Ore 9,45: Montecassino è rasa al suolo

Ore 9,45: Montecassino è rasa al suolo

 Settant’anni fa, il 15 febbraio 1944, il bombardamento alleato ·

12 febbraio 2014

Mariano Dell’Omo ricostruisce il bombardamento dell’abazia di Montecassino. Settant’anni fa scrive, il 15 febbraio 1944 alle ore 9,45. Montecassino è ormai rasa al suolo, anche se i bombardamenti, con più ondate di aerei, durano fino alle 15,45.

Nel suo proclama di protesta il comandante supremo di tutte le forze tedesche dislocate in Italia, maresciallo Albert Kesselring, annunciava subito dopo che da quel momento le rovine di Montecassino sarebbero state utilizzate a fini militari.

Due giorni dopo il bombardamento, il 17 febbraio, l’ottantenne abate Gregorio Diamare abbandonava incolume il monastero insieme ad alcuni monaci e civili; di lì nella tarda serata, accompagnato da dom Martino Matronola, futuro abate, era condotto a Castelmassimo nei pressi di Veroli, dov’era il quartier generale del tenente generale Fridolin von Senger und Etterlin, e trascorsa qui la notte, il giorno dopo, venerdì 18, l’abate e il suo segretario giungevano finalmente a Roma. Il 20 febbraio, alle 9 del mattino, l’anziano successore di san Benedetto era ricevuto in udienza da Papa Pio xii, al quale ripetutamente assicurava — come ci informano fonti diplomatiche del tempo — che «nell’interno dell’Abazia non vi furono mai né soldati tedeschi, né nidi di mitragliatrici, né cannoni, né posti di osservazione».

Ore 9,45: Montecassino è rasa al suoloultima modifica: 2014-02-12T17:42:49+01:00da vitegabry
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