Archivi giornalieri: 30 luglio 2020

Lavoro e Diritti

Lavoro e Diritti: Fondo integrazione salariale (FIS) covid-19: non serve l’accordo sindacale

 
Fondo integrazione salariale (FIS) covid-19: non serve l’accordo sindacale

Posted: 30 Jul 2020 07:09 AM PDT

Semplificato l’accesso al Fondo di integrazione salariale (FIS) che eroga l’assegno ordinario. L’INPS specifica che alle aziende che accedono al predetto ammortizzatore sociale con causale “COVID-19”, si applica la normativa in materia di cassa integrazione ordinaria e ai fini della concessione del trattamento non è richiesto l’accordo sindacale. A specificarlo è l’INPS con il messaggio […]

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Cassetto fiscale: accesso, funzioni e utilizzo

Posted: 30 Jul 2020 05:33 AM PDT

Cos’è il cassetto fiscale?; come può essere utilizzato?; quali servizi sono disponibili ?  E’ possibile delegare all’utilizzo un soggetto terzo? Queste sono alcune delle domande alle quali risponderemo nella presente guida al cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate. Il cassetto fiscale e l’area riservata Fisconline Il cassetto fiscale è un’interfaccia on line che permette al singolo […]

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Decurtazioni Reddito/Pensione di Cittadinanza: istruzioni INPS

Posted: 30 Jul 2020 02:00 AM PDT

L’INPS ha emanato il messaggio 2975 del 28 luglio 2020 con il quale illustra la disciplina delle decurtazioni dal Reddito/Pensione di Cittadinanza spettante nel caso in cui gli importi accreditati non siano spesi e/o prelevati nelle tempistiche specificate dalla normativa. Il messaggio inoltre chiarisce la disciplina delle decurtazioni in caso di interruzione nell’erogazione o cessazione […]

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Pensioni

Pensioni: Cida, le proposte dei manager per riequilibrare la previdenza

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29 luglio 2020

Roma, 29 lug. (Labitalia) – Le conseguenze economiche del Covid 19 colpiscono anche la previdenza, imponendo interventi di breve termine: utilizzare ‘quota 100′ anche come ammortizzatore sociale, evitare le ripercussioni negative del calo del pil sulle pensioni, intervenire sul rapporto tra coefficiente di trasformazione e speranza di vita. Poi occorrerà lavorare su una revisione del sistema previdenziale sostenibile nel lungo periodo, ad esempio, con la diminuzione dell’aliquota contributiva per dare maggior spazio di investimento in previdenza complementare, ripensando il massimale Inps e separando, finalmente, assistenza e previdenza.

Sono questi i ‘punti fermi’ che Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità, ha posto oggi sul tavolo di confronto sulle pensioni con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che ha confermato la sua intenzione di procedere su due binari: uno focalizzato su interventi urgenti da inserire in legge di bilancio, l’altro relativo alla progettazione organica e strutturale per arrivare alla stesura di una legge delega.

“Cida – ha detto il presidente, Mario Mantovani – è, ed è stata critica nei confronti di ‘quota 100′ per i pericolosi vuoti provocati nel personale della scuola, della sanità, della pubblica amministrazione e senza aver prodotto alcun evidente aumento di giovani occupati. Ma se sul fronte del turnover occupazionale non ha funzionato, per effetto della pandemia questa misura potrebbe essere utilizzata dai potenziali fruitori, dopo la cassa integrazione e aver usufruito di sussidi di disoccupazione, come un ‘ammortizzatore’. Anche la previdenza complementare può essere utilizzata come uno strumento di flessibilità in uscita: può rivelarsi una risorsa per quelle particolari figure (come i dirigenti) sempre più discontinue nel corso della loro carriera, consentendole di ‘colmare’ eventuali mancanze determinate da periodi di buchi o di contribuzione figurativa”.

“Abbiamo poi insistito – ha spiegato – sull’utilizzo del ricalcolo contributivo per chi sceglie di anticipare il proprio pensionamento; il principio che sosteniamo è quello della libertà di scelta. Per Cida va abolito il vincolo degli anni per accedere al pensionamento anticipato, in cambio di una decurtazione (proporzionale) della pensione stessa. Questo comporta necessariamente la possibilità di cumulare redditi da pensione e da lavoro. Una penalizzazione che sarebbe ingiusta e incomprensibile per chi svolge mansioni di natura intellettuale con livelli di competenza e capacità che potrebbero essere utili ed arricchire il mondo del lavoro, senza mortificare il lavoro ‘obbligandolo’ alla gratuità della prestazione”.

In termini di sostenibilità “va anche posta grande attenzione alle modalità con le quali si intende intervenire nella riduzione del cuneo fiscale/contributivo. Un ‘alleggerimento’ della parte contributiva, infatti, se non ben calibrato, potrebbe avere ripercussioni negative sul futuro pensionistico dei soggetti interessati. A meno che, i contributi risparmiati per la previdenza pubblica non fossero automaticamente destinati alla previdenza complementare”.

“Altro tema che abbiamo posto all’attenzione della ministra – ha ricordato Mantovani- è quello della rivalutazione/svalutazione delle pensioni legate all’andamento del pil. Questo è un tema sul quale Cida presta particolare attenzione: come nella crisi finanziaria del 2009 anche oggi occorre ragionare sulla necessità/opportunità di un provvedimento legislativo che attenui le conseguenze negative sulle pensioni, magari con una ‘sterilizzazione’ dei contributi per questo periodo. Abbiamo infine voluto affrontare il tema dei giovani, per i quali sarebbe auspicabile, a nostro avviso, un dialogo fra Stato ed aziende per dare copertura contributiva/previdenziale anche a periodi di formazione, tirocini, stages cui il giovane può accedere prima di un’esperienza lavorativa più matura e strutturata: un modo per allargare il periodo temporale della contribuzione e abituare il giovane a ragionare sul proprio futuro previdenziale”.

Pensioni

Pensioni, quota 100 fino a 2021 e legge delega per riforma

La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha riaperto oggi il confronto sulla riforma del sistema pensionistico. Durante l’incontro con i sindacati, Catalfo ha ribadito che quota 100 resterà in vigore fino alla sua naturale scadenza (fine 2021) e indicato in una legge delega lo strumento per intervenire sulla revisione organica della materia.

 

“Procederemo lungo due binari paralleli”, ha spiegato Catalfo al termine del tavolo. Il prossimo appuntamento, fissato per l’8 settembre, “servirà a definire il pacchetto di interventi da inserire nella prossima legge di Bilancio” ha aggiunto la ministra del Lavoro, come la proroga di Ape sociale e Opzione Donna, la staffetta generazionale e il contratto di solidarietà espansiva.

Pensioni

Pensioni, quota 100 fino a 2021 e legge delega per riforma

 
 
 
 
 
 
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La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha riaperto oggi il confronto sulla riforma del sistema pensionistico. Durante l’incontro con i sindacati, Catalfo ha ribadito che quota 100 resterà in vigore fino alla sua naturale scadenza (fine 2021) e indicato in una legge delega lo strumento per intervenire sulla revisione organica della materia.

“Procederemo lungo due binari paralleli”, ha spiegato Catalfo al termine del tavolo. Il prossimo appuntamento, fissato per l’8 settembre, “servirà a definire il pacchetto di interventi da inserire nella prossima legge di Bilancio” ha aggiunto la ministra del Lavoro, come la proroga di Ape sociale e Opzione Donna, la staffetta generazionale e il contratto di solidarietà espansiva.L’altro incontro è in agenda il 16 settembre, quando si inizierà a progettare a più ampio raggio la riforma “che avrà come pilastri – ha sottolineato la titolare del dicastero del Lavoro – maggiore equità e flessibilità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani”. Infine, Catalfo ha ribadito la necessità e l’urgenza di far partire le due commissioni (quella sui lavori gravosi e quella per la separazione fra spesa previdenziale e assistenziale), non ancora costituite a causa dell’emergenza epidemiologica e la cui scadenza sarà prorogata nella prossima manovra, e ha rimarcato l’impegno per giungere a una legge quadro sulla non autosufficienza.

Contratti

Contratti a termine e apprendistato: proroga automatica causa covid-19

Il Ministero del Lavoro interviene in merito alla proroga automatica per i contratti a termine e di apprendistato di 1° e 3° livello
 

Il repentino diffondersi del Covid-19 nel nostro Paese ha costretto il Governo a intraprendere forti decisioni soprattutto in ambito lavorativo. Oltre alla tanto chiacchierata cassa integrazione guadagni, l’Esecutivo ha intrapreso azioni anche in merito a istituti contrattuali quali: il contratto a termine, anche in somministrazione, e contratto di apprendistato di 1° e 3° livello.

Con particolare riferimento al contratto a termine, penalizzato dopo l’intervento del “Decreto Dignità”, il Governo ha inteso prorogare il contratto per un periodo pari alla sospensione delle attività per Coronavirus. Dunque, affinché il periodo di lockdown non gravasse ulteriormente sui lavoratori e datori di lavoro, vedendosi spirare il termine senza aver avuto effettivamente la possibilità di lavorare, la durata dei contratti in essere sono stati prorogati. Tale opportunità è stato riservata non soltanto si rapporto di lavoro a termine, bensì agli apprendisti di 1° e 3° livello.

Inoltre, per alleggerire le condizioni di stipula dei contratti a termine, il Decreto Rilancio (Dl 34/2020, convertito con modificazioni in Legge 77/2020) ha concesso la possibilità di rinnovare o prorogare il contratto a tempo determinato senza l’indicazione della causale.

Sul punto, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito una interessante faq per quanto riguarda la durata dei contratti a termine durante l’emergenza epidemiologica. In particolare è stato chiesto cosa s’intende con il termine “periodi di sospensione lavorativa”.

Contratto a termine acausale

La prima importante novità in tema di contratto a tempo determinato è senza dubbio la possibilità di rinnovare o prorogare, fino al 30 agosto 2020, i predetti contratti in essere alla data del 23 febbraio 2020, anche in assenza delle causali di cui all’art. 19, co. 1 del D.Lgs. n. 81/2015.

Tale opportunità, prevista dall’art. 93 del D.L. n. 34/2020, è concessa fino al 30 agosto 2020.

Proroga automatica dei contratti a termine

Inoltre, in fase di conversione in legge del Dl 34/2020, si è inserito il comma 1-bis all’art. 93.

In particolare, tale norma specifica che il termine dei contratti di lavoro degli apprendisti, e dei contratti di lavoro a tempo determinato, anche  in  regime  di somministrazione, è prorogato di  una  durata pari al periodo di sospensione dell’attività lavorativa, prestata in forza dei medesimi contratti, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Leggi anche: Blocco dei licenziamenti: novità nel Decreto Rilancio

Cosa si intende per sospensione dell’attività

Tale previsione si applica a tutti i rapporti di lavoro subordinato che non siano a tempo indeterminato. Ciò al fine di evitare che la loro durata iniziale risulti di fatto ridotta per effetto di circostanze non imputabili al lavoratore.

Ad esempio, ricadono nella proroga della durata:

  • i contratti di lavoro a termine, ivi inclusi quelli stagionali;
  • i contratti in somministrazione a tempo determinato, intendendosi il rapporto di lavoro che intercorre tra l’Agenzia per il lavoro e il lavoratore;
  • rapporti di apprendistato, intendendosi quelli per il conseguimento di una qualifica e il diploma professionale e quelli di alta formazione e ricerca, limitatamente alla durata del periodo che precede la qualificazione.

Sul punto, il Ministero del Lavoro specifica che nel “periodo di sospensione” sono compresi:

  • sia i periodi di fruizione di un ammortizzatore sociale Covid-19;
  • sia l’inattività del lavoratore in considerazione della sua sospensione dall’attività lavorativa in ragione delle misure di emergenza epidemiologica da Covid-19 (es. fruizione di ferie).

In tutti questi casi il datore di lavoro, entro cinque giorni dalla data di scadenza originaria, deve effettuare la comunicazione obbligatoria di proroga; dovrà quindi modificare il termine inizialmente previsto per un periodo equivalente a quello di sospensione dell’attività lavorativa.

Concorsi

Concorso Ministero della Giustizia 2020: ad agosto bandi per 3250 posti

Attesi a giorni i nuovi bandi di Concorso presso il Ministero della Giustizia; dalle ultime dichiarazioni saranno 3250 i posti disponibili.
 

Prossimamente sulla Gazzetta Ufficiale verranno pubblicati i nuovi bandi di Concorso del Ministero della Giustizia inerenti l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di 3250 posti tra Direttori amministrativi, Funzionari giudiziari e Cancellieri esperti. Per alcune posizioni sarà possibile partecipare anche senza laurea, ma con il solo diploma.

Fra le novità troviamo le modalità di partecipazione e di svolgimento del concorso. Infatti, le prove scritte previste dal bando verranno quasi certamente sostituite da una sola prova orale che si svolgerà in videoconferenza e successivamente con la valutazione dei titoli.

Ma vediamo qui di seguito come saranno suddivisi i 3250 posti, quali sono i titoli di studio richiesti e le relative probabili date e modalità di svolgimento delle prove.

Concorso Ministero Giustizia: posti disponibili e requisiti necessari

Stando alle ultime dichiarazioni del Ministro della Giustizia Bonafede, i posti messi a concorso per il Ministero della Giustizia saranno 3250 in totale e saranno così suddivisi:

  • 400 posti Direttore amministrativo;
  • 150 posti Funzionario giudiziario;
  • 2700 posti Cancelliere esperto.

Per poter partecipare al concorso Direttore amministrativo del Ministero della Giustizia, i requisiti richiesti sono:

  • possesso di una laurea magistrale in Giurisprudenza oppure aver svolto 3 anni di servizio presso l’amministrazione giudiziaria e/o almeno 1 anno da magistrato ordinario;
  • iscrizione di almeno 2 anni consecutivi presso l’albo degli avvocati;

In alternativa:

  • aver svolto 5 anni come docente di materie giuridiche in scuole secondarie di II grado oppure 5 anni come ispettore o grado superiore nelle forze di polizia.

Infine in alternativa si potrà:

  • aver svolto per almeno 2 anni il ruolo di ricercatore in materie giuridiche;
  • aver svolto almeno 6 mesi di lavoro presso una Pubblica Amministrazione in posizioni per la quale è richiesta una laurea.

In ultimo è da sottolineare che a coloro che intendono partecipare al concorso Cancellieri Esperti, il bando richiede solo il possesso di un diploma di scuola secondaria di II grado.

Concorso Ministero della Giustizia 2020: modalità di svolgimento delle prove

Per conoscere le modalità di svolgimento delle prove del concorso Ministero della Giustizia 2020, bisogna  attendere la pubblicazione dei bandiin Gazzetta Ufficiale. Ma secondo le ultime dichiarazioni rilasciate dal Ministro, le modalità di svolgimento saranno diverse rispetto a quelle precedenti.

Infatti, le prove scritte sono sostituite da una sola prova orale che si svolgerà in teleconferenza presso le strutture autorizzate dal Ministero. Successivamente alla prova orale, la commissione esaminatrice procederà alla valutazione dei titoli e della carriera pregressa di ogni singolo candidato.

Terminata la valutazione dei titoli e della carriera, la commissione procederà ad elaborare la graduatoria finale di ogni singolo concorso. Se il numero dei partecipanti sarà molto più elevato rispetto al numero dei posti messi a concorso, si prevede lo svolgimento di una prova preselettiva.

Per il momento non è ancora possibile conoscere le date ufficiali di svolgimento della prova orale. Molto probabilmente lo svolgimento è rinviato in autunno.