Archivi giornalieri: 13 novembre 2013

SOS ISPOGIATORES DE CATABAROS

 

SOS ISPOGIATORES DE CATABAROS

de Frantziscu Casula

 

Gramsci in un articolo del 1919 sull’Avanti, censurato e scoperto tra Carte d’archivio decenni dopo e fortemente critico nei confronti della politica italiana postunitaria, scrive che “I signori di Torino e la classe borghese torinese ha ridotto allo squallore la Sardegna, privandola dei suoi traffici con la Francia ha rovinato i porti di Oristano e Bosa e ha costretto più di centomila Sardi a lasciare la famiglia per emigrare nell’Argentina e nel Brasile”.

 

Infatti in seguito alla rottura dei Trattati doganali con la Francia (1887) e al protezionismo tutto a beneficio delle industrie del Nord, fu colpita a morte l’economia meridionale e quella sarda. Con la “guerra” delle tariffe voluta da Crispi, i prodotti tradizionali sardi (ovini, bovini, vini, pelli, formaggi) furono deprivati degli sbocchi tradizionali di mercato. Nel solo 1883 – ricorda lo storico Carta-Raspi – erano stati esportati a Marsiglia 26.168 tra buoi e vitelli, pagati in oro. Dopo il 1887 tale commercio crollerà vertiginosamente e con esso entrerà in crisi e in coma l’intera economia sarda.

Salògono i prezzi dei prodotti del Nord protetti: le società industriali siderurgiche e meccaniche fanno pagare un occhio della testa – annota Gramsci – ai contadini, ai pastori, agli artigiani sardi con le zappe, gli aratri e persino i ferri per cavalli e buoi.

Di contro crollano i prezzi dei prodotti agricoli non più esportabili: il vino, da 30-35 e persino 40 lire ad ettolitro, rende adesso non più di 6-7 lire. Discende bruscamente il prezzo del latte. E s’affrettano a sbarcare in Sardegna quelli che Gramsci chiama “Gli spogliatori di cadaveri” .

1° categoria di spogliatori di cadaveri

Sono gli industriali caseari. “I signori Castelli – scrive Gramsci – vengono dal Lazio* nel 1890, molti altri li seguono arrivando dal Napoletano e dalla Toscana. Il meccanismo dello sfruttamento (ed è un lascito della borghesia peninsulare non più rimosso) è semplice: al pastore che privo di potere contrattuale, deve fare i conti con chi gli affitta il pascolo e con l’esattore, l’industriale affitta i soldi per l’affitto  del pascolo, in cambio di una quantità di latte il cui prezzo a litro è fissato vessatoriamente dallo stesso industriale”.

Il prezzo del formaggio cresce ma va ai caseari e ai proprietari del pascolo o ai grandi allevatori non ai pastori che conducono una vita di stenti, aggravati dalle annate di siccità e dalle alluvioni:conseguenze e prodotti del disboscamento della Sardegna, opera  di un’altra categoria di spogliatori di cadaveri.

 

2° categoria di spogliatori di cadaveri

Sono gli industriali del carbone – secondo Gramsci – che scendono dalla Toscana. Stavolta il lascito perla Sardegna è la degradazione catastrofica del suo territorio. L’Isola è tutta boschi. Gli industriali toscani ne ottengono lo sfruttamento per pochi soldi. “A un popolo in ginocchio anche questi pochi soldi paiono la salvezza”, scrive Gramsci.

Così – continua l’intellettuale di Ales – “L’Isola di Sardegna fu letteralmente rasa suolo come per un’invasione barbarica. Caddero le forste. Che ne regolavano il clima e la media delle precipitazioni atmosferiche. La Sardegna d’oggi alternanza di lunghe stagioni aride e di rovesci allivionanti, l’abbiamo ereditata allora.

 

Massajos ridotti in miseria dalla politica protezionista di Crispi e pastori spogliati dagli industriali caseari, s’affollano alla ricerca di un lavoro stabile nel bacino minerario del Sulcis Iglesiente. Dove troveranno altri spogliatori di cadaveri.

 

3° categoria di spogliatori di cadaveri

Sono quelli che arrivano dalla Francia, dal Belgio e da Torino per un’attività di rapina delle risorse del sottosuolo (che il 9 settembre del 1848, ad appena otto mesi dalla Fusione perfetta, fu esteso alla Sardegna un Editto, già operante nella terraferma, che assegnava la proprietà delle miniere – e tutte le risorse del sottosuolo – allo Stato). Questo, per quattro soldi le darà in concessione a pochi “briganti, in genere stranieri ma anche italiani.

 

Essi si limiteranno – scrive Gramsci –  a pura attività di rapina dei minerali, alla semplice estrazione, senza paralleli impianti per la riduzione del greggio e senza industrie derivate e di trasformazione”

Certo, gli occupati nelle industrie estrattive passeranno da 5 mila (1880) a 10 mila (1890) ma in condizioni inumane di lavoro (11 ore consecutive) e di vita: La Commissione parlamentare istituita dopo i moti del 1906 scriverà”Si mangia un tozzo di pane durante il lavoro e per companatico mangeranno polvere di calamina o di minerale.

Sempre nella relazione della Commissione parlamentare si scrive testualmente:”S’attraversano ancora oggi nel Sulcis Iglesiente villaggi nati allora, lascito della borghesia mineraria con intonaci scomparsi, pavimenti trascurati, filtrazioni di umidità, insetti immondi, annidati dappertutto”.

Ad essere date in concessione non erano solo le miniere di carbone ma anche quelle di piombo, argento, zinco, rame.

*Di qui anche la denominazione di “pecorino romano” pur essendo nel passato ma anche oggi prodotto in Sardegna per il 90%.

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Tribunale di Milano – 05.07.2012 n. 5576

Sentenza: Tribunale Penale di Milano – 5.7.2012 n. 5576 – dott. Bruno Giordano – S.L. (avv. Bruno) – INPS (avv. Capotorti). 
Tag: Penale , Indebita percezione di somme a titolo di pensione e indennità di accompagnamento dopo il decesso dell’avente diritto , Omessa comunicazione della morte del pensionato,invalido civile , Reato di truffa aggravata a danno dell’INPS (art. 640, 1° cpv. C.P.) , Sussiste , Dolo omissivo e continuazione , Sussistono , Sospensione condizionale della pena ex art. 165 C.P. , E’ subordinata alla estituzione delle somme all’INPS.

Massima: Costituisce artificio e raggiro, nel reato di truffa aggravata e continuata, l’aver omesso la comunicazione all’INPS del decesso del creditore, con la consapevolezza di indurre in errore l’Ente e consentendo al reo di incassare le somme pensionistiche, senza diritto, per un lungo periodo. La

 

Corte di Cassazione, Sez. Lavoro – 03.07.2012 n. 11091

Sentenza: Corte di Cassazione, Sezione Lavoro – 03.07.2012 n. 11091 – Pres. Roselli – Rel. Coletti De Cesare – INPS (Avv.ti Ricci, Preden, Pulli, Patteri) – N.R. (Avv. Nunzi) – P.M. Apice. 
Tag: Processo civile , Decadenza sostanziale dall’esercizio del diritto già verificatasi , Nuova domanda dello stesso beneficio proposta in epoca successiva alla maturazione della decadenza , E’ irrilevante. 

Massima: In tema di decadenza dall’azione giudiziaria per il conseguimento di prestazioni previdenziali ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 639/1970, la proposizione, in epoca posteriore alla maturazione della decadenza, di una nuova domanda intesa a conseguire il medesimo beneficio previdenziale (nella

Sezione: Lavoro

Corte di Cassazione, Sez. Lavoro – 25.06.2012 n. 10510

Sentenza: Corte di Cassazione, Sezione Lavoro – 25.06.2012 n. 10510 – Pres. Coletti De Cesare – Rel. Mancino – INPS (Avv.ti Riccio, Pulli, Ricci,) – Z. (Avv. Del Rosso) – P.M. Servello. 
Tag: Pensioni , Anzianità contributiva , Lavoro subordinato domestico , Contribuzione, per almeno un decennio, versata per l’intero anno solare, ma con orario inferiore alle 24 ore settimanali , Deroga prevista dall’art. 2 del decreto legislativo n. 503/92 , Applicabilità , Esclusione. 

Massima: La deroga all’applicabilità del regime previdenziale introdotto con il D.L.vo 503/1992 – prevista dalla lett. b) del co. 3 dell’art. 2 del citato D.L.vo per i lavoratori con anzianità assicurativa di almeno 25 anni, occupati, per almeno un decennio, per periodi inferiori all’intero anno solare

Sezione: Lavoro

Tribunale di Milano – 15.06.2012 n. 2997

Sentenza: Tribunale di Milano – 15.6.2012 n. 2997 – Dott.ssa Colosimo – B.A. (Avv. Terreri) – INPS (Avv. Mostacchi) – Equitalia Nord S.p.A (Avv. Florio). 
Tag: Processo civile , Opposizione a cartella emessa dall’Agenzia delle Entrate , Contributi a percentuale dovuti alla Gestione Commercianti , Natura fiscale del credito , Sussiste , Difetto di legittimazione passiva dell’INPS , Sussiste.

Massima: In caso di addebiti che scaturiscono dal controllo automatizzato del mod. UNICO, l’iscrizione a ruolo è disposta dall’Amministrazione Finanziaria secondo il disposto di cui all’art. 32 bis del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185. E’ infatti l’Agenzia delle Entrate, in base a quanto accertato,

 

Corte di Cassazione, Sez. Lavoro – 13.06.2012 n. 9652

Sentenza: Corte di Cassazione, Sezione Lavoro – 13.06.2012 n. 9652 – Pres. Coletti De Cesare – Rel. Mancino – INPS (Avv.ti Riccio, Ricci, Giannico) – P.D. (Avv. Andriani) – P.M. Servello. 
Tag: Pensioni , Pensione di reversibilità , Coniuge divorziato , Mancata fruizione, al momento del decesso del titolare della pensione diretta, di assegno periodico di mantenimento, da parte dell’ex coniuge superstite , Diritto alla pensione di reversibilità , Non sussiste.

Massima: In tema di divorzio, non spetta la pensione di reversibilità all’ex coniuge che, al momento del decesso del titolare della pensione diretta, non benefici di assegno periodico di mantenimento, non avendo rilevanza, ai fini del riconoscimento del diritto alla pensione di reversibilità o a una sua

Sezione: Lavoro

Tribunale di Milano – 12.06.2012 n. 1656

Sentenza: Tribunale di Milano – 12.06.2012 n. 1656 – Dr.ssa Ravazzoni – C.C. (avv. Scionti) – INPS-SCCI S.p.a. (avv. Vivian). 
Tag: Contributi , Gestione Commercianti , Socio unico ed Amministratore unico di S.r.l. , Svolgimento di attività lavorativa abituale e prevalente all’interno dell’impresa , Obbligo di iscrizione , Sussiste.

Massima: È soggetto ad iscrizione alla gestione commercianti il socio di S.r.l. nel caso in cui la società non abbia dipendenti con qualifica dirigenziale, il socio scelga i propri collaboratori e tutti i dipendenti, pur avendo ciascuno di essi un certo margine di autonomia operativa, facciano capo al

 

Tribunale di Milano – 12.06.2012 n. 1657

Sentenza: Tribunale di Milano – 12.06.2012 n. 1657 – Dr.ssa Ravazzoni – G.S.T. S.p.A. (avv. Gatti) – INPS (avv. Vivian). 
Tag: Procedure concorsuali , Concordato preventivo già chiuso con decreto , Intervenutopagamento per intero dei crediti INPS insinuati , Azionabilità, in sede di ordinariogiudizio di opposizione a cartella, di ulteriori e diversi crediti INPS , Sussiste.

Massima: Nel caso di concordato chiuso senza insinuazione di un credito INPS, l’Istituto ben può agire per l’accertamento dell’esistenza e dell’entità del credito, nel giudizio di cognizione che è instaurato con l’opposizione alla cartella esattoriale, avendo il decreto di chiusura valore di atto

 

Corte di Cassazione, Sez. Lavoro – 05.06.2012 n. 9039

Sentenza: Corte di Cassazione, Sezione Lavoro – 05.06.2012 n. 9039 – Pres. Roselli – Rel. Morcavallo – P.A. (Avv. Andreoni) – INPS (Avv.ti Fabiani, Triolo, Stumpo) – P.M. Apice (Conf.). 
Tag: Prestazioni , Indennità ordinaria di disoccupazione , Lavoratori part,time , Anzianità contributiva utile al conseguimento di prestazioni previdenziali , Calcolo , Applicabilità del meccanismo adeguativo della retribuzione previsto per il versamento dei contributi da parte del datore , Esclusione.

Massima: In tema di anzianità contributiva utile per il conseguimento di prestazioni previdenziali da parte di lavoratori part-time, il tenore letterale dell’art. 1, comma 4, del D.L. n. 338 del 1989, conv. nella legge 389 del 1989, e la sua stessa riproposizione in termini immutati nell’art. 9 del

Sezione: Lavoro

Tribunale di Milano – 01.06.2012 n. 2659

Sentenza: Tribunale di Milano – 01.06.2012 n. 2659 – Dr.ssa Ravazzoni – A.B. (avv.ti Verna, Panebianco) – INPS (avv. Vivian). 
Tag: Rendita vitalizia (domanda di) , Prova della domanda già proposta al datore di lavoro e non soddisfatta , E’ condizione di ammissibilità della domanda giudiziale , Prescrizione ordinaria , Si applica , Decorrenza dalla prescrizione dei contributi omessi dal datore di lavoro , Sussiste.

Massima: E’ inammissibile la domanda di rendita vitalizia avanzata all’INPS dal lavoratore, senza la dimostrazione di aver previamente richiesto tale prestazione al datore di lavoro e di non averla potuta ottenere da quest’ultimo. La prescrizione decennale del diritto alla rendita vitalizia decorre

 

Tribunale di Milano – 31.05.2012 n. 2683

Sentenza: Tribunale di Milano – 31.05.2012 n. 2683 – Dr. Greco – C.B. (avv. Garlatti) – INPS (avv. Vivian). 
Tag: Pensioni , Benefici pensionistici per esposizione all’amianto , Lavoratore pensionato prima dell’entrata in vigore della L. n. 271/1993 , Diritto alla rivalutazione di periodi contributivi con coefficiente 1,5 , Non sussiste.

Massima: E’ infondata la domanda di rivalutazione dei periodi contributivi per esposizione ad amianto ex art. 13 co 8 L. n. 257/1992, nel caso di soggetto pensionato nella vigenza della normativa di cui al D.L. n. 169/1993, poi convertita in L. n. 271/1993, in vigore dal 19.8.1993.

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Messaggio n. 18321 del 12-11-2013

Oggetto: Cure termali 2013. Aggiornamento elenchi strutture convenzionate.

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Messaggio n. 18131 del 08-11-2013

Oggetto: Ammortizzatori sociali in deroga. Assegnazioni ulteriori risorse finanziarie per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga relativi a periodi di competenza 2013.

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Messaggio n. 18118 del 08-11-2013

Oggetto: Integrazione delle denunce contributive mensili della Gestione ex ENPALS nel flusso UNIEMENS (Circ. 41 del 18/03/2013). Indirizzi operativi.

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Messaggio n. 18092 del 08-11-2013

Oggetto: Fondo di Tesoreria. Lavoratori in contratto di solidarietà assistita da intervento di Cigs. Chiarimenti. Modalità operative.

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Messaggio n. 17768 del 05-11-2013

Oggetto: Prestazione in favore di lavoratori prossimi alla pensione al fine di incentivarne l’esodo, prevista dall’articolo 4, commi da 1 a 7-ter, della legge n. 92 del 28 giugno 2012 rubricata “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, e successive modifiche ed integrazioni. Modalità di finanziamento ed ulteriori chiarimenti.

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Messaggio n. 17606 del 04-11-2013

Oggetto: chiarimenti sulla salvaguardia di cui all’articolo 22, comma 1, lettera a), della legge n. 135 del 2012. Lavoratori che prima dell’accesso agli strumenti di sostegno al reddito (CIGS e mobilità) maturano i requisiti pensionistici vigenti anteriormente all’entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011.

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Messaggio n. 17197 del 25-10-2013

Oggetto: Art. 20, co. 1, D.L. n. 112/2008, convertito nella legge n. 133/2008, come modificato dall’art. 18, comma 16, D.L. n. 98/2011, convertito con modificazioni nella legge n. 111/2011. Sentenza Corte Costituzionale 9 maggio 2013, n. 82. Effetti. Rimborso della contribuzione di malattia.

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Messaggio n. 16879 del 21-10-2013

Oggetto: INVCIV verifiche straordinarie, sospensione d’ufficio per assenza a visita.

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Messaggio n. 16786 del 18-10-2013

Oggetto: Gestione Artigiani e Commercianti – Avvisi Bonari

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Messaggio n. 16295 del 11-10-2013

Oggetto: accertamento dell’esistenza in vita dei titolari di trattamenti pensionistici pubblici e dei titolari di trattamenti pensionistici della gestione spettacolo e sportivi professionisti erogati all’estero.

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Circolare n. 158 del 13-11-2013

Oggetto: Variazione della misura dell’interesse di dilazione e di differimento e delle somme aggiuntive per omesso o ritardato versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

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Circolare n. 157 del 08-11-2013

Oggetto: Gestione ex Enpals. Nuove modalità di presentazione della domanda di autorizzazione ai versamenti volontari. Utilizzo del canale telematico in via esclusiva.

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Circolare n. 156 del 08-11-2013

Oggetto: Gestione ex Enpals. Estensione alla gestione ex Enpals dei servizi telematizzati. Modalità di presentazione telematica in via esclusiva delle domande di prestazioni previdenziali.

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Circolare n. 154 del 28-10-2013

Oggetto: Presentazione della dichiarazione di immediata disponibilità nell’ambito della domanda di disoccupazione ASpI e Mini ASpI – messa a disposizione delle dichiarazioni ai Centri per l’impiego – art. 4, comma 38, legge 28 giugno 2012, n. 92 .

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Circolare n. 153 del 28-10-2013

Oggetto: Gestione Dipendenti Pubblici. Funzioni web per iscritti ed amministrazioni: visualizzazione dei versamenti. Visualizzazione delle note di debito e dei piani di ammortamento per le amministrazioni.

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Circolare n. 152 del 28-10-2013

Oggetto: Rettifica trimestre riscossione contributiva recupero danno biologico anno 2012.

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Circolare n. 151 del 28-10-2013

Oggetto: Nuove modalità di presentazione dei ricorsi amministrativi ai Comitati di Vigilanza – Gestione Dipendenti Pubblici. Utilizzo del canale telematico.

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Circolare n. 150 del 25-10-2013

Oggetto: Incentivi per l’assunzione dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità ai sensi dell’articolo 4, comma 1, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236 e successive modifiche ed integrazioni. Chiarimenti.

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Circolare n. 148 del 14-10-2013

Oggetto: Convenzione fra l’INPS e AS.N.A.L.I. – Associazione Nazionale Autonoma Liberi Imprenditori per la riscossione dei contributi sindacali sulle prestazioni pensionistiche ai sensi della legge 11 agosto 1972, n. 485. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti.

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Circolare n. 147 del 14-10-2013

Oggetto: Gestione ex Enpals. Determinazione Presidenziale del 30 maggio 2012 n. 95. “Presentazione e consultazione telematica in via esclusiva – Decorrenza”. Nuove modalità di presentazione della domanda di Riscatto di Laurea. Utilizzo del canale telematico.

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Varie

Archivio delle notizie in Prima Pagina

  • 13/11/2013
    Audizione su risarcimento danno non patrimoniale – Giovedì alle 13,30 diretta webtv
  • 13/11/2013
    Accise, audizione British American Tobacco – Giovedì alle 9 diretta webtv
  • 13/11/2013
    Finanziamento imprese agricole, audizione Ismea – Giovedì alle 8,45 diretta webtv
  • 13/11/2013
    Esame del decreto sulla proroga delle missioni internazionali
  • 13/11/2013
    Vigilanza Rai – Audizione di rappresentanti Usigrai e Adrai –
  • 13/11/2013
    Audizione su edilizia scolastica
  • 13/11/2013
    Politica tributaria e accise, audizioni Mosler e Peleggi
  • 13/11/2013
    Imprese e diritti umani: il caso Italia
  • 12/11/2013
    Invio di manifestazioni di interesse per l’incarico di Capo dell’Ufficio Stampa della Camera – Responsabile della comunicazione
  • 12/11/2013
    Approvata la Ratifica dell’accordo con la Francia per una nuova linea ferroviaria Torino-Lione

Trasformiamo i sogni dei bambini in un futuro dignitoso

 

di Simrin Singh, esperta di lavoro minorile a Bangkok, Thailandia

In un sobborgo della calda e caotica periferia di Giacarta, ho visto un gruppo di bambine e bambini che cantavano, ballavano e ridevano al ritmo della musica di Justin Bieber e Bollywood. Li sentivo chiacchierare di moda, dei loro sogni e aspirazioni, come farebbe un qualsiasi adolescente ovunque nel mondo.

Questi bambini sono tra i pochi fortunati perché hanno un’infanzia. Hanno un luogo dove andare a passare il loro tempo libero, dove possono confrontarsi con i loro coetanei, imparare ed esprimere le loro energie creative. Cantano fieri a squarcia gola “I will reach my dreams”, raggiungerò i miei sogni.

Il luogo dove si trovano è un centro di apprendimento per bambine e bambini ex lavoratori domestici, gestito da diverso tempo da un partner dell’ILO, l’ONG Mitra Imadei con il sostegno di vicini di casa e delle autorità locali. Ci sono voluti anni per convincere le autorità e i datori di lavoro che il lavoro minorile domestico non è accettabile e che bisogna prendersi cura di questi bambini, devono essere protetti e devono avere l’opportunità di imparare, in modo che da adulti possano accedere ad un “lavoro dignitoso”.

I loro visi luminosi e fiduciosi sono la testimonianza che questa è la strada giusta. Tuttavia, incontrare questi bambini ci fa ricordare degli altri milioni – prlopiù bambine – nascosti e sfruttati nel lavoro domestico. Sottoposti a lunghi orari di lavoro, irregolarità, dure condizioni di lavoro, questi bambini sono privati del loro diritto di andare a scuola e vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento.

Dormono sul pavimento della cucina, vengono picchiati e insultati, mangiano cibo scadente, non vengono pagati e non gli è permesso di andare dai loro familiari. Queste, purtroppo, sono le storie più comuni.

Si tratta di esperienze che pregiudicano irrimediabilmente il loro futuro e le loro aspirazioni di avere un lavoro dignitoso da adulti.

Normalmente, i domestici non sono neanche considerati lavoratori e i datori di lavoro non gli riconoscono alcun diritto. Le ragazze spesso devono sostenere un doppio carico di lavoro, sbrigare le faccende domestiche a casa e poi anche presso terzi. Questa cultura profondamente radicata rappresenta un grande ostacolo.

La Giornata mondiale contro il lavoro minorile del 12 giugno, è dedicata quest’anno al lavoro domestico dei minori. Si tratta di una scelta legata alla recente adozione della Convenzione dell’ILO sul lavoro dignitoso dei lavoratori domestici (N.189), la quale stabilisce che solo le persone che hanno raggiunto l’età legale per lavorare possono svolgere lavoro domestico, e prevede forme di protezione specifiche per gli under 18.

In tutto il mondo, sono milioni i minori che lavorano nel settore domestico, perlopiù bambine. Molti di loro sono al di sotto dell’età minima per lavorare, mentre quelli al di sopra si trovano senza nessuna protezione legale e destinati a lavorare nel settore informale.

E’ arrivato il momento di agire per proteggere questi bambini e per aiutarli a raggiungere i loro sogni.

 
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Ilo

Accordi di libero scambio e norme del lavoro

Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un moltiplicarsi di accordi di libero scambio contenenti disposizioni sul tema del lavoro.

Secondo il Rapporto “La dimensione sociale degli accordi di libero scambio” (Social Dimensions of Free Trade Agreements), a partire dalla metà degli anni ‘90 il numero di accordi contenenti disposizioni in materia di lavoro è cresciuto in maniera significativa, tra questi molti gli Accordi Sud-Sud tra paesi in via di sviluppo.

In totale, nel giugno 2013 erano 58 gli accordi contenenti disposizioni sul lavoro, ovvero quasi un quarto del totale dei 248 attualmente in vigore. Essi comprendevano disposizioni sulle condizioni minime di lavoro, rafforzamento della legislazione nazionale del lavoro, monitoraggio e applicazione delle norme del lavoro.

“Il crescente numero di accordi commerciali che includono previsioni relative alle norme del lavoro indicano una maggiore consapevolezza che la liberalizzazione del commercio, per quanto sia importante, deve andare di pari passo con i progressi sociali e sul fronte dell’occupazione”, ha affermato Raymond Torres, Direttore del Dipartimento Ricerca dell’ILO.

In alcuni casi, il miglioramento delle norme del lavoro è stato posto come condizione per l’entrata in vigore degli accordi tra paesi. In sei accordi commerciali su 7 recentemente conclusi dagli Stati Uniti, sono stati compiuti miglioramenti in materia di norme del lavoro prima della loro entrata in vigore.

In quasi il 60 % dei casi, gli accordi promuovono la conformità alle norme del lavoro, senza che questo implichi alcuna conseguenza commerciale o finanziaria diretta. Questo presuppone spesso la cooperazione tra paesi partner per migliorare le condizioni di lavoro e l’impegno al rispetto delle norme.

Secondo il Rapporto nessuno degli accordi presi in esame presenta segnali di protezionismo da parte dei governi interessati. In tutti i casi in cui è stata sollevata una presunta non conformità ad una determinata norma del lavoro, sono stati fatti sforzi significativi per risolvere la questione senza ricorrere a sanzioni. In effetti, nessuna disputa su questioni di lavoro è finora sfociata in sanzioni.

La grande varietà di clausole in materia di lavoro con differenti implicazioni istituzionali e legali, rende difficile fare delle generalizzazioni sugli effetti.

Secondo il rapporto, quando le condizioni vengono applicate nella fase precedente alla ratifica, esse portano ad importanti cambiamenti della legislazione sul lavoro, come ad esempio miglioramenti in materia di ispezione sul lavoro o l’adozione di nuove forme di protezione giuridica, in particolare nell’ambito della libertà di sindacale. 

Quando queste condizioni vengono introdotte a seguito della firma dell’accordo, i meccanismi di denuncia aiutano talvolta a garantire il rispetto delle norme del lavoro esistenti. Spesso, ci sono state molte attività di cooperazione tra parti firmatarie dopo la ratifica. Ad esempio, il Piano regionale MERCOSUR sull’ispezione del lavoro ha avviato attività di ispezione congiunte, spesso favorendo miglioramenti nelle pratiche nazionali. 

Il rapporto propone diversi percorsi per migliorare l’efficacia dei dispositivi in materia di lavoro negli accordi commerciali, tra questi:

– Realizzare specifici obiettivi di sviluppo sul lavoro in un asso temporale determinato e collegarli ad incentivi economici;
– Rafforzare le sinergie tra le disposizioni in materia di lavoro dei diversi accordi commerciali bilaterali. 
– Rafforzare la consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e con i sindacati nella negoziazione e attuazione delle disposizioni in materia di lavoro.
– Migliorare la coerenza tra disposizioni in materia di lavoro negli accordi commerciali e strumenti dell’ILO pertinenti.

 
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Lavoro minorile

Il lavoro minorile non è un gioco da bambini

di Guy Ryder, Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)

Sono 168 milioni i bambini lavoratori nel mondo, un terzo in meno rispetto al 2000. Questo dato è incoraggiante e al tempo stesso preoccupante. È incoraggiante perché siamo riusciti a salvare bambini soldato di 11 anni in Myanmar, o bambine che in Malawi lavoravano dall’alba fino a tarda notte come domestiche non potendo frequentare la scuola, o molti bambini romeni costretti a chiedere l’elemosina e che ora sono finalmente al sicuro in centri di riabilitazione.

Ma siamo anche molto preoccupati perché 168 milioni è una cifra veramente impressionante. Se tutti questi bambini fossero raggruppati in un solo paese, questo sarebbe l’ottavo più popoloso del mondo, più del Bangladesh o della Russia. Nonostante i recenti progressi, il mondo non riuscirà al tasso attuale a raggiungere l’obiettivo di eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016, così come la comunità internazionale aveva deciso nel 2010 a L’Aia.

Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel mondo 85 milioni di minori dai 5 ai 17 anni svolgono lavori che hanno effetti negativi diretti sulla loro salute, sicurezza e sviluppo.

La stragrande maggioranza è impiegata in agricoltura ma sono presenti anche in altri settori, lavorano nelle miniere, sono vittime di tratta o abusi per sfruttamento sessuale, chiedono l’elemosina, sono sfruttati nel lavoro domestico, costretti ad arruolarsi nelle milizie o negli eserciti. Poco meno della metà ha tra i 5 e gli 11 anni, perlopiù maschi (anche se le cifre possono sottostimare il coinvolgimento delle bambine nella forma più invisibile del lavoro domestico).

Nella regione di Asia-Pacifico si registra il numero più elevato di bambini lavoratori (78 milioni), mentre l’Africa sub-Sahariana ha l’incidenza più alta (21 milioni). Ma questo non è un problema che riguarda solo i paesi poveri o quelli in via di sviluppo: il fenomeno esiste anche nei paesi ricchi, come negli Stati Uniti e in Europa occidentale.

Il lavoro minorile è un problema globale a cui deve essere data una risposta globale. Questo significa adottare misure per ridurre la povertà, migliorare l’istruzione, rafforzare le legislazioni, migliorare le prospettive di lavoro per gli adulti e convincere che far lavorare un bambino al di sotto dell’età minima non è conveniente per nessuno.

Con le scelte politiche giuste, la cooperazione tecnica e il sostegno dei donatori, ove necessario, il lavoro minorile può essere affrontato. Prendiamo il Malawi, uno dei paesi più poveri del mondo dove circa il 30 per cento dei bambini tra i 5 e i 15 anni lavorano. Bambini come Ethel di 8 anni, costretta a lasciare la scuola per aiutare i suoi genitori a raccogliere tabacco e che ora soffre di mal di testa e dolori allo stomaco.

Il Malawi ha un piano d’azione nazionale che unisce un sistema di monitoraggio, investimenti nelle infrastrutture e il pieno coinvolgimento delle comunità, dai funzionari locali che possono ispezionare le aziende agricole e arrestare quei proprietari dei terreni che sfruttano il lavoro minorile ai capi tradizionali impegnati nell’eradicazione del fenomeno. Il piano d’azione è finanziato dal 2009 dal Dipartimento di Stato americano ed ha già contribuito a salvare 5.500 bambini lavoratori.

Eppure, benché sia indispensabile moltiplicare i nostri sforzi, i paesi possono sentirsi meno obbligati a finanziare programmi contro il lavoro minorile proprio perché il numero è in calo.

Oggi i tantissimi paesi che si ritrovano nella capitale del Brasile, Brasilia, alla terza Conferenza globale sul lavoro minorile, hanno un’opportunità unica per dimostrare quanto il loro impegno e gli sforzi a livello internazionale e nazionale siano determinati. Questi paesi devono rinnovare il loro impegno per liberarsi delle peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016 e eliminarle completamente entro il 2020. Ci sono ben 168 milioni di buone ragioni per farlo!

 
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Mai più Rana Plaza?


La tragedia della fabbrica tessile Raza Plaza a Savar, periferia di Dacca, in Bangladesh, ha provocato un vero e proprio shock collettivo. Di portata globale. 

È noto che nel processo di produzione, soprattutto nel comparto tessile e soprattutto nel sudest asiatico, le condizioni di sfruttamento e la violazione dei diritti si perdono nella rete fitta e intricata dei fornitori a basso costo, nonostante le varie forme di certificazione e di auditing della responsabilità sociale d’impresa. 

Sono note anche le denunce delle organizzazioni non governative, degli organismi e dei sindacati internazionali sulla mancanza di controlli seri da parte dei compratori occidentali e dei governi, sui limiti degli standard di salute e sicurezza. Tutto questo, però, non ha impedito il ripetersi delle tragedie. 

La lista degli incendi, dei crolli e delle vittime è lunga. 

Sempre a Dacca, a novembre 2012 un incendio ha ucciso più di 120 persone, mentre a settembre, a Karachi, Pakistan, hanno perso la vita quasi 300 operai. 

Alla fine, ci sono voluti questi 1.127 morti del Rana Plaza, in gran parte donne, giovani lavoratrici tessili, per costringere le grandi imprese e la comunità internazionale del lavoro a ripensare l’intero sistema di produzione, affinché non si ripetano più eventi simili. 

La settimana scorsa, mentre gli scavatori ancora rimuovevano macerie e cercavano i corpi dei dispersi, un gruppo di grandi compagnie tessili ha sottoscritto un accordo sulle condizioni di sicurezza nelle fabbriche del paese. L’iniziativa ha coinvolto 31 multinazionali e catene di distribuzione, per circa mille fabbriche, un terzo del totale. Tra questi spiccano i nomi di Hennes and Moritz (H&M), Inditex (Zara), Marks&Spencer e Benetton. Non hanno ancora firmato però gli americani Walmart e Gap. 

L’accordo è stato promosso dai sindacati IndustraiALL e UNI Global Union, insieme alle organizzazioni che promuovono da tempo il lavoro dignitoso nel comparto tessile, come Clean Clothes Campaign. 

L’ILO ha dato il pieno appoggio all’iniziativa e subito dopo il crollo ha inviato una delegazione ufficiale a Dacca. Dalla visita è scaturito un piano d’azione in sette punti, incentrati sulla prevenzione e sul pieno coinvolgimento del governo, delle imprese e dei sindacati, nel pieno spirito tripartito dell’Organizzazione. 

Tra i punti più importanti, ci sono l’impegno del governo a presentare subito in parlamento un pacchetto di riforme del lavoro che comprenda sia i diritti fondamentali, come la libertà sindacale e la contrattazione collettiva, sia un miglioramento significativo delle misure di salute e sicurezza. 

Inoltre, entro la fine del 2013 è previsto l’accertamento dell’idoneità delle strutture dove si produce per l’esportazione, con l’eventuale trasferimento in fabbricati certificati. A questo, si aggiungono programmi di formazione e riqualificazione per chi è rimasto disabile dopo gli incidenti più gravi, cosi come il potenziamento delle ispezioni e l’aumento del numero dei funzionari, almeno 200 in più nei prossimi sei mesi. Ora non arrivano neanche a 100, su un totale di 150 milioni di abitanti.

Tuttavia, affinché non si ripetano tragedie come quella del Rana Plaza, viene spontaneo chiedersi se queste misure siano sufficienti o se sia il caso di estenderle oltre il Bangladesh. Non andrebbero applicate ai paesi dell’area che continuano a concorrere al ribasso sui costi del lavoro e della produzione? 

Il giorno dopo la firma dell’accordo sulla sicurezza a Dacca, un altro crollo è avvenuto in una fabbrica di scarpe cambogiana che produceva per il marchio giapponese Asics. Sono morte tre persone, tra cui una ragazza di appena 15 anni.

I 4 LIBRI DEL MESE: CATERINI, CASULA, MIGHELI E CONTEDDU

 

Qualcuno è uscito prima, altri dopo, ma nelle vostre librerie non potranno mancare alcune interessanti pubblicazioni, due saggi e due romanzi, dei seguenti autori Sardi:

Il primo è un saggio, scritto da Fiorenzo Caterini, funzionario del Corpo Forestale, laureato in Scienze dei Beni Culturali e Antropologia Culturale, che finalmente raccoglie in un unico apparato critico e statistico gli anni del disboscamento della Sardegna. Una efficace guida per orientarsi nella dimensione e nella natura dei danni ambientali occorsi alla nostra isola a causa dell’opera dell’uomo, dai primi dati tracciabili fino al presente. Un lavoro storico che non manca di vagliare sotto un aspetto interdisciplinare le varie responsabilità che si sono susseguite in uno dei maggiori scempi ambientali della nostra terra. Il che costituisce anche uno stimolo ed una riflessione alla preservazione del patrimonio esistente da consegnare alle generazioni future:

Colpi di scure e sensi di colpa – Carlo Delfino Editore.

Abbiamo poi il saggio, scritto dal prof. Francesco Casula, che costituisce il secondo volume della serie “Letteratura e civiltà della Sardegna”. Lo storico traccia un percorso sulla letteratura e sugli autori che sono stati indissolubilmente legati ad una idea di Sardegna culturalmente autonoma e capace di esprimere una produzione di capitale importanza per le vicende sociali e per l’identità della nostra isola. Se nelprimo volume si spaziava da autori del calibro di Sigismondo Arquer, Emilio Lussu e Michelangelo Pira, nel nuovo si parte da Benvenuto Lobina, passando per Sergio Atzeni, per arrivare fino a Gianfranco Pintore. Una summa dei vari generi letterari e dei loro protagonisti che ogni Sardo dovrebbe poter conoscere:

Letteratura e civiltà della Sardegna. Volume II – Edizioni Grafica del Parteolla.

Arriviamo ai romanzi. Il sociologo Nicolò Migheli si propone nella sua seconda opera da romanziere, dopo l’ottimo “Hidalgos”, offre alle stampe le avventurose vicende di Diego Henares de Astorga nell’armata di Filippo II di Spagna. Per gli appassionati, il genere si pone in linea con la vita del Capitano Alatriste, il personaggio scaturito dalla penna di Arturo Pérez-Reverte, e che nel 2006 è stato oggetto di una trasposizione cinematografica nel film “Il destino di un guerriero (Alatriste)”, interpretato da Viggo Mortensen. Dalle Fiandre alla Sardegna, sarà nella nostra isola che l’eroe Diego Henares si troverà pericolosamente coinvolto nella realtà storica del suo tempo, sullo sfondo di uno scenario in cui l’Islam contendeva alla cristianità occidentale il predominio del Mediterraneo:

La storia vera di Diego Henares de Astorga – Arkadia Editore.

Infine abbiamo il debutto di Andrea Conteddu, con un romanzo fantasy che proietta la Sardegna nella monumentale produzione di questo genere fantastico che coltiva appassionati in tutto il mondo. Ai più sarà nota la saga del “Signore degli anelli”, di John R.R. Tolkien. Nella nostra epopea, 886 pagine lungo una terra brutale e maledetta, dove popoli e regni si scontrano nell’epica battaglia del bene contro il male.
Amore, tradimenti e coraggio si alternano senza sosta in un crescendo di emozioni. Anche in formato e-book:

Il suo cuore brucia – Mjm Editore.

Adriano Bomboi.