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Pensioni

Pensioni ultime notizie: Olanda chiede abolizione di Quota 100

Pubblicato il 20 Luglio 2020 alle 11:26 Autore: Guglielmo Sano

Pensioni ultime notizie: uno degli aspetti maggiormente critici del confronto tra Italia e Olanda in seno alle istituzioni europee è Quota 100

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Pensioni ultime notizie: Olanda chiede abolizione di Quota 100

Pensioni ultime notizie: secondo molti esperti uno degli aspetti maggiormente critici del confronto tra Italia e Olanda in seno alle istituzioni europee è Quota 100, la modalità di pensionamento anticipata che consente di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni di età e con 38 anni di contributi.

 

Pensioni ultime notizie: Quota 100 motivo di scontro tra Italia e Olanda

Pensioni ultime notizie – Uno degli argomenti più utilizzati dal premier olandese Mark Rutte e dal suo ministro delle Finanze Wopke Hoekstra per “screditare” l’Italia in sede di trattativa su questioni riguardanti l’utilizzo di risorse europee è sin dalla sua introduzione Quota 100, la modalità di pensionamento anticipato varata ai tempi del governo giallo-verde che permette di andare in pensione a 62 anni di età e con un minimo di 38 anni di contributi versati. Quota 100 per gli esponenti di spicco dei cosiddetti paese “frugali” è una clamorosa marcia indietro rispetto ai piani di contenimento della spesa pubblica accettati dall’Italia negli scorsi anni.

 

Nei paesi “frugali” si va in pensione molto più tardi

Inoltre, negli stessi “frugali”, le modalità di pensionamento anticipato sono molto più “sobrie” da qui la profonda critica all’Italia. Per esempio, bisogna considerare che l’età legale di pensionamento in Italia è di 67 anni, dunque, il nostro sistema previdenziale consente di andare in pensione ben 5 anni prima rispetto a tale limite, in Olanda si può uscire dal mondo del lavoro al massimo 2 anni prima del raggiungimento dell’età legale, in Austria 3 anni prima, in Danimarca 1,3 anni prima al massimo, invece, in Svezia si finisce per andare effettivamente in pensione dopo il raggiungimento dell’età legale.

Altro motivo di critica sul tema previdenziale da parte degli olandesi è poi il tasso di sostituzione al netto delle imposte con cui si misura il rapporto tra pensione netta e reddito da lavoro netto: è mediamente pari al 91,8% per un lavoratore italiano e all’80,2% per un lavoratore olandese medio. Ciò porta l’Italia a spendere per le pensioni più del 16% del Pil quando l’Olanda – dove ci si affida molto di più ai fondi privati – spende appena il 5,4% del suo prodotto interno lordo per finanziare la previdenza.

RIFORMA PENSIONI

RIFORMA PENSIONI/ L’utilità post-Covid di Quota 100 e lo scalone da evitare

Pubblicazione: 21.07.2020 – Giuliano Cazzola

Quota 100 può avere un’utilità in questa fase post-Covid come ammortizzatore sociale, ma la misura di riforma pensioni scadrà a fine 2021

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La sede dell’Inps (LaPresse)
 

Quota 100 è andata in trasferta. A Bruxelles, nel supernegoziato sul Recovery fund, i governi dei Paesi “frugali” hanno buon gioco a rimproverare l’Italia per le misure sfasciacarrozze contenute nel decreto “identitario” del Governo giallo-verde. Del resto basta leggere una delle Raccomandazioni che dovrebbero “condizionare” l’accesso ai finanziamenti del “pacchetto Ursula” (siano essi prestiti o erogazioni a fondo perduto) per capire che Quota 100 e dintorni non incontrano il favore dell’Unione.

Il Governo italiano si è detto contrario ad affidare il giudizio sui Piani nazionali delle riforme al Consiglio anziché alla Commissione (il che è singolare dopo le tante critiche al limite degli insulti che vari governi di diverso colore, ma ugualmente arroganti, hanno riservato ai “burocrati” di Bruxelles). Ma sarebbe come cadere dalla padella alla brace. Anche la Commissione raccomanda all’Italia di “attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica”. È fin troppo evidente che questa raccomandazione si legge in un solo modo: “Ridateci la riforma Fornero”. Ma il Governo italiano ha deciso di lasciar perdere, perché il M5S si schiera sempre in difesa delle malefatte combinate con gli alleati verdi.

 

Se Conte avesse studiato bene il dossier pensioni forse avrebbe degli argomenti da far valere nell’assise dei capi di Stato e di governo. Innanzitutto, potrebbe far osservare che Quota 100 ha cambiato finalità. Falliti gli obiettivi di ricambio occupazionale anziani/giovani, oggi questa misura può valere come ammortizzatore sociale quando le aziende saranno chiamate a fare i conti con gli esuberi. Inoltre, Quota 100 e il blocco dei requisiti del pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne) non sono riforme strutturali, ma deroghe temporanee, alla cui scadenza – senza modifiche sulla transizione – torneranno pienamente in vigore le regole della riforma del 2011. Infine, i lavoratori che si sono avvalsi di questi sconti sono stati circa la metà di quelli previsti nella Relazione tecnica.

Ma il dato più singolare è ancora un altro. Lo ha fatto osservare la Corte dei Conti nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica: nel 2019 l’età media degli utilizzatori di Quota 100 è stata di 64 anni, mentre l’anzianità contributiva media di 41 anni. Il che può sembrare incomprensibile, mentre è facilmente spiegabile. Quota 100 prevede due requisiti egualmente necessari, ma rigidi.

Tabella 1 Età media di uscita dal mercato del lavoro: una comparazione internazionale

È successo così che molti lavoratori erano in grado di far valere il requisito contributivo a un’età inferiore ai 62 anni, oppure a 62 anni non disponevano ancora di 38 anni di contribuzione. Tutto ciò premesso la Corte dei Conti nel Rapporto ha fatto anche una proposta sensata di gestione della transizione . “Tenendo conto – è scritto – che con il 2021 l’opzione di Quota 100 verrà a scadenza e che si determinerà un effetto ‘scalone’ che porterà l’età di uscita – in mancanza dei requisiti contributivi previsti per il pensionamento anticipato – dai 62 ai 67 anni, la menzionata flessibilizzazione potrebbe essere accordata dentro uno schema che vada gradualmente ad uniformarsi ai 64 anni previsti per l’uscita degli assicurati in regime totalmente contributivo (per esempio si potrebbe mantenere fino al 2023 l’età di 62 anni, nel successivo biennio salire a 63 anni ed infine, a partire dal 2026 arrivare a 64). Naturalmente da quel momento in poi i requisiti dovrebbero essere tutti indicizzati alla speranza di vita e diventare più stringenti al crescere di essa”. In sostanza, una proposta siffatta va tenuta in considerazione anche da noi, se non vogliamo che le infauste deroghe volute dal Conte 1 si traducano ben presto in ponti sospesi nel vuoto.

Riforma pensioni/ L’abolizione inutile di Quota 100

Riforma pensioni/ L’abolizione inutile di Quota 100

Pubblicazione: 21.07.2020 Ultimo aggiornamento: 17:13 – Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni, in un articolo sul Tempo viene evidenziato come l’abolizione di Quota 100 sarebbe solo un gesto simbolico

Quota 100
Quota 100, la riforma delle pensioni
 

L’ABOLIZIONE INUTILE DI QUOTA 100

In un articolo pubblicato sul Tempo ci si chiede se davvero il problema dell’economia italiana sia Quota 100, che in verità “è solo la ciliegina su una torta – quella del pensionamento anticipato – che in Italia avevano già cucinato svariati governi prima di quello gialloverde. A rivelarlo è stata l’Ocse nel suo ultimo rapporto sulla spesa previdenziale in Europa, rivelando come a un’età di pensionamento ‘ufficiale’ tra le più alte nel Vecchio continente – 67 anni – Roma contrapponga un’età di ritiro dal lavoro ‘effettiva’ pari a 62 anni. E questo basandosi su dati risalenti al 2018, prima quindi dell’entrata in vigore di Quota 100”. Il quotidiano romano ricorda che dal 2017 “l’uscita del mercato del lavoro è diventata possibile da 63 anni di età”, tramite l’Ape. Dunque, alla luce di tutto questo, e “di una spesa previdenziale realmente fuori controllo”, abolire Quota 100 come viene chiesto anche da parti della maggioranza in Italia, “servirebbe a poco. Un gesto simbolico e niente altro”.

 

LA MOBILITAZIONE DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del fuoco della Cisl si preparano a una mobilitazione nella giornata di domani. Come si legge su valdinievoleoggi.it, per Luigi Del Moro (coordinamento provinciale Fns-Cisl) e Marco Della Felice, coordinatore Fns.Cisl di Pistoia, “il Governo ha fatto un atto di buona volontà  stanziando 165 milioni per valorizzare le nostre buste paga, purtroppo però lo ha fatto senza coinvolgere il sindacato con la contrattazione. Il risultato è quello di aumenti cospicui per i dirigenti e di appena 13 euro lordi per i vigili del fuoco più giovani. E nemmeno un centesimo per le nostre pensioni per le quali continuiamo a non avere accesso a strumenti complementari e alle tutele dell’Inail. Nel migliore dei casi oggi un vigile del fuoco va in pensione con il 60% dello stipendio, praticamente una pensione sociale. Non è giusto e non è dignitoso”. “Gli stipendi devono essere equiparati a quelli degli altri corpi dello Stato e così la previdenza”, aggiunge Alessandra Biagini, segretario Cisl Toscana Nord.

SALVINI VS UE “PRESTANO I SOLDI SOLO SE CAMBIAMO LE PENSIONI”

Non è affatto soddisfatto dall’accordo raggiunto in Europa dal suo “nemico” Giuseppe Conte, così Matteo Salvini assieme al responsabile economico della Lega Bagnai tiene una conferenza alla Camera per contestare i risultati del Recovery Fund ottenuti questa mattina all’alba. Sul tema pensioni, in particolar modo, il leader del Carroccio si scaglia contro l’Europa: «Stiamo parlando di soldi prestati che arriveranno se va bene fra un anno solo e soltanto se l’Italia farà le riforme in pensioni, lavoro, giustizia, sanità e istruzione richieste dall’Ue». Tradotto, aggiunge Salvini, «ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale. Noi vigileremo perché così non sia. Va restituito coi versamenti annui che l’Italia versa all’Ue. Non c’è nessun regalo per nessuno, è un prestito. E’ una resa mani e piedi senza condizioni». La precondizione per accedere al Recovery Fund, una volta che si è presentatp il Piano di Riforme in ogni Paese, deve rispettare i temi stabiliti dal Consiglio Ue: politiche verdi, digitali e raccomandazioni Ue 2019-2020. Per l’Italia i focus vengono messi sulla riforma pensioni ma anche su lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione e sanità. Per questo Quota 100 è a rischio e per questo la Lega alza le barricate. (agg. di Niccolò Magnani)

LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Si è parlato molto in questi giorni della posizione olandese su Quota 100 ed Elsa Fornero, intervistata dall’Huffington Post, evidenzia che un provvedimento come quello di riforma pensioni del 2018 “hanno dimostrato che l’Italia non è troppo coerente nell’affrontare il tema delle riforme”. L’Europa vi ha visto “un rifiuto di quelle riforme – tra le quali quella che porta il mio nome – che andava incontro a esigenze indotte dall’invecchiamento, da un lato, e dalla generosità eccessiva nelle formule pensionistiche, dall’altro. Dico ‘generosità eccessiva’ non in assoluto ma rispetto ai contributi versati e alle possibilità del Paese”. Per l’ex ministra del Lavoro, riguardo alla staffetta generazionale che sarebbe indotta da misure di ingresso anticipato alla quiescenza, spiega che “mantenere età di pensionamento come se la longevità non fosse aumentata è un errore. Quando l’economia funziona bene, tutte le persone in età da lavoro, donne, giovani e non giovani, hanno un’opportunità. Il paradigma ‘esci tu ed entro io’ è sbagliato”.

LA DECISIONE INPS SU PENSIONAMENTI SCUOLA

In tema di riforma pensioni, in un articolo su Avvenire viene ricordato che, a causa di una lavorazione dei dati più articolata del previsto, l’Inps ha deciso che quanti nella scuola “cessano dal servizio con riscontro negativo per un assegno ex Fornero ma che intendono accedere a Quota 100, pur senza averla richiesta inizialmente entro i termini ministeriali, potranno ottenere una seconda certificazione solo se risulti presentata all’Inps entro il 28 febbraio 2020 la dovuta domanda di pensione telematica per Quota 100. Chi non rientra in queste condizioni resta escluso dai pensionamenti di quest’anno. L’Inps accoglie invece le richieste per la pensione anticipata ordinaria ex Fornero di coloro che hanno richiesto la cessazione dal servizio solo in Quota 100. In questo caso gli interessati possiedono di fatto una corrispondente anzianità di servizio più elevata di quella con i requisiti ridotti. Sono inoltre respinte le certificazioni a quanti hanno comunicato una cessazione dal servizio cartacea direttamente alla scuola ed oltre le scadenze di rito”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon torna a difendere Quota 100, ricordando che “ha mandato in pensione 300.000 persone. Ha restituito liberà a quei lavoratori che la Legge Fornero aveva messo in gabbia, imponendo, dalla sera alla mattina, da uno a cinque anni di lavoro in più. È una riforma di cui vado molto orgoglioso perché aiuta i giovani a trovare una collocazione”. Intervistato dalla Verità, l’ex sottosegretario al Lavoro evidenzia che “se confrontiamo il tasso di disoccupazione giovanile precedente alla riforma con quello successivo vediamo che si è passati dal 32,5% al 23,5% con un Pil che l’anno scorso era dello zero virgola”. Dunque, la misura di riforma pensioni del Governo Conte-1 “ha consentito il tanto atteso ricambio generazionale, specialmente in alcuni settori, ricordo ad esempio le ultime assunzioni nella scuola”.

LA CONFERMA DI QUOTA 41

Il Senatore della Lega spiega anche che resta valido il progetto del Carroccio di varare Quota 41, perché “bisogna far uscire chi ha iniziato a lavorare molto giovane. Ed è quanto faremo una volta tornati al Governo, ma ci avrebbe dovuto pensare Conte”, considerando che in ogni caso i soldi per questa misura “ci sono, eccome. Solo che il Governo ha scelto la strada dell’assistenzialismo. È una politica miope e i danni si faranno vedere”. Dal suo punto di vista sarebbe stato meglio ampliare Quota 100, che avrebbe creato posti di lavoro per i giovani, piuttosto che puntare sui bonus come quello babysitter per cui sono stati stanziati più fondi rispetto alle domande.

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