Archivi giornalieri: 29 aprile 2015

Ilo

Ilo, azione urgente per costruire cultura prevenzione infortuni

“Una buona governance in materia di salute e sicurezza dimostra che la prevenzione paga. Per questo, serve un”azione urgente per costruire una cultura della prevenzione”.

E’ questo il messaggio del direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder, in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

“A livello nazionale -spiega- questo implica il rispetto del diritto sulla salute e sicurezza nel luogo di lavoro a tutti i livelli, la partecipazione attiva di tutti gli stakeholders nel garantire un luogo di lavoro salubre e sicuro attraverso un quadro ben definito di diritti, responsabilità e doveri e l”attribuzione della più alta priorità al principio della prevenzione”.

“Una cultura della prevenzione -afferma Ryder- deve essere innanzitutto basata sull”impegno di diversi attori: governi, lavoratori e datori di lavoro e le rispettive organizzazioni, specialisti ed esperti. Un dialogo costruttivo -fa notare- tra questi gruppi favorisce la costruzione del consenso e la partecipazione democratica di coloro che hanno un interesse vitale nel mondo del lavoro”.

E’ arrivato il momento -suggerisce- di fare tesoro dei risultati ottenuti in materia di prevenzione. Le buone pratiche devono essere condivise, promosse ed emulate laddove possibile, e devono essere costruiti partenariati per accelerare i progressi verso la costruzione di una cultura globale della prevenzione”.

“Spendere questi fondi -ammette il direttore generale dell”Ilo- richiede saggiamente la creazione e l”attuazione di strategie di sicurezza e salute sul lavoro nazionali efficaci, con l’obiettivo di estendere a tutti i settori, tra cui micro e piccole imprese, l’economia informale e l’agricoltura”.

“Una maggiore consapevolezza dei rischi professionali, come prevenirli e controllarli -ricorda- sono aspetti fondamentali di questo percorso. Una buona governance rafforzerà le capacità dei paesi e agevolerà la mobilitazione di risorse nazionali e internazionali”.

Per Guy Ryder, “un utilizzo efficace di questi fondi richiede la creazione di adeguate strategie nazionali in materia di salute e sicurezza con l’obiettivo di estenderle a tutti i settori tra cui le micro e le piccole imprese, l”economia informale e l’agricoltura”.

“Ognuno di noi -rimarca- può contribuire alla costruzione di una cultura della prevenzione. I numeri sono impressionanti. Ogni anno, sono oltre 313 milioni i lavoratori che hanno infortuni non mortali sul lavoro, ovvero 860.000 al giorno. Ogni singolo giorno, 6.400 persone muoiono per un incidente sul lavoro o per una malattia professionale, 2,3 milioni di morti l”anno. Con questi numeri, gli incidenti o le malattie legate al lavoro possono certamente essere considerate come uno dei principali problemi sanitari a livello globale”.

“La recessione economica o la rincorsa al profitto -continua- non possono giustificare i tagli alla sicurezza sul lavoro. In realtà, se questo avvenisse, il costo sarebbe ancora più elevato. Il 4% del pil, ovvero 2.800 miliardi di dollari, è il prezzo pagato annualmente in termini di perdita di giornate lavorative, interruzione della produzione, spese mediche, riabilitazione e risarcimenti”

Baby lavoratori

Minori: 340mila baby lavoratori in Italia, soprattutto preadolescenti

Sono 340mila, in Italia, i minori di 16 anni, con una qualche esperienza di lavoro. Si tratta di pre-adolescenti dai 12 ai 15 anni che, nella maggior parte dei casi, aiutano i genitori nelle loro attività professionali nel mondo delle piccole e piccolissime imprese a gestione familiare (41%), oppure sostenendoli nei lavori di casa (30%). Il restante 29% si distribuisce in misura equivalente tra chi lavora nella cerchia dei parenti e degli amici oppure di altre persone.  E’ la fotografia scattata dalla ricerca ”Game over. Il lavoro minorile in Italia”, curata dall”Associazione Bruno Trentin e Save the Children , illustrata a Labitalia da Anna Teselli, ricercatrice nell’area welfare e diritti di cittadinanza e responsabile dell’Osservatorio sul lavoro minorile.

“Il grande sforzo che bisogna fare nel raccontare il fenomeno del lavoro minorile -spiega- è quello di posizionarlo all’interno di un”economia avanzata, come la nostra. Non ci troviamo, infatti, davanti a baby lavoratori impiegati in lavori lontani dalle società evolute, ma di giovanissimi impegnati a contribuire a mandare avanti l’azienda di famiglia oppure a servire, fino a tardi, tra i tavoli dei ristoranti”.

“Alcuni frequentano ancora la scuola – precisa Anna Teselli- sono impiegati in mansioni che gli adulti non vogliono fare oppure presso aziende familiari. Le attività principali sono svolte nelle microimprese familiari e presso terzi. In generale, il 27,7% delle attività riguarda il settore della ristorazione, 22% quello della vendita (comprese quelle ambulanti), 17,2% della campagna, 15% artigianali, 4,3% baby sitter e attività con bambini, 4,2% lavoretti di ufficio e 1,9% impegni nei cantieri”.

“Un ragazzo su cinque dei 14-15enni che lavorano -fa notare – svolge un”attività di tipo continuativo (quasi 55.000), soprattutto in ambito familiare. Le esperienze più continuative sono quelle legate al settore della ristorazione e alle attività artigianali; nella maggior parte dei casi sono svolte per la famiglia. I lavori continuativi coinvolgono i minori per almeno 3 mesi all’anno, almeno una volta a settimana e almeno 2 ore al giorno”.

“I ragazzi lavorano soprattutto -sottolinea la ricercatrice per aiutare le famiglie nella loro attività di lavoro (nel 40% dei casi); un ragazzo su due segnala ragioni personali, come quella di avere soldi propri (25,8%) o perché gli piace (22,1%)”. Il problema sicurezza non è molto percepito dai giovani. “Per l’83,9% dei minori che lavorano -ricorda- il lavoro non è pericoloso e solo il 14% lo indica come un ”po’ pericoloso”.  Eppure, i rischi esistono. “I giovani -continua- lavorano in fasce orarie serali o notturne, svolgono un lavoro continuativo e indicano almeno una delle seguenti condizioni: interrompono la scuola per lavorare; il lavoro interferisce con lo studio; il lavoro non lascia tempo per il divertimento con gli amici e per riposare; il lavoro viene definito moderatamente pericoloso”.

Dati alla mano, rimarca Anna Teselli, “in quasi la totalità dei casi si tratta di lavori continuativi”. “E’ molto elevata, infatti, la quota delle attività svolte tutti i giorni (nel 65% dei casi, quasi tre volte di più rispetto all’insieme delle esperienze di lavoro) o in modo regolare, cioè da oltre 6 mesi nell’anno (67%), con un calo significativo delle attività occasionali e saltuarie”, dice.

Facendo un collegamento scuola-lavoro, aggiunge, emerge come “l’evento critico della bocciatura sia molto più frequente per i minori con esperienze di lavoro”. “Il 50% dei minori a rischio ha un giudizio di licenza media sufficiente contro il 19% di tutti gli altri. L’idea di un ”futuro investito nel mondo del lavoro e non a scuola”, inoltre, è il criterio che orienta la prospettiva di vita dei ragazzini che cominciano presto a lavorare”, conclude

Auser

Presentazione dei dati del primo Bilancio Sociale Auser

Oltre 45.000 volontari, quasi 7 milioni di ore di volontariato,  oltre mezzo milione di persone che partecipano  alle attività di solidarietà e socializzazione. Sono alcuni numeri che emergono dal primo  Bilancio Sociale dell’Auser, l’associazione che da 25 anni si batte per una nuova idea di vecchiaia e che fotografa un Paese dove l’impegno degli anziani, soprattutto delle donne, cresce e si diffonde.

La nuova campagna di comunicazione dell’Auser  pone al centro la sfida culturale dell’Invecchiamento Attivo, fatta di impegno e  partecipazione ad ogni età. Verrà presentato  lo  spot di 30 secondi  ed il nuovo sito dell’associazione web arricchito di contenuti e con una rinnovata veste grafica. 

Presenta il Bilancio Sociale e la Campagna di Comunicazione: Enzo Costa, presidente nazionale Auser

Intervengono: Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Andrea Volterrani, università di Tor Vergata Roma; Marco Binotto, università La Sapienza Roma. Coordina: Carlo Ciavoni, La Repubblica

Co.co.co.

Inps: via libera a indennità di disoccupazione ai Co.co.co.

Via libera al meccanismo per poter ottenere la nuova indennità di disoccupazione riservata ai lavoratori collaboratori, denominata “Dis-Coll”. Con la circolare n.83 di oggi, l’Inps chiarisce le modalità e i tempi per poterla chiedere e ottenere.

La circolare fa riferimento al Decreto legislativo n. 22/2015 – che dispone il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati – e, in particolare, all”art. 15 che istituisce la disciplina della nuova indennità di disoccupazione mensile (Dis-Coll), per gli eventi di cessazione dal lavoro verificatisi a decorrere dal 1° gennaio 2015.

La misura è rivolta ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l’Inps, non pensionati e privi di partita IVA, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

La circolare, inoltre, precisa che – per gestire le cessazioni del rapporto di lavoro intervenute dal 1° gennaio 2015 alla data di pubblicazione della circolare – il termine di 68 giorni per la presentazione della domanda decorre dalla data di pubblicazione della circolare: in questo caso l’ultimo giorno utile per la presentazione è il 4 luglio 2015 (68 giorni a partire dal 27 aprile).

L’Inps informa che il servizio per la presentazione telematica della domanda di Dis-Coll sarà messo in linea l’11 maggio 2015. Fino a tale data l’Istituto accetterà le domande, provenienti da parte del cittadino o degli Enti di Patronato, in forma cartacea.

1° maggio

1° maggio: “La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”

E’ questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil, per celebrare la festa del Primo Maggio, che quest’anno si svolgerà a Pozzallo in Provincia di Ragusa dove interverranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Anna Maria Furlan.

Tante le manifestazioni anche nelle altre città della penisola che vedranno la partecipazione dei segretari confederali della Cgil: a Brescia sarà presente Danilo Barbi, a Nocera Inferiore Nino Baseotto, a Ravenna Fabrizio Solari, Serena Sorrentino sarà a Campobasso e Gianna Fracassi a Portella della Ginestra. A Pozzallo insieme al segretario generale della Cgil, saranno presenti Vera Lamonica e Franco Martini.

E anche quest’ anno torna il concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma. Due i temi di quest’anno: il lavoro, con attenzione particolare ai giovani disoccupati e al sommerso. A questo si aggiunge – il dramma dell’immigrazione nel Mediterraneo. Ecco l’elenco degli artisti che si esibiranno sul palco di piazza San Giovanni: J-Ax, Almamegretta, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy, Bluvertigo, Goran Bregovic, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Emis Killa, Ghemon, Irene Grandi, Kutso, Lacuna Coil, Levante, Lo Stato Sociale, Ylenia Lucisano, Med Free Orkestra, Nesli, Noemi, Pfm, Enrico Ruggeri, Daniele Ronda & Folklub, Santa Margaret, James Senese & Napoli Centrale, Tinturia, Tarantolati di Tricarico, Paola Turci, Otto Ohm, Sandro Joyeux Mario Venuti & Mario Incudine. “Con il concertone – dice Gianna Fracassi, segretario confederale della Cgil – metteremo in evidenza il tema drammatico dei migranti. Noi pensiamo che sia necessaria una maggiore solidarietà dell’Europa per quanto riguarda l’accoglienza di queste persone”. L’altro grande tema, ha continuato la sindacalista, “sarà ovviamente quello del lavoro e noi ci rivolgeremo soprattutto a quel 43% di giovani disoccupati. Vogliamo parlare anche del lavoro nero, dello sfruttamento e delle donne costrette a prostituirsi con chi le fa lavorare approfittando di loro”.

Sicurezza sul lavoro

Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro: tutte le iniziative Cgil

Sono ormai tredici anni che il 28 aprile si celebra la “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”. Istituita dall’Organizzazione internazionale del lavoro, è diventata un appuntamento per i sindacati internazionali per ricordare la strage continua che si consuma in ogni paese: 300 milioni di incidenti all’anno, più di 1,3 milioni mortali, e circa 160 milioni di casi di malattie professionali. Per il 2015 Cgil, Cisl e Uil hanno voluto allargare la ricorrenza alla lotta alle sostanze cancerogene e alla messa al bando totale dell’amianto. In particolare sull’asbesto, i sindacati nazionali sollecitano la presidenza del Consiglio dei ministri al varo del Piano nazionale amianto, e invitano tutte le strutture territoriali a fare pressioni sulle proprie Regioni di appartenenza al fine di organizzare conferenze regionali sul tema entro la fine dell’anno.

“La data del 28 aprile è diventata un punto di riferimento importante. Da tempo è entrata nelle nostre priorità, con la caratteristica peculiare della lotta all’amianto” spiega Claudio Iannilli, responsabile delle Politiche amianto per la Cgil nazionale. “Tutte le iniziative – continua – organizzate a sostegno della Giornata mondiale sono unitarie, come sono unitarie le piattaforme sindacali regionali sull’amianto che, a oggi, abbiamo presentato in Piemonte, Lombardia, Campania e Umbria, mentre in Emilia stiamo appunto lavorando per renderla unitaria”. Ma la lotta all’amianto si articola in azioni su più fronti: “In due regioni abbiamo presentato dei disegni di legge, con l’Associazione nazionale dei Comuni italiani è ormai in via di definizione un protocollo sul tema. E non vanno dimenticati i risultati raggiunti con il governo, con l’allargamento del Fondo per le vittime, lo stanziamento di 135 milioni per le bonifiche, il raddoppio dei termini della prescrizione per il reato di disastro ambientale”.

In occasione della Giornata mondiale numerose sono le iniziative che si tengono in tutta Italia. Iniziamo dalla Lombardia: a Milano si tiene il convegno “Salute e sicurezza sul lavoro in tempi di crisi e di Jobs Act. Prime riflessioni sull’applicazione del Testo Unico e le nuove condizioni di lavoro” (ore 9.30, Camera del lavoro, corso di Porta Vittoria 43), cui partecipano, tra gli altri, Tiziana Scalco e Ivana Brunato (segreteria Cgil Milano), Aldo Buriani (responsabile Sicurezza Cgil Milano) e Sebastiano Calleri (responsabile Dipartimento Sicurezza Cgil nazionale). Altro convegno a Brescia: “Lavoro, salute, sicurezza, ambiente” (ore 9, Camera del lavoro, via Folonari 20), con la partecipazione di Oriella Savoldi (segretaria Cgil Brescia) e Damiano Galletti (segretario generale Cgil Brescia).

Passiamo al Piemonte, alle iniziative che si tengono a Casale Monferrato (Alessandria). Alle ore 8.30 è prevista la tavola rotonda “Mesotelioma: cura e ricerca”, seguita alle 10.45 dal convegno “La giustizia e il processo Eternit” (con la partecipazione del magistrato Gian Carlo Caselli); nel pomeriggio, alle ore 18 si celebra la messa in suffragio di tutte le vittime dell’amianto, mentre alle 18.30, presso l’ex stabilimento Eternit, si tiene la deposizione dei fiori e l’illustrazione da parte del Comune dei lavori per la realizzazione del Parco della memoria. A Ivrea, invece, Cgil, Cisl e Uil del Canavese hanno organizzato la mostra “Basta amianto. Conoscere per prevenire” (presso la Sala Santa Marta, dal 29 aprile al 5 maggio), presentata per la prima volta nel 1991 e visitata da allora da migliaia di persone. A Torino, infine, vi sarà il convegno inaugurale del Forum Sicurezza 2015, con la partecipazione di Ezio Benetello in rappresentanza dei sindacali piemontesi.

Anche l’Emilia Romagna è protagonista della Giornata. A Rubiera (Reggio Emilia) si tiene il convegno “Liberi dall’amianto. Mappatura, bonifiche, smaltimento” (ore 9.30, Teatro Herberia, piazza Gramsci 1b) cui partecipano, tra gli altri, Ciro Maiocchi (Cgil Reggio Emilia), Andrea Caselli (presidente Afeva Emilia Romagna) e Antonio Mattioli (segreteria Cgil Emilia Romagna). Il pomeriggio ci si sposta a Bologna per tre appuntamenti: alle ore 13.30 la manifestazione di lavoratori e Rsu delle Officine grandi riparazioni delle Ferrovie (in via Casarini 25); alle ore 15.30 la manifestazione “Per una regione senza amianto”, organizzata da Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna (in piazza Nettuno); alle ore 16.30 la presentazione del libro di Alberto Prunetti “Amianto, una storia operaia” (Cortile di Palazzo D’Accursio, in piazza Maggiore).

Passiamo ora al Mezzogiorno. A Messina, Cgil, Cisl e Uil provinciali daranno vita a un presidio davanti alla Prefettura: l’appuntamento è alle ore 17. A Palermo conferenza stampa della Cgil Sicilia (in via Bernabei 22, ore 10) sugli infortuni e i problemi relativi all’amianto nell’isola, con la partecipazione del segretario generale Michele Pagliaro, della segreteria regionale Monica Genovese e del responsabile del Dipartimento sicurezza Francesco Cantafia. A Barletta, inaugurazione della nuova sede dell’Inca Cgil (via Paolo Ricci, ore 17.30) alla presenza del componente del Collegio di presidenza Luciano Caon e del segretario generale della Cgil Puglia Nicola Affatato. A Napoli, i sindacati edili Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil organizzano un presidio in piazza Plebiscito (ore 10) e hanno scritto una lettera al prefetto chiedendo di essere ricevuti. 
Segnaliamo, infine, qualche altra iniziativa. Partiamo da Roma, dove sono previsti due appuntamenti: un presidio di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, cui parteciperà anche il segretario generale Valter Schiavella, che esporranno 38 caschi, uno per ogni lavoratore edile che ha perso la vita nei cantieri italiani dall’inizio dell’anno (piazza della Madonna di Loreto, ore 10.30); un presidio nel pomeriggio di fronte alla Prefettura (piazza Santissimi Apostoli, ore 15), organizzato dai sindacati della Capitale. A Genova Cgil, Cisl e Uil incontreranno il prefetto per chiedere una lotta più decisa per la riduzione delle vittime sul lavoro, mentre a Piacenza si svolge una tavola rotonda con Marina Molinari in rappresentanza dei sindacati provinciali (ore 18, Auditorium Sant’Ilario). A Ginevra, infine, presso la sede dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) si tiene il convegno “Join in building a culture of prevention on Osh”: tra gli ospiti, anche Silvana Cappuccio, del Dipartimento Politiche globali della Cgil e rappresentante italiana nel Consiglio di amministrazione dell’Oil.

da Rassegna.it

Amianto

Amianto: Legambiente, causa 4 mila morti all’anno in Italia

”A 23 anni dalla sua messa al bando, l’amianto causa 4 mila morti ogni anno in Italia. Enormi sono i ritardi per il censimento, la mappatura e gli interventi delle bonifiche con 32 milioni le tonnellate ancora presenti sul territorio”. In occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto (che si celebra il 28 aprile per ricordare le tante persone che hanno perso la vita a causa della ”fibra killer”), Legambiente rilancia la questione con un rapporto ad hoc e chiede con ”urgenza un impegno concreto nazionale e locale per fermare questa drammatica emergenza” , ed in particolare ”gli incentivi per la sostituzione dell’eternit con i tetti fotovoltaici”, oltre che l’inserimento degli ”ecoreati nel codice penale”.

Secondo Legambiente mancano ancora i piani regionali anti-amianto in ”Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna”. In base al censimento ”solo in 10 Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta) indica oltre 230 mila strutture: gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000 cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali e altre strutture contenenti”. Mentre ”la mappatura dell’amianto presente sul territorio è stata conclusa solo da metà delle Regioni (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta); è in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento”. La Banca dati amianto, coordinata dal ministero dell’Ambiente, ”riporta almeno 38.000 siti su tutto il territorio nazionale, con oltre 300 siti a maggior rischio”.

Secondo Legambiente ”ancora 4 mila persone muoiono ogni anni in Italia per tutte le malattie asbesto correlate, con oltre 15 mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2008 (Registro nazionale mesotelioma di Inail)”.

Inoltre le stime di Cnr-Inail parlano di ”ben 32 milioni di tonnellate” presenti nel Paese; e ”il Programma nazionale di bonifica del ministero dell’Ambiente conta 75 mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto”.

”Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso con l’esposizione – dichiara il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti – occorre un serio impegno da parte delle Regioni e degli altri enti locali e nazionali competenti. E’ urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati”. Al momento sono ”pochi gli interventi di bonifica realizzati”, e ”risolvere il problema amianto sarà difficile se la rete impiantistica per il suo smaltimento rimane insufficiente”.

”Facciamo appello al Governo – conclude Zampetti – affinché si impegni concretamente nel dare risposte e giustizia alle vittime dell’amianto”, attraverso due mosse: da un lato ”lo stanziamento di circa 20 milioni di euro per gli incentivi per la sostituzione dell’eternit con fotovoltaico che porterebbe alla bonifica di oltre 10 milioni di metri quadri di coperture”, dall’altro serve ”la rapida approvazione del ddl sugli ecoreati”.

ansa

Santa Caterina da Siena

Santa Caterina da Siena


Santa Caterina da Siena
Nome: Santa Caterina da Siena
Titolo: Vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia
Ricorrenza: 29 aprile

Il Signore è solito servirsi di umili e deboli creature per operare cose grandi: si servì di Ester per liberare il suo popolo dalla morte, di Giuditta per abbattere l’invitto Olofeme, si servì di Maria SS. per compiere la Redenzione, si servì di S. Caterina da Siena per dare la pace alla Chiesa e ai popoli del suo tempo.

Nacque Caterina nell’illustre città di Siena, focolaio di grandi santi, nell’anno 1347.

Già a sette anni la santa fanciulla manifestò una pietà non comune e una virtù tale per cui a otto anni fece voto di verginità.

Per mantenersi fedele a questa promessa restò sempre ritirata, parca nel parlare, in continua unione col Divino Sposo mediante l’orazione e particolarmente colla mortificazione del suo corpo che macerò con digiuni e flagelli ed ancor più con la mortificazione interna.

La fanciulla, fatta segno a ingiurie e villanie, rimase ferma tutto soffrendo per Gesù e infine fu vittoriosa. I suoi genitori, scorgendo la mano di Dio che difendeva e guidava la loro figliuola, le lasciarono piena libertà.

D’allora in poi moltiplicò le sue penitenze esterne; quando però il confessore le impose un po’ di moderazione, ella sapendo essere maggiore il valore dell’ubbidienza, subito le moderò. Fu ammessa nella Congregazione delle Terziarie Domenicane, ove trovò modo di esercitarsi in tantissime pratiche di mortificazione; tra le altre ammirabile fu il rigoroso silenzio che mantenne per tre anni.

Il Divin Maestro inoltre la rese degna d’imitarlo nella sua passione, facendola oggetto di disprezzo e di accuse anche da parte di chi le doveva riconoscenza e amore.

La Santa, con eroica carità, tutto soffrì e perdonò, ricambiando gl’ingrati con le cure più amorose.

Un cuore apostolico quale quello di Caterina non si limitava alla carità materiale; essa infatti ci lasciò i suoi scritti ascetici e le sue 300 e più lettere, piene di santo ardore, indirizzate a Pontefici, a pfincipi, a popoli in discordia tra di loro.

Ottenne dopo suppliche, preghiere, digiuni e colloqui, che il Papa da Avignone ritornasse a Roma; ottenne la pace tra città nemiche, ottenne frutti consolantissimi in tutta l’Europa.

Zelo e attività ammirabili in una donna! Nella Bolla di canonizzazione si legge: « Nessuno mai trattò con essa senza partirsene migliore di prima ».

Amava di straordinario amore e devozione il Papa, e lo chiamava il « dolce Cristo in terra ».

Il Maestro Divino, dopo averla favorita del dono celeste delle sante stimmate, di rivelazioni e miracoli, le diede quella immarcescibile corona per cui tanto si era affaticata, chiamandola in cielo il 29 aprile dell’anno 1380. Pio XII la proclamò Patrona Principale d’Italia.

PRATICA. « Ogni fedele cristiano è tenuto ad essere fedele e di servire la Chiesa, ciascuno secondo lo stato suo» (S. Caterina). Proponiamo di conoscere più ampiamente la vita e le gesta della Patrona della Patria, di imitarne gli esempi, di invocarla fiduciosamente. 

PREGHIERA. Fa’, te ne preghiamo, Dio onnipotente, che mentre festeggiamo la tua beata vergine Caterina, possiamo trarre profitto dalle sue molteplici virtù.