Archivi giornalieri: 20 aprile 2015

Rischio

Polvere di legno, esposti 120 mila lavoratori

Sono oltre 120 mila i lavoratori italiani esposti alla polvere di legno duro, tra gli agenti cancerogeni più pericolosi e diffusi. A dirlo è l’indagine “Una stima dei lavoratori potenzialmente esposti al rischio di esposizione a polveri di legno duro in alcuni settori industriali in Italia a partire da un registro nazionale”, realizzata dai ricercatori Inail Alberto Scarselli e Davide Di Marzio e pubblicata sul bimestrale “La medicina del lavoro” (vol. 105, n. 6).Per polvere di legno si deve intendere la sospensione di particelle di legno disperse nell’aria, prodotte durante una delle numerose possibili lavorazioni del materiale (come tagliare, piallare o carteggiare).

La polvere di legno duro è un noto cancerogeno per l’uomo e il suo uso è comune in numerose attività economiche. Gli effetti dannosi sono determinati dalla penetrazione e dalla deposizione delle particelle nelle vie aeree. L’esposizione alle polveri ha un ruolo ormai comprovato nel tumore naso-sinusale (adenocarcinoma in particolare), ma negli ultimi anni si sono viste relazioni anche con il cancro alla laringe, alle faringe e ai polmoni. Oltre alle neoplasie, le polveri di legno duro possono provocare dermatite, allergia, bronchite cronica, asma, cefalea, irritazioni oculari e nasali patologie delle mucose e della respirazione. In Italia è attivo dal 2006 il Sistema informativo registro di esposizione e patologie (Sirep), che appunto monitora l’esposizione occupazionale ai cancerogeni.

I settori più a rischio, spiega la ricerca, sono quelli in cui gli addetti sono a diretto contatto con il legno (o meglio, possono inalarne le polveri). Il gruppo più numeroso è quello della lavorazione e manifattura di prodotti in legno e sughero (come pannelli in compensato, cornici, porte e finestre, imballaggi) con 60 mila potenziali esposti, seguito da quello della fabbricazione di mobili e strumenti musicali, con 47 mila: questi due grandi gruppi rappresentano l’87 per cento del totale dei lavoratori dell’industria potenzialmente esposti. Ma numeri consistenti ha anche il comparto della fabbricazione e produzione di accessori per veicoli di trasporto (compresi treni e navi), con oltre 9 mila lavoratori.

L’ennesima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia

Cgil – Non ci possono essere parole per esprimere il dolore e l’orrore per l’ennesima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia

In merito al naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia in cui hanno perso la vita centinaia di migranti, il Segretario generale della Cgil. Susanna Camusso, a nome della Segreteria confederale, ha rilasciato la seguente dichiarazione.

“Di fronte a simili tragedie le parole, i proclami, le promesse non sono più sufficienti. Il governo, il Presidente del Consiglio, deve immediatamente e con tutto il peso e la forza che il nostro Paese è in grado di mettere in campo, chiedere una riunione straordinaria del Consiglio dell’Unione Europea che abbia all’ordine del giorno le risorse e le misure da stanziare e intraprendere per porre fine al nuovo schiavismo che sta avanzando non solo sui mari, ma anche nelle nostre civilissime nazioni europee.

Non ci possono essere parole per esprimere il dolore e l’orrore che provoca in tutti noi l’ennesima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia. Ci auguriamo che i mezzi di salvataggio possano salvare il più alto numero di persone possibile, ma non c’è dubbio che siamo di fronte al peggiore disastro avvenuto in quel tratto di mare dal dopoguerra a oggi.

Eppure, nonostante il ripetersi di avvenimenti così gravi i governi europei e la stessa Unione, latitano e temporeggiano lasciando spazio agli schiavisti del mediterraneo. Quanto avviene e quanto è avvenuto dimostra l’insufficienza dei programmi varati sino ad ora, a cominciare da  Triton, e le troppe titubanze  e i troppi vincoli che gli Stati europei pongono alla creazione di un vero ed efficiente corridoio umanitario tra nord Africa ed Europa.

Penso, infine, che un ringraziamento particolare lo dobbiamo alla nostra Marina Militare e alla nostra Guardia costiera che in queste ore, com’è avvenuto in questi mesi, si stanno prodigando per salvare quante più vite umane sia possibile”