuale, l’obbligo di formazione e di sorveglianza sanitaria per i lavoratori a partita Iva, la “tracciabilità” dei dati relativi ai lavoratori non iscritti obbligatoriamente all’Inail, il coordinamento della sorveglianza sanitaria per i lavoratori che conducono un mezzo di trasporto (o vi svolgono abitualmente la propria attività), l’emanazione sia del decreto relativo al “sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi” sia del provvedimento che riconosce e regola la costituzione e l’operatività degli organismi paritetici.

da Rassegna.it

San Filippo Neri

San Filippo Neri


San Filippo Neri

Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Ricorrenza: 26 maggio

Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato “Pippo il Buono”. 

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all’eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll’orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune. 

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione. 

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l’allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza. 

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne! 

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi! 

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio. 

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell’Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell’educazione della gioventù. 

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni. 

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio. 

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri). 

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell’esempio delle sue virtù.