Archivi giornalieri: 21 aprile 2020

il Fatto Quotidiano

Per visualizzare nel browser clicca qui

 

21 Aprile 2020

 

 

La selezione degli articoli da www.ilfattoquotidiano.it e da Il Fatto Quotidiano. In questo caso solo alcuni articoli sono ad accesso libero (free): fare il giornale costa e abbiamo bisogno sempre del vostro sostegno. Abbonandovi. Se volete scriverci: newsletter@ilfattoquotidiano.it. Buona lettura.

Conte sulla fase 2: avanti con giudizio

Il premier parla al Senato e alla Camera, raccoglie per lo più insulti dalle opposizioni e tiene la maggioranza su una linea prudente anche rispetto al Mes. Fase 2: il nodo sarà la App di tracciamento.

Scandalizzarsi per Immuni? Il mio cellulare sa tutto (A. Caporale)

Usa, Trump la butta in rissa e blocca l’immigrazione

Il presidente statunitense ha annunciato su Twitter che sospenderà temporaneamente l’immigrazione: “Dobbiamo proteggere i posti di lavoro del nostro grande Paese”.

I dati di oggi: scendono ancora le persone attualmente positive (-528), le terapie intensive (-102) e i ricoverati (-772). Ancora alto il numero dei morti: 534 persone per un totale di decessi pari 24.648.

Ufficio bilancio della Camera: “Pil a -15% nel primo semestre”

L’Upb prevede per l’Italia un calo “mai registrato nella storia della Repubblica”. Si stima una Cassa integrazione “anche tripla, rispetto alla crisi finanziaria del 2009”.

De Masi e Daverio a Punto Esclamativo!: “Governo bene, nonostante attacchi giornalisti” (De Masi video) – (Daverio video)

 

 

 

Il Piccolo Premier

In tempi di clausura, ci si diverte come si può, anche con vecchi e nuovi giochi di società. Nel nostro ambiente è molto in voga il Piccolo Premier, ultimo della serie Piccolo Chimico, Dolce Forno ecc., ma meno pericoloso. Funziona così: ogni giorno si inventa che il governo cade, o è già morto ma ce […]

di Marco Travaglio

 

 

L’inchiesta nonni

Mancano i dati sui morti di 2 Rsa lombarde su 3

Sulla strage dei nonni nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) sarà concluso a breve – ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, nella conferenza stampa di ieri alle 18 – un nuovo studio dell’Istituto superiore di sanità. Nell’ultimo report dell’Iss, aggiornato al 15 aprile, i numeri erano impressionanti: su un campione di 1.082 Rsa […]

di Gianni Barbacetto

 

 

“Forti pressioni sui medici per portare malati in Fiera”

Il consigliere: “Richieste dai politici regionali” per riempire l’ospedale-flop

di G. B.

 

 

 

L’infettivologo Galli (ospedale Sacco): “Il 4 maggio è troppo presto. Il test del governo è inadatto”

Massimo Galli – Il professore del Sacco: “Lo screening ideato dall’esecutivo non è utile per riaprire tra due settimane. Meglio l’esame pungidito”

di Marco Lillo

 

 

 

Non si può cantare vittoria: ecco perché

Grande agitazione per un test sierologico che c’è, ma non sappiamo a che cosa serva. Grande entusiasmo per un vaccino che non c’è e non sappiamo se arriverà mai. Scarsa organizzazione per la fase 2 che pare stia per arrivare, tenendo conto di quel (poco) che conosciamo oggi di Sars Cov-2. Questo è il momento […]

di Maria Rita Gismondo

 

 

 

Eterogenesi dei fini: Di Battista, stai attento

Nel Paese delle poltrone, Alessandro Di Battista resta colui che due anni fa poteva diventare un importante ministro nel governo gialloverde ma preferì inseguire un sogno imbarcandosi, con moglie e figlio piccolo, per andare a raccontare gli ultimi della terra. Anche per questo va ascoltato quando parla di nomine per lo meno inopportune (la conferma […]

di Antonio Padellaro

 

 

 

Altro che pane: le massaie si danno alla metanfetamina

In tutto il mondo, l’epidemia da Coronavirus ha causato nei supermercati una carenza di carta igienica, lievito, filtri di caffè, fiammiferi, tintura di iodio, pastiglie per il raffreddore, barattoli di vetro e fenilacetone. La causa è apparsa evidente a molti, guardando i post degli amici su Instagram: tantissime persone stanno approfittando del maggiore tempo a […]

di Daniele Luttazzi

 

 

La misura

Reddito di emergenza beffa: arriverà a emergenza finita

Il decreto aprile slitta a maggio: più di tre milioni di lavoratori deboli lasciati soli per 3 mesi

di Marco Palombi

 

 

Al via i (piccoli) prestiti garantiti: soldi in 72 ore

Liquidità – Niente tensione agli sportelli (per ora). Incerti i tempi delle erogazioni sopra 25mila euro

di Patrizia De Rubertis

 

 

 

“La Bce deve poter finanziare direttamente gli Stati dell’Eurozona”

La replica – I 101 economisti dell’appello su Micromega rispondono alle obiezioni di Stefano Feltri

di I promotori dell’appello

 

 

 

Coppie separate, il Covid nega i figli a uno dei genitori

Genitori – Danni collaterali del distanziamento sociale

di Marco Franchi

 

 

Giornata della Shoah – La minaccia perpetua

Pure il virus è sempre colpa degli ebrei Nazi invadono Tik Tok

Il Centro Kantor: “In aumento la teoria dei sionisti untori” Intanto gruppi nostalgici del Reich spopolano sul social

di Michela A.G. Iaccarino

Per disiscriverti da questa newsletter clicca qui

il manifesto

Non solo staliniani e «miscredenti» del virus. In Nord Ossezia è rivolta sociale

Federazione russa. Un fiume di gente si riversa nelle strade urlando «fame» e prova a piantare le tende nella capitale. Arresti e violente cariche della polizia. Imbarazzo a Mosca

La folla ieri nel centro di Vladikavkaz, capitale dell’Ossezia del Nord
La folla ieri nel centro di Vladikavkaz, capitale dell’Ossezia del Nord

Vladikavkaz, capitale della Ossezia settentrionale, repubblica autonoma della Federazione russa, 350 mila abitanti. Scoppia qui la prima rivolta popolare all’epoca di Covid-19.
Già dalle prime ore del mattino un fiume di povera gente, donne, anziani si era riversata ieri in piazza Shtyba dove ha sede il governo della repubblica. I manifestanti urlavano «fame! fame!» chiedendo la riapertura delle aziende in lockdown e le dimissioni del governo. Una rottura violenta del regime di quarantena esemplificato dal fatto che nessuno in piazza indossava le mascherine e non badava in alcuno modo a tenere distanze di sicurezza.

INIZIAVA A GIRARE LA VOCE, poi risultata fondata, che la ribellione era stata organizzata dal gruppo Cittadini dell’Urss, un’organizzazione informale di nostalgici dell’Urss con tinte vagamente staliniane diretta da Vadim Celdiev, un ex soprano prestatosi alla politica convinto che coronavirus non esista e sia semplicemente un’invenzione dei «poteri forti globali» per asservire i popoli. Con il passare delle ore la tensione cresceva con l’arrivo dei reparti speciali della polizia, gli Omon, mentre i manifestanti iniziavano a installare tende con l’intenzione di presidiare giorno e notte la piazza. Veniva anche invitata per una trattativa nella sede del governo una delegazione di manifestanti, ma l’iniziativa non produceva risultati.

LE RICHIESTE DEI DIMOSTRANTI (liberazione dei leaders della protesta arrestati già in mattinata, aiuto economico alla popolazione e dimissioni del governo) venivano tutte respinte. E così nel giro di pochi minuti iniziavano le cariche della polizia per sgomberare la piazza. Malgrado la resistenza dei manifestanti che rispondevano agli attacchi e ai lacrimogeni con una violenta sassaiola, in serata la piazza veniva infine “ripulita”.

Secondo quanto informa il canale telegram Osetia, gli scontri sono proseguiti in altre zona della città e la polizia ha proceduto a rastrellamenti nei quartieri periferici. Tutti gli accessi stradali alla città sono ora stati sigillati mentre sui tetti delle case continuano a volteggiare gli elicotteri.

PER MOLTE ORE le principali agenzie di notizie russe, non si sa se imbarazzate o rispondendo a qualche direttiva, non hanno informato di quanto stava succedendo. Kommersant il quotidiano di Confindustria, quasi ad esorcizzare quanto stava avvenendo nel Caucaso ha messo in rilievo solo l’elemento caricaturale, sottolineando come la manifestazione fosse stata indetta da un gruppo staliniano e cospirazionista. «La manifestazione di “miscredenti nel coronavirus” non può essere definita spontanea: circa un mese fa, era stata indetta da un ex cantante lirico, Vadim Cheldiev. Dall’introduzione della quarantena, sul suo canale Telegram egli esortava alla ribellione contro la “cospirazione mondiale” e chiedeva “verità”, accusando i medici che lavorano nelle aree “sporche” degli ospedali di cospirare con il governo», chiosava il giornale moscovita.

In serata i politici locali hanno evitato di farsi vedere in tv. Sugli schermi intanto i medici affermabano che «la scelta di scendere in piazza è stata un disastro sanitario e provocherà un focolaio immenso».

ORA IN MOLTI SI CHIEDONO se la scintilla di Vladikazakaz potrebbe estendersi in tutto il paese. Difficile dirlo. La miseria e la disperazione sociale osseta non è generalizzabile a tutta la Russia. Molti commercianti di quella regione hanno attività in nero e quindi né loro né i loro dipendenti possono ricevere gli aiuti finanziari decisi da Putin. Tuttavia più passano i giorni e più i segnali di cedimento della coesione sociale iniziano a manifestarsi in varie provincie e la proverbiale pazienza dei russi potrebbe essere sul punto di finire.

L’attacco al 25 aprile

L’attacco al 25 aprile

Festa della Liberazione

25-aprile-sempreL’attacco al 25 aprile
di Francesco Casula

Anche quest’anno prosegue l’attacco al 25 aprile: il neofascista Ignazio La Russa propone di trasformarlo in una “Giornata per ricordare le vittime del Coronavirus e i caduti di tutte le guerre”.
Una vera e propria sciocchezza sesquipedale, che al di là della strumentalizzazione dei morti per la corona virus, nasconde un’insidia pericolosa: equiparare i “morti di tutte le guerre”, anche se in realtà pensa segnatamente ai morti durante la Resistenza, che ha visto contrapposti fascisti e antifascisti.

Sia ben chiaro: per i morti, per tutti i morti non possiamo che nutrire e riversare tutta intera la nostra pietas: ma per favore senza metter sullo stesso piano oppressi e oppressori; chi si batteva per la libertà e chi invece ce la voleva togliere ed eliminare.

Tener viva la memoria, la verità, significa ricordare a chi lo dimentica e a chi non l’ha mai saputo cos’è stato il fascismo, compreso il suo epilogo con la RSI (Repubblica sociale italiana di Salò): fu uno stato fondato sulla tortura, sulla persecuzione razziale e politica, sulla distruzione fisica degli avversari, sulla delazione: né sessanta né cento anni bastano a cancellare tutto questo. [segue]

Né basteranno per farci dimenticare i ben 900 campi di sterminio e di concentramento disseminati soprattutto in Germania e nell’Europa orientale ma anche in Italia (Fossoli, Bolzano, Trieste, Borgo San Dalmazzo-Cuneo), con milioni di innocenti sterminati.

Si dirà che è roba vecchia, consegnata ormai al passato remoto; che il fascismo è morto e dunque serve solo all’antifascismo per vivere di rendita, parassitariamente.

Può darsi.
Ma pensiamo veramente che siano morte e sepolte le coordinate ideologiche, culturali e persino economiche e sociali che hanno fatto nascere, alimentato e fatto crescere e vivere il fascismo? Pensiamo sul serio che la cultura – o meglio l’incultura – della guerra e della violenza, del sopruso e della sopraffazione, dell’esclusione e dell’intolleranza, dell’ipocrisia e del perbenismo, del servilismo e dell’informazione addomesticata e velinara, sia morta per sempre?

E gli inquietanti fenomeni – soprattutto giovanili – di rinascita e affermazione di Movimenti che si ispirano al nazifascismo? Roba vecchia anche questa o drammaticamente nuova e attuale?

Si dirà che comunque il Fascismo ha realizzato opere meritorie e importanti, ad iniziare dalla Sardegna: ma, di grazia, quali?

A tal proposito, ecco quanto sostiene nella sua bella e interessante “Storia della Sardegna” (pag.914) Raimondo Carta-Raspi: «Anche della Sardegna appariranno, in libri e riviste, descrizioni e fotografie delle ”opere del regime” durante il ventennio. Favole per l’oltremare, per chi non conosceva le condizioni dell’Isola. V’erano sempre incluse la diga del Tirso, già in potenza dal 1923, le Bonifiche d’Arborea, iniziate fin dal 1919 e perfino il Palazzo comunale di Cagliari, costruito nel 1927. Capolavoro del fascismo fu invece la creazione di Carbonia, per l’estrazione del carbone autarchico, che non doveva apportare alcun beneficio all’Isola e doveva costare centinaia di milioni e poi miliardi che tanto meglio si sarebbero potuti investire in Sardegna, anche per la trasformazione del Sulcis in zona di colonizzazione agraria… più volte Mussolini aveva fatto grandi promesse alla Sardegna e aveva pure stanziato un miliardo da rateare in dieci anni. Era stato tutto fumo, anche perché né i ras né i gerarchi e i deputati isolani osarono chiedergli fede alle promesse».

Che si continui dunque nella celebrazione del 25 Aprile come Festa della Liberazione, ma soprattutto come momento e occasione di studio, di discussione sul nostro passato che non possiamo né rimuovere, né recidere né dimenticare. Dobbiamo anzi disseppellirlo, non per riproporre vecchie divisioni e steccati ormai anacronistici e superati ma per creare concordia e unità: però nella chiarezza. Evitando dunque il pericolo e il rischio, corso spesso negli anni, di ridurre il 25 aprile a rito unanimistico o, peggio, a semplice liturgia celebrativa. Magari accompagnato dal tricolore e dall’orrendo bolso e vieto Inno guerresco di Fratelli d’Italia.