“Andreas Lubitz ha voluto distruggere l’Airbus Germanwings”. Faz: “Sospese addestramento per depressione”

“Andreas Lubitz ha voluto distruggere l’Airbus Germanwings”. Faz: “Sospese addestramento per depressione”

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Gli inquirenti francesi: “Vivo fino all’impatto, non ha avuto alcun malore e si è rifiutato di aprire la porta”. Il quotidiano tedesco: “Aveva interrotto il suo percorso per una sindrome da burnout”. L’uomo aveva 28 anni e un’esperienza di 630 ore di volo. Lufthansa: “Impossibile escludere che possano accadere casi simili. Aveva superato tutti i test medici e psicologici”
di  | 26 marzo 2015

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“Da parte del copilota c’è stata la volontà di distruggere l’aereo”. Quella di Brice Robin, procuratore che da Marsiglia sta indagando sullo schianto dell’Airbus A320 dellaGermanwings, è una verità destinata a sconvolgere le ipotesi investigative avanzate fino a ieri. Perché da oggi si ha una certezza: chi era ai comandi voleva far precipitare l’Airbus. E secondo il quotidiano tedesco Faz, che cita la madre di un’amica d’infanzia, il 28enne aveva sospeso il suo addestramento come pilota per ”una sindrome da burnout, una depressione”.

Ma cosa è accaduto nei cinque minuti costati la vita a 150 persone? “Il copilota (Andreas Lubitz, 28 anni, tedesco, originario diMontabaur, 630 ore di volo alle spalle, ndr) ha rifiutato di aprire la porta, non ha voluto sbloccare il portellone della cabina di pilotaggio – ha detto Robin – ed è rimasto solo alla guida dopo che il comandante è uscito dalla cabina per andare in bagno”. Una volta solo e mentre dall’esterno si cercava di forzare il portellone, il copilota ha azionato la procedura di discesa e l’aereo in “otto minuti” è passato da circa 12mila a duemila metri di altitudine. Il comandante, come detto, ha provato a rientrare in cabina, “ha bussato più volte”, ma “non ha ricevuto risposta”.

Chi era rimasto nella cabina di pilotaggio poteva esser stato colto da un malore? “No, stando ai dati recuperati dalla scatola nera, era vivo al momento dell’impatto” ha detto il procuratore, secondo cui “non ci sono telecamere nella cabina di pilotaggio, ma non penso che il copilota sia stato colto da un panico particolare perché il ritmo della sua respirazione è rimasto costante”. Non solo. “La respirazione – ha aggiunto Robin – è classica, secondo i parametri normali, e rimane costante fino alla fine”.

Suicidio o attentato, quindi, quello messo in atto da AndreasLubitz? A questa domanda chi indaga non ha potuto fornire risposte durante la conferenza stampa convocata per fare il punto sulle indagini. “Non ho parlato di suicidio perché non ho elementi in merito – ha detto il procuratore – Ma ci si suicida da soli, non quando si ha la responsabilità della vita di 150 persone. Per questo non ho usato il termine di suicidio, ma posso dire che il co-pilota ha volontariamente permesso la perdita di quota dell’aereo”, una perdita di quota “totalmente anomala, di 1.000 metri al minuto, inizialmente legittima, poi anomala”. Attentato, allora? “Non c’è alcun elemento per fare questa ipotesi, ma dobbiamo controllare il background di co-pilota e comandante” ha sottolineato Brice Robin, il quale ha anche annunciato che nessuno al momento sa se l’azione sia stata o meno premeditata.

Il procuratore ha poi fornito altri dettaglio sulla fase finale del voloBarcellona-Dusseldorf. Particolari sia dall’interno della cabina di pilotaggio, sia dai corridoi dell’aereo. “Negli ultimi 10 minuti di volo, dopo l’uscita del comandante, nella cabina di pilotaggio si sente soltanto il respiro del copilota. Non si sente alcuna parola” ha spiegato il procuratore nel corso della conferenza stampa aMarsiglia, in cui ha anche precisato che entrambi i piloti non erano sospettati di avere legami con il terrorismo. Nessun urlo, nessun lamento. Tranne che negli attimi immediatamente precedenti all’impatto con le montagne: solo in quel momento, stando alla ricostruzione di Robin dopo l’analisi del file audio recuperato dalla scatola nera, si sono sentite le urla deipasseggeri. I passeggeri e i membri dell’equipaggio, quindi, si sono accorti negli ultimi istanti di quello che accadeva: la morte è stata istantanea perché al momento dell’impatto l’aereo si è disintegrato.

Germanwings: “Mai immaginato una tragedia simile” -Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, nel corso della conferenza stampa convocata alle 14.30 da Colonia, ha chiarito che Lubitz aveva iniziato l’addestramento nel 2008 e sei anni fa l’aveva poi interrotto per un periodo piuttosto lungo. Dopo l’abilitazione al volo, “ha lavorato per 11 mesi come steward prima di prendere servizio in cabina di pilotaggio”, un percorso in cui non c’è nulla di “inusuale”. “Alla ripresa – ha specificato l’ad – sono stati ripetuti tutti i test che si fanno abitualmente”. Test “medici epsicologici” che il 28enne “ha superato”, risultando così “atto al volo, al cento per cento”.

La compagnia, ha sottolineato, “seleziona accuratamente i piloti” e i regolamenti europei, a differenza di quanto accade invece negli Stati Uniti, non impediscono che uno dei piloti rimanga da solo all’interno della cabina. In Europa non è previsto che un membro dell’equipaggio entri nella cabina per evitare che uno dei piloti rimanga da solo, come accaduto sull’Airbus A320. Spohr ha anche sottolineato che, per quanto di sua conoscenza, nessuna compagnia concorrente della Lufthansa applica questa procedura che è invece obbligatoria negli Usa.

“Non è possibile escludere che casi come questo possano accadere, anche con tutte le misure di sicurezza del mondo”, ha poi proseguito Spohr, precisando che durante il volo di andata dell’Airbus A320 non era stato notato alcun comportamento anomalo da parte del copilota. Lufthansa, inoltre, precisa di avere “garantito un supporto economico ai famigliari” e al termine della conferenza stampa ha postato su Twitter una breve nota congiunta con Germanwings. “Siamo scossi dalle sconvolgenti dichiarazioni delle autorità francesi”, “i nostri pensieri e le nostre preghiere continuano ad essere con le famiglie e gli amici delle vittime”. E Spohr, come hanno già fatto le autorità francesi, ha ripetuto che “se una persona porta con sé 149 persone uccidendosi non è più unsuicidio“.

ultima modifica: 2015-03-26T17:57:56+01:00da vitegabry
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