Archivi giornalieri: 3 aprile 2023

I nostri nuovi open data sui bandi del Pnrr #OpenPNRR

I nostri nuovi open data sui bandi del Pnrr #OpenPNRR

Sono disponibili su OpenPNRR nuovi dati su tutti i bandi finanziati dal piano, grazie alla condivisione di Anac. Si tratta di aspetti che finora non erano accessibili in modo aggregato, in un’unica base dati liberamente scaricabile e riutilizzabile.

 

È dal 2021 che denunciamo la scarsa trasparenza da parte dei governi italiani riguardo al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Mancano numerose informazioni su diversi aspetti. In particolare quelli più concreti, legati a come il nostro paese stia spendendo le risorse e concretizzando gli interventi.

I principali dati che mancano all’appello riguardano: i bandi e gli avvisi sin qui pubblicati con i relativi esiti; le informazioni relative alla localizzazione delle risorse, dei progetti e dei soggetti attuatori coinvolti; i progetti finanziati, il loro stato di avanzamento e l’ammontare di risorse economiche spese.

Questo vuoto informativo è grave perché non permette a cittadini, giornalisti e società civile di conoscere lo stato di avanzamento del piano, di verificare come lo stato stia spendendo queste ingenti risorse, dove e per realizzare cosa. Abbiamo già presentato ben 2 richieste di accesso generalizzato (Foia) affinché il governo adempisse agli obblighi di legge previsti in materia di trasparenza.

Il Foia o diritto di accesso generalizzato è uno strumento per ottenere dati e documenti di interesse pubblico in possesso delle amministrazioni. Vai a “Che cos’è il Foia”

Purtroppo la risposta dell’esecutivo è stata insoddisfacente e questi dati a oggi ancora non sono accessibili. Per questo abbiamo cercato altre strade per poter condividere e rendere accessibili a tutti, dati ufficiali sul Pnrr.

Abbiamo pubblicato su OpenPNRR i dati sui bandi

Siamo ora in grado di pubblicare un nuovo dataset, già online nella sezione open data di OpenPNRR, grazie alle informazioni che l’autorità nazionale anticorruzione (Anac) ci ha trasmesso nel quadro del comune protocollo di collaborazione che prevede la condivisione di dati e analisi.

Abbiamo pubblicato dati aperti sui bandi Pnrr, finora inaccessibili.

Si tratta di aspetti che finora non erano accessibili in modo aggregato, in un’unica base dati liberamente scaricabile e riutilizzabile. In particolare il dataset contiene le seguenti informazioni:

  • bandi di gara aperti finora nell’ambito del Pnrr, con il rispettivo codice identificativo;
  • presenza o meno per ciascun bando, della clausola che prevede una quota occupazionale minima di giovani e donne;
  • presenza o meno per ciascun bando, di misure premiali per le quote di giovani e donne.

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

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Le clausole sulle assunzioni di giovani e donne

Come noto, il Pnrr prevede tra le sue priorità trasversali interventi a favore dell’emancipazione di giovani e donne. E intende conseguirlo principalmente attraverso l’aumento del tasso di occupazione giovanile e femminile.

Per questo l’articolo 47 del decreto legge 77/2021 ha disposto che vi fosse un vincolo per gli operatori economici (aziende, cooperative, società) interessati a partecipare alle gare d’appalto per i progetti finanziati con le risorse del Pnrr. In particolare l’articolo prevede che almeno il 30% delle assunzioni legate alla vittoria dell’appalto sia destinata a giovani sotto i 36 anni e donne. Sostanzialmente per gli operatori economici questo vincolo si sostanzia, al momento della stipula del contratto, nel deposito di una dichiarazione con cui l’azienda aggiudicataria si impegna ad assumere giovani e donne in quantità tale da rispettare la quota.

Come abbiamo verificato dai dati Anac, l’ampia maggioranza (69%) dei bandi Pnrr pubblicati fin qui non prevede clausole occupazionali per giovani e donne. Ciò significa che in queste gare non viene neanche chiesto alle aziende di rispettare i vincoli di assunzione previsti.

28% gli avvisi pubblici che prevedono il vincolo di assunzioni di almeno il 30% di donne e giovani. Si tratta di meno di 1 bando su 3.

Il restante 3% prevede delle quote occupazionali per giovani e donne, ma in diverse misure che non necessariamente sono uguali o superiori al 30%.

Il rispetto delle clausole da parte delle aziende

Alla già scarsa presenza di queste clausole negli avvisi pubblici, si aggiungono le eccezioni per cui le aziende non sono sempre tenute a rispettare le quote. Sono infatti ammissibili deroghe qualora l’oggetto del contratto, la tipologia, la natura del progetto o altri elementi indicati dalla stazione appaltante (come il tipo di procedura, il mercato di riferimento, l’entità dell’importo) rendano la clausola inapplicabile o contrastante con determinati obiettivi. Cioè quelli di universalità, socialità, efficienza, economicità e qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche. Sta alla stazione appaltante decidere di avvalersi o meno della deroga e comunicare la sua decisione ad Anac, specificando le motivazioni che l’hanno portata a questa decisione.

Le deroghe troppo ampie rendono inefficace la clausola.

È evidente che le circostanze in cui è ammessa la deroga alla quota di assunzioni sono troppo ampie e di fatto rendono inefficace la clausola. Già nel 2022 una relazione del Cnel (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) parlava di deroghe “troppo generiche e tali da fornire ampi margini di disapplicazione”. A ciò si deve aggiungere che, anche dove prevista, questa clausola ha comportato dei problemi. In molti casi infatti le gare sono andate deserte specie nel settore edilizio, dove generalmente la presenza di manodopera in particolare femminile è abbastanza ridotta. Per questo motivo è importante mantenere alta l’attenzione su questi aspetti, fondamentali per raggiungere gli obiettivi che il nostro paese si è posto a proposito di giovani e donne.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data.

Foto: Unsplash – Saad Salim

 

San Riccardo di Chichester

 

San Riccardo di Chichester


Nome: San Riccardo di Chichester
Titolo: Vescovo
Nascita: 1197, Wych,Worcestershire
Morte: 3 aprile 1253, Dover
Ricorrenza: 3 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
22 gennaio 1262, Roma, papa Urbano IV
Riccardo fu educato da Roberto Grossatesta e Edmondo ad Oxford. Successivamente si trasferì a Parigi e poi a Bologna, dove studiò diritto.

Nel 1235 ritornò ad Oxford e divenne rettore dell’università. Nominato cancelliere da Edmondo di Abingdon, arcivescovo di Centerbury, partecipò agli sforzi di questo per riformare il clero e difendere la chiesa dalle ingerenze del potere reale.

Nel 1240, alla morte di Edmondo, decise di farsi prete, dopo aver studiato per due anni teologia presso i domenicani di Orleans. Ritornò in Inghilterra nel 1242 e divenne curato di una parrocchia del Kent. In seguito ritornò ad essere cancelliere dell’arcivescovo di Centerbury.

Nel 1244 fu eletto vescovo di Chichester, ma il re Enrico III, che appoggiava un candidato più docile, gli proibì di occupare la cattedra episcopale. Il papa Innocenzo IV lo consacrò vescovo a Lione nel 1245.

Di ritorno in Inghilterra riuscì ad ottenere la sua diocesi, ma dovette vivere in povertà in un presbiterio di campagna, dal momento che il re gli aveva confiscato tutte le rendite, che gli furono però restituite nel 1247.

Nel 1253 predicò con grande successo la crociata. Fu canonizzato nel 1262 da Urbano V. I suoi resti vennero traslati nel 1276 nella cattedrale di Chichester, alla presenza del re Edoardo I. Il culto sopravvisse sino alla riforma.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Cichester in Inghilterra, san Riccardo, vescovo, che, esiliato dal re Enrico III e restituito poi alla sua sede, si dimostrò prodigo nel donare ai poveri.

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Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Riccardo di Chichester?

  • Quando nacque San Riccardo di Chichester?

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  • Quando morì San Riccardo di Chichester?

  • Dove morì San Riccardo di Chichester?

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Oggi 3 aprile si venera:

San Riccardo di Chichester

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Oggi 3 aprile si recita la novena a:

– San Vincenzo Ferreri
I. Pietosissimo s. Vincenzo, che fin dai primi anni faceste vostra delizia il sovvenire alle miserie dei vostri prossimi, intercedete dal Signore la grazia di aver sempre verso dei poveri un eguale spirito…
– San Pietro da Verona
I. Glorioso martire s. Pietro, che vi teneste sempre saldo nella confessione della fede, malgrado tutti gli sforzi dei vostri stessi parenti per farvi abbracciar l’eresia, ottenete a noi tutti la grazia…
– San Giuseppe Moscati
O Signore, illumina la mia mente e fortifica la mia volontà, perché possa comprendere e mettere in pratica la tua parola. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Com’era nel principio e ora e…