Archivi giornalieri: 24 aprile 2015

Fermiamo l’ecatombe

Fermiamo l’ecatombe. Chiediamo giustizia, protezione e rispetto per i migranti

Le morti, la chiusura delle frontiere, i respingimenti in mare, non fermano la circolazione delle persone che fuggono la guerra, il terrorismo, la povertà e la fame. L’Europa deve uscire da una logica che riguarda solo l’ordine pubblico e l’esternalizzazione delle sue frontiere. Deve, piuttosto, agire sulle cause che costringono migliaia di persone a rischiare la propria vita e quella dei loro cari per un mondo migliore lontano da guerre e insicurezze.

Le misure che devono essere prese, per riprendere il controllo della situazione nel Mediterraneo, necessitano sia di uno spiegamento di risorse umane, tecniche e finanziarie che di un coordinamento tra le varie istituzioni nazionali e internazionali. Tali misure devono essere ambiziose e di ampia portata, considerata la complessità e la natura multipla delle cause che caratterizzano il contesto regionale. Scorciatoie o semplificazioni possono solo spostare il dramma da un posto all’altro, oppure permettere di guadagnare tempo prima di nuove esplosioni, ma anche ritardare l’incriminazione dei trafficanti e la loro traduzione davanti alla giustizia.

Secondo noi, l’Europa deve adottare una gestione integrata e coerente dei flussi migratori, sia che si tratti di migranti per motivi economici, di rifugiati che fuggono le guerre o di richiedenti asilo in transito nella regione mediterranea. L’Europa deve garantire il rispetto dei diritti umani e l’assistenza delle persone durante il loro percorso migratorio. Essa deve impegnarsi in un’azione duratura per una cooperazione efficace e trasparente con i paesi di origine e di transito, per una prevenzione e una gestione dei flussi basate sul rispetto dei diritti. A cominciare dalla chiusura dei centri di ritenzione.

Bisogna istituire una commissione internazionale per conoscere i fatti reali e identificare i responsabili delle sparizioni e dei morti in mare. Bisogna adottare, sia a livello nazionale che internazionale, delle misure severe per lottare contro la tratta umana. L’Unione Europea, dietro mandato delle Nazioni Unite, dovrebbe adoperarsi per la creazione di un coordinamento di paesi per assicurare l’assistenza e la sicurezza delle popolazioni civili nelle zone di conflitto, grazie al coordinamento sul posto dei donatori e delle agenzie dell’ONU, al fine di assicurare una continuità tra i corridoi umanitari e le operazioni di salvataggio in mare.

Assicurare e rendere accessibile la gestione internazionale, sotto la direzione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), dei richiedenti asilo, riducendo i tempi di attesa e assicurando norme dignitose di ospitalità, la mobilità e l’integrazione socio-economica dei rifugiati e delle loro famiglie. Inoltre, la cooperazione internazionale dell’Unione Europea deve essere orientata verso la creazione di condizioni di vita dignitose nei paesi e nelle regioni di origine e contribuire così a sradicare le cause delle migrazioni forzate, ovvero la fame, la povertà, la mancanza di lavoro dignitoso, la mancanza di libertà e le violazioni dei diritti umani fondamentali.

Le nostre organizzazioni si aspettano che il Consiglio Europeo si impegni su uno dei fondamenti della UE, definendo “una Unione Europea aperta e sicura, completamente impegnata al rispetto degli obblighi della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e altri strumenti pertinenti in materia di diritti umani, in grado di rispondere ai bisogni umanitari sulla base della solidarietà”.

Convinti che tali principi e orientamenti debbano essere messi in atto, alcune organizzazioni sindacali dei paesi dell’Europa Meridionale, del Maghreb, del Machrek e dell’Africa sub-sahariana, hanno creato una rete di assistenza sindacale ai migranti, raggruppando 29 organizzazioni di 16 paesi (Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Mauritania, Marocco, Algeria, Libia, Tunisia, Egitto, Libano, Turchia, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio). Una Iniziativa sostenuta anche dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati (CSI) e da attori della Società Civile nazionale e internazionale.

Questa rete ha lo scopo di fornire assistenza e protezione ai migranti, per un lavoro dignitoso e il rafforzamento dei sindacati della riva meridionale del Mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana, per una maggiore considerazione della questione migratoria.

Tunisi, 22 aprile 2015

UMT, CDT Marocco
UGTT Tunisia
SNAPAP Algeria
EFITU Egitto
FENASOL Libano
UGTL Libia
CGTM, CLTM Mauritania
CSTM Mali
USTN Niger
UGTCI Costa d’Avorio
CARISM Comitato d’Azione e di Riflessione Intersindacale sulla Migrazione, che raggruppa 5 organizzazioni sindacali senegalesi: CNTS, CSA, CNTS/FC, UDTS, UNSAS.
CGIL, UIL Italia
CGT, CFDT Francia
CCOO, UGT, USO Spagna
CGTP-IN Portogallo
FGTB, CSC Belgio
DISK, TURK-IŞ Turchia

San Fedele da Sigmaringen

 


San Fedele da Sigmaringen

Nome: San Fedele da Sigmaringen
Titolo: Sacerdote e martire
Ricorrenza: 24 aprile

Nacque nel 1577 nella città di Sigmaringa. Il nome di nascita era Marco, cambiato poi in Fedele nella professione religiosa. Nel dargli questo nome, il maestro dei novizi gli disse queste parole dell’Apocalisse: « Sii fedele sino alla morte e ti darò la corona della vita ». 

La natura e la grazia lo favorirono dei loro doni e il nostro giovane fece in breve tempo sì ammirabili progressi nella scienza, da essere indicato come esempio ai suoi condiscepoli, ed insieme fiorì meravigliosamente in lui il fiore d’ogni virtù, così da giungere presto all’apice della santità. 

Studiò filosofia nell’università di Friburgo, e ottenne con brillante esito la laurea dottorale a Villigen, ove esercitò poi l’avvocatura. 

Ma questa carica, occasione continua di peccato, fu presto abbandonata da quell’anima assetata di giustizia, la quale scelse una via più sicura per la sua eterna salvezza, passando nella famiglia del serafico S. Francesco: si fece religioso cappuccino. 

In religione fu luminoso esempio a tutti i confratelli nell’osservanza delle regole, nello spirito d’orazione e nell’unione con Dio. Elevato alle più alte cariche del convento, tutte le disimpegnò con prudenza, giustizia, mansuetudine e umiltà ammirabili. 

Distinguendosi nel ministero della predicazione e ardendogli in cuore il desiderio di dare il suo sangue per la fede, fu scelto a capo di una missione, la quale si portava nella Rezia per’ la conversione degli eretici.

Predicò a Sevis, ove con zelo apostolico e con accento paterno, esortava i Cattolici a serbare immacolata la loro fede, a non dare ascolto ai violatori del sacro patrimonio, ai lupi rapaci, seminatori della zizzania calvinista. 

Ogni giorno più, particolarmente nel celebrare la S. Messa, il desiderio del martirio si accendeva in lui; ogni giorno ripeteva al Signore la sua supplica, e Gesù infine lo appagò. 

Un giorno, mentre celebrava, un eretico sacrilegamente gli sparò contro; ciò visto, i fedeli lo pregarono a porsi in salvo, ma egli protestò di non temere la morte, e di essere pronto a sacrificare la sua vita per Gesù e la Chiesa. 

Invitato con inganno dagli eretici a predicare loro la verità, simulandosi desiderosi di conversione, S. Fedele, il 21 aprile del 622 si portava a Cruch, quando fu assalito dai suoi nemici, i quali barbaramente lo trucidarono, abbandonandolo in una pozza di sangue. 

S. Fedele consacrò le primizie dei Martiri del suo ordine. Da quel giorno prodigi e miracoli lo resero illustre, specie a Coira e a Veldkrich, dove si conservano le sue reliquie e dove è tenuto in somma venerazione dal popolo. Fu canonizzato dal Papa Benedetto XIV. 

PRATICA. — S. Fedele ci dà esempio di costanza e fedeltà nel servizio del Signore: siamo anche noi fedeli, e costanti, qualunque sia la nostra missione. 

PREGHIERA. — Dio, che nella propagazione della fede ti sei degnato decorare della palma del martirio e di gloriosi miracoli il beato Fedele, deh! per i suoi meriti ed intercessione, confermaci così nella fede e nella carità, che meritiamo d’essere trovati fedeli nel tuo servizio fino alla morte.