Archivi giornalieri: 9 luglio 2020

Bonus colf e badanti

Bonus colf e badanti, domanda respinta: come chiedere il riesame

L’INPS ha fornito le istruzioni operative per richiedere il riesame del bonus colf e badanti 2020 in caso di domanda respinta
 

Laddove l’INPS abbia respinto la domanda del bonus colf e badanti, nonostante si ritenga di avere comunque i requisiti per l’indennità, è possibile inviare domanda di riesame. Alla pratica è necessario allegare eventuale documentazione a dimostrazione del possesso dei requisiti.

Per inoltrare la richiesta di riesame, l’utente dovrà accedere all’apposita sezione della pagina web “Richiesta di riesame”.

A darne notizia è l’INPS con il Messaggio n. 2715 del 7 luglio 2020.

Bonus colf e badanti: cos’è e come funziona

All’art. 85 del Dl 34/2020 (cd. Decreto Rilancio) è stata introdotta una specifica indennità in favore di lavoratori domestici che, alla data del 23 febbraio 2020, avevano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali.

L’indennità per lavoro domestico è riconosciuta per i mesi di aprile e maggio 2020 ed è pari a 500 euro per ciascun mese. La prestazione è erogata direttamente dall’INPS, su domanda dell’interessato in un’unica soluzione, a condizione che i predetti lavoratori domestici non siano conviventi col datore di lavoro.

Possono fare richiesta d’accesso al bonus i soggetti assicurati presso la “Gestione dei Lavoratori domestici” dell’INPS appartenenti alle categorie individuate dal vigente CCNL, ossia:

  • colf;
  • badanti.

Leggi anche: Bonus lavoratori domestici: circolare INPS su requisiti e domanda

Bonus lavoratori domestici: come fare domanda

La domanda online di indennità lavoratori domestici è disponibile direttamente nella homepage del sito INPS. Per poter presentare la domanda, il richiedente dovrà essere in possesso di una delle suddette credenziali.

In alternativa, la domanda di indennità potrà essere presentata anche tramite:

  • il servizio di Contact Center Multicanale, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) oppure al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
  • i servizi gratuiti degli Enti di Patronato, di cui alla L. n. 152/2001.

L’esito delle istruttorie delle domande pervenute, è stato notificato ai soggetti che sono risultati beneficiari della prestazione. Il risultato può essere visualizzato accedendo al portale dell’Istituto Previdenziale mediante le credenziali di autenticazione, nell’ambito della stessa procedura di presentazione della domanda online.

Nella medesima procedura è possibile visualizzare, in caso di domanda respinta, le motivazioni della mancata erogazione dell’indennità.

Bonus colf e badanti, domanda respinta: online la “Richiesta di riesame”

Per inoltrare la richiesta di riesame, l’utente dovrà accedere all’apposita sezione della pagina web “Richiesta di riesame” sul sito INPS, previo possesso di una delle seguenti credenziali:

  • PIN ordinario o dispositivo rilasciato dall’INPS;
  • SPID di livello 2 o superiore;
  • Carta di identità elettronica 3.0 (CIE);
  • Carta nazionale dei servizi (CNS).

Questa sezione mostra le informazioni relative:

  • alla domanda presentata;
  • al provvedimento di rigetto.

Esso consente di inoltrare la richiesta di riesame inserendo la motivazione. Una volta completata e inoltrata la richiesta di riesame, questa verrà protocollata e le informazioni verranno rese disponibili nella medesima sezione del sito web.

La richiesta di riesame potrà essere presentata anche tramite il servizio di Contact Center Multicanale, telefonando.

Infine, si ricorda che la medesima richiesta può essere fatta anche avvalendosi dei servizi gratuiti degli Enti di Patronato. Da notare, inoltre, che fino alla cessazione dello stato di emergenza sanitaria, il mandato di patrocinio potrà essere fornito anche in via telematica.

Resta fermo che la immediata regolarizzazione del citato mandato, deve intervenire una volta cessata l’attuale situazione emergenziale prima della formalizzazione della relativa pratica all’INPS.

CQRS143

 

In presenza di un distacco sindacale con prestazione lavorativa ridotta occorre riproporzionare i permessi ex art. 33 della legge 104/1992?

Nel merito si fa presente che l’art. 8, comma 5 del CCNQ del 4 dicembre 2017 prevede che nei confronti del personale in distacco “part-time” trovano applicazione le norme previste nei singoli CCNL per il rapporto di lavoro part-time solo con riferimento all’istituto delle ferie e del periodo di prova in caso di vincita di concorso o passaggio di qualifica.

In sostanza poiché la tipologia di distacco sindacale in esame non si configura come un rapporto di lavoro a tempo parziale, non trovano automaticamente applicazione tutte le norme sul “part-time” ma solo quelle espressamente richiamate dal CCNQ citato. Conseguentemente non si procede al riproporzionamento dei suddetti permessi.

CQ-RS143

 

In presenza di un distacco sindacale con prestazione lavorativa ridotta occorre riproporzionare i permessi ex art. 33 della legge 104/1992?

Nel merito si fa presente che l’art. 8, comma 5 del CCNQ del 4 dicembre 2017 prevede che nei confronti del personale in distacco “part-time” trovano applicazione le norme previste nei singoli CCNL per il rapporto di lavoro part-time solo con riferimento all’istituto delle ferie e del periodo di prova in caso di vincita di concorso o passaggio di qualifica.

In sostanza poiché la tipologia di distacco sindacale in esame non si configura come un rapporto di lavoro a tempo parziale, non trovano automaticamente applicazione tutte le norme sul “part-time” ma solo quelle espressamente richiamate dal CCNQ citato. Conseguentemente non si procede al riproporzionamento dei suddetti permessi.

Disegno di legge

Disegno di legge: “Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” (2500)

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Segnalazione da UO Studi e analisi compatibilità

Il Disegno di legge di conversione del D.L. n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) e annessa documentazione, predisposti dagli Uffici di Camera e Senato, disponibile all’analisi del Parlamento della Repubblica.

Leggi, normativa e prassi

Sorveglianza sanitaria eccezionale INAIL: attivo il nuovo servizio

Operativo, dal 1° luglio 2020, il nuovo servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale” dell’INAIL per richiedere le visite mediche
 

L’INAIL si arricchisce di un nuovo servizio online in materia di visite mediche, ossia la cd. “Sorveglianza sanitaria eccezionale”. Il datore di lavoro, o l’intermediario delegato, possono inoltrare la richiesta di visita medica attraverso l’apposito servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale”, disponibile a decorrere dal 1° luglio 2020 e accessibile dagli utenti muniti di credenziali dispositive.

Per gli utenti non registrati le credenziali possono essere acquisite tramite:

  • Spid;
  • Inps;
  • Carta nazionale dei servizi (Cns);
  • Sito INAIL, con l’invio dell’apposito modulo da inoltrare attraverso i servizi online o da consegnare presso le sedi territoriali INAIL.

Ne dà notizia l’INAIL con il Comunicato stampa dell’1 luglio 2020.

Sorveglianza sanitaria eccezionale: cosa prevede il “Decreto Rilancio”

Il “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/202) all’art. 83 prevede l’obbligo per i datori di lavoro pubblici e privati di assicurare sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori maggiormente esposti al rischio. Tale adempimento deve avvenire in ragione dell’età, della condizione da immunodepressione e di una pregressa infezione da Covid-19 ovvero da altre patologie che determinano particolari situazioni di fragilità del lavoratore.

Ciò vale a prescindere di quanto previsto per lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive e commerciali in relazione al rischio di contagio

In cosa consiste?

L’attività di sorveglianza sanitaria eccezionale si sostanzia in una visita medica sui lavoratori inquadrabili come “fragili”. La sorveglianza, tra l’altro si applica anche sui lavoratori che, per condizioni derivanti da immunodeficienze da malattie croniche, da patologie oncologiche con immunodepressione anche correlata a terapie salvavita in corso o da più co-morbilità, valutate anche in relazione dell’età, ritengano di rientrare in tale condizione di fragilità.

Per i datori di lavoro che non sono tenuti, alla nomina di un medico competente, la sorveglianza eccezionale può essere richiesta ai servizi territoriali dell’INAIL. Questi ultimi, quindi, vi provvedono con i propri medici del lavoro.

Come si richiede?

Come specificato in premessa, il datore di lavoro o un suo delegato possono inoltrare la richiesta di visita medica attraverso l’apposito servizio online “Sorveglianza sanitaria eccezionale”. Esso è accessibile dagli utenti muniti di credenziali dispositive.

Nel caso di delega da parte del datore di lavoro, deve essere compilato e inoltrato l’apposito modulo “Mod. 06 SSE delega”.

Una volta inoltrata la richiesta dal datore di lavoro o da un suo delegato, viene individuato il medico della sede territoriale più vicina al domicilio del lavoratore.

All’esito della visita medica per sorveglianza sanitaria eccezionale, è espresso un parere conclusivo. In pratica, viene redatto un verbale nel quale viene specificato se il lavoratore può riprendere l’attività lavorativa in presenza, nonché le eventuali misure preventive aggiuntive o alle modalità organizzative atte a garantire il contenimento del contagio.

Quanto costa?

Successivamente all’invio del parere conclusivo, il datore di lavoro riceve una comunicazione con l’avviso di emissione della relativa fattura in esenzione da Iva per il pagamento della prestazione effettuata.

In attesa dell’emanazione di un decreto interministeriale per la definizione della tariffa, l’Inail ha stabilito in via provvisoria l’importo di 50,85 euro.

RIFORMA PENSIONI/ Minime a 780 euro per 4 mesi, la richiesta alla Regione Sardegna

Pubblicazione: 08.07.2020 Ultimo aggiornamento: 17:24 – Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, l’Associazione nazionale pensioni aderente alla Coldiretti della Sardegna chiude un’integrazione per le minime

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LaPresse
 

LA RICHIESTA SULLE PENSIONI MINIME IN SARDEGNA

L’Associazione nazionale pensionati di Coldiretti Sardegna ha inviato una lettera al Presidente della Giunta regionale Christian Solinas e all’assessore al Lavoro Alessandra Zedda per chiedere che per quattro mesi le pensioni minime vengano integrate per arrivare a un importo pari al Reddito di cittadinanza. Come si legge si buongiornoalghero.it, Gianni Girasole, Presidente dell’associazione, ricorda che a essere state colpite dal lockdown e dalla crisi “sono stati in particolare coloro che percepiscono pensioni minime, poco più di 500 euro, che li costringono ordinariamente a vite di restrizioni e non capaci di sopportare situazioni di emergenza. Questi mesi, infatti, per loro sono stati difficili, oltre alla preoccupazione per il Covid, hanno affrontato molti disagi anche e soprattutto economici”. Da qui la richiesta di un’integrazione straordinaria delle pensioni minime per i mesi da marzo a giugno per portare il loro importo a 780 euro al mese. Vedremo se la richiesta verrà accolta dalla Giunta sarda.

 

LA DOMANDA DI BERLINO A PALAZZO CHIGI

In un articolo sul sito del Giornale vengono riportate notizie importanti in tema di riforma pensioni. “Dalla cancelleria di Berlino arriva a Palazzo Chigi una domanda: che cosa intendete fare delle pensioni? Nessuna richiesta precisa. Ma è la stessa domanda che Merkel rivolgeva al collega italiano quando, nel 2018, il governo gialloverde si preparava a varare Quota 100. Giuseppe Conte, naturalmente, aveva fatto sapere a Merkel che non avrebbe prorogato oltre il 2021 il sistema del ritiro anticipato voluto dalla Lega. Ma l’interesse della cancelliera su questo punto, in vista del vertice che deve salvare l’Italia dalla peggiore recessione degli ultimi 50 anni, fa capire quanto il debito pubblico di Roma la preoccupi ancora”, si legge sul sito del quotidiano milanese, che ricorda come non solo ci sia il rischio di un innalzamento dell’età pensionabile, ma anche di una riduzione dell’importo degli assegni in futuro visto che tra i fattori che incidono sul calcolo degli stessi c’è anche l’andamento del Pil.

RIFORMA PENSIONI, LA LETTERA DI D’ALFONSO

Il Senatore del Partito democratico Luciano D’Alfonso ha scritto una lettera a Susy Matrisciano, Presidente della commissione Lavoro del Senato, per evidenziare la necessità di una riforma pensioni riguardante i pescatori, categoria che “attualmente percepisce un assegno pensionistico che, per importo, è ben al di sotto del minimo percepito da altre categorie di lavoratori più fortunate”. L’ex Presidente della Regione Abruzzo ritiene “che vada ricostruito un sistema previdenziale che garantisca una vita dignitosa chi va in pensione, realizzando quelle condizioni minime per costituire, da una parte, il giusto coronamento di una vita di lavoro gravoso e usurante quale è quello del pescatore e, dall’altra, per contribuire a rendere attrattivo per i giovani questo lavoro”. Come riporta abruzzoweb.it, secondo D’Alfonso i costi di un intervento simile non dovrebbero essere elevati, tenendo anche conto che “non si tratta di una categoria dal notevole peso assoluto in termini di numero degli addetti, infatti il settore, anche con una ripresa di attività, non dovrebbe superare le 8000 unità”.

LA RISPOSTA DI MATRISCIANO

Tuttavia, “per poter avanzare una proposta che contemperi allo stesso tempo la sostenibilità dell’intervento e la salvaguardia di un reddito adeguato, sarebbe necessario avere piena contezza dell’impatto economico dell’operazione”. Matrisciano ha risposto alla lettera promettendo che verificherà se i pescatori saranno inclusi tra i lavoratori gravosi, mentre sull’ipotesi di una riforma “ritengo sia un argomento molto delicato che vada affrontato in modo più omogeneo anche con tutti gli altri percettori di pensione e anche sul punto so che ci sono dei tavoli aperti al Ministero”.

Quota 100

Pensioni ultime notizie: Quota 41 per tutti arriva nel 2022?

Pubblicato il 8 Luglio 2020 alle 08:25 Autore: Daniele Sforza
 

Pensioni ultime notizie: con Quota 100 in scadenza il 31 dicembre 2021, si torna a parlare di Quota 41 per tutti, che potrebbe arrivare nel 2022.

Pensioni ultime notizie: Quota 41 per tutti nel 2022
 
 
Pensioni ultime notizie: Quota 41 per tutti arriva nel 2022?

Pensioni ultime notizie: ormai lo sanno anche i sassi. Quota 100 è stata confermata anche per il 2021, non sarà abolita anzitempo e scadrà il 31 dicembre 2021. Dopodiché occorre una misura sostitutiva per evitare lo scalone di 5 anni che si verrebbe a creare per l’accesso alla pensione. E si torna a parlare di Quota 41 per tutti, che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica) e potrebbe arrivare nel 2022.

 

Pensioni ultime notizie: Quota 41 in arrivo nel 2022?

La riforma generale del sistema pensionistico si farà, la discussione e il confronto con i sindacati riprenderà, ma dopo l’emergenza sanitaria e consequenzialmente economica non è più una priorità. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, esponente del Partito Democratico, ha confermato di recente che Quota 100 verrà confermata nel 2021, anche perché “in questo contesto di crisi profonda può considerarsi un ammortizzatore sociale”.

Uno degli obiettivi della Lega, quando era al governo, al tempo del Conte I, era quello di arrivare a Quota 41 per tutti. Il vero obiettivo, come spesso detto dal leader leghista Matteo Salvini, era Quota 41 per tutti, che sarebbe arrivata dopo la sperimentazione di Quota 100. Ovvero, accedere alla pensione solo dopo aver raggiunto 41 anni di contributi, senza pensare all’età e senza paletti. Tuttavia Quota 41 ha un costo, che è stimato a circa 12 miliardi di euro e solo per il primo anno. E questo potrebbe essere un problema non da poco.

 

Come funziona “Quota 41” oggi

Al momento si può andare in pensione a Quota 41 solo se si sono versati almeno 12 mesi di contributi e non per forza continuativi prima del compimento del 19° anno di età, e ovviamente se si hanno 41 anni di contributi maturati. I beneficiari della misura sono lavoratori dipendenti (e autonomi) disoccupati in seguito a licenziamento o dimissione per giusta causa, persone invalide (almeno al 74%), persone che effettuano lavori usuranti o gravosi (da almeno 6 anni negli ultimi 7) e caregiver (che assistano da almeno 6 mesi il familiare con handicap).

Santa Veronica Giuliani

 

Santa Veronica Giuliani


Nome: Santa Veronica Giuliani
Titolo: Vergine
Nascita: 27 dicembre 1660, Mercatello Sul Metauro
Morte: 9 luglio 1727, Città di Castello
Ricorrenza: 9 luglio
Tipologia: Commemorazione

Nacque a Mercatello (Marche) nel 1660, e nel battesimo le fu imposto il nome di Orsola. Giovanetta, fu posta dalla sua madre moribonda sotto la protezione del Salvatore ed ella ne concepì subito una grande devozione, che le fu sorgente di molte grazie. Desiderava sempre di soffrire qualche cosa per Gesù; si diede all’acquisto delle virtù dell’umiltà e dell’ubbidienza che adornarono la sua fanciullezza. Colla pazienza e colle preghiere vinse l’ostinato suo padre che la voleva sposare a qualche nobile, ed entrò nel convento delle Cappuccine di Città di Castello. A diciassette anni fu ammessa con grande suo giubilo alla professione dei voti religiosi e prese il nome di Veronica. Da vera religiosa ella non pensava ad altro che a piacere a Gesù, sensa curarsi delle speranze e fallaci attrattive che il mondo presenta all’età giovanile. Tale rinuncia a se stessa e al mondo ed una dedizione generosa al Signore, furono in principio di quella perfezione che la condusse alla santità. Veronica era giunta all’età di 33 anni quando ebbe più volte la visione di un calice ripieno; d’un liquore che le provocava un’indicibile ripugnanza. Al tempo stesso subì l’incoronazione di spine che lasciò apparire attorno al suo capo profonde ed acute trafitture. I dolori furono ancora aumentati dai medici che dopo aver tentato invano di guarirla, si dichiararono impotenti.

Fra tanti spasmi si manteneva sempre completamente sottomessa al volere di Dio. Con licenza dei superiori, incominciò un digiuno a pane ed acqua che durò tre anni. Nel Venerdì Santo del 1697, mentre domandava a Dio umilmente e di cuore perdono dei suoi peccati, le apparve Gesù Crocifisso e le impresse le sacre stimmate. Il Vescovo, informato di tal prodigio, venne a visitare la suora e si accertò del miracolo; il sangue fluiva dalle ferite dei piedi, delle mani e del costato. Veronica, lungi dal voler ingannare chi la circondava, si mostrava timorosa che ciò che avveniva in lei fosse opera del demonio. Anche i superiori vollero accertarsi dell’origine del fatto, e a tal fine posero alla prova la virtù della serva di Dio. Fu deposta dalla carica di maestra delle novizie e la chiusero in una cella dell’infermeria; fu trattata da strega, derisa, maltrattata, privata della Comunione, scomunicata. Ma la pace del cuore non l’abbandonò mai; si rammaricava soltanto di non poter ricevere Gesù ed assistere alla S. Messa.

Cessata la dura prova le consorelle mutarono il loro disprezzo in alta stima, avendo conosciuto la sola virtù di suor Veronica. Gesù però voleva partecipare alla sua serva altri dei suoi dolori. Tutti gli strumenti della passione del Signore furono impressi in modo sensibile nel cuore di Veronica.

Nel 1716 ella veniva eletta badessa e vi rimase fino alla sua morte che avvenne il 9 luglio 1727, dopo cinquant’anni di vita claustrale.

PRATICA L’unione con Dio suppone la morte completa ad ogni ombra di vizio, ed una dedizione senza riserva a Dio

PREGHIERA Signore Gesù Cristo, che la beata Veronica vergine rendesti mirabile per le stimmate della tua passione, concedi, propizio, che crocifiggendo la carne, meritiamo di giungere ai grandi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO A Città di Castèllo, in Umbria, santa Verònica Giuliani Vergine, nativa di Mercatéllo, terra della diocesi di Urbània, Monaca del Second’Ordine di san Francésco e Abbadessa del monastero di Città di Castèllo: illustre per l’intenso desiderio di patire, e per le altre virtù e grazie celesti, dal Papa Gregòrio decimosesto fu iscritta nel numero delle sante Vergini.