Archivi giornalieri: 7 luglio 2022

PARLAMENTO ITALIANO

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Affari Costituzionali

Risultati 1 – 10 di 143 totali
Legge 12 Aprile 2022 n. 35

Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di limitazione del mandato dei sindaci e di controllo di gestione nei comuni di minori dimensioni, nonché al decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità di incarichi negli enti privati in controllo pubblico

Pubblicazione:

G.U. n. 99 del 29 Aprile 2022

Iter e lavori preparatori
25 novembre 2021:
approvato
05 aprile 2022:
approvato definitivamente. Legge
Legge Costituzionale n. 1 del 11 Febbraio 2022

Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente

Pubblicazione:

G.U. n. 44 del 22 Febbraio 2022

Iter e lavori preparatori
09 giugno 2021:
approvato in testo unificato
12 ottobre 2021:
approvato
03 novembre 2021:
approvato
08 febbraio 2022:
approvato definitivamente. Legge
Legge 29 Dicembre 2021 n. 240

Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Associazione “Chiesa d’Inghilterra”, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione

Pubblicazione:

G.U. n. 15 del 20 Gennaio 2022

Iter e lavori preparatori
13 ottobre 2021:
approvato
15 dicembre 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 14 Dicembre 2021 n. 225

Proroga del termine previsto dall’articolo 8, comma 1, della legge 8 marzo 2019, n. 21, per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità «Il Forteto»

Pubblicazione:

G.U. n. 307 del 28 Dicembre 2021

Iter e lavori preparatori
11 novembre 2021:
approvato
10 dicembre 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge Costituzionale n. 1 del 18 Ottobre 2021

Modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica

Pubblicazione:

G.U. n. 251 del 20 Ottobre 2021

Iter e lavori preparatori
31 luglio 2019:
approvato in testo unificato
09 settembre 2020:
approvato
09 giugno 2021:
approvato
08 luglio 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 14 Ottobre 2021 n. 144

Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell’anno 2021

Pubblicazione:

G.U. n. 249 del 18 Ottobre 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 249 del 18 Ottobre 2021

Iter e lavori preparatori
05 ottobre 2021:
approvato
13 ottobre 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 03 Maggio 2021 n. 58

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l’anno 2021

Pubblicazione:

G.U. n. 108 del 07 Maggio 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 108 del 07 Maggio 2021

Iter e lavori preparatori
07 aprile 2021:
approvato
29 aprile 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 12 Marzo 2021 n. 29

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l’anno 2021

Pubblicazione:

G.U. n. 61 del 12 Marzo 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 61 del 12 Marzo 2021

Iter e lavori preparatori
03 marzo 2021:
approvato
11 marzo 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 26 Febbraio 2021 n. 21

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”

Pubblicazione:

G.U. n. 51 del 01 Marzo 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 51 del 01 Marzo 2021

Iter e lavori preparatori
23 febbraio 2021:
approvato
25 febbraio 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 30 Dicembre 2020 n. 181

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario

Pubblicazione:

G.U. n. 323 del 31 Dicembre 2020

Iter e lavori preparatori
10 dicembre 2020:
approvato
29 dicembre 2020:
approvato definitivamente. Legge

FONDO EST: GDPR 2016/679 – nuova procedura censimento utenze

FONDO EST: GDPR 2016/679 – nuova procedura censimento utenze

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Il Fondo EST (Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dei settori terziario, turismo servizi e settori affini) ha pubblicato la circolare n. 2 del 22 giugno 2022, con la quale comunica che dal 4 luglio 2022 è richiesto, alle aziende, ai consulenti e ai centri servizi che accederanno alla piattaforma, di accreditarsi nominalmente, così come previsto dalla vigente normativa.

A partire da quella data, accedendo dall’area riservata ad Aziende e Consulenti e Centri Servizi, l’utente arriverà ad una pagina dedicata in cui dovrà necessariamente inserire le informazioni anagrafiche richieste, includendo il proprio ruolo riguardo la gestione online del Fondo EST. Senza il completamento della scheda non sarà possibile operare nell’area riservata.

Nello specifico, i ruoli previsti sono i seguenti:

  • Amministratore di società di consulenza: è il professionista responsabile di una società di consulenza, studio professionale o centro servizi incaricato dalle aziende clienti, a svolgere operazioni per proprio conto sulla piattaforma di Fondo Est;
  • Delegato di società di consulenza: è la persona, impiegato o collaboratore, incaricato formalmente dalla società di consulenza o centro servizi, ad operare sulla piattaforma di Fondo Est per conto delle aziende iscritte;
  • Referente azienda: è la persona, impiegato o collaboratore dell’azienda, delegata dalla stessa ad operare sulla piattaforma di Fondo Est.

Per i centri servizi e gli studi associati con diversi collaboratori che operano sulla piattaforma del Fondo, verrà richiesto per ogni registrazione dei ruoli di creare un PIN, che servirà ad ogni figura ad accedere per proprio conto sulla piattaforma e che dovrà essere inserito ogni volta che si vorrà operare sul profilo della società di consulenza stessa.

Al momento dell’inserimento dei dati anagrafici richiesti per ogni ruolo, consigliamo a ciascun delegato di utilizzare il proprio computer. Nel caso in cui non fosse possibile sarà necessario cancellare la cronologia del browser oppure aprire una nuova scheda del browser stesso in modalità “incognito”

Giustizia sociale, clima, diritti: il Cile riscrive la Costituzione. E potrebbe indicarci la via

Giustizia sociale, clima, diritti: il Cile riscrive la Costituzione. E potrebbe indicarci la via

Dalla crisi climatica alle risorse naturali, fino all’equità: la nuova Costituzione del Cile potrebbe rappresentare un esempio per il mondo

Ci sono rari momenti in cui si ha l’opportunità di cambiare la storia. Il Cile ne sta vivendo uno. Nello scorso mese di luglio sono iniziati i lavori della Convenzione costituzionale, formata da 155 cittadini eletti che hanno nove mesi di tempo (prorogabili) per scrivere da zero una nuova Costituzione. Mandando definitivamente in pensione quella redatta durante il buio periodo di Augusto Pinochet.

Come si è arrivati a una nuova Costituzione per il Cile

Un paese spaccato a metà dalle disuguaglianze

A guardare i suoi fondamentali macroeconomici, per due decenni il Cile ha brillato rispetto ai suoi vicini di casa, tanto da far parlare di una sorta di miracolo. Nell’arco di vent’anni esatti, tra il 1998 e il 2018, il suo PIL pro capite è passato da poco meno di 5.500 dollari al massimo storico di quasi 15.600. Nel 2000 il 26% della popolazione si manteneva con meno di 4 dollari al giorno; nel 2015 tale percentuale era scesa al 7,9%.

Ma numeri del genere, come spesso accade, non spiegano tutto. Non riflettono, per esempio, il profondissimo divario tra ricchi e poveri. Il 20% più povero delle famiglie si deve accontentare del 5,1% del reddito totale. Il coefficiente di Gini, espresso su scala che va da un minimo di 0 (perfetta equità) a un massimo di 100, è pari a 46; il valore medio nelle economie avanzate è 30,3.

Dall’autunno caldo del 2019 al referendum

Il mondo è stato costretto ad accorgersene nell’autunno del 2019, quando un aumento di pochi centesimi del prezzo del biglietto della metropolitana è stato la miccia che ha fatto esplodere le proteste di piazza, ben presto divenute massive e violente. E represse con ancora una violenza ancora maggiore dalla polizia. A tal punto da rendere inevitabile lo spostamento dalla Cop25, la Conferenza della parti sul clima, dall’altra parte dell’Oceano: non più a Santiago bensì a Madrid.


Le proteste in Cile nell’autunno 2019 © Carlos Figueroa/ Wikimedia Commons

Al termine di un mese convulso, concluso il tragico bilancio di una ventina di morti, il presidente Sebastián Piñera era travolto dalle polemiche. E ha dovuto dare un segnale forte, avviando l’iter per modificare la Costituzione. Dopo diversi rinvii a causa della pandemia, il 25 ottobre 2020 si è tenuto un referendum che si è concluso con un verdetto chiarissimo: il 78,3% dei votanti ha approvato la proposta di redigere una nuova Costituzione, il 79% ha voluto che il compito fosse affidato a un’assemblea eletta.

Il Cile volta pagina

Da chi è composta la Costituente cilena

A maggio 2021, dunque, è stato il momento di eleggere la Convenzione costituzionale. Visto che il partito del conservatore Sebastián Piñera si è dovuto accontentare di appena 37 seggi, l’orientamento politico dell’assemblea vira decisamente a sinistra. Non tanto la sinistra moderata di democristiani, socialisti e socialdemocratici, fermatasi a 25 deludenti seggi, quanto piuttosto quella degli indipendenti e dei movimenti nati in seguito alle proteste dell’autunno precedente, vincitori indiscussi della tornata elettorale.

Le normative hanno fatto sì che la composizione della Costituente fosse pienamente paritetica: 78 uomini e 77 donne. L’età media è di 45 anni; ad aggiudicarsi il titolo di più giovane in assoluto è Valentina Miranda, comunista e attivista LGBT+ classe 2000. Tra gli indipendenti c’è anche Giovanna Grandón, meglio nota come Tía Pikachu per via dell’appariscente costume da Pokémon che indossava durante le manifestazioni antigovernative.

I popoli indigeni entrano di diritto nella Costituente

Per capire quanto sia profonda la cesura che si può creare rispetto al passato, basta un nome. Quello di Elisa Loncon, eletta presidente con 95 voti su 155. Donna, docente di lingue all’università di Santiago, indigena di etnia Mapuche. Tutto questo in un Paese che, finora, è stato l’unico in tutta l’America latina a non riconoscere formalmente i diritti dei popoli indigeni nella legge fondamentale dello Stato. Al contrario, i seggi riservati ai popoli indigeni sono ben 17.

Secondo Loncon, la Costituzione ereditata da Pinochet è «autoritaria» e «ha costruito e legittimato un modello sociale e politico segregante e antidemocratico, basato su un approccio neoliberista che oggi i popoli del Cile intendono superare».

La svolta a sinistra del Cile

L’era di Sebastián Piñera, dunque, si avvia al tramonto. A dicembre 2021 è stato di nuovo tempo di elezioni in Cile, stavolta per il rinnovo del Parlamento e la scelta del nuovo presidente. Al ballottaggio si sono scontrati due candidati che non potevano essere più diversi. E che sarebbero apparsi impensabili prima dell’autunno caldo del 2019.

Da un lato José Antonio Kast, di estrema destra, cattolico fervente e tradizionalista, ultraliberale, che ha fatto della lotta all’immigrazione e alla criminalità la sua bandiera. Un politico dichiaratamente nostalgico di Pinochet, tanto da proporre di gettare alle ortiche l’iter di riforma della Costituzione e mantenere quella ereditata dal regime. Dall’altro lato il trentacinquenne Gabriel Boric, leader di una coalizione di sinistra, vicino ai diritti delle donne e della comunità LGBT+ e fautore di un intervento più deciso dello Stato, soprattutto in tema di welfare.

Dopo un primo turno apertissimo, che ha visto Kast in testa di due punti percentuali (27,9% contro il 25,8% di Boric), il ballottaggio si è chiuso con uno schiacciante 55,8% delle preferenze per Boric.

 

Qual è la posta in gioco in Cile

Estrazione del litio

Il Cile ha un peso nello scacchiere internazionale non soltanto per la sua storia, ma anche perché è un Paese ricco di risorse. Una in particolare, il litio. Un minerale indispensabile per realizzare le batterie delle auto elettriche, a tal punto da essere ribattezzato come l’oro bianco della transizione energetica.

La Cochilco (Commissione Cilena per il Rame) prevede per il 2030 una domanda globale di 1,79 milioni di tonnellate l’anno, più del quadruplo rispetto alle attuali 429mila tonnellate. Il Salar de Atacama, il lago salino nel bel mezzo del deserto più arido del mondo, da solo conterrebbe circa il 40% delle riserve planetarie. Un patrimonio custodito da un ecosistema fragilissimo.


Il deserto di Atacama in Cile © Chris Hunkeler/Wikimedia Commons

In scadenza di mandato Sebastián Piñera ha lanciato una gara d’appalto, assegnando altre quote da 80mila tonnellate di litio rispettivamente alla società mineraria cinese Byd Chile e alla cilena Operaciones mineras del Norte. Tutto questo ignorando il parere dei popoli indigeni residenti nell’area, le proteste degli ambientalisti e gli appelli dell’opposizione (compreso il suo successore Boric che avrebbe preferito gestire la questione in prima persona).

«Partendo dal presupposto per cui l’attività umana comporta dei danni, quanti danni vogliamo causare?», afferma Cristina Dorador Ortiz, professoressa di Microbiologia presso l’università di Antofagasta. Una domanda a cui dovrà cercare una risposta lei stessa, visto che fa parte della squadra impegnata a redigere la nuova Costituzione.

Per ora si ventilano due ipotesi, aumentare le royalties per le compagnie e coinvolgere maggiormente i residenti della zona nell’iter di autorizzazione. Com’è facile immaginare, entrambe non sono viste di buon occhio dall’industria mineraria.

Gestione delle risorse idriche

La tecnica di estrazione adottata dai due colossi minerari già attivi nella zona, SQM e Albemarle, prevede di perforare le saline e pompare in superficie l’acqua salata di litio, da raccogliere poi mediante l’evaporazione, facilitata dalla più alta irradiazione solare del mondo. Il procedimento dura mesi interi durante i quali la superficie diventa verde, spiega Cristina Dorador Ortiz. Apparentemente sembra un metodo meno invasivo rispetto ad altri, ma in realtà «l’acqua che evapora è qui da milioni di anni. Nel Salar di Atacama già si percepisce l’impatto sulla vegetazione, sulla temperatura del suolo, sull’aridità e sulla biodiversità. Le piccole comunità indigene rischiano di rimanere senz’acqua».

Ecco un’altra questione chiave sulla quale si dovrà esprimere l’assemblea costituente: il riconoscimento dell’acqua come bene comune. Ancora prima, sottolinea il New York Times, dovrà mettere nero su bianco cosa si intende esattamente per «acqua». Le lagune di acqua salmastra nel deserto di Atacama rientrano in questa definizione? Le compagnie minerarie sostengono di no, perché sono inadatte al consumo umano e animale. E pertanto chiedono che siano soggette a regole meno severe.

Cambiamenti climatici

Quella cilena sarà la prima Costituzione ad affrontare apertamente la più grande sfida della nostra epoca: i cambiamenti climatici. È un impegno ben preciso che i membri dell’assemblea si sono assunti dichiarando l’emergenza climatica e ambientale. Promettendo così di «procedere su questa strada della nuova Costituzione senza voltare le spalle alla terra, alla natura, agli esseri che la abitano, perché essi vivono anche in noi», ha commentato la presidente della Convenzione Costituzionale Elisa Loncon. «È molto importante che ciò che scriveremo sia basato sulla madre Terra».

Altrettanto eloquente la scelta di Gabriel Boric di affidare il ministero dell’Ambiente a Maisa Rojas. Non una politica, bensì una climatologa che ha all’attivo un dottorato a Oxford, insegna alla Universidad de Chile e dirige il Centro de Ciencia del Clima y la Resiliencia. C’è anche lei tra gli autori e le autrici dell’allarmante report pubblicato nell’estate del 2021 dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC).

 

Di questioni da dirimere, d’altra parte, ce ne sono a bizzeffe. Stando all’analisi del Climate Action Tracker, l’amministrazione cilena negli ultimi anni ha già fatto scelte coraggiose in materia di clima. Come la legge sull’efficienza energetica, lo spegnimento di undici centrali a carbone entro il 2024, la strategia di riduzione delle emissioni predisposta consultando cittadini ed esperti e presentata formalmente alla Cop26 di Glasgow.

Il Cile, ora, può guardare al futuro e tentare di diventare un esempio. E chissà che da Santiago non possa accendersi una miccia capace di contagiare il mondo intero.

 

Beato Benedetto XI

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Beato Benedetto XI


Nome: Beato Benedetto XI
Titolo: Papa
Nome di battesimo: Niccolò di Bocassio
Nascita: 1240 circa, Treviso
Morte: 7 luglio 1304, Perugia
Ricorrenza: 7 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
 
Niccolò di Bocassio nacque probabilmente nel 1240 a Treviso da una famiglia assai modesta; ma lo zio, prete presso la chiesa di S. Andrea della città natale, può aver influenzato le sue scelte successive. Pare sia entrato nel 1257 nell’Ordine domenicano, dove acquisì la normale cultura dei membri dell’Ordine, completando poi gli studi teologici e divenendo lector, cioè insegnante di teologia, nelle scuole conventuali di Venezia e Genova, senza per questo interrompere i suoi legami con la sua città (come è provato dalla sua menzione in testamenti trevigiani di quegli anni). Della sua attività di insegnante è sopravvissuto solo un Commento al Vangelo di Matteo, pubblicato nel 1603.

Nel 1286 veniva eletto provinciale di Lombardia, la più potente e prestigiosa delle province domenicane e, dieci anni più tardi, nel 1296, ministro generale dei Predicatori. Erano gli anni difficili seguiti all’abdicazione di Celestino V e all’elezione di Bonifacio VIII. Quando, nel 1297, scoppiò il conflitto aperto tra papa Caetani e i cardinali Colonna, che contestavano la sua elezione, il generale domenicano si schierò nettamente a favore di Bonifacio, assicurandogli la fedeltà del suo Ordine. Venne scelto dal papa, insieme al generale dei francescani, per negoziare la pace tra i re di Francia e di Inghilterra, in guerra ormai da anni. La missione ebbe buon esito e nel 1298 fu conclusa una tregua.

La sua personale fedeltà e l’abilità diplomatica gli valsero la nomina a cardinaldiacono di S. Sabina (1298) e, nel 1300, la promozione a cardinalvescovo di Ostia e Velletri, con la conseguente funzione di decano del Sacro Collegio. Nel 1301 Bonifacio lo scelse quale legato in Ungheria, dove il Caetani favoriva l’elezione a re di Cariberto d’Angiò; ma questa volta non ebbe successo e gli ungheresi ratificarono la scelta, già compiuta al momento del suo arrivo, in favore di Venceslao di Boemia.

Rientrato in Italia, Niccolò era ad Anagni nel settembre del 1303, al momento dell’attentato contro Bonifacio, ma non pare essersi esposto in alcun modo. Morto poco dopo Bonifacio, il generale domenicano venne eletto papa il 22 ottobre 1303 con il nome di Benedetto XI, in omaggio a Benedetto Caetani/Bonifacio VIII.

La sua elezione, più che premiare meriti speciali, si poneva come scelta di compromesso, essendo egli cardinale bonifaciano ma molto legato agli Angioini di Napoli, cugini del re di Francia.

Privo di appoggi in Curia, Benedetto XI cercò un qualche sostegno nelle grandi famiglie aristocratiche della sua terra di origine, il Veneto, nominando alcuni grandi esponenti della nobiltà alle più alte cariche dello Stato pontificio: il suo «nepotismo», cioè il favorire politicamente e finanziariamente un determinato gruppo di persone, inizialmente i nipoti del papa regnante, rappresenta una variante regionale, ed originale, di un fenomeno inizialmente legato alla più stretta parentela.

La sua debolezza si rivelò nella sua politica nei confronti della Francia; fedele a Bonifacio, non accettò di reintegrare i cardinali Colonna nelle loro cariche, ma li assolse dalla scomunica, così come assolse, per venire incontro ai desideri di Filippo il Bello, tutti i colpevoli francesi dell’attentato di Anagni, ad esclusione di Nogaret. Sul piano diplomatico continuò ad appoggiare gli Angioini in Ungheria; con un clamoroso insuccesso si concluse il tentativo del suo legato, il domenicano cardinale Niccolò Albertini da Prato, di far richiamare a Firenze Bianchi e Ghibellini banditi dai Neri.

In un solo caso si distinse dalla politica del suo predecessore, quando, nel luglio 1304, abolì le restrizioni all’attività pastorale degli ordini mendicanti, voluta da Bonifacio. Morì a Perugia, dove si era rifugiato perché Roma era agitata da tumulti fomentati dai Colonna, il 7 luglio 1304 e fu sepolto nella chiesa di S. Domenico. L’austerità personale di Benedetto e il suo desiderio di pace, nonché, forse, l’iniziativa del suo Ordine, fecero diffondere la fama di miracoli avvenuti sulla sua tomba, cosa che portò alla sua tardiva beatificazione nel 1736.

Benedetto XI è generalmente raffigurato nell’abito bianco e nero dei domenicani, spesso recante gli attributi pontificali (il triregno e le chiavi).