Eternit: a Torino si apre il processo per omicidio volontario. La CGIL parte civile
Ieri a Torino si è aperto il processo “Eternit bis” in cui la Procura di Torino chiede il rinvio a giudizio per l’omicidio volontario di 258 persone di Stephan Schmidheiny padrone di Eternit con l’udienza preliminare e la costituzione delle “parti offese” e delle parti civili.
Questo secondo atto viene dopo la prescrizione decretata dalla Corte di Cassazione del Novembre scorso e, quindi, con l’annullamento della condanna, prima in primo grado a 16 anni di reclusione e poi. in appello. con la pena aumentata a 18 anni per disastro ambientale doloso permanente e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche.
Quella sentenza ci colpì tutti per il pesante senso di ingiustizia che diffuse in primo luogo nei confronti delle vittime accertate dell’amianto, più di 3000, e dei loro congiunti e in secondo luogo di tutta la popolazione di quei territori dove più alto è stato il numero delle vittime e dove ancora si muore di cancro.
Senso di ingiustizia e di sconfitta per tutte quelle Amministrazioni e Associazioni e che si erano costituite parte civile nel processo per dare continuità alla battaglia per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, in primo luogo l’Associazione dei famigliari e vittime dell’amianto, le Organizzazioni sindacati territoriali e Nazionali tra cui la CGIL Nazionale.
Ieri si è aperto un nuovo capitolo di questa battaglia e, anche in questa occasione, la CGIL, nella persona del Segretario Generale Susanna Camusso, si è costituita parte civile nel processo assieme alle Cgil territoriali, Camerali e Regionale per essere a fianco di tutti i famigliari delle vittime che chiedono giustizia e sia individuato e colpito il colpevole e per far si che non si chiuda un capitolo di un dramma che continuerà a colpirci per anni. Si calcola che il picco dei morti di cancro per l’esposizione alle fibre di amianto si verifichi fra 10 anni.
Questo a dimostrare che il reato non si è concluso con la chiusura delle fabbriche in Piemonte, Emilia Romagna e Campania.
Questo, inoltre, deve spronare tutti coloro che hanno responsabilità politiche e amministrative ad impegnarsi a fondo per le necessarie e urgenti bonifiche ambientali per i troppi siti ancora inquinati o che possono produrre inquinamento da amianto