Diritti sociali ed economici in Israele

Diritti sociali ed economici in Israele

Acri.org
14.05.2011

http://www.acri.org.il/en/?p=2389 

Diritti sociali ed economici in Israele – 2011

Association for Civil Rights in Israel (Acri) 

Dal 1985, i successivi governi israeliani hanno adottato un approccio neo-liberista nella politica economica e sociale, con una conseguente significativa e costante riduzione delle dotazioni per i servizi sociali. Il risultato è stato un netto calo nella qualità e quantità della gamma dei servizi offerti al pubblico israeliano, con un forte aumento dei livelli di povertà e disuguaglianza economica.

                              acri

 

In generale, il divario sociale in Israele coincide con le differenze etniche e nazionali, una divisione che acuisce le tensioni esistenti nella società: il quinto della popolazione più debole è costituito prevalentemente da arabi e ebrei ultra-ortodossi, con un’alta percentuale di anziani e di famiglie monoparentali. Disuguaglianze relative continuano ad esistere – e in alcuni casi anche ad ampliarsi – tra gli ebrei europei e quelli di origine asiatica/africana, come pure tra i nuovi immigrati (immigrati in Israele a partire dal 1990). 

I dati presentati qui di seguito illustrano il punto basso che la società israeliana ha raggiunto in materia di applicazione di diritti economici e sociali per tutti i suoi cittadini: 

Povertà 

Uno ogni quattro residenti in Israele vive al di sotto della soglia di povertà, più del doppio della media dei paesi occidentali (il tasso medio di povertà nei paesi sviluppati è 11,1%). Israele ha il secondo più alto tasso di povertà tra i paesi OCSE (dati OCSE, 2011). Il numero totale di poveri è di 1,7 milioni di persone. I gruppi che hanno la più alta percentuale di vita al di sotto della soglia di povertà sono dati dagli ebrei ultra-ortodossi (56,9% di tutte le famiglie) e dalla popolazione araba (53,5% di tutte le famiglie). Il 36,3% dei bambini israeliani vive in condizioni di povertà (850.300 bambini). Le famiglie dei lavoratori costituiscono il 49% del totale della popolazione al di sotto della soglia di povertà (dati Istituto Nazionale delle Assicurazioni, 2009). 

Disuguaglianza sociale 

Il livello di disuguaglianza economica in Israele è uno dei più alti tra i paesi sviluppati. Nel 2011, Israele era classificata al quinto posto nella distribuzione non equa del reddito tra i 34 paesi dell’OCSE, con gli Stati Uniti al quarto posto, e il Cile primo in graduatoria (dati OCSE, 2011). Il livello di disuguaglianza economica in Israele è del 22% superiore alla media dei paesi OCSE (dati Istituto Nazionale delle Assicurazioni, 2009). 

Istruzione 

Il bilancio nazionale per l’istruzione è costantemente sotto-finanziato: negli ultimi dieci anni sono state tagliate 250.000 ore di lezioni in classe, e solo 100.000 di quelle ore sono state restituite nel corso degli ultimi due anni. La spesa per studente israeliano nella scuola primaria è del 36% inferiore alla media dei paesi OCSE: 5.146 dollari per studente all’anno, rispetto ai 8.070 dollari nei paesi sviluppati (dati OCSE, 2011). I risultati sono: bassi salari per gli insegnanti, il declino della professione docente e un calo significativo nei risultati degli studenti, come misurato dalle valutazioni educative internazionali PISA, in cui gli studenti israeliani sono ora classificati nell’ultimo terzo della classifica. La politica del governo ha anche causato una parziale privatizzazione del sistema educativo: i genitori che hanno i mezzi finanziari ora pagano per l’istruzione dei loro figli in scuole private o per altri programmi di studio privato, mentre gli altri bambini devono accontentarsi di un giorno breve di scuola e alla meglio con una mediocre istruzione. 

Assistenza sanitaria 

Da quando è stata promulgata, nel 1994, la National Health Insurance Law, il paniere delle prestazioni mediche erogate ai cittadini israeliani è andato costantemente peggiorando, poiché non vi è alcun meccanismo per l’aggiornamento periodico del paniere. Oggi Israele è classificata 25a tra i paesi OCSE, con una spesa sanitaria nazionale pari al 7,8% del PIL – il 4,4% pubblica e il 3,4% privata. La spesa media nazionale per la salute nei paesi OCSE è del 9% del PIL, con circa il 6,5% di spesa pubblica e il 2,5% privata (dati OCSE, 2011). 

Come risultato, molti servizi medici e la somministrazione di farmaci sono stati ridotti, e, tra il 1995 e il 2008, è stato registrato un incremento del 30% della spesa delle famiglie per l’assistenza sanitaria. Le disparità socioeconomiche aggravano la situazione, e il divario tra arabi ed ebrei è particolarmente evidente: il divario nella speranza di vita media tra la ricca comunità ebraica e la povera comunità araba in Israele è di 8 anni. I residenti della periferia e molti dei poveri e degli anziani in Israele sono stati costretti a rinunciare a servizi medici essenziali, compresi i farmaci, perché non sono in grado di pagarli. Per esempio, circa un terzo della popolazione rinuncia alle cure odontoiatriche. La percentuale di persone anziane che sono completamente senza denti è stimato a oltre il 50%. 

Mercato della casa 

La politica del governo e i tagli al bilancio della casa hanno portato alla situazione attuale, in cui i prezzi delle case sono inaccessibili per gran parte della popolazione. Il mercato immobiliare israeliano oggi offre soprattutto appartamenti grandi e costosi: nel 2008, la dimensione media di un appartamento nuovo era di 182 mq. Oggi, quasi la metà dei lavori iniziati non è destinata al grande pubblico, ma piuttosto a iniziative private o a gruppi d’acquisto, rendendo più difficile per le minoranze e le popolazioni più deboli trovare un alloggio adeguato. 

Poiché non vi è alcun controllo sull’affitto, i canoni di locazione sono in forte rialzo e attualmente il 20% delle famiglie israeliane spende per i canoni di locazione oltre il 50% del proprio reddito disponibile. Allo stesso tempo, vi è una grave carenza di alloggi pubblici. Secondo la relazione dello State Comptroller, il numero di appartamenti a disposizione per le persone aventi diritto, nel 2007, era del 32% in meno rispetto al 2002. In teoria, gli altri richiedenti aventi diritto vengono portati ad affittare un appartamento nel mercato privato con un sostegno monetario, ma nel 2003 il supporto per i nuovi iscritti è stato tagliato della metà – da 1170 a 536 NIS – e, in molte aree del paese, non corrisponde ai prezzi reali delle case. 

Occupazione 

Il tasso di disoccupazione di Israele è attualmente del 6,7%, ma il salario medio è relativamente basso. Circa il 60% dei dipendenti guadagna meno del 75% del salario medio nazionale, con il 40% dei dipendenti che guadagnano meno della metà del salario medio nazionale (National Insurance Institute dati 2008). Inoltre, c’è un gap di genere nei salari: il salario medio delle donne è stato equivalente al 63% della retribuzione media dei loro colleghi maschi (dati CBS, 2008). Nel 2000, i lavoratori israeliani hanno rappresentato il 68% del reddito nazionale, con una riduzione al 63% del reddito nazionale nel 2010. Molti lavoratori non godono dei diritti sociali a cui hanno diritto a norma di legge, perché non ci sono adeguati meccanismi di monitoraggio per assicurare che ciò avvenga. I lavoratori temporanei costituiscono il 5-10% della forza lavoro israeliana, mentre nei paesi sviluppati la media è di circa il 1,5% dei lavoratori. Oggi, il 39% degli israeliani dice che non può sopravvivere con il proprio reddito (dati OCSE, 2011). 

La rete di sicurezza sociale per i disoccupati è particolarmente fragile: l’assicurazione contro la disoccupazione in Israele è una delle più povere in Occidente, sia in termini di requisiti di ammissibilità che in termini di fondi erogati. Nel 2010, solo circa il 25% della popolazione non attiva in Israele era ammissibile all’indennità di disoccupazione. Inoltre, il bilancio del Servizio per l’Impiego di Israele è molto basso rispetto agli standard dell’OCSE, – 0,02% del PIL, rispetto a una media del 0,4% del PIL nei paesi dell’OCSE (20 volte inferiore). I tagli di bilancio in materia di formazione professionale, hanno creato una situazione in cui oggi quasi non ci sono programmi di formazione professionale da parte dello Stato. 

Servizi sociali 

Negli ultimi due decenni, i servizi sociali in Israele sono stati drasticamente ridotti e una gran parte sono stati privatizzati, dalle varie istituzioni per la cura dell’infanzia e degli adulti al collocamento dei bambini che sono stati allontanati dalle loro case. La vigilanza su questi servizi privatizzati è scarsa, e in alcuni casi la stessa vigilanza è stata privatizzata. Numerose denunce sono state depositate per danni causati ai pazienti in programmi assistenziali vari. Inoltre, vi sono gravi carenze e le disuguaglianze nel livello di prestazione dei servizi offerti dalle diverse municipalità locali, che deriva dal modo in cui vengono finanziati questi servizi, e vi è una carenza di programmi disponibili per la cura dell’infanzia allontanata dalle case dei loro genitori e per i giovani a rischio. Sono necessarie più di un migliaio di ulteriori posizioni sociali per i lavoratori. Inoltre, Israele non ha nessun indice per determinare il reddito minimo per un’esistenza dignitosa. 

Acqua 

Dal 2010, il sostegno del mercato dell’acqua è stato completamente bloccato, ed i suoi prezzi sono aumentati del 40-50%, secondo i dati del Magistrato alle Acque. Come risultato, il numero di persone che non hanno acqua a disposizione è notevolmente aumentato, decine di migliaia di consumatori ogni anno non sono in grado di permettersi l’impennata dei prezzi dell’acqua. 

Opinione pubblica 

La maggior parte degli israeliani crede ancora nella necessità della solidarietà sociale: l’82% degli israeliani ritiene che debbano essere fornite cure gratuite anche a pazienti privi di assicurazione sanitaria, il 79% degli israeliani stima che al fine di proteggere la democrazia, Israele debba investire più soldi nel sistema dell’istruzione nelle aree economicamente svantaggiate, anche a scapito di altre voci di bilancio (Israel Democracy Institute indagine, 2010) 

Diritti 

In Israele, i diritti sociali, economici e culturali non sono riconosciuti né dalla costituzione né dalla Legislazione di Base, a differenza di alcuni diritti civili e politici. Questo, nonostante il fatto che Israele sia uno dei firmatari del Patto Internazionale sui Diritti Sociali, Economici e Culturali. La normativa vigente in questo settore è solo parziale, e molti di tali diritti – come il diritto all’istruzione e il diritto alla salute – sono garantiti solo parzialmente. 

(tradotto da barbara gagliardi)

 
Diritti sociali ed economici in Israeleultima modifica: 2022-07-05T11:35:20+02:00da vitegabry
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