Archivi giornalieri: 27 aprile 2023

Bandi Comune di Roma: in arrivo 2000 posti di lavoro

Bandi Comune di Roma: in arrivo 2000 posti di lavoro

Il Comune di Roma ha recentemente approvato due delibere, secondo le quali, anche tramite nuovi concorsi pubblici, nell’amministrazione capitolina verranno inserite oltre 2 mila risorse, di cui 830 già nel 2023. In arrivo entro l’anno anche un nuovo concorso per vigili urbani. Per le assunzioni, verranno utilizzati fondi di bilancio e finanziamenti che riguardano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Vediamo le informazioni già disponibili sulle nuove assunzioni.

1. Quali profili si cercano?

Per il 2023, il piano di assunzioni prevede la ricerca di:

  • 400 insegnanti di scuola d’infanzia e educatori asilo nido;
  • 349 istruttori amministrativi;
  • 214 assistenti sociali;
  • 150 funzionari amministrativi;
  • 115 funzionari tecnici a tempo determinato per le attività legate al PNRR;
  • 60 funzionari economici;
  • 30 psicologi;
  • 30 funzionari servizi educativi;
  • 20 operatori servizi ambientali;
  • 10 funzionari archivio storico;
  • 5 autisti da assumere mediante scorrimento delle graduatorie del Centro per l’Impiego;
  • 1 istruttore servizi informatici e telematici;
  • 26 dirigenti.

Nel 2024, invece, verranno assunti

  • 800 agenti di polizia locale;
  • 60 funzionari addetti agli aspetti economici e di ragioneria.

2. I bandi e le modalità di concorso

Al momento, i bandi e gli avvisi di ricerca non sono ancora stati pubblicati: gli interessati potranno trovare gli aggiornamenti in questa pagina o nella homepage del Comune di Roma. Tuttavia, dal momento che una delle due delibere approvate contiene il regolamento in cui viene spiegato come si svolgerà il concorso, possiamo già fornire indicazioni sulle modalità di concorso.
L’accesso agli impieghi a tempo indeterminato presso il Comune di Roma avviene attraverso concorsi pubblici per titoli ed esami o per soli esami, in relazione al profilo per cui si concorre. I concorsi si svolgono tramite:

  • eventuale valutazione dei titoli dopo lo svolgimento delle prove orali, nei casi di concorso per titoli ed esami
  • l’attribuzione di un punteggio fisso stabilito dal bando
  • l’eventuale costituzione di sottocommissioni d’esame anche per le prove scritte
  • l’esecuzione di una prova preselettiva quando le domande di ammissione superano di dieci volte i posti previsti dal concorso
  • possibile pubblicazione di una banca dati dei quesiti 15 giorni prima della prova
  • le prove scritte possono essere racchiuse in un’unica prova a risposta multipla (per i profili tecnici possono essere previste prove pratiche in aggiunta o sostituzione)
  • lo svolgimento delle prove può avvenire mediante sistemi informatici e telematici

3. Come prepararsi ai concorsi

Per la preparazione generica su tutti i concorsi che verranno indetti dal Comune di Roma, si consiglia lo studio sul volume: Concorso Comune di Roma – Statuto di Roma Capitale e principali regolamenti commentati.
Il libro si presenta come utile strumento per conoscere e approfondire lo Statuto, i principali regolamenti e l’organizzazione degli uffici del Comune di Roma, in preparazione al Concorso indetto dal Comune di Roma per tutti i profili.
Dopo un breve excursus sulle origini e i principi fondamentali degli enti locali, sugli statuti e regolamenti, il volume prende in esame:

  • lo Statuto e i principali regolamenti in vigore di Roma Capitale;
  • gli amministratori e gli organi di governo;
  • il procedimento amministrativo e il diritto di accesso;
  • il decentramento municipale;
  • l’organizzazione dei servizi e degli uffici;
  • la gestione dei servizi pubblici e l’ordinamento contabile.

Segue una ricca Appendice con i testi integrali dello statuto e dei principali regolamenti.
Nella sezione online, raggiungibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al libro, sono presenti:

  • selezione di quiz con risposta commentata;
  • simulatore di quiz;
  • video di approfondimento.

 

FORMATO CARTACEO

Concorso Comune di Roma – Statuto di Roma Capitale e principali regolamenti commentati

Il libro si presenta come utile strumento per conoscere e approfondire lo Statuto, i principali regolamenti e l’organizzazione degli uffici del Comune di Roma, in preparazione al Concorso indetto dal Comune di Roma per tutti i profili.Dopo un breve excursus sulle origini e i principi fondamentali degli enti locali, sugli statuti e regolamenti, il volume prende in esame:- lo Statuto e i principali regolamenti in vigore di Roma Capitale;- gli amministratori e gli organi di governo;- il procedimento amministrativo e il diritto di accesso;- il decentramento municipale;- l’organizzazione dei servizi e degli uffici;- la gestione dei servizi pubblici e l’ordinamento contabile.Segue una ricca Appendice con i testi integrali dello statuto e dei principali regolamenti.Nella sezione online, raggiungibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al libro, sono presenti:- selezione di quiz con risposta commentata;- simulatore di quiz;- video di approfondimento.Luigi TramontanoGiurista, già Docente a contratto presso la Scuola di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, è Autore di numerosissime pubblicazioni giuridiche ed Esperto di Tecnica legislativa, Curatore di prestigiose banche dati legislative e Direttore scientifico di corsi accreditati di preparazione per l’esame di abilitazione alla professione forense.

 

Luigi Tramontano (a cura di) | Maggioli Editore 2021

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Concorso ASMEL: online il calendario delle prove selettive

Concorso ASMEL: online il calendario delle prove selettive

E’ uscito il calendario delle prove selettive da remoto per gli idonei al concorso ASMEL, in continuo aggiornamento, disponibile a questa pagina. Sono 117.000 le candidature definitive per il maxi concorso.
Il termine per l’iscrizione ai maxi concorsi ASMEL era stato prorogato al 6 aprile su richiesta dei sindaci aderenti alla gestione associata. L’avviso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
L’ASMEL (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) aveva annunciato la pubblicazione in Gazzetta di due nuovi avvisi per l’aggiornamento dei profili professionali previsti dal precedente concorso del 2022, e per nuovi profili di categoria D, C e B.
“Un maxi concorso che -spiega l’azienda -guarda, quindi, sia a integrare gli elenchi dei 15 profili già in esaurimento sia a creare nuovi elenchi per 16 ulteriori profili in modo da soddisfare tutte le esigenze professionali dei Comuni.” Dal precedente bando, circa 18.000 candidati sono stati inseriti negli Elenchi idonei, e stanno partecipando ai 300 interpelli dei Comuni sottoscrittori dell’accordo.

Leggi l’annuncio ASMEL

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1. Le posizioni a bando

Le posizioni che vengono messe a bando dai Comuni soci ASMEL sono le seguenti.

  • Istruttore Direttivo/Funzionario Farmacista – Cat. D, Posizione giuridica ed economica di accesso D1
  • Istruttore Direttivo/Funzionario Tecnico Ingegnere Ambientale, Cat. D, Posizione giuridica ed economica di accesso D1
  • Istruttore Direttivo/Funzionario Avvocato, Cat. D, Posizione giuridica ed economica di accesso D1
  • Istruttore Direttivo/Funzionario Psicologo, Cat. D, Posizione giuridica ed economica di accesso D1
  • Istruttore Direttivo Comunicazione e Gestione Eventi – Cat. D, Posizione giuridica ed economica di accesso D1
  • Istruttore Turistico – Cat. C, Posizione giuridica ed economica di accesso C1
  • Istruttore Comunicazione – Cat. C, Posizione giuridica ed economica di accesso C1
  • Istruttore Contabile – Cat. C, Posizione giuridica ed economica di accesso C1
  • Messo notificatore – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore amministrativo – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore tecnico giardiniere – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore tecnico elettricista – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore tecnico falegname – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore tecnico muratore – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Collaboratore tecnico idraulico – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3
  • Autista Scuolabus – Cat. B, Posizione giuridica ed economica di accesso B3

È garantita parità e pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro e per il trattamento sul lavoro, ai sensi della specifica normativa.

2. Requisiti per la selezione

Per essere ammesso alla selezione il candidato deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • Cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea (o condizione di familiare di cittadino U.E., non avente la cittadinanza di uno Stato membro, che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente); oppure essere cittadini extracomunitari titolari del permesso di soggiorno CE per Soggiornanti di lungo periodo o essere titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria. I cittadini stranieri devono avere buona conoscenza della lingua italiana scritta e parlata ed essere in possesso dei diritti civili e politici negli Stati di appartenenza o di provenienza
  • Età non inferiore ad anni 18
  • Godimento dei diritti civili e politici
  • Idoneità fisica all’impiego ed alle mansioni proprie del profilo professionale oggetto di selezione
  • Non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali pendenti ostativi all’assunzione presso una pubblica amministrazione
  • Non essere stato interdetto o sottoposto a misure che per legge escludono l’accesso agli impieghi presso le Pubbliche Amministrazioni
  • Non essere stato destituito, dispensato dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione per persistente insufficiente rendimento, (ovvero) non essere stato dichiarato decaduto da un impiego statale, ovvero non essere stato licenziato da una Pubblica Amministrazione ad esito di un procedimento disciplinare per scarso rendimento o per aver conseguito l’impiego mediante la produzione di documenti falsi o con mezzi fraudolenti
  • Per i soli concorrenti di sesso maschile, essere in posizione regolare nei riguardi degli obblighi di leva e del servizio militare
  • Titolo di studio e requisiti specifici di accesso riportati nella tabella sul bando (vedi allegato)

Potrebbe interessarti anche: Concorso Asmel 2022: in G.U. il bando per 116 Enti Locali sottoscrittori

3. Domanda e ammissione alla selezione

La domanda di partecipazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica, attraverso apposita piattaforma digitale già operativa e raggiungibile al www.asmelab.it dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La data di scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione, che sarà indicata anche sulla piattaforma www.asmelab.it che consentirà l’iscrizione al concorso esclusivamente entro tale data, è fissata nel termine di 15 giorni decorrenti dal giorno successivo alla data di pubblicazione del presente bando sulla sezione Concorsi, Gazzetta Ufficiale della Repubblica. La data di presentazione della domanda è attestata dal sistema informatico che, allo scadere del termine, non permetterà più l’accesso e l’invio della domanda.
L’ammissione alla selezione sarà disposta dal Responsabile Unico del Procedimento, con proprio provvedimento. Eventuali esclusioni verranno comunicate all’indirizzo PEC indicato in fase di registrazione alla procedura selettiva o tramite comunicazione di successiva modifica. Nel caso in cui le domande presentino omissioni sanabili sarà richiesta la regolarizzazione delle stesse a mezzo PEC.

4. La prova di selezione

È prevista una prova scritta che si svolgerà a distanza mediante somministrazione di un Quiz multidisciplinare con 60 quesiti a risposta multipla:

  • 30 domande sulle materie specifiche per le quali sarà attribuito un punteggio di 0,25 per ciascuna risposta esatta, 0 per ogni risposta errata o non data.
  • 25 domande sulle materie comuni per le quali sarà attribuito un punteggio di 0,05 per ciascuna risposta esatta, 0 per ogni risposta errata o non data.
  • 5 domande situazionali volte ad accertare le capacità comportamentali, incluse quelle relazionali e attitudinali, per le quali sarà attribuito un punteggio di 0,25 per ciascuna risposta esatta, 0 per ogni risposta errata o non data.

Le materie specifiche sono disponibili in tabella nell’allegato.
La data e le modalità di svolgimento della prova d’esame, differenziata per ciascun profilo, saranno comunicate esclusivamente via PEC ai candidati ammessi, almeno 15 (quindici) giorni prima della prova stessa.
Per la valutazione della prova la Commissione disporrà, complessivamente, per ogni candidato, di 10 punti e saranno ammessi coloro che raggiungeranno il punteggio minimo di 7 punti.

5. Le candidature pervenute

Il 6 aprile, alla chiusura dei termini, l’ASMEL comunica 117.000 candidature pervenute. Il candidato medio è un giovane laureato tra i 31 e i 40 anni. Raddoppiati i candidati nel Centro Nord Italia, aumento di domande in Veneto (+160%), Lazio e Calabria (+135%) e in Lombardia (+110%).

6. Il calendario delle prove

Tutti i candidati ammessi con riserva dovranno svolgere la verifica della dotazione tecnica entro i termini indicati nella PEC di convocazione e di seguito. ASMEL ha comunicato già le prime date della prova tecnica degli strumenti telematici per l’esame (con inizio il 26 aprile ) e delle prove scritte per alcuni profili (si parte l’8 maggio). La tabella è disponibile a questa pagina.

Consigliato per la preparazione

 

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Concorso ASMEL 2023 Selezione per gli Enti locali Materie comuni

TEORIA E QUIZ PER PREPARARSI ALLA SELEZIONE ASMEL 2023Questo volume è uno strumento utilissimo per prepararsi alla selezione indetta dall’ASMEL (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 7 marzo 2023.La procedura di selezione servirà a formare una graduatoria di idonei da assumere a tempo determinato e indeterminato presso gli Enti locali aderenti, per i diversi profili.La selezione consisterà in un TEST CON DOMANDE A RISPOSTA MULTIPLA SULLE MATERIE COMUNI e specifiche per ogni profilo e QUIZ SITUAZIONALI.Il testo tratta in maniera chiara e completa tutte le materie comuni a tutti i profili, ovvero:• Diritto pubblico;• Diritto amministrativo;• Trasparenza, anticorruzione e Privacy;• Diritto degli enti locali;• Contratti pubblici;• Pubblico impiego;• Diritto dell’Unione europea;• Diritto penale e reati contro la P.A.;• Contabilità pubblica.Nell’ultima sezione è presente una SEZIONE DEDICATA AI QUIZ SITUAZIONALI con una prima parte teorica seguita da una selezione di quiz suddivisi per competenze e una selezione di quiz ufficiali delle prove del bando Asmel precedente.Il libro è provvisto anche di una pratica SEZIONE ONLINE dove si trovano:• SIMULATORE DI QUIZ sulle materie comuni, per allenarsi in vista della prova• Le PROVE UFFICIALI del bando precedente• Quiz di lingua inglese• Teoria e quiz di informaticaL’opera è aggiornata a:• Decreto Milleproroghe• Decreto attuazione PNRR 2023• Legge di Bilancio 2023• Riforma servizi pubblici locali• Riforma penale Cartabia• Riforma Civile Cartabia

 

AA.VV. | Maggioli Editore 2023

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Il ritardo sui decreti attuativi blocca 17 miliardi Governo e parlamento

Il ritardo sui decreti attuativi blocca 17 miliardi  Governo e parlamento

Da febbraio ad aprile è aumentato il numero dei decreti attuativi mancanti. Una situazione di cui è responsabile il governo e che comporta il “blocco” di miliardi di euro di risorse stanziate.

 

Nelle ultime settimane il governo ha ripreso a produrre un numero significativo di decreti legge e altri ne sono già stati annunciati. In molti casi queste misure stanziano fondi a favore di istituzioni, imprese e cittadini.

Spesso però le risorse messe a disposizione con gli atti aventi forza di legge necessitano di ulteriori indicazioni per poter essere erogate ai soggetti beneficiari. Tali indicazioni solitamente sono contenute nei cosiddetti decreti attuativi.

Dopo il lavoro del parlamento, l’implementazione di una legge passa nelle mani di ministeri e agenzie pubbliche. Un secondo tempo delle leggi spesso ignorato, ma che lascia molte norme incomplete. Vai a “Che cosa sono i decreti attuativi”

La mancanza di queste norme di secondo livello di fatto fa sì che le risorse già stanziate rimangano solo sulla carta e che i soggetti beneficiari non ne possano usufruire. Nonostante il lavoro fatto negli ultimi anni per cercare di smaltire l’arretrato, alla data del 20 aprile erano ancora più di 400 i decreti di questo tipo che mancavano all’appello. Valore peraltro in aumento rispetto allo scorso febbraio. In molti casi questi atti rappresentano un indispensabile passaggio propedeutico per l’assegnazione dei fondi stanziati.

17,2 miliardi € le risorse già stanziate ma non erogabili per la mancanza di decreti attuativi. 

Nella maggior parte dei casi la pubblicazione di questi atti ricade sotto la responsabilità dei ministeri. Il monitoraggio di questa dinamica è quindi un elemento molto importante per valutare l’azione del governo. In questo senso l’aumento dei decreti attuativi richiesti e non ancora pubblicati rappresenta un campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato.

Quanti sono i decreti attuativi mancanti

Ma quanti sono in totale i decreti attuativi che mancano all’appello? Grazie alle informazioni fornite dall’ufficio per il programma di governo (Upg), sappiamo che alla data del 20 aprile scorso il totale delle attuazioni richieste, tenendo conto anche di quelle “ereditate” dalla precedente legislatura, era arrivato a 1.975. Quelle già adottate risultavano essere 1.496.

I decreti attuativi richiesti dalle norme varate dal governo Meloni sono in totale 210. Di questi 173 devono ancora essere pubblicati. La quota più consistente di attuazioni che devono ancora essere emanate però risale a norme varate dal governo Draghi (221) mentre 85 sono eredità dei due governi Conte.

82,4% i decreti attuativi richiesti da norme varate dal governo Meloni che devono ancora essere pubblicati.

Purtroppo i dati tornano indietro solo fino alla precedente legislatura. Tuttavia una relazione (aggiornata al 30 marzo) predisposta recentemente dallo stesso Upg ci dice che rimangono ancora da adottare anche dei provvedimenti legati a norme risalenti alla XVII legislatura (2013-2018). Alla data di insediamento dell’attuale esecutivo questo stock di provvedimenti ancora da adottare ammontava a 44 unità. Alla data del 30 marzo, ne erano stati smaltiti soltanto 2.

521 i decreti attuativi che ancora mancano all’appello considerando le norme varate nella XVII, XVIII e XIX legislatura.

L’esplosione dei decreti attuativi

Come anticipato, il numero totale dei decreti attuativi che mancano all’appello è in aumento rispetto alla nostra ultima rilevazione. Alla fine di febbraio infatti i provvedimenti di secondo livello che risultavano ancora da adottare erano 470 in totale (escludendo dal conteggio i 44 risalenti alla XVII legislatura di cui non si hanno informazioni dettagliate). Dopo circa due mesi, alla data del 20 aprile, questo numero è cresciuto di 9 unità. Ciò nonostante che nello stesso periodo i vari ministeri coinvolti abbiano emanato diverse decine di provvedimenti.

45 i decreti attuativi pubblicati dal governo Meloni tra il 16 febbraio e il 20 marzo 2023.

Questo è dovuto al fatto che nel periodo intercorso sono stati prodotti nuovi atti aventi forza di legge. In particolare le nuove leggi approvate in questo periodo sono state 9 di cui 6 conversioni di decreti legge, una legge delega, una ratifica di un protocollo internazionale e l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Senza dimenticare che altri 6 decreti legge devono completare l’iter di conversione.

A ciò si deve aggiungere che, durante l’iter di approvazione di una norma, deputati e senatori possono prevedere l’introduzione di misure ulteriori rispetto a quelle previste dall’esecutivo. Spesso però si rimanda al dicastero di competenza la responsabilità di individuare le modalità di attuazione di tale norma.

Il numero di nuove attuazioni richieste ha quindi superato la capacità dei singoli ministeri di smaltire gli arretrati.

Risorse bloccate

Un elemento particolarmente rilevante quando si parla di decreti attuativi è quello delle risorse già stanziate ma che non possono essere erogate a causa della mancanza di tali atti. Infatti governo e parlamento possono prevedere dei fondi a favore di determinate categorie di soggetti (altre istituzioni, enti locali, imprese, cittadini colpiti da calamità naturali e via dicendo). In questi casi però spesso le risorse per poter essere effettivamente erogate necessitano di indicazioni ulteriori.

Ai decreti attuativi è demandato il compito di individuare, ad esempio, le modalità di selezione dei soggetti beneficiari delle risorse e anche come queste dovranno essere erogate. Senza tali indicazioni l’ammontare di fondi messo a disposizione di fatto rimane solo sulla carta.

In base alle informazioni disponibili alla data del 20 aprile, i fondi già stanziati ma che risultano inutilizzabili a causa della mancanza dei decreti attuativi ammontano a circa 17 miliardi di euro. Considerando le varie norme che risultano avere risorse bloccate, possiamo osservare che quella più rilevante è la legge di bilancio per il 2023. In questo caso i fondi non erogabili per il momento ammontano a circa 5,7 miliardi di euro. C’è da dire che in questo caso la norma è relativamente recente, di conseguenza è probabile che molte attuazioni saranno emanate nei prossimi mesi.

Al secondo posto troviamo il decreto aiuti ter che vede un ammontare di circa 2 miliardi di euro ancora da sbloccare. Al terzo posto invece il decreto infrastrutture e mobilità sostenibili risalente al governo Draghi. Una misura che, oltre a riorganizzare la struttura ministeriale, prevedeva anche investimenti consistenti per il recupero del divario infrastrutturale, con investimenti specie nel mezzogiorno.

A livello di singoli decreti attuativi, possiamo osservare che ce ne sono 6 tra quelli che ancora mancano all’appello che bloccano complessivamente risorse per almeno un miliardo di euro.

Tra questi il più consistente è un decreto di competenza del ministero dell’università che avrebbe dovuto stabilire termini e modalità di riparto delle risorse, pari a circa 2 miliardi di euro, per la realizzazione di nuovi posti letto in alloggi o residenze per studenti universitari. Misura peraltro finanziata con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il secondo intervento più consistente mancante è relativo al già citato Dl infrastrutture. In questo caso la responsabilità è della presidenza del consiglio dei ministri e del ministero per il sud e la coesione territoriale che avrebbero dovuto emanare un decreto con i criteri per la selezione di interventi su strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti. L’individuazione di tali criteri è propedeutica all’assegnazione di risorse pari a 1,4 miliardi. Tale atto era atteso entro la fine di marzo ma ancora manca all’appello.

Il terzo decreto attuativo più consistente in termini di risorse bloccate è di responsabilità del ministero delle imprese e del made in Italy e riguarda l’indicazione dei criteri e delle modalità di riparto del fondo istituito per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative. Anche in questo caso il termine per l’attuazione è già scaduto. Tali indicazioni infatti erano attese entro l’1 aprile. In questo caso i fondi bloccati ammontano a 1,15 miliardi di euro.

Attuazioni già scadute

Come abbiamo visto nel precedente paragrafo, in alcuni casi il parlamento, durante l’iter di approvazione di una norma, può disporre che il dicastero responsabile per una certa attuazione emetta l’atto richiesto entro uno specifico limite di tempo. 

Non ci sono conseguenze per i ministeri meno efficienti nella pubblicazione dei decreti attuativi.

Purtroppo tale indicazione non sempre viene rispettata. Questo però non comporta nessuna conseguenza negativa per la struttura inadempiente che quindi non ha nessuno stimolo a velocizzare le procedure. Ciò a meno che non vi sia una spinta in questo senso dalla componente politica del ministero.

Da questo punto di vista possiamo osservare che dei 479 decreti attuativi che ancora mancano all’appello, 239 prevedevano un termine di scadenza. Per 180 attuazioni questa è già sopravvenuta. In alcuni casi il ritardo accumulato è anche di anni. Tra i decreti attuativi ancora da pubblicare infatti 4 avevano una scadenza fissata nel 2019, 11 nel 2020 e 22 nel 2021. Per quanto riguarda i provvedimenti emanati dal governo attualmente in carica invece i decreti attuativi il cui termine per la pubblicazione è già scaduto sono 48.

7,4 miliardi € le risorse bloccate a causa di decreti attuativi mancanti il cui termine per la pubblicazione è già scaduto.

Queste risorse sono vincolate dalla mancanza di 61 decreti attuativi che avrebbero già dovuto essere pubblicati.

I ministeri coinvolti

Un ultimo elemento interessante da analizzare riguarda quanto i singoli ministeri sono coinvolti nella pubblicazione dei decreti attuativi. Da questo punto di vista, la struttura a cui è richiesto il maggior numero di attuazioni è il dicastero dell’economia (Mef, 296), seguito dai ministeri delle infrastrutture (Mit, 218), dell’interno (156) e della salute (152). Il numero più consistente in termini di attuazioni ancora da smaltire però è in capo al ministero dell’ambiente (69). Seguono Mef (63) e Mit (61). 

Se però si considera la percentuale di attuazioni ancora da adottare rispetto al totale di quelle richieste a ogni dicastero, notiamo che la struttura meno efficiente è rappresentata dai diversi uffici e dipartimenti della presidenza del consiglio che fanno riferimento al ministro per il sud, gli affari europei, la coesione territoriale e il Pnrr Raffaele Fitto. In questo caso infatti nessuno dei 7 decreti attuativi richiesti è stato ancora pubblicato.

100% le attuazioni mancanti sotto la responsabilità del ministro Fitto.

Al secondo posto troviamo il già citato ministero dell’ambiente (51,5% di attuazioni ancora da pubblicare rispetto a quelle richieste). Seguono dipartimento per lo sport (40,5%) e ministero della giustizia (39,3%). Da notare che 31 decreti attuativi richiedono la compartecipazione di più dicasteri. In questo caso quelli che ancora mancano all’appello sono 13, pari al 41,9% del totale.

Foto: Governo – Licenza

 

Santa Zita

 

Santa Zita


Nome: Santa Zita
Titolo: Vergine
Nascita: 1218, Toscana
Morte: 7 aprile 1272, Lucca
Ricorrenza: 27 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
5 settembre 1696, Roma, papa Innocenzo XII
Nel linguaggio medievale, « zita » equivaleva a quella che, nei dialetti toscani, è ancora detta « cita » o « citta ». Voleva dire cioè « ragazza », e il diminutivo di quel termine esiste ancora nel vocabolario italiano: « zitella », cioè non maritata.

Santa Zita è dunque la santa ragazza, ed è l’unica Santa di questo nome che ancora viene ripetuto in Toscana, e specialmente in Lucchesia. Santa Zita, infatti, è la Santa di Lucca, e già Dante, per indicare i magistrati della città di Lucca, parlava degli « anziani di Santa Zita ».

Zita era nata vicino a Lucca, a Monsagrati, nel 1218, in una famiglia contadina. Non ebbe nessuna particolare istruzione, ma fin da bambina si dette una regola di condotta religiosa chiedendosi semplicemente: « Questo piace al Signore? Questo dispiace a Gesù? ». Con questa linea di condotta crebbe devota e utile, aiutando i genitori a vendere in città i prodotti dei loro campi. A 18 anni entrò a servizio, a Lucca, nella casa dei Fatinelli, anzi nel palazzo di quella famiglia, che era una delle più ricche della città.

Le tentazioni della città avrebbero potuto aver facile presa nell’anima della semplice campagnola, ma la linea di condotta impostasi dalla fanciulla, pur nella sua ingenuità, non consentiva né errori né distrazioni. « Questo piace a Gesù? E questo gli dispiace? ».

E piaceva a Gesù che ogni mattina, con il permesso della padrona, Zita si recasse in chiesa, mentre tutti gli altri ancora dormivano. E poi accudisse puntualmente, prima di tutti e meglio di tutti, alle pesanti incombenze casalinghe, alle quali si dedicavano le donne di quei tempi. Ma fu soprattutto la straordinaria generosità verso i poveri che costituì il più delicato profumo della santità della servetta. Ogni venerdì, ella, la più fidata tra le domestiche, aveva il compito di distribuire le elemosine ai poveri. E trovava sempre il modo di aggiungervi qualcosa di suo, risparmiato sul magro cibo, sullo scarso salario e sul modestissimo vestiario. Presto il padrone sospettò che Zita donasse ai poveri più di quanto egli aveva disposto. Era vero, ma quel di più non apparteneva a lui. Rappresentava il superfluo della sua serva incredibilmente sobria.

Un giorno, incontrando Zita con il grembiule gonfio di alimenti, le chiese severamente che cosa portasse. « Fiori e fronde », rispose la ragazza. Disciolto il grembiule. ne caddero davvero fiori e fronde, miracolosi simboli della carità e della generosità, impersonata da Santa Zita. Sempre più amata, rispettata e venerata, visse nella casa dei Fatinelli fin verso i sessant’anni, considerandosi nient’altro che un’umile, obbediente e devota serva. Soltanto dopo la sua morte i cittadini di Lucca le tributarono onori come a una grande Santa, e gli stessi magistrati della città non disdegnarono di essere indicati come « gli anziani di Santa Zita », senza che facesse velo al loro orgoglio l’umile condizione della Santa servetta, delicato fiore della città gentile.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lucca, santa Zita, vergine, che, di umili natali, fu per dodici anni domestica in casa della famiglia Fatinelli e in questo servizio perseverò con straordinaria pazienza fino alla morte.

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