Epatite

Rischi emergenti: l’epatite E come malattia occupazionale

Il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL  ha prodotto una recente factsheet dedicata ad una malattia professionale emergente quale è  l’epatite E di cui riprendiamo i dati utili alla nostra attività di tutela.

L’epatite E è una malattia virale acuta, generalmente autolimitante e molto raramente soggetta a cronicizzazione, con caratteristiche cliniche simili a quelle dell’epatite A. Decorsi severi con mortalità che può arrivare fino al 30% e alta frequenza di forme fulminanti possono manifestarsi nelle donne in gravidanza.

L’infezione è presente in tutto il mondo anche se prevale, sottoforma di epidemie e casi sporadici, nei Paesi in via di sviluppo con basso livello socio-economico, in particolare in Asia, Medio Oriente, Africa e America Centrale. Di recente casi sporadici sono stati rilevati nei Paesi industrializzati, Italia compresa, anche in soggetti che non avevano soggiornato in aree endemiche per la patologia.
 
L’agente responsabile della malattia è un virus a RNA a singola elica, identificato nell’uomo all’inizio degli anni ’80, denominato virus dell’epatite E (HEV) e attualmente classificato nella famiglia Hepeviridae, genere Hepevirus.
 
Nei casi epidemici il virus si trasmette principalmente per via oro-fecale (consumo di acque contaminate da feci) e la fascia di età più colpita è compresa tra i 15 e i 44 anni. I casi di trasmissione interumana sono rari. Nei casi sporadici riscontrati nei Paesi industrializzati la trasmissione dell’infezione pare avvenire per ingestione di prodotti alimentari (carni di suino e/o selvaggina) se consumati crudi o poco cotti. Tra le possibili vie di trasmissione vanno anche considerate la pratica trasfusionale e quella relativa agli xenotrapianti.

n 12° 2015 numero newsletter.doc

Epatiteultima modifica: 2015-04-01T17:03:13+02:00da vitegabry
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