Archivi giornalieri: 19 novembre 2013

crisi

Crisi: Cgil,505 mila in Cig in 10 mesi, con un taglio di reddito di 3,3 miliardi di euro

La cassa integrazione sfiora le 880 milioni di ore registrate in dieci mesi, una mole tale che relega in cassa oltre 500 mila lavoratori a zero ore con un taglio del reddito per 3 miliardi e 300 milioni di euro, ovvero quasi 6 mila e 600 euro per ogni singolo lavoratore. E’ quanto emerge dalle rilevazioni Inps rielaborate dall’Osservatorio Cig della Cgil. Secondo la Cgil rimane così inalterata la media di ore richieste ogni mese e si punta a sfondare il miliardo di ore di cassa integrazione anche per il 2013.

“A dispetto di una certa retorica che vorrebbe il nostro Paese sulla via della ripersa – afferma il segretario confederale Elena Lattuada – ci ritroviamo ancora invischiati in una crisi pesantissima con effetti drammatici sui lavoratori e sul nostro tessuto produttivo”. A questo si aggiunge il mancato rifinanziamento della Cig in deroga. “E’ sì necessaria una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali che li renda effettivamente universali – ammette la sindacalista – ma nell’emergenza non è possibile, come invece sta accadendo ai lavoratori con la cassa in deroga, lasciare centinaia di migliaia di persone alla deriva, senza alcun tipo di sostegno”. Su quest’ultimo punto,infatti, Cgil Cisl Uil promuovono un presidio nazionale unitario per martedì 19 novembre (a Roma davanti alla sede del Mef in via XX settembre a partire dalle ore 9) proprio per sollecitare il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga.

Nel dettaglio dall’analisi di Corso d’Italia si rileva inoltre come la cassa integrazione ordinaria (cigo) aumenti a ottobre per un monte ore pari a 33.769.861, per un +6,12% su settembre. Da inizio anno la cigo registra invece 293.283.605 di ore per un +6,04% sui primi dieci mesi del 2012. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese, è stata di 43.971.344, in crescita consistente su ottobre del +22,13%, mentre il dato da inizio 2013, pari a 366.011.839 ore autorizzate, segna un +14,19% sullo stesso periodo dello scorso anno.

Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato lo scorso mese un drastico calo del -25,60% su settembre per complessive 12.951.585 di ore richieste. Da inizio anno sono state autorizzate 220.621.858 di ore di cigd, per un -26,16% sul periodo gennaio-ottobre del 2012. “Questa riduzione della Cigd è l’ennesima conferma di come le complicazioni burocratiche e i mancati finanziamenti stiano lasciano senza copertura alcuna centinaia di migliaia di lavoratori, privandoli così di qualsiasi forma di sostegno al reddito”, segnala il rapporto della Cgil.

Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi dieci mesi del 2013 c’è la Lombardia con 215.750.974 ore che corrispondono a 123.710 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 102.194.670 ore di cig autorizzate per 58.598 lavoratori e il Veneto con 92.284.878 ore per 52.916 persone. Nelle regioni del centro prima è il Lazio con 61.264.866 ore che coinvolgono 35.129 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla Cig con 50.271.522 ore per 28.825 lavoratori.

Il settore più in difficoltà appare la meccanica: sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-ottobre, pesa per 289.101.644, coinvolgendo 165.769 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 117.133.452 ore di Cig autorizzate per 67.164 lavoratori coinvolti, subito dopo l’edilizia che registra 103.599.527 ore e 59.403 persone.

Immigrazione

Immigrazione: Kyenge, repressione costa più dell’accoglienza

“Serve un cambiamento culturale – ha detto il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge – Non dobbiamo più parlare di lavori pesanti che devono fare gli immigrati e di lavori qualificati per i giovani italiani. Dobbiamo far passare l’idea che ogni lavoro è buono”. E non è un caso, allora, come se il suo ministero sta lavorando in modo trasversale con il Miur e il ministero del Lavoro per rilanciare, per esempio, le scuole professionali.

“Da cambiare sono anche le norme sull’immigrazione. Nessuna legge è eterna – ha sottolineato riferendosi, senza chiamarla con il suo nome, alla legge Bossi-Fini – e dobbiamo avere l’intelligenza di cambiarla perché sono cambiati i tempi”. “Oltre tutto – ha aggiunto – la repressione costa più di quello che costerebbe una buona politica di accoglienza”. Ma la ministra è tornata anche sul tema dello jus soli. “C’è un milione di bambini che aspetta una risposta e la risposta è quella della legge sulla cittadinanza”.

Disabili

Cgil: da Corte Conti parere assunzione disabili contro la legge

“La Corte dei conti ha espresso un parere in merito alle assunzioni obbligatorie di lavoratori con disabilità da parte delle Province in contraddizione con il decreto sui precari della Pa”. Secondo la Corte, infatti, riferisce la Cgil, “il divieto posto a carico delle Province di assumere personale a tempo indeterminato, in relazione al decreto di riordino varato dall’allora governo Monti, è tuttora in vigore e, sempre secondo la Corte, comprenderebbe anche le unità di personale aventi diritto al collocamento obbligatorio, ovvero la legge 68 del ’99”.

Eppure, fa notare la responsabile dell’ufficio Politiche per la disabilità del sindacato di corso d’Italia, Nina Daita, “il decreto 101 del 2013 specifica, in riferimento alle categorie protette, che le disposizioni contenute nel decreto derogano ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente”. Per la dirigente sindacale “questa confusione normativa è assolutamente intollerabile. Il governo deve fare subito chiarezza, anche se risulta palese come la legge 68 non solo non può essere sospesa con un tratto di penna ma deve essere immediatamente applicata”.

“La situazione drammatica in cui versano centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori disabili non può essere ulteriormente complicata da queste contraddizioni. La confusione è letteralmente immane ma non è possibile che a pagarne il prezzo siano ancora una volta gli ultimi tra gli ultimi”, conclude Daita.

Crisi

Crisi: Usa, donne al lavoro, recuperati posti persi nella recessione

Le donne hanno recuperato tutti i posti di lavoro persi durante la recessione. Negli Stati Uniti le donne al lavoro sono la cifra record di 67,5 milioni, oltre i 67,4 milioni del 2008, quando la recessione è iniziata. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che gli uomini che lavorano sono 69 milioni, meno dei 70,9 milioni di giugno 2007.

Alla base dell'”ascesa” delle donne c’è il fatto che svolgono lavori in settori come la sanità e l’istruzione che hanno navigato la crisi meglio di altri, mentre i settori dominati dagli uomini come le costruzioni hanno accusato forti riduzioni. Con la recessione e il periodo successivo gli uomini hanno perso 6 milioni di posti di lavoro, le donne 2,7 milioni di posti di lavoro.

ansa

Precari

Scuola – Aumenta l’esercito dei precari …

Sarebbero non più di 25.000, di cui l’80% docenti, i dipendenti scolastici che hanno requisiti anagrafici e contributivi richiesti dall’art. 24 del decreto legge n. 201/2011 per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato, con decorrenza 1° settembre 2014. Senza la riforma Fornero il loro numero avrebbe potuto essere compreso tra 70 e 80mila unità.

E’ quanto si ricava da una proiezione realizzata da ItaliaOggi in base al personale in servizio nel corrente anno scolastico con contratto a tempo indeterminato e alle classi di età.

Si tratta dell’ennesima conferma che la riforma previdenziale entrata in vigore dal 1° gennaio 2012, nello stabilire un’età anagrafica non inferiore a 66 anni e una anzianità contributiva non inferiore a 41 anni per le donne e 42 per gli uomini, ha ridotto ai minimi termini il numero del personale della scuola che teoricamente potrebbe andare in pensione sia il 1° settembre 2014 che nel settembre 2015.

Proiezioni che riducono drasticamente le possibilità di immissioni in ruolo nei prossimi anni per l’esercito dei precari, che dopo i Pas, i Percorsi Abitativi Speciali, è destinato a salire sfondando quota 200mila….

Cassa integrazione

Cig: Cgil, incontro su deroga non risolutivo, ora garanzie

L’incontro tra il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e i sindacati sugli ammortizzatori in deroga ”ha chiarito alcuni punti” ma non è stato risolutivo. E’ l’opinione del segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino che chiede “garanzie e certezze” circa il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga per la restante parte del 2013 e per tutto il prossimo anno.   “C’è l’impegno del governo – dice Sorrentino – a dare certezza sul finanziamento dei 330 milioni di euro aggiuntivi per gli ammortizzatori in deroga che erano stati annunciati ma che, ad oggi, non sono contenuti in nessun provvedimento. Noi abbiamo ribadito  che queste risorse sono assolutamente insufficienti a coprire tutto il 2013 e su questo abbiamo chiesto di essere riconvocati quando ci sarà l’effettivo stanziamento”. “Per il 2014 – precisa – abbiamo annunciato non solo che le risorse sulla cassa in deroga non bastano ma soprattutto che abbiamo bisogno di rifinanziare strumenti come i contratti di solidarietà che sono una delle cose fondamentali per evitare ulteriori licenziamenti”.  Sorrentino si è detta “abbastanza scettica e preoccupata rispetto alla garanzia che ad oggi il governo è in grado di assicurare sul 2013 mentre sul 2014 ci sarà modo di discutere”.

Povertà

 

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In Italia oltre 112mila bimbi vittima della povertà sanitaria

In Italia oltre 112 mila bambini sono vittime della povertà sanitaria. Vivono cioè in condizioni di indigenza tali da avere bisogno di aiuto anche per latte, pappe e pannolini. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio donazione farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico, alla vigilia della Giornata mondiale dell’infanzia. I dati sono il risultato di una ricerca condotta dal novembre 2012 al novembre 2013 su un campione di enti che si occupano di assistenza sanitaria infantile, convenzionati con il Banco Farmaceutico, su tutto il territorio italiano. Tra questi le Caritas Diocesane, Don Orione, Centro Astalli e Unitalsi. Dei 1.500 enti assistenziali che beneficiano dei medicinali raccolti dal Banco, 641 si occupano di assistenza sanitaria a livello pediatrico con una percentuale media di utenti minori vicina al 42%.

La povertà sanitaria, dunque – denuncia Banco Farmaceutico – negli ultimi anni sta colpendo tutte le fasce della popolazione compresi i più piccoli. E così, nel periodo analizzato, è in forte aumento il numero di enti che fanno richiesta di prodotti specificatamente rivolti all’infanzia. Dalla ricerca emerge un fabbisogno annuo di prodotti pediatrici richiesti dagli enti assistenziali pari a oltre 2.250.000 unità, con una media di 3.500 pezzi per ogni organizzazione benefica. Nella lista delle richieste presentate dagli enti di solidarietà al Banco ci sono per esempio 500 mila pannolini, 550 mila omogeneizzati, 54 mila disinfettanti e 127 mila confezioni di latte in polvere.

A livello di macroaree geografiche, il fabbisogno del Nord è di 1.500.000 unità, quello del Centro di 387.000, al Sud e Isole di 380.000. “La differenza di richieste tra Nord e resto d’Italia – precisa però il direttore dell’Osservatorio donazione farmaci – è solo legata al fatto che la concentrazione di enti assistenziali è più elevata al Nord e dunque ovviamente intercettano più bisogno. In realtà la povertà assoluta è più alta al Sud e dunque anche i minori in difficoltà sono di più”. Tra i prodotti più richiesti, oltre a quelli per l’igiene (pannolini, disinfettanti) e l’alimentazione (omogeneizzati, latte in polvere), anche molti farmaci da banco (antipiretici, mucolitici e altri), per oltre 355 mila pezzi.

Disabili

Disabili: pensionati, no Ue a assistenza qualità atto grave

La Commissione Europea ha respinto l’Ice (Iniziativa dei cittadini europei) promossa dalla Ferpa – la Federazione europea dei pensionati e delle persone anziane, affiliata alla Ces, di cui fanno parte Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – per garantire a tutti i cittadini della Ue non autosufficienti e disabili, di ogni età, l’accesso a cure adeguate e una assistenza di lunga durata di qualità. Lo riferiscono Spi, Fnp, Uilp sottolineando che si tratta di un ”atto grave e ingiustificato”.

L’Ice è un recente strumento, istituito dal Trattato di Lisbona, che consente ai cittadini della Ue, raccogliendo almeno
un milione di firme in almeno sette Stati membri, di chiedere alla Commissione di legiferare su temi di competenza dell’Unione.  La Ferpa aveva promosso l’Ice per ottenere dalla Commissione europea una normativa che potesse costituire un quadro di riferimento legislativo sulle cure di lunga durata per tutti i Paesi membri.

In accordo con la Ferpa e coinvolgendo la Ces  i sindacati italiani proseguiranno la mobilitazione per garantire tutele adeguate e uniformi a tutti i cittadini europei disabili e non autosufficienti.