Archivi giornalieri: 12 maggio 2015
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Ultimissime Lavoro – Fiscale 12/05/2015
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Rimborsi INPS
Rimborsi INPS, come riscuotere il credito
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale contro il blocco pensioni del 2012 e 2013 atteso il decreto del Governo, quindi inizierano i rimborsi INPS: il meccanismo e le ipotesi.
I circa 5,5 milioni di pensionati a cui nel 2012 e 2013 è stata bloccata l’indicizzazione della pensione per effetto della norma della Riforma Fornero ora bocciata dalla Corte Costituzionale si stanno chiedendo come funzioneranno i rimborsi INPS del creditomaturato per effetto della mancata indicizzazione: dopo il decreto del Governo, sarà direttamente l’Istituto previdenziale a provvedere ai rimborsi.
=> Blocco rivalutazione pensioni, sentenza in Gazzetta
Sul tema si sono espressi anche iConsulenti del lavoro con una circolare, secondo la quale i pensionati devono presentare una specifica domanda all’INPS e, nel caso in cui non ricevessero risposta, potrebbero poi presentare ricorso. La situazione è complessa, ma in realtà questa ipotesi sembra adattarsi solo all’ipotetico caso in cui l’Esecutivo decidesse di non intervenire con un apposito provvedimento, conseguentemente alla sentenza della Corte. Situazione solo ipotetica, visto che il Governo ha già ampiamente dichiarato non solo la volontà di emettere un provvedimento specifico, ma anche l’intenzione di farlo in tempi brevi (probabilmente entro metà maggio), proprio per eliminare incertezza procedurali e anche, si potrebbe aggiungere, per evitare ricorsi. Nell’attesa del decreto, vediamo quali sono le possibilità che si delineano per la riscossione del credito.
=> Pensioni: Governo rivaluta gli assegni
Rimborsi INPS automatici
Per quanto riguarda i rimborsi INPS automatici, è fondamentalmente vedere quello che succederà. L’Esecutivo stabilirà, probabilmente per decreto legge (in modo che tutto sia immediatamente operativo), una nuova norma correttiva della Riforma Fornero e in linea con la sentenza della Corte Costituzionale, a quel punto l’INPS procederà ai rimborsi. Secondo le ipotesi più accreditate, l’indicizzazione piena potrebbe già scattare dal prossimo mese di giugno. Se tale ipotesi venisse confermata, coloro che percepiscono assegni superiori a tre volte il minimo inizierebbero dal prossimo mese a percepire degli assegni più alti. I rimborsi INPS degli arretrati (mancata indicizzazione degli anni passati), invece potrebbero essere posticipati, magari con una restituzione a rate finanziata dalla prossima Legge di Stabilità.
=> Rimborsi pensione: l’ipotesi dei BOT
Rimborsi non per tutti
Qui c’è una considerazione da fare: non si esclude, anzi sembra probabile, che il Governo elimini il blocco indicizzazione degli anni passati per alcune categorie di importi, ma non per tutti, lasciando fuori ad esempio i trattamenti più elevati. In parole più semplici, è possibile che venga confermato il blocco per le pensioni superiori a sei, sette o otto volte il minimo, mentre torni l’indicizzazione piena, con restituzione degli arretrati, per tutti gli altri trattamenti. In pratica, in questo modo salirebbero le pensioni fra i 1500 e i 3mila euro lordi, mentre sopra questa cifra potrebbe non cambiare nulla.
Domanda all’INPS e ricorso
C’è poi l’ipotesi presentata dalla circolare dei Consulenti del Lavoro numero 10/2015, la quale prevede che i pensionati possano, in via preventiva, presentare una domanda all’INPS, direttamente oppure attraverso intermediari. I Consulenti del Lavoro consigliano di inserire in nota la dicitura “ricostruzione per intervenuta abrogazione sentenza Corte Costituzionale 70/2015, dell’articolo 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201“. A questo punto si attende la risposta INPS. Nel caso in cui non arrivi entro 120 giorni, si presenta il ricorso. Tuttavia, questo iter sembra applicarsi solo ad uno scenario che non prevede il suddetto decreto del Governo che stabilisca le regole secondo le quali rimborsare, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale ormai operativa, i pensionati a cui è stata bloccata l’indicizzazione pensioni negli anni 2012 e 2013 per effetto del Dl 201/2011. Diversamente, una volta emanato il decreto del Governo, si può prevedere che l’INPS emetta una circolare applicativa per spiegare con precisione ai pensionati che cosa devono fare, o comunque come funzioneranno i rimborsi, con tutta probabilità automatici.
Le Monde
Eternit
Eternit: al via il processo bis
Il caso Eternit torna in tribunale. E questa volta l’accusa è da ergastolo: omicidio volontario aggravato di 258 persone. L’unico imputato è l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere di una catena di decessi provocati – secondo l’accusa – dall’amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani della multinazionale.
I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace sono convinti che l’elvetico, pur conoscendo il problema, fece poco o nulla per modificare le “enormemente nocive condizioni di polverosità” nelle fabbriche. E portò avanti “una politica aziendale” che provocò una “immane esposizione ad amianto di lavoratori e cittadini”. Il tutto per “mero fine di lucro”. Con il contorno supplementare di una “sistematica e prolungata campagna di disinformazione”.
Schmidheiny sarà assistito da due principi del foro, che promettono una battaglia durissima. Con ogni probabilità cominceranno ad appellarsi alla competenza territoriale e soprattutto al ‘ne bis in idem’, il principio secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso fatto: Schmidheiny, per le attività dell’Eternit, ha già subito un processo dove l’accusa di disastro ambientale doloso è stata dichiarata prescritta dalla Cassazione. In procura, a Torino, dicono che il problema non esiste e che questa è un’altra storia. Ma la difesa sosterrà anche che non è possibile procedere come se i 258 decessi siano la conseguenza di un solo episodio come un attacco terroristico: di ogni caso di morte bisognerà accertare minuziosamente il nesso con l’esposizione all’amianto incrociando dati clinici, consulenze, documenti Inail e tutto il resto.
L’udienza, che inizierà domani, sarà dedicata quasi per intero alle richieste di costituzione di parte civile. Il numero delle “persone offese” è assai alto e il tribunale, per convocarle, ha scelto la strada dei “pubblici proclami”: l’ordinanza è reperibile (seppure con ricerche laboriose) fra le pagine del web in cui l’hanno confinata alcuni siti istituzionali. Arriveranno sicuramente pullman da Casale Monferrato, la città piemontese che all’Eternit ha pagato il prezzo più alto in termini di vite umane. Poi ci saranno l’Afeva (l’associazione delle vittime) e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i cui vertici piemontesi invitano il premier Renzi a “onorare gli impegni assunti subito dopo la sentenza della Cassazione: costituire il governo come parte civile e adeguare le leggi sulla prescrizione e sui disastri ambientali”.
ansa
Auser
Auser – Le nuove sfide dell’invecchiamento attivo
Al Centro Convegni Carte Geografiche – Via Napoli, 36, Roma, il 13 maggio p.v. alle ore 11.000 si terrà la presentazione del Primo bilancio sociale Auser e la nuova campagna di comunicazione “La cittadinanza non ha età”.
Oltre 45.000 volontari, quasi 7 milioni di ore di volontariato, oltre mezzo milione di persone che partecipano alle attività di solidarietà e socializzazione. Sono alcuni numeri che emergono dal primo Bilancio Sociale dell’Auser, l’associazione che da 25 anni si batte per una nuova idea di vecchiaia e che fotografa un Paese dove l’impegno degli anziani, soprattutto delle donne, cresce e si diffonde.
La nuova campagna di comunicazione dell’Auser pone al centro la sfida culturale dell’Invecchiamento Attivo, fatta di impegno e partecipazione ad ogni età. Verrà presentato lo spot di 30 secondi ed il nuovo sito dell’associazione web arricchito di contenuti e con una rinnovata veste grafica.
Presenterà il Bilancio Sociale e la Campagna di Comunicazione: Enzo Costa, presidente nazionale Auser. Intervengono: Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Andrea Volterrani, università di Tor Vergata Roma; Marco Binotto, università La Sapienza Roma. Coordinerà:
Carlo Ciavoni, del quotidiano La Repubblica.
INAIL
Inail, ecco come sarà il “nuovo Istituto”
Il nuovo Inail, le difficoltà di bilancio, il programma di ricerca 2016-2018, i bandi per diffondere la cultura della prevenzione, la riforma dei Comitati consultivi provinciali. Sono numerosi i temi toccati da Francesco rampi, presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inail, ex dirigente Cgil in un’intervista a tutto campo, su Rassegna.it, in cui centrale resta il rapporto tra l’Istituto e le parti sociali, che Rampi intende sempre più coinvolgere, a partire dai livelli territoriali.
Il primo obiettivo è la piena realizzazione del “nuovo Inail”, basato sia sull’integrazione dei compiti previsti dal decreto 81/2008, ossia la presa in carico totale di infortunati e tecnopatici, che consente prestazioni più rapide e minori costi per i pazienti, sia sul forte sostegno alla prevenzione. Con l’incorporazione degli ex istituti Ipsema e Ispesl, poi, si è anche realizzato l’obiettivo del “polo unico” della sicurezza nei luoghi di lavoro. Obiettivo delle linee di mandato, quindi, è il rafforzamento del filone sanitario e riabilitativo.
Il completamento del “nuovo Inail dovrebbe essere il 2016, con l’attuazione della norma contenuta nella Legge di stabilità 2015, meglio nota come “comma 166”, che autorizza l’Istituto a promuovere azioni finalizzate alla non espulsione dal luogo di lavoro dei lavoratori che hanno perso le proprie capacità (anche solo parzialmente) in seguito a infortuni e malattie professionali. Siamo ora nella fase di progettazione, ed è un compito molto impegnativo. L’obiettivo è garantire che durante l’assenza del lavoratore per inidoneità temporanea si compiano tutti gli atti di carattere riabilitativo necessari alla riacquisizione della piena capacità. Laddove questa non si realizzi, occorrerà promuovere azioni verso le imprese, che ovviamente debbono collaborare, per vedere come superare i nuovi limiti del lavoratore conseguenti ai postumi dell’infortunio o della malattia.
Per quanto concerne la questione del ruolo e dell’organizzazione del settore ricerca all’interno dell’Istituto, la considero una grande opportunità per l’Inail. Con l’assorbimento dell’Ispesl abbiamo “portato a casa” dei compiti di ricerca “istituzionali”, come il Registro nazionale dei mesoteliomi (Renam), dunque attività che servono ai ministeri, alla sanità regionale. Sono compiti obbligatori: è quindi assurdo che debbano rientrare nei piani triennali di ricerca, ossia che ogni tre anni debbano essere sottoposti a valutazione. Ci sono poi le attività “discrezionali”: queste debbono avere, invece, un nesso forte con l’azione prevenzionale messa in atto dall’Istituto.
Per quanto riguarda la fase di costruzione delle linee di ricerca ci concentreremo su tre filoni. Il primo sono le lesioni all’apparato scheletro-muscolare, che riguardano non solo le tristemente famose cadute dall’alto, ma anche i disturbi degli scaffalisti dei supermarket, dei parrucchieri o degli autotrasportatori: la ricerca quindi si indirizzerà su organizzazione del lavoro, ergonomia, qualità dei processi produttivi e interventi medico-sanitari di prevenzione e riabilitazione. Il secondo riguarda le lesioni all’apparato respiratorio: in cima alla graduatoria vi è ovviamente l’amianto, ma intendiamo allargare il campo alla qualità dell’aria degli ambienti di lavoro, alla quantità di sostanze che respiriamo, alla presenza delle nano-particelle. Il terzo tocca gli aspetti relazionali: la sicurezza si ottiene non solo con prescrizioni e modifiche di carattere strutturale, ma anche con rapporti più stretti tra Rspp, Rls, medico competente e altri attori della prevenzione. Il nostro obiettivo è creare un grande database dove tenere assieme documenti, accordi, buone prassi, offrendo a studiosi ed esperti un patrimonio di esperienze da cui possono nascere numerose occasioni di miglioramento della salute e sicurezza.
L’intervista completa sul sito rassegna.it.