Archivi giornalieri: 10 aprile 2020

Coronavirus

 

Coronavirus: la Regione vicina alle persone
43 milioni di bonus affitto per aiutare famiglie e cittadini in difficoltà a causa dell’emergenza. Risorse ai Comuni, un sostegno concreto per essere vicini alle persone. Per info sui requisiti e la procedura vai su: regione.lazio.it/bonusaffitti

“Buono spesa”: 21 milioni di euro a sostegno delle famiglie in difficoltà economica. È riservato all’acquisto di cibo, alla distribuzione di pacchi alimentari, alla copertura dei costi sostenuti per i medicinali. Tra i requisiti richiesti, l’essere in carico ai servizi sociali comunali oppure trovarsi in una situazione di bisogno a causa dell’emergenza derivante dall’epidemia, previa autocertificazione soggetta a successiva verifica. Info qui: https://bit.ly/2QYr9os

Spesa facile. Un nuovo servizio gratuito e riservato alle persone che hanno bisogno di un aiuto. A chi si rivolge? Persone che hanno l’obbligo di restare in casa; persone non autosufficienti; persone immunodepresse e/o con patologie croniche; persone anziane; donne in gravidanza; persone impegnate nei servizi sanitari e nella gestione dell’emergenza che hanno difficoltà a fare la spesa;  persone che comunque sono impossibilitate a raggiungere i beni di prima necessità. Info qui: https://bit.ly/2JsfOJd

Attivo un nuovo servizio di assistenza psicologica per i cittadini. A disposizione il numero verde 800.118.800 Info su salutelazio.it/sostegno-psicologico

Resta a casa, aiuta il sistema sanitario, salva vite!

#iorestoacasa

 

Per restare sempre aggiornato sulle iniziative della Regione Lazio puoi seguire la pagina Facebook, l’account Twitter o il canale Linkedin

 

Questo messaggio viene inviato in osservanza della normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali di cui al Regolamento UE 2016/679 e al D.Lgs 196/2003, come modificato dal D.Lgs 101/2018. Precisiamo che nella realizzazione di un eventuale file allegato sono state osservate tutte le norme di sicurezza al fine di garantire che il file sia libero da virus. Tuttavia, Internet non garantisce la totale neutralità dal punto di vista dei virus e affini, pertanto si declina ogni responsabilità in relazione alla trasmissione delle nostre e-mail. Per ogni necessità può scrivere all’indirizzo newsletter@regione.lazio.it. Se non è più interessato a ricevere la newsletter, può effettuare la cancellazione tramite il link apposito cancellami dalla lista.

Privacy © 2016 Regione Lazio

Venerdi Santo

 

Venerdì Santo


Nome: Venerdì Santo
Titolo: La passione del Signore
Ricorrenza: 10 aprile
Tipologia: Commemorazione

La Chiesa con la meditazione della passione dei Cristo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l’Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all’altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all’altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell’uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.

La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell’adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica.

La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.

Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell’amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l’alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell’Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.

la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l’uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall’albero della croce.

l’Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell’attenzione: non è semplicemente un’immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e velata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un’esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi

La Via Crucis

GESÙ NEL GETSEMANI

Prima Stazione Gesù nel campo degli ulivi

* dal vangelo secondo Luca. 22, 39-46

Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

GESÙ TRADITO DA GIUDA

Seconda Stazione Gesù tradito da Giuda

* dal Vangelo secondo Luca. 22, 47-53

Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a lui per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l’orecchio, lo guarì . Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l’impero delle tenebre».

GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO

Terza Stazione Gesù è condannato dal sinedrio

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 66-71

Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

GESÙ RINNEGATO DA PIETRO

Quarta Stazione Gesù rinnegato da Pietro

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 54-62

Dopo averlo preso, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.

GESÙ È GIUDICATO DA PILATO

Quinta Stazione Gesù è giudicato da Ponzio Pilato

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 13-25

Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest’uomo come sobillatore del popolo; ecco, l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE

Sesta Stazione Gesù flagellato e coronato di spine

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 63-65

Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 2-3

I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE

Settima Stazione Gesù è incaricato della croce

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20

Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE

Ottava Stazione è aiutato dal cireneo a portare la croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26

Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME

Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-31

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

GESÙ È CROCIFISSO

Decima Stazione Gesù è crocifisso

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 33-38

Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE

Undicesima Stazione Gesù promette il suo regno al buon ladrone

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 39-43

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO

Dodicesima Stazione Gesù in croce, la madre e il discepolo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

GESÙ MUORE SULLA CROCE

Tredicesima Stazione Gesù muore sulla croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 44-47

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest’uomo era giusto».

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Quattordicesima Stazione Gesù è deposto nel sepolcro

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 50-54

C’era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato.

il manifesto del 10/04/2020

Economia

Eurogruppo, compromesso sul Mes senza condizioni per le spese sanitarie causate dal virus

Misure tampone. Il credito dal «fondo salva stati» sarà usato solo per le spese sanitarie. Gualtieri (Mef): «Abbiamo messo sul tavolo i bond europei». Per Salvini è una “caporetto” e annuncia una sfiducia per Gualtieri. Sul «Fondo per la ripresa» la decisione è rinviata ai capi di governo al Consiglio europeo dopo pasqua

La Cancelliera Angela Merkel e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
La Cancelliera Angela Merkel e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Compromesso sul Mes solo per le spese sanitarie senza condizioni, cioè l’austerità; sul ruolo del Banca europea degli investimenti e sul meccanismo anti-disoccupazione «Eurobond» della Commissione Ue. Nelle conclusione dell’Eurogruppo dei 27 ministri economici, il più lungo della storia europea, non si parla degli «Eurobond». La discussione sulla proposta franco-tedesca del «fondo per la ripresa» è stata rinviata alla riunione dei capi di stato in un consiglio europeo da tenere dopo pasqua. Nelle trattative preliminari il presidente Mario Centeno aveva già annunciato che l’accordo era vicino, ma l’incontro telematico è stato rinviato più volte. In serata a Centeno è stato dato l’incarico di inviare una lettera ai capi di governo, separando il problema del fondo comune dalle conclusioni del vertice. Alle conclusioni hanno lavorato in particolare Francia, Germania, Italia e Olanda che in mattinata si era presentata con due mozioni parlamentari contro le modifiche del Mes e l’ipotesi del fondo comune. Le sue posizioni si sono ammorbidite nel corso di una giornata frenetica.

«IL SOLO REQUISITO per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al Covid-19 – si è letto nelle conclusioni dell’Eurogruppo – La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità».

«NELL’AMBITO DEL MES abbiamo concordato di usare una linea di credito mai usata prima» ha detto il direttore generale del Mes, Klaus Regling al termine dell’Eurogruppo. La misura è definita «Sostegno alla crisi della pandemia» e permetterà «a tutti gli Stati dell’eurozona di attingere al credito, per sostenere il finanziamento di spese sanitarie collegate al Covid-19, per un ammontare fino al 2% del Pil». I fondi possono essere attivati in due settimane. Per l’Italia sarebbero previsti circa 35 miliardi, poco più del totale previsto per il decreto Cura Italia.

«LE LINEE di credito sono delle polizze di assicurazione» ha detto il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, pensate per risarcire un danno e non come un prestito da restituire con gli interessi. L’Italia è il terzo contributore in Europa di questo meccanismo con 18 miliardi di euro.

«SONO STATI MESSI sul tavolo i bond europei, e sono state tolte dal tavolo le condizionalità del Mes. Ai paesi che vorranno farvi ricorso, sarà possibile accedere a una nuova linea di credito dedicata unicamente all’emergenza sanitaria, che sarà totalmente priva di ogni condizionalità presente e futura. Consegniamo al Consiglio europeo una proposta ambiziosa. Ci batteremo per realizzarla» ha commentato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

GUALTIERI non ha chiarito se il governo italiano intende fare ricorso a questa linea di credito del Mes né, eventualmente, in quali tempi. Il governo si era ufficialmente presentato al tavolo con un netto rifiuto del Mesl Lo stesso Gualtieri, solo poche ore prima dell’accordo, aveva definito in un’intervista a Il Sole 24 ore il Mes «uno strumento non adatto» per affrontare la crisi. Al termine della giornata il governo ha ottenuto un riferimento generico a un bond comune che non è l’”Eurobond” bocciato chiaramente ieri mattina dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Potrebbe essere un titolo vicino a quello pensato nell’accordo tra Francia e Germania che hanno trovato l’intesa sul fondo comune della ripresa che non sembra al momento essere la stessa cosa. Prima del compromesso all’Eurogruppo non è sembrato opportuno al governo italiano accodarsi all’intesa franco-tedesca, mantenendo la linea No al Mes, sì all’Eurobond.

QUESTO SLOGAN non è stato solo controproducente, ha cancellato la linea diplomatica seguita dal governo in questi giorni e, del resto, annunciata dallo stesso premier Conte in alcuni virgolettati riportati dal Financial Times 19 marzo scorso. Roma ha trattato per cambiare gli scopi del Mes, limitatamente alle spese sanitarie. Lo hanno confermato alcune fonti dal Ministero dell’Economia che, dopo mezzanotte, hanno ritenuto opportuno precisare che sulla creazione di una nuova linea di credito del Mes «non ci sono richieste di austerità o aggiustamento del deficit, ma si chiede solo che i fondi e le risorse per affrontare le spese sanitarie. Si tratta di un radicale cambiamento della normale operatività del Mes».

LA CONFUSIONE tra la linea ufficiale annunciata e la diplomazia reale su un tema delicato per la politica italiana ha provocato l’immediata reazione di chi considera la stessa possibilità di richiedere tale credito “una caporetto” ha detto Matteo Salvini. Il segretario della Lega presenterà una mozione di sfiducia per il ministro Gualtieri. «Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c’è il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro». Per Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) il compromesso raggiunto ieri sera è «una messa sotto tutela» dell’Italia.

LE PRIME VOCI CONTRARIE si sono ascoltate ieri notte anche dalle parti dei Cinque Stelle. «Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto», avverte il senatore MIchele Giarrusso.Da sempre contrari ad ogni ricorso al Mes, non si contano le dichiarazioni in questo senso delle ultime ore, i Cinque Stelle dovranno affrontare quella che sembra una contraddizione rispetto alla loro linea politica. «Non è un sì al Mes, siamo stati chiari, mi aspetto che il presidente faccia ciò che ha dichiarato in questi giorni e che noi dichiariamo da anni! Aspetto che parli il presidente Conte» ha detto il sottosegretario M5S all’Economia Alessio Villarosa. Non dev’essere stato consultato dal suo ministro durante le trattative. Fino a mezzanotte e mezza Conte non ha parlato.

«NON E’una mediazione ma una capitolazione. Ha pesato il fatto che l’Italia continua a non chiedere che la Bce faccia il mestiere delle banche centrali – ha commentato il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo – Il Presidente del Consiglio aveva detto no al Mes. Mantenga la parola».

DA BERLINO sugli Eurobond nella mattina di ieri era già giunto un segnale politico. In una video conferenza con i dirigenti del suo partito Cdu la cancelliera Angela Merkel ha detto una parola chiara, e definitiva, su un equivoco tutto italiano, alimentato anche dal governo. «Voi sapete – ha detto – che io non credo che si dovrebbe avere una garanzia comune dei debiti e perciò respingiamo gli eurobond». Dunque, sui cosiddetti «coronabond», che indica titoli di debito comune per finanziare la crisi provocata dal coronavirus, «non c’è consenso politico». Con i tre strumenti «su cui spero si possa raggiungere un accordo» si mettono a disposizione «molti miliardi di euro» ha aggiunto Merkel indicando l’oggetto della trattativa: il coordinamento fra il Mes, l’ampliamento della Bei e il programma Sure. Insieme questi strumenti – nei primi due casi da ripensare e nell’ultimo da istituire da parte della Commissione Ue – non sembrano invece essere all’altezza dell’enormità delle cifre di cui ci sarebbe bisogno per finanziare una risposta. Si parla infatti di un totale poco superiore ai 500 miliardi di euro (tra Mes, Bei e Sure), mentre ne occorrerebbe almeno 1500 per dare solo una prima risposta.

QUESTA CIFRA è stata ipotizzata dai commissari Ue all’economia e al mercato interno Paolo Gentiloni e Thierry Breton. Ieri però è stata ridimensionata da una valutazione fatta dal ministro francese delle finanze Bruno Le Maire secondo il quale la somma mobilitata da tutto il pacchetto delle misure è di mille miliardi. Oltre ai cinquecento stanziati complessivamente dalle altre misure, il “fondo comune” dovrebbe consistere in 500 miliardi, ovvero un terzo del totale previsto da Gentiloni e Breton. Il fondo, ha precisato Le Maire avrà un oggetto specifico e sarà limitato nel tempo, restano da definire le modalità di finanziamento. Tutte le opzioni sono aperte e tra queste ci potrebbe essere un debito comune fatto attraverso emissioni di titoli da parte della Commissione Europea.Lo ha confermato ieri notte il Commissario Ue Paolo Gentiloni secondo il quale il fondo per la ripresa «dovrebbe essere collegato al bilancio Ue». La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen «presenterà la proposta» di Bruxelles «sul nuovo bilancio alla fine di questo mese»..

SUL FONDO COMUNE per la ripresa c’è una discussione tra Parigi e Berlino. Non sono state ancora definite le modalità, la tempistica e il soggetto che dovrebbe gestire il fondo finanziato con obbligazioni che concede un prestito per una durata limitata e vincolata all’obiettivo degli investimenti nella sanità, settore automobilistico, trasporto aereo, tecnologie come il 5G. Sono questi settori elencati dallo stesso Le Maire in un’intervista al Financial Times del 1 aprile.
.
L’IPOTESI generale è stata considerata positivamente» dalla presidente della Bce Christine Lagarde: «È un fondo di ricostruzione che sia finanziato collettivamente, vale a dire dove si mettano insieme tutti i sottoscrittori, i migliori e quelli meno buoni, sarebbe magnifica» ha detto.

IL COMMISSARIO UE all’economia Gentiloni ha parlato di «un pacchetto di dimensioni senza precedenti». E’ tuttavia possibile che gli importi delle misure – che non è escluso siano aumentate – risultino inadeguati per sostenere la gravità dei danni e coprire una parte delle risorse necessarie ai paesi colpiti dalla crisi, a cominciare dall’Italia. I veti incrociati tra i governi, e i limiti dell’azione politica del governo Merkel condizionato da una parte della Cdu e dalla destra di Alternative für deutschland, hanno confinato la ricerca di nuovi strumenti a uno strumentario che appare inadeguato per affrontare la nuova crisi e, per di più, soggetto al ritorno dell’austerità una volta terminata l’emergenza di cui ancora non si conosce né la durata, né i veri costi. Non è detto che i governi siano in grado di rispettarla nei prossimi dieci o vent’anni. Si resta molto lontani dall’alternativa che potrebbe essere incentrata sul carattere pubblico della Banca Centrale Europea come prestatrice di ultima istanza e garante illimitato del debito pubblico degli Stati, oltre che da una comune politica economica a livello europeo. Le condizioni politiche non ci sono.