Archivi giornalieri: 1 aprile 2014

immigrazione

Immigrazione: online servizi e progetti per rifugiati

I richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale o umanitaria possono da oggi consultare online i servizi e i progetti a loro dedicati, con particolare riferimento al lavoro, su tutto il territorio nazionale. E’ infatti online, sul Portale Integrazione Migranti, una nuova area dedicata alla protezione internazionale, grazie a un’iniziativa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).

La salute, la tutela legale e l’integrazione costituiscono il fulcro della nuova area. In particolare, per quanto riguarda la tutela della salute, si è data visibilità ai servizi di tutela psicologica e psichiatrica rivolti alle persone che hanno subito gravi violenze o torture nel paese di origine o durante il viaggio. I servizi di orientamento e tutela legale prevedono una forte specializzazione in merito alla normativa sull’asilo e riguardano, ad esempio, i percorsi di preparazione ai colloqui con la Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato o l’accesso al diritto alla difesa. I progetti di integrazione presentano esperienze nel campo del lavoro, della formazione, dell’autonomia abitativa, della cultura o dello sport.

Sono inoltre presenti informazioni dedicate alle procedure amministrative che hanno delle specificità rispetto ai richiedenti/titolari di protezione internazionale. “L’apertura della nuova sezione – ha commentato il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba – dimostra l’attenzione del nostro Paese nei confronti dei migranti più vulnerabili e la volontà di collaborazione tra le principali istituzioni nazionali e internazionali per realizzare un compiuto sistema di accoglienza e integrazione. Il 2014 si preannuncia come un anno ancora complicato sul fronte degli arrivi non programmati e l’Italia è intenzionata a fare la sua parte per la costruzione di un’adeguata politica europea di sicurezza, accoglienza e integrazione”.

Stress e il lavoro

Il disturbo post-traumatico da stress e il lavoro: casistica dell’Ente Assicuratore Danese

Grazie alla collaborazione con Eurogip  possiamo presentare alcuni esempi di rischio psicosociale tratti dalla casistica ( riconoscimento o  diniego) dell’Ente Assicuratore Danese e da un documento redatto dal National Board of Industrial Injuries (Istituto Assicuratore per gli infortuni e le malattie professionali)  dipendente dal Ministero del Lavoro Danese.

Preliminarmente occorre ricordare che la Danimarca ha inserito il disturbo post-traumatico da stress nella lista delle malattie professionali in occasione della revisione del 2005.
Tale casistica oltre a costituire delle indicazioni utili alla nostra attività di tutela sia in ambito di riconoscimento di causa di servizio che di malattia professionale INAL rappresenta una indicazione importante di riflessione in funzione degli aggiornamenti delle liste e delle tabelle delle malattie professionali previste ai sensi del D.Lgs 38/2000.

n 13° 2014 numero newsletter.doc

salute e lavoro

Inas,Inca, Ital e Acli:”Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri”

Sulle malattie professionali sono molti gli stranieri con le idee poco chiare (60%) e, in particolare, tra quelli provenienti dai Paesi asiatici. Gli italiani sono più consapevoli: la maggioranza definisce in modo corretto la malattia professionale. Ma anche qui circa il 30% non ha le idee così chiare. E’ quanto emerge dallo studio realizzato da Ispo per conto del Centro Patronati (Ce.Pa.) e presentato oggi, a Roma, in occasione dell’evento ”Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri”.

L’indagine è stata condotta con interviste telefoniche a un campione significativo di italiani, stranieri, operai e impiegati. “Ne emerge – si legge – un quadro scoraggiante: la scarsa consapevolezza aumenta i rischi di un ”male di lavoro” che non fa scalpore quanto un infortunio, ma che può arrivare ad uccidere anche a distanza di anni dalla effettiva esposizione”.

“Scopo dell’indagine è sollecitare un confronto – afferma Antonino Sorgi, presidente del Ce.Pa.- con le istituzioni per mettere in campo azioni di prevenzione. I dati che emergono dalla ricerca dell’Ispo ci fanno supporre che le 47.417 malattie professionali denunciate all’Inail nel 2012 rappresentino solo una parte della realtà, che è fortemente sottostimata”. Lo studio rileva che 7 italiani su 10, contro 4 stranieri su 10, hanno indicato correttamente il significato di malattia professionale. Tra gli italiani, sono comunque in 2 su 10, e tra i giovani 3 su 10, a non saperne dare una definizione. Tra gli stranieri più consapevoli troviamo chi ha un titolo di studio più elevato, chi è in Italia da più tempo, chi proviene dall’America centro-meridionale o dall’Europa centro-orientale e chi risiede nel Nord-Ovest. Minore consapevolezza tra i più giovani, i meno istruiti, i cittadini provenienti dai Paesi asiatici e chi risiede nel Sud o Isole.

Gli stranieri citano più spesso le malattie osteo-muscolari, mentre gli italiani quelle del sistema respiratorio e i tumori. Il 23% degli stranieri non sa indicare alcuna malattia professionale contro l’8% degli italiani. I settori percepiti come più rischiosi sono tendenzialmente gli stessi per italiani e stranieri. La quota di stranieri che non è consapevole dei diritti in caso di malattia professionale è più alta rispetto agli italiani (e ancora meno consapevolezza si registra tra i provenienti dai Paesi asiatici), ma in entrambi i target è circa un quarto dei rispondenti a indicare l’iter corretto da seguire. L’iter corretto in caso di malattia professionale è individuato in modo abbastanza simile dagli stranieri (31%) e dagli italiani (25%). Il primo atto da compiere è, per la maggioranza di entrambi i campioni, la certificazione della malattia.

In generale, gli stranieri hanno più fiducia degli italiani verso tutti gli attori che si occupano di salute e lavoro (eccetto che verso i consulenti). La massima fiducia viene accordata al medico di base, sia da parte degli stranieri che da parte degli italiani. Al secondo posto si trovano, per entrambi i target, i patronati: 7 stranieri su 10 e 6 italiani su 10 dicono di fidarsi di loro. Di servizi sociali si fida circa la metà degli stranieri, ma meno della metà degli italiani. Tra gli stranieri esprimono più fiducia nel medico di base soprattutto gli europei centro-orientali, mentre troviamo un’accentuazione di diffidenti verso il medico tra i cittadini provenienti dai Paesi asiatici. Gli africani sono quelli che più esprimono fiducia nei patronati. Gli americani del Centro-Sud sono invece tra i più fiduciosi verso il Caf e l’Inail.  

Tra gli attori di cui si fidano, gli italiani pongono i consulenti/professionisti al quarto posto: sono 5 su 10 ad accordare fiducia alla categoria, con un’accentuazione tra i più giovani, i più istruiti e gli impiegati, ma anche tra chi dice di avere avuto esperienza (per sé o per un familiare) di una malattia professionale. In particolare, dei patronati si fidano di più impiegati e laureati.

In caso di malattia professionale, i timori di subire intimidazioni sul piano lavorativo e personale sono alti per entrambi i target. Per la maggioranza, diviene quindi fondamentale avvalersi di apposite agenzie, per gestire il rapporto con il proprio datore di lavoro. Il rischio di subire intimidazioni è alto e c’è il pericolo che un lavoratore non chieda il riconoscimento della malattia professionale per paura: sono opinioni condivise in quote simili dalla maggioranza di italiani e stranieri.
Sia tra gli italiani che tra gli stranieri, tra coloro che hanno avuto a che fare – direttamente o per un familiare – con malattie professionali, c’è una maggiore percentuale di persone che sostengono quanto sia forte il rischio di ripercussioni. Nello specifico, circa 7 italiani e 7 stranieri su 10 ritengono che il dipendente che ha contratto una malattia professionale potrebbe rinunciare in partenza ad ottenere il risarcimento per timore di perdere il lavoro.

Campione diviso equamente, in entrambi i target, sul fatto che il datore di lavoro aiuterà il suo dipendente. Per 7 italiani e 7 stranieri su 10 avvalersi di apposite agenzie per gestire il rapporto con il proprio datore di lavoro. Gli italiani che dichiarano di avere avuto a che fare con malattie professionali sono un po’ di più rispetto agli stranieri, così come quelli a cui è stata riconosciuta la malattia. La maggioranza di entrambi i target, in caso di malattia professionale, dice che si rivolgerebbe ai patronati. Gli italiani a cui è capitato si sono rivolti effettivamente ai patronati.

Il riconoscimento della malattia professionale appare più pronunciato tra gli italiani rispetto agli stranieri: 62% contro il 49%. Tra gli italiani è più frequente rivolgersi ai patronati/sindacati (37%). Il 16% degli italiani e il 21% degli stranieri, non sapendo cosa fare, non ha fatto nulla. I più disorientati appaiono i cittadini provenienti dai Paesi asiatici: quasi 3 su 10 dice che non saprebbe che fare. Gli stranieri si rivolgerebbero anche più di frequente a un medico rispetto agli italiani, i quali farebbero più riferimento all’Inail.

Per circa 4 stranieri su 10 e per 3 italiani su 10, l’attenzione alla salute sul proprio posto di lavoro è bassa. Il responsabile per la sicurezza è conosciuto da circa 6 operai-commessi italiani su 10 e da 5 stranieri su 10. L’attenzione alla salute sul lavoro in Italia viene percepita come più presente dagli stranieri rispetto agli italiani ma, viceversa, l’attenzione alla salute con riferimento al proprio posto di lavoro viene percepita come più bassa dagli stranieri rispetto agli italiani.
Il giudizio si fa più allarmato: per il 61% degli italiani l’attenzione alla salute sul lavoro in Italia è scarsa. Tale opinione è condivisa in modo simile tra chi lavora e chi non lavora. Considerando i soli occupati, è il 41% degli italiani contro il 53% di stranieri a dichiarare che l’attenzione alla salute sul lavoro è presente sia sul loro posto di lavoro che in Italia più in generale. Per il 32% degli italiani e il 36% degli stranieri non c’è attenzione alla salute né in Italia né, in particolare, sul proprio posto di lavoro.

istat

Istat, su occupazione tornati indietro di 14anni

A febbraio 2014 gli occupati sono 22 milioni 216 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente, ovvero di 39 mila unità, e dell’1,6% su base annua, cioè 365 mila. Lo rileva l’Istat (dati provvisori). In altre parole, in media, si contano mille occupati in meno al giorno.

Sempre a febbraio, fa sapere l’Istat, il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni, coloro che né hanno né cercano un
lavoro, risulta sostanzialmente stabile sia rispetto al mese precedente sia nel confronto annuo, fermo a 14 milioni 363mila. Quanto al tasso di inattività, pari al 36,4%, non risulta mosso a livello congiunturale, mentre aumenta di 0,1 punti su base annua.

La disoccupazione giovanile si attesta al 42,3% con 678mila giovani in cerca di un’opportunità lavorativa. La cifra risulta in calo dell’1,6% nell’ultimo mese (-11 mila), ma in aumento del 4,2% rispetto allo scorso anno (+27 mila). Insomma, anche se su livelli moto vicini ai record assoluti e in continua crescita tendenziale, febbraio segna almeno un’attenuazione del fenomeno, seppure lieve, a livello congiunturale, ossia mese su mese.

Cinque per mille

 

Cinque per mille

Il meccanismo che prevede di devolvere una parte dell’imposta sul reddito per le persone fisiche (Irpef), pari al 5 per mille, è stato introdotto con la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Legge finanziaria 2006).

Il contribuente ha per legge la facoltà di devolvere una quota dell’Irpef a soggetti operanti in settori di riconosciuto interesse pubblico e svolgenti attività eticamente e socialmente meritorie.

In conseguenza dell’elevato numero di contribuenti che si sono avvalsi di tale facoltà per l’anno 2006, il meccanismo è stato proposto nuovamente nelle annualità successive (2007, 2008, 2009 e 2010) con le leggi finanziarie e con la legge 22 maggio 2010, n. 73.

I settori a sostegno della cui attività può essere destinato il beneficio del 5 per mille dell’Irpef sono i seguenti per i quali provvede l’Ente a fianco di ciascuno indicato:

– volontariato (competente la Direzione Generale per il terzo settore e le formazioni sociali Ministero del Lavoro e P.S; il beneficio è erogato dalla Divisione I);

– ricerca scientifica ed universitaria (competente il Ministero dell’Istruzione);

– ricerca sanitaria (competente il Ministero della Salute);

– politiche sociali perseguite dai Comuni (competente il Ministero dell’Interno);

– attività sportive a carattere dilettantistico (competente la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto del C.O.N.I., salvo per gli anni 2006 e 2007 – vedi le pagine dedicate agli elenchi Anno 2006 e Anno 2007).

 

Soggetti del volontariato

Possono presentare domanda per il beneficio del 5 per mille dell’Irpef i seguenti soggetti:

– ONLUS – Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (art. 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460);
– associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali (art. 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383);
– associazioni e fondazioni che operano senza finalità di lucro nei settori indicati dall’art. 10, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460.

A questo proposito, vedi la Circolare n. 56/E del 10/12/2010 dell’Agenzia delle Entrate “Chiarimenti in merito ai soggetti destinatari della quota del cinque per mille dell’Irpef “.

La procedura

I soggetti beneficiari del 5 per mille dell’Irpef devono presentare domanda di ammissione secondo le regole introdotte annualmente con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Informazioni, elenchi e normativa di riferimento

La rendicontazione

Tutti i soggetti del volontariato beneficiari del cinque per mille sono tenuti alla rendicontazione entro un anno dalla percezione della somma e alla custodia di tale documentazione presso la sede legale per un periodo di dieci anni. Sono tenuti all’invio della documentazione alla Direzione Generale del Terzo Settore per l’anno finanziario 2008 se hanno percepito somme pari o superiori a 15 mila euro, a partire dall’anno finanziario 2009 per somme pari o superiori a 20 mila euro.

• Informazioni generali
• Nuove Linee guida per la rendicontazione 
• Modello di rendiconto 
• Decreti ed elenchi dei rendiconti ritenuti conformi ai sensi le linee guida per la rendicontazione

FAQ (domande più frequenti)

Approfondimenti

• Estratto della decisione del Consiglio di Stato Sezione II, in sede di ricorso straordinario, con parere decisorio n. 2627/2011 reso nell’adunanza del 14 novembre 2012 (formato .pdf 290,45 Kb)

Contatti

Per informazioni relative alla mancata o erronea erogazione del 5 per mille è possibile inviare una mail all’indirizzoQuesiti5perMille@lavoro.gov.it inserendo sempre il codice fiscale, l’indirizzo, e i riferimenti email e telefonici/fax/cellulare.

Per informazioni sulla rendicontazione delle spese relative al 5 per mille è possibile inviare un email all’indirizzoRendicontazione5perMille@lavoro.gov.it.

Co.Co.Pro. e Partite IVA

1 aprile 2014

 

Co.Co.Pro. e Partite IVA

Il Ministero decide di rafforzare i controlli sull’utilizzo improprio di alcune tipologie contrattuali

 

Si intensifica l’azione di contrasto alla precarietà ed al ricorso improprio ad alcune tipologie contrattuali. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha infatti deciso di rafforzare, nell’ambito delle iniziative di contrasto al lavoro irregolare, i controlli sull’utilizzo distorto delle tipologie contrattuali flessibili, per identificare quei casi nei quali il ricorso a specifiche tipologie contrattuali, in particolare i contratti di collaborazione a progetto e le partite IVA, maschera rapporti di lavoro subordinato. È stato inoltre costituito un gruppo di lavoro per valutare l’eventuale esigenza di semplificazioni e revisioni normative, prevedendo l’attivazione di un confronto in merito con tutte le parti interessate. 

“Il ricorso a contratti di collaborazione a progetto o a partite IVA” -sottolinea il Ministro Poletti- “è legittimo quando sia giustificato da ragioni oggettive legate alle esigenze produttive ed organizzative delle aziende che vi ricorrono; non lo è quando viene fatto per mascherare un rapporto di lavoro subordinato e per evitare possibili contenziosi, sfuggendo agli obblighi previdenziali ed assistenziali verso il lavoratore che viene così a trovarsi in condizioni di precarietà, con scarse tutele e pressoché inesistenti prospettive di stabilizzazione”.

“Una prassi tanto più ingiustificata adesso” -aggiunge il Ministro- “considerando che le modifiche apportate alla regolamentazione del contratto a termine rendono molto più agevole il ricorso a questa tipologia che mentre ‘mette al riparo’ l’imprenditore dal rischio di contenziosi garantisce al lavoratore le stesse tutele del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. La stessa filosofia ha ispirato le modifiche al contratto di apprendistato per renderlo effettivamente lo strumento principale per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.

La decisione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali punta ad incrementare i risultati positivi già conseguiti nel 2013 con la “riqualificazione” di circa 19.000 posizioni lavorative attivate con contratti di collaborazione a progetto e partite IVA, dei quali 15.495 nel settore dei servizi, 1.629 in quello industriale, 1.099 nell’edilizia e 165 in agricoltura.

 

La conquista di Parigi non salva Hollande dal tracollo

 

· Netta affermazione del centro-destra nel ballottaggio per le municipali ·

31 marzo 2014

 
 

 

Parigi, 31. Netta affermazione del centro-destra e crollo dei socialisti — anche se conservano Parigi — nel secondo turno delle elezioni amministrative di ieri in Francia. 

La maggioranza delle preferenze nel ballottaggio è andata all’Unione per un movimento popolare (Upm, con il 45,9 per cento), contro il 43 per cento del Partito socialista (Ps), di François Hollande. Al terzo posto si colloca il Fronte nazionale (Fn) di Marine Le Pen, che ottiene il 6,84 per cento dei voti e oltre dieci comuni.

Due anni dopo il ritorno all’Eliseo, e alla vigilia di elezioni europee che si annunciano proibitive per il Governo, per i socialisti si preannunciano tempi molto duri.

Il centro-destra ha subito chiesto un immediato cambiamento di rotta, e già oggi — secondo quanto pubblicato sul quotidiano «Le Monde» — è previsto un rimpasto di Governo, con il ritorno annunciato di Ségolène Royal. La netta vittoria di Anne Hidalgo, da ieri sera la prima sindaco donna di Parigi, ai danni della rivale dell’Ump, Nathalie Kosciusko-Morizet, e le conferme dei candidati di sinistra a Lione, Strasburgo, Lille, Nantes e Digione, non hanno cancellato la sconfitta di enormi proporzioni del Partito socialista e dei suoi alleati. La gauche — in un ballottaggio segnato da un astensionismo record, che ha sfiorato il 40 per cento degli aventi diritto — ha infatti subito una vera e propria disfatta elettorale. 

 
 

Drammatiche storie di ordinarie migrazioni

 

 Oltre trecento persone tratte in salvo a largo delle coste greche ·

01 aprile 2014

  

Atene, 1. Il Mediterraneo ancora una volta teatro di drammatiche storie legate all’immigrazione. Sono in tutto 331 i migranti tratti in salvo ieri a 65 miglia a nord-ovest dell’isola greca di Creta, nell’Egeo, dopo che l’imbarcazione su cui viaggiavano aveva cominciato ad andare alla deriva.

I soccorsi a un migrante dopo un naufragio (Reuters)

Le operazioni di soccorso sono scattate dopo che dal natante è partita una richiesta di aiuto. I migranti, fra i quali 24 donne e quaranta bambini, sono siriani ed egiziani e sono stati presi a bordo della petroliera Olympic Faith e trasferiti in un centro di accoglienza predisposto nei pressi della città di Cania. Un’altra drammatica vicenda ha invece quali protagonisti quattro ragazzi afghani, uno di 14 anni, due di 15 e uno di 16, fuggiti dal loro Paese in preda alla guerra e alla povertà. Hanno viaggiato per oltre due giorni dalla Grecia fino in Italia, nascosti nella cella frigorifera di un tir e riuscendo a sopravvivere ai tre gradi di temperatura.

Sant’ Ugo di Grenoble

 

Sant’ Ugo di Grenoble


Sant' Ugo di Grenoble

Nome: Sant’ Ugo di Grenoble
Titolo: VescovoRicorrenza: 01 aprile

S. Ugo nacque nel 1053 a Castelnuovo nel Delfinato, in Diocesi di Valenza. 

Odilone, suo padre, era un bravo ufficiale che accoppiava i doveri del cristiano a quelli della sua professione. Consigliato da Ugo suo figlio, passò gli ultimi anni nella gran Certosa, in diocesi di Grenoble e morì centenario. 

Sua madre, rimasta nel mondo, manifestò in sè il modello delle madri cristiane. 

Nato da genitori si pii, Ugo parve tosto un fanciullo benedetto dal cielo. Attese con molto impegno ai suoi studi, senza trascurare la pietà. Aveva un grande desiderio di passare la sua vita nella solitudine, ma per le sue predare doti venne consacrato sacerdote e nominato canonico della cattedrale di Valenza. Amava la vita nascosta ed umile, mentre per le sue qualità e per il suo ingegno si distingueva fra tutti gli altri canonici. 

Essendosi recato in quella città il vescovo di Die, Legato pontificio, ebbe a conoscere il giovane canonico e, apprezzandolo, se lo prese con sé. Gli affidò il difficile incarico di correggere gli abusi tra il clero: incarico che Ugo adempì con ogni impegno. 

Nel 1080 il Legato pontificio convocò un concilio ad Avignone, nel quale trattavasi di eleggere un nuovo vescovo alla diocesi di Grenoble rimasta vacante. Il concilio unanimemente votò per Ugo, al quale fu giocoforza acconsentire. 

In quei tempi i popoli, la cui istruzione era stata trascurata, si abbandonavano ai più detestabili vizi. S. Ugo subito comprese la situazione e avendo ricorso alla preghiera, deliberò di servirsi di tutti i mezzi possibili per rimediarvi. Con lunghe penitenze e fervide preghiere, invocò l’aiuto del cielo, ed aggiungendo saggi provvedimenti, in poco tempo la sua diocesi cambiò completamente aspetto. Permise Iddio che egli fosse travagliato da grandi infermità e da violente tentazioni, ma tutto superò con l’aiuto del Signore, inabissandosi sempre più nell’umiltà. Il molto lavoro non fu un impedimento alla sua vita ritirata e umile, anzi gliene infuse un così vivo desiderio, che Volle lasciare la diocesi per darsi alla solitudine. Conosciuta questa cosa, il Papa gli comandò di ritornare e rimanere tra le sue pecorelle, in vista del gran bene che vi operava, e S. Ugo ubbidiente subito vi ritornò, abbandonando per sempre ogni programma del genere. 

Consigliò Brunone e i suoi compagni a ritirarsi a Certosa, località da lui ceduta a loro appositamente per fabbricarvi un cremo, e quivi spesso si recava a visitarli. 

Aveva un grande orrore per ogni sorta di peccato benché minimo, per cui diceva sovente: « Le vanità e gli affetti disordinati possono mandare l’anima all’inferno ». Morì in tarda età il 1 aprile del 1132. Fu canonizzato nel 1134 da Innocenzo II.

PRATICA. Raccogliamoci nell’intimo del nostro cuore e quici piangiamo e detestiamo nostri peccati. 
PREGHIERA. — Deh! Signore, esaudisci le preghiere che t’innalziamo nella solennità del tuo beato confessore e pontefice Ugo e per l’intercessione e i meriti di lui, che seppe servirti degnamente, assolvici da tutti i nostri peccati.

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE01/04/2014

LEGISLAZIONE

UE

DIRETTIVA

UE – Direttiva 26 febbraio 2014, n. 2014/24/UEEDILIZIA

Sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE

PRASSI

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI

COMUNICATO

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI – Comunicato 31 marzo 2014EDILIZIA

Indicazioni alle Stazioni Appaltanti in materia di Avvalimento a seguito della Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 10 ottobre 2013 nella Causa C-94/12.

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 28 marzo 2014, n. 3643COOPERATIVE, EDILIZIA

Aggiornamento procedura Iscrizione e Variazione azienda con dipendenti. Adozione classificazione attività economiche ATECO 2007 – Chiarimenti.

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

COMUNICATO

MINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 31 marzo 2014EDILIZIA

Portale Integrazione Migranti: da oggi on-line un’area dedicata alla protezione internazionale frutto della collaborazione tra il Ministero del lavoro e l’alto Commissariato delle nazioni unite per i rifugiati

MINISTERO FINANZE SECIT

CIRCOLARE

MINISTERO FINANZE – Circolare 31 marzo 2014, n. 1EDILIZIA

Decreto 3 aprile 2013, n. 55, in tema di fatturazione elettronica – Circolare interpretativa

Rifondanews

Mar 31 alle 11:14 PM
rifondanewsletter

Elezioni Piemonte: L’Altro Piemonte a Sinistra si presenta con Mauro Filingeri

Rifondazione Ccomunista

Insubordinati, antiliberisti, alternativi, di sinistra. Dopo le prime indiscrezioni ormai è deciso, alle prossime elezioni regionali del Piemonte sarà presente la lista “L’ALTRO PIEMONTE A SINISTRA” recante nel simbolo, più in piccolo, anche la dicitura “lavoro diritti no tav beni comuni”. La lista si richiama esplicitamente allo spirito della lista per l’Altra Europa con Tsipras. Se a

APPELLO Verso la svolta autoritaria

Rifondazione Ccomunistalibertaegiustizia.it – Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo

Ambiente e lavoro, uniti si vince

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Povertà, il rapporto Caritas 2014

Rifondazione CcomunistaAllarmanti i dati del Rapporto. Cresce la percentuale di persone in situazione di povertà, che nel 2012 erano il 30,4% il 66% di chi chiede aiuto dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto dei beni di prima necessità. Sono perlopiù italiani, divisi equamente tra uomini e donne. Cresce la povertà infantile, di oltre cinque punti

Auguri compagno Pietro

Rifondazione CcomunistaOggi, 30 marzo, il compagno Pietro Ingrao compie 99 anni. Nel fargli gli auguri vogliamo ringraziarlo per quanto ha fatto nel corso della sua vita per rendere vivo e desiderabile il comunismo. Se continuiamo a batterci per la libertà e la giustizia, se domani saremo in piazza a raccogliere le firme per presentare la lista

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di Rosa Rinaldi – il manifesto – #Firmeaostacoli. Per le vie di Aosta, spiegando e convincendo. Ci avevano dato un obbiettivo: quota 2.200/2.300 per martedì-mercoledì, siamo andati molto oltre pplausi, sor­risi, abbracci! A fine gior­nata nella piazza Des Fran­chi­ses esplode la gioia. Abbiamo girato il ver­sante e rag­giunto la “cima”, siamo a quota 2.236 firme! Subito Fran­ce­sco però

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