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Archivi giornalieri: 2 dicembre 2015
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Jobs Act
Nuovo articolo 18, Jobs Act si applica anche agli statali
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24157/2015, ha stabilito che l’ articolo 18 della L. 300/1970, ovvero dello Statuto dei Lavoratori, così come riformato dalla L. 92/2012, cd Legge Fornero, trova applicazione anche nei confronti del personale pubblico “contrattualizzato” con esclusione dei magistrati, dei professori universitari, dei militari e del personale della carriera prefettizia.
Non vi sono infatti distinzioni tra lavoro privato e pubblico in base a quanto previsto dal Testo unico del pubblico impiego così come emerge dall’art. 51 del D. lgs 165/2001 laddove si afferma che lo statuto dei lavoratori, con tutte le successive modificazioni ed integrazioni si applica alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti.
Il contenzioso riguarda fatti durante i quali era ancora in vigore la legge Fornero, ma di conseguenza l’applicazione del principio sarà indubbiamente esteso anche al nuovo articolo 18 così come riformato dal Jobs Act.
Per la Corte di Cassazione, il T.U. del Pubblico Impiego (art. 51 del D.Lgs. n. 165/2001) stabilisce che lo Statuto dei lavoratori L. 300/1970 e successive modificazioni e integrazioni, si debba applicare non solo al comparto privato, ma anche ai lavoratori assunti presso le pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti.
Il nuovo articolo 18 per gli statali
L’estensione dell’applicazione dell’articolo 18 così come riformato nel tempo, quindi è automatica. Di conseguenza anche il meccanismo del contratto a tutele crescenti, introdotto con il D. lgs 23/2015 in attuazione del Jobs Act, di cui la Cassazione non parla perché chiamata a pronunciarsi su una vicenda di tre anni prima, dovrà essere applicato con alcune ovvie eccezioni ai dipendenti statali il cui contratto è iniziato dopo l’entrata in vigore della norma in parola.
Per cui nel silenzio della legge, che non esclude esplicitamente gli statali, questa sentenza spiana la strada all’abolizione dell’articolo 18 anche a questa categoria di lavoratori.
Cassazione sentenza n. 24157/2015
Cassazione sentenza numero 24157/2015 (230,1 KiB, 19 hits)
Lavoro e Diritti
Mobilità in deroga, precisazioni sulla concessione di proroga
Con Messaggio numero 7189 del 27 novembre 2015 l’INPS fornisce ulteriori chiarimenti in merito ai periodi di concessione di proroga di mobilità in deroga.
L’INPS ricorda che come già indicato nella circolare n. 107 del 27 maggio 2015 i decreti regionali di concessione di mobilità in deroga non possono prevedere concessioni di trattamenti di mobilità in deroga per periodi non continuativi rispetto all’evento del licenziamento o rispetto a trattamenti già conclusi.
Quanto sottolineato sopra vale anche per i lavoratori in mobilità in deroga che interrompono la fruizione del trattamento per iniziare un’attività di lavoro a tempo determinato.
Pertanto, nei casi sopra descritti, non si potrà dar corso alla decretazione regionale e, nel contempo, le Sedi territorialmente competenti, dovranno informare, per il tramite delle Sedi Regionali di riferimento, la Regione o Provincia autonoma interessata, sull’impossibilità per l’Istituto di dare esecuzione al provvedimento concessorio.
Circolare INPS numero 107 del 27-05-2015 (1,5 MiB, 39 hits)
Link esterno: INPS
Diritti.it
Stage e tirocini, guide gratuite dell’ISFOL
L’ISFOL, ente pubblico di ricerca sui temi della formazione, delle politiche sociali e del lavoro, ha pubblicato sul proprio portale, le nuove edizioni dei manuali Isfol dedicati a stage e tirocini.
I manuali, che si trovano già rispettivamente alla seconda e alla quarta edizione sono:
- Il Manuale del tirocinante. Guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda edizione);
- Manuale dello stage in Europa (quarta edizione).
Sono due guide gratuite e indispensabili per i giovani che vogliono affrontare questo tipo di esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale, in quanto primo passo nel mondo del lavoro.
Stage e tirocini, due guide pratiche dall’ISFOL
Inesperienza, mancanza di informazioni, incertezza frenano talvolta i ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione, offrendo anche consigli e suggerimenti utili.
I manuali, completamente aggiornati nei contenuti, sono entrambi strutturati in due parti. La prima più teorica, che illustra lo strumento e ne spiega la natura. La seconda del tutto pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio.
Il tirocinio consiste in un periodo di orientamento e di formazione on the job. In particolare Il Manuale del tirocinante si occupa dei tirocini extracurriculari, vale a dire quelli destinati a inoccupati, disoccupati e a giovani che hanno concluso gli studi, per agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro. La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni utilizzano questo strumento, è corredata da dettagliate schede che illustrano le norme previste in ogni singola Regione, con indicazioni su: tipologie, destinatari e durata; soggetti ospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo; diritti e doveri; indennità (dal 2013 è prevista un’indennità regolata dalle Regioni, che va dai 300 ai 600 euro); attestazione; riferimenti legislativi. Inoltre nel manuale vengono dati consigli su come valorizzare la propria esperienza al fine di trovare un impiego.
Il Manuale dello stage in Europa è anch’esso un guida pratica e di facile consultazione, corredata in questo caso di 33 schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio Economico Europeo, oltre alla Serbia e alla Turchia, membri non Ue della Rete Euroguidance), con indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese dove si è deciso di andare. Un vademecum fondamentale per cogliere questa opportunità, il miglior biglietto da visita per entrare nel mondo del lavoro.
Nei Manuali viene presentato un ricco elenco di aziende italiane, grandi e non solo, che hanno sedi o consociate nei singoli Paesi europei, dove potrebbe essere strategico fare un tirocinio per essere presi maggiormente in considerazione, una volta tornati a casa.
Stage e tirocini, ecco le guide gratuite in formato PDF
Il Manuale del tirocinante (8,9 MiB, 43 hits)
Legge di Stabilità
Legge di Stabilità: In Veneto, i sindacati a fianco dei Patronati contro i tagli
Anche in Veneto, Cgil, Cisl e Uil aderiscono alla campagna di comunicazione «A sostegno dei Patronati #iocimettolafaccia #xidiritti». Lo hanno annunciato oggi, durante un incontro con la stampa, i segretari generali regionali Elena Di Gregorio, Franca Porto e Gerardo Colamarco, insieme ai rispettivi responsabili dei patronati.
L’iniziativa prevede una campagna selfie, con la quale si invitano i cittadini (utenti, amici, operatori) a dichiarare il proprio sostegno a favore dei patronati con un autoscatto che dovrà essere condiviso sui canali ufficiali della campagna (sito: www.tituteliamo.it; facebook: Facebook.com/tituteliamo; twitter: @tituteliamo), previo rilascio della liberatoria.
Questo perché la legge di Stabilità 2016 intende intervenire pesantemente, per il secondo anno consecutivo, sul Fondo Patronati, proponendo un taglio di 28 milioni di euro (che erano addirittura 48 in prima stesura). Tale intervento si aggiunge a quello di 35 milioni già definito e prelevato lo scorso anno, frutto di una enorme riduzione della cifra inizialmente ipotizzata, ottenuta grazie alla straordinaria mobilitazione degli operatori dei Patronati, alla sensibilità di tanti Parlamentari e al milione e 180.000 firme dei cittadini che hanno sottoscritto una petizione popolare.
I sindacati e i patronati veneti denunciano soprattutto il carattere, ancora una volta strutturale, della riduzione delle risorse, con un ulteriore intervento sull’aliquota di alimentazione del fondo che, solo nel prossimo triennio, prevede un taglio del finanziamento, rispetto a quanto si attendeva fino allo scorso anno, di ben 224 milioni di euro per il periodo 2015 – 2018, con conseguenze irrecuperabili sull’assistenza dei cittadini in Italia e all’estero. La situazione risulta ancora più grave se si considera il ritardo cronico che affligge i pagamenti dei saldi dovuti e la riduzione degli acconti.
Per capire la portata della questione, si pensi che ogni anno solo in Veneto si rivolgono ai patronati oltre 670.000 persone. La maggior parte delle pratiche svolte nelle 167 sedi presenti in regione (530.000) riguarda l’area previdenziale (l’accesso alle pensione, le salvaguardie, la verifica dei contributi) in cui sono incluse anche 225.000 richieste di prestazioni a sostegno del reddito (mobilità, indennità di disoccupazione, maternità e congedi, assegni al nucleo familiare). Seguono le prestazioni assistenziali (106.000) quali ad esempio le invalidità civili, le indennità di accompagnamento ed il rinnovo dei titoli di soggiorno, e tutto il capitolo dei danni da lavoro (infortuni e malattie professionali), in costante aumento (quasi 32.000 a fronte degli 11.000 di qualche anno fa).
Da gennaio 2016, la funzionalità degli uffici e il corretto pagamento degli stipendi risulteranno a rischio. L’anno scorso, per poter continuare a garantire la tutela a tutti i cittadini, i Patronati d’Italia avevano accolto positivamente la richiesta del Governo di mettere subito in atto una riforma, con la promessa di non ricorrere a tagli ulteriori. Pur consapevoli delle conseguenze organizzative e finanziarie, Ital. Inas, Inca e Acli avevano creduto in una revisione improntata alla razionalizzazione del “sistema”, alla trasparenza nell’utilizzo delle risorse e all’ampliamento dell’attività con interventi territoriali sul welfare. Il CE.PA. ha atteso e sollecitato i decreti del Ministero del Lavoro, ma la promessa di non procedere ad ulteriori revisioni dello stanziamento al Fondo non è stata mantenuta. Tale impostazione conferma la volontà del governo di far ricadere sui cittadini l’onere di far pagare loro quanto finora era fornito dai Patronati in forma assolutamente gratuita e universale cercando quindi di eliminare gli enti intermedi tra cittadino, lavoratore, pensionato e pubblica amministrazione.
Al di là del merito dei decreti, è ridicolo che negli stessi si richiami la dicitura “sentiti i patronati”, come se ci fosse stato un reale confronto su tali importanti novità. Niente di tutto ciò è avvenuto, fatto salvo un incontro veloce prima dell’estate, a cui è seguito un silenzio totale che ha lasciato i patronati nella totale incertezza e confusione circa la definizione di norme che inevitabilmente devono regolare questa materia. Per questi motivi il giudizio del CE.PA. si conferma negativo sia nel metodo che nel merito. Qualsiasi taglio, anche se venisse ridotto della metà, lascia inalterata la preoccupazione di non riuscire a sopportare un ulteriore sacrificio, senza che vi siano significative ricadute occupazionali e sull’attività svolta.
Uil Veneto, Cisl Veneto, Cgil Veneto, a fianco dei loro patronati Ital, Inas, Inca e dei patronati Acli, continuerà la mobilitazione e l’opera di controinformazione verso i cittadini e i parlamentari fino all’ultimo minuto utile per cambiare una norma sbagliata tesa a colpire quegli enti tanto indispensabili per i cittadini quanto preziosi per la stessa Pubblica Amministrazione.
Tagli ai Patronati
Tagli ai Patronati: Acli, Inas, Inca, Ital chiedono incontro urgente alla Presidente della Camera
“Dopo le firme, i cittadini ci mettono la faccia contro i tagli al Fondo Patronati”. In una lettera inviata alla Presidente della Camera verso cui rivolgono la richiesta di un incontro urgente, Acli, Inas, Inca e Ital ribadiscono la loro ferma contrarietà ad ogni ipotesi di riduzione delle risorse del Fondo ministeriale e chiedono la soppressione della norma contenuta nella legge di Stabilità.
“In questi giorni la Camera dei Deputati è chiamata a esaminare la legge di stabilità, che all’art. 1 comma 344, taglia di 28 milioni di euro il Fondo Patronati e riduce sia l’aliquota contributiva che lo alimenta, sia l’acconto sull’attività già realizzata. Si tratta di una misura che, se approvata, metterebbe in ginocchio l’esistenza dei Patronati che scontano già il taglio strutturale di 35 milioni dello scorso anno, arrivando a registrare, dal 2015 in poi, un totale annuo di riduzione di risorse di 63 milioni di euro”.
“Per questa ragione, i patronati aderenti al Ce.pa (Acli, Inas, Inca, Ital) hanno chiesto alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, un incontro urgente da svolgersi prima che la manovra finanziaria sia licenziata dal Parlamento, con la richiesta di fare le dovute pressioni affinché sia cancellata la norma sui tagli ai patronati, unica alternativa per consentire a questi istituti di poter continuare la loro attività di tutela gratuita nei confronti dei cittadini, soprattutto i più bisognosi”.
“Pur avendo apprezzato il maxiemendamento – si legge nella lettera indirizzata alla Presidente Boldrini – approvato al Senato della Repubblica, con il quale è stato ridotto il taglio di 48 milioni di euro originariamente previsto nella prima stesura della legge di Stabilità, restiamo profondamente preoccupati.”
“Dovremmo affrontare – precisano nella nota i patronati Ce.Pa – una dolorosa riduzione del personale che con impegno e passione ogni giorno lavora a contatto con tutti i cittadini italiani e immigrati che vivono nel nostro paese o all’estero. Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti dei nostri sportelli e i cittadini sarebbero quindi lasciati in balia del mercato privato dei consulenti, con l’aggravante di dover pagare per ottenere prestazioni previdenziali e socio-assistenziali cui hanno diritto.”
Uno scenario contro il quale, precisa il Ce.Pa, “continuiamo a ricevere significativi attestati di solidarietà non solo da parte di deputati e senatori, ma anche degli Enti previdenziali (Inps e Inail), che hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle risorse per noi metta in pericolo il loro stesso funzionamento”.
“Solo lo scorso anno un milione e 182.413 mila persone hanno firmato una petizione chiedendo al Parlamento di cancellare del tutto una norma ingiusta che ha già rischiato di mettere una pietra tombale sul diritto alla tutela gratuita. Quest’anno i cittadini hanno deciso di ribadire il proprio “NO ai tagli ai patronati” mettendoci la faccia, sostenendo con un Selfie la Campagna promossa dai Patronati d’Italia (Acli, Inas, Inca e Ital) “#xidiritti #iocimettolafaccia”.
Ogni giorno sono centinaia le foto che raccogliamo dalla rete, con messaggi di solidarietà e appelli rivolti al governo e al Parlamento affinché non sia cancellata la tutela solidaristica e universale gratuita che attualmente offrono i patronati.
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I lavoratori dello sport e dello spettacolo alle prese con i disservizi dell’Inps
L’accorpamento dell’Enpals, Istituto previdenziale per i lavoratori dello sport e dello spettacolo, nell’Inps sta rendendo la vita impossibile ai lavoratori e alle aziende. E’ quanto denunciano in un comunicato stampa congiunto Inca e Slc Cgil.
“L’Istituto ex ENPALS – precisano – rappresentava le particolarità del lavoro di questi settori, che nella maggior parte dei casi, è caratterizzato da discontinuità ed intermittenza nell’arco dell’intera vita lavorativa dei soggetti”.
“Le procedure INPS – aggiungono – mal si adattano a queste particolarità e con la fusione dell’ENPALS, fatta senza disciplinare legislativamente il passaggio, senza produzione di circolari specifiche ed esaustive delle criticità; tutti i problemi rimangono senza risposta; e più il tempo passa e più la matassa si aggroviglia”.
“Nonostante l’impegno dell’INCA e SLC CGIL a segnalare in modo continuativo e insistente all’Istituto tutti i disservizi, ad oggi rimangono tutte le criticità e l’Inps non è neppure in grado di fare una previsione temporale per il ritorno alla normalità”.
Secondo la Cgil e il suo patronato, “le problematiche irrisolte sono numerose: vanno dalla mancata registrazione dei contributi previdenziali per tutto il 2015 che rende impossibile il calcolo dell’effettiva anzianità contributiva per chi vuole andare in pensione, al respingimento delle domande perché non risulta, erroneamente, maturato il diritto; dal pagare in modo sbagliato i nuovi ammortizzatori sociali per i periodi di non lavoro al riconoscere durate inferiori perché non risultano i contributi, dalla “burocratica” lentezza nelle risposte che l’INPS deve dare ai professionisti che lavorano all’estero e in Italia, al non essere in grado di pagare una pensione in “opzione donna” perché non riescono a fare il calcolo”.
“Tutto questo danneggia i lavoratori – osservano Inca e Slc Cgil, che sono professionisti per i quali in Italia hanno pochissimi diritti e tutele. Per questo intendiamo denunciare i pesanti disservizi che si sono generati con la fusione dell’Enpals con l’Inps, che sono superiori alle altre fusioni volute dal legislatore”.
“Non siamo contrari ad un’unica gestione – precisano ancora -, ma le attuali criticità e la mancata soluzione delle stesse ci indigna perché interessano un settore che non ha altri diritti riconosciuti. L’Inps dovrebbe essere orientato al cittadino ma ci sembra soffocare nei meandri della sua stessa burocrazia”.
rassegna sindacale
del 02/12/2015 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Articolo1
adioArticolo1 – Morena Piccinini, presidente Inca, il taglio ai Patronati è illegittimo
“Accompagnamento dall’età più giovane all’età anzianissima. Noi non siamo coloro che compilano le domande di pensione. I cittadini, soprattutto nei piccoli paesi, si rivolgono a noi e sempre più spesso i patronati sono l’elemento essenziale per far funzionare la pubblica amministrazione. Un esempio? Il processo di informatizzazione e telematizzazione dell’Inps, senza il nostro lavoro di assistenza agli anziani non sarebbe stata possibile. Stesso discorso per tutto il lavoro di assistenza ai nostri emigrati che svolgiamo all’estero”.
Così ieri il presidente dell’Inca, Morena Piccinini, ha spiegato a Radio Articolo 1 il ruolo centrale dei patronati nel corso di una intervista curata da Giorgio Sbordoni sui tagli del governo. “Se l’Inps può dire di aver portato a termine la riforma lo deve al fatto che noi abbiamo assorbito tutto quello che non assorbivano più loro. In generale lo Stato dovrebbe esserci grato per quello che facciamo. E invece, al contrario, il governo torna ad usare l’accetta. Il taglio al fondo pubblico per i patronati è stato l’anno scorso di 35 milioni strutturali dal 2015 in poi. Ora se ne aggiungono altri 48, che dopo tutte le proteste dei patronati e dei sindacati confederali ora sono stati ricondotti a 28. Parliamo comunque sempre di 63 milioni. E se le cose dovessero rimanere così, vuol dire che solo l’Inca perderebbe tra i 12 e i 13 milioni”.
Secondo Morena Piccinini così viene rimessa in discussione la funzionalità interna e saranno inevitabili pesanti ricadute sui cittadini. “Te la faranno pagare” è infatti lo slogan scelto per la campagna nazionale contro i tagli del governo. Ma non ci sono solo i tagli brutali. C’è una precisa scelta politica da parte del governo. “Non si vuole fare solo cassa. Accanto al taglio ai patronati c’è un altro messaggio – ha spiegato ieri in radio Piccinini – i patronati si facciano pagare come i commercialisti e i liberi professionisti. Viene cioè rimessa in discussione l’attività gratuita che i patronati svolgono, la natura universalistica del servizio offerto ai cittadini. Vi diamo meno soldi , ma fatevi pagare la prestazione. Fatevi pagare quello che avete finora fatto gratis”.
Il governo Renzi ha fatto una precisa scelta culturale. Fuori dal diritto universale, solo prestazioni a pagamento. Ma c’è anche un altro elemento di fondo che rende illegittima, oltre che violenta la scelta del governo. “Il fondo per i patronati – ricorda la presidente dell’Inca – viene costituito attraverso un prelievo, seppur minimo, dalle buste paga dei lavoratori. Il taglio deciso dal governo, oltre a non apportare un maggior vantaggio al cittadino, rischia di trasformarsi in un vero e proprio furto. Perché la contribuzione non si riduce. E quei soldi dove andranno? Usati per giustificare i tagli della spending review. Altri 28 milioni sono iscritti nel bilancio risparmi del Ministero del lavoro. Ma siamo di fronte ad un uso improprio dei contributi dei lavoratori. Totalmente illegittimo”.
Per rispondere a questa ingiustizia è partita una grande azione di mobilitazione in tutta l’Italia, sia come Inca, sia come Cepa, ovvero tutti i patronati di tutti i sindacati. Anche le tre confederazioni sono mobilitate a tutti i livelli territoriali e in questi giorni si stanno moltiplicando gli incontri con i parlamentari che sempre secondo Morena Piccinini, si stanno dimostrando consapevoli della posta in gioco. Il governo continua però ad attaccare i patronati perché vuole lasciare il cittadino da solo in un mercato senza regole. Ma si sta facendo un errore gravissimo, anche perché “i patronati sono complementari alla pubblica amministrazione”.
Per riascoltare l’intervento di Morena Piccinini nel corso della trasmissione Elleradio è disponibile il podcast sul sito: http://www.radioarticolo1.it/audio/2015/11/30/26408/tagli-ai-patronati-te-la-faranno-pagare-cara-in-studio-m-piccinini-presidente-inca