Archivi giornalieri: 13 marzo 2015

Libera

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100 giorni per un reddito di dignità:

contro povertà, diseguaglianze e mafie

Ciao Vittorio,

Libera, associazione che promuove Riparte il futuro, è da sempre impegnata contro le ingiustizie, le mafie e le diseguaglianze.

Secondo i dati Istat, dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa ha più che raddoppiato i numeri della povertà.

Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili.

Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano.

Per questo Libera lancia oggi una nuova campagna per introdurre in Italia una misura come ilReddito Minimo o di Cittadinanza. Chiediamo che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula per essere discussa e approvata.

Firma su www.campagnareddito.eu

“C’è bisogno del contributo e della partecipazione di tutti, non dimentichiamolo mai: la speranza o è di tutti o non è speranza” – Don Luigi Ciotti

 

Campagna Reddito

Guarda il video di Don Luigi Ciotti

Non è impossibile, non è irrealistico: ci sono diverse proposte di legge già presentate al Senato. Il Parlamento può prendere una decisione tanto semplice quanto storica. È una misura prevista già da tutti i Paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria.

Persino il Parlamento Europeo ci chiede da anni di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”.

Libera, con la partecipazione del BIN-Basic Encome Network e EAPN-European Antipoverty Network Italia promuove una campagna per far sentire la nostra voce e fare pressione su tutte le forze politiche.

Per riuscire in questo importante obiettivo abbiamo bisogno di te.

Firma la petizione cliccando qui e falla firmare ai tuoi colleghi, ai tuoi compagni di studio, ai tuoi amici, ai tuoi vicini di casa.

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE13/03/2015

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 12 marzo 2015, n. 1289LAVORO

Rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato – Diniego

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 12 marzo 2015, n. 1291FISCALE

IMU e ICI – Riscossione – Comune di Lecce

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 12 marzo 2015, n. 1325LAVORO

Diniego concessione della cittadinanza italiana

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 04 febbraio 2015, n. 2052LAVORO

Rapporto di lavoro – Durata – “Ius superveniens” ex art. 32 legge n. 183 del 2010 – Applicabilità al giudizio di rinvio – Limiti – Giudicato interno

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 12 marzo 2015, n. 5016FISCALE

Tributi – Imposte indirette – Imposta di registro – Notaio – Registrazione telematica ex Dlgs. n. 463/1997 – Compravendita immobiliare – Errore – Assoggettamento ad imposta – Contribuenti – Sussiste

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 03 febbraio 2015, n. 1916LAVORO

Lavoro – Mansioni diverse da quelle dell’assunzione – Esercizio dello “ius variandi” da parte del datore di lavoro – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 05 febbraio 2015, n. 2156FISCALE

Società di capitali – Società per azioni – Scioglimento – Effetti – Divieto di nuove operazioni – Azione di responsabilità nei confronti degli amministratori – Onere della prova – Ripartizione tra attore e convenuto – Poteri gestori degli amministratori conseguenti allo scioglimento della società – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 febbraio 2015, n. 2193FISCALE

Tributi (in generale) – Contenzioso tributario (Disciplina posteriore alla riforma tributaria del 1972) – Procedimento – Disposizioni comuni ai vari gradi del procedimento – Istruzione del processo – In genere – Processo tributario – Prove atipiche – Perizia di parte – Ammissibilità – Condizioni – Fattispecie

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 marzo 2015, n. 4550FISCALE

Coop edilizia a proprietà indivisa – Detrazione degli interessi sul mutuo – A chi spetta

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 09 marzo 2015, n. 4684LAVORO

Lavoro – Risoluzione del rapporto di lavoro – Trattamenti pensionistici integrativi – Computo – Contributo di solidarietà din favore delle gestioni pensionistiche alle quali sono iscritti i lavoratori

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 febbraio 2015, n. 2639FISCALE

IVA – Operazioni – Operazioni escluse o non assoggettate – Cessione di aree cimiteriali – Art.26-bis, D.L. n.415 del 1989, co.1 e art.1, D.L. n.417 del 1991, co.14 – Soggetto agente il Comune – Interpretazione della Corte CEE – Attività poste in essere nella veste di pubblica autorità – Sono tali – Esclusione dal tributo – Sussiste – Costruzione di alloggi di edilizia popolare e prestazione di servizi polifunzionali destinati ad attività istituzionali – Esclusione

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 4991LAVORO

Lavoro subordinato – Estinzione del rapporto – Preavviso – Dimissioni – Termine più lungo rispetto al licenziamento – Legittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 4992LAVORO

Sicurezza sul lavoro – Violazione degli obblighi ex articolo 2087 cod.civ. – Emarginazione del dipendente – Privazione di mansioni e strumenti di lavoro – Stato di malattia – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 5014FISCALE

Detrazione – Diritto al rimborso – Termine biennale – Legittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 5015FISCALE

Tributi – Imposte indirette – Imposta di registro – Prima casa – Agevolazioni fiscali – Mancato trasferimento residenza dell’immobile – Termini previsti dalla legge – Ristrutturazione dell’immobile – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n.10498FISCALE

Reati fiscali – Omesso versamento dell’Iva – Resaponsabilità del direttore commerciale

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE – Decreto ministeriale 12 gennaio 2015LAVORO, FISCALE

Semplificazione della gestione della PAC 2014-2020

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 03 febbraio 2015, n. 25LAVORO, FISCALE

Regolamento recante modifiche al decreto 30 gennaio 2009, n. 19 del Ministro dello sviluppo economico recante norme per l’amministrazione, la contribuzione e i limiti di intervento del Fondo di garanzia per i mediatori di assicurazione e di riassicurazione, in attuazione dell’articolo 115 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209

PRASSI

AGENZIA DELLE DOGANE

NOTA

AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 11 marzo 2015, n. 31094FISCALE

Reg. to di esecuzione (UE) n. 234/2015 del 13.02.2015 che modifica il Reg. to CEE 2454/93 art.561 – Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie L. 39/13 del 13.02.2015

REGIONE TOSCANA

COMUNICATO

REGIONE TOSCANA – Comunicato 12 marzo 2015LAVORO, FISCALE

Approvazione dell’ordinanza n. 7 del 9 febbraio 2015

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE13/03/2015

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 12 marzo 2015, n. 1289EDILIZIA

Rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato – Diniego

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 12 marzo 2015, n. 1325EDILIZIA

Diniego concessione della cittadinanza italiana

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 04 febbraio 2015, n. 2052COOPERATIVE, EDILIZIA

Rapporto di lavoro – Durata – “Ius superveniens” ex art. 32 legge n. 183 del 2010 – Applicabilità al giudizio di rinvio – Limiti – Giudicato interno

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 03 febbraio 2015, n. 1916COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Mansioni diverse da quelle dell’assunzione – Esercizio dello “ius variandi” da parte del datore di lavoro – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 4991COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro subordinato – Estinzione del rapporto – Preavviso – Dimissioni – Termine più lungo rispetto al licenziamento – Legittimità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 marzo 2015, n. 4992COOPERATIVE, EDILIZIA

Sicurezza sul lavoro – Violazione degli obblighi ex articolo 2087 cod.civ. – Emarginazione del dipendente – Privazione di mansioni e strumenti di lavoro – Stato di malattia – Sussiste

rassegna.it

Newsletter del 13/03/2015

Bankitalia: il 16 marzo sciopero contro chiusura filiali (12/03/2015 19:41)

Appalti ospedali, Filcams Bologna: totale precarizzazione addetti (12/03/2015 19:37)

Il sindacato: “Chiediamo un intervento immediato da parte dell’azienda committente e l’apertura di un confronto. In caso contrario, proclameremo lo stato di agitazione”

Ast Terni: i sindacati chiamano la stampa per fare il punto(12/03/2015 19:19)

Acea: Filctem Cgil Lazio, forte dissenso lavoratori su gestione(12/03/2015 19:12)

Malgara, Trentino: Flai, Fai, Uila incontrano assessore (12/03/2015 19:03)

Preoccupazione per i 110 lavoratori dell’azienda di Borghetto di Avio, che non ricevono la retribuzione da tre mesi

Poste, Slc: gruppo non correla esuberi e chiusure sportelli(12/03/2015 18:46)

Bilancio, Cgil, Cisl e Uil Roma: sindaco rispetti sindacato(12/03/2015 18:37)

Mafie: la Cgil denuncia l’indifferenza del governo (12/03/2015 18:13)

Nuove operazioni della Dia a Gioia Tauro in Calabria, con sequestri per centinaia di milioni di euro anche a Roma. Fracassi (Cgil): l’economia mafiosa vale un terzo del Pil. Fenomeno “devastante” ma il governo sembra “totalmente indifferente”

Fillea Napoli: 16/3 sciopero 8 ore cantieri linee 1 e 6 metro(12/03/2015 17:59)

Cgil Emilia Romagna: nasce asociazione familiari e vittime amianto (12/03/2015 17:19)

Coop Costruzioni (Bologna), 16/3 sciopero (12/03/2015 17:08)

Elezioni Rsu, Pa Siena: Fp si conferma primo sindacato(12/03/2015 17:01)

Acg Como, Fiom: niente accordo, discussione passa a ministero (12/03/2015 16:11)

Appalti, Terzo valico Genova: due operai gravemente feriti(12/03/2015 16:01)

Fillea, Filca e Feneal locali dicono basta, e in mancanza di risposte concrete immediate, sono pronte ad attivare iniziative di mobilitazione

Italia Lavoro, il paradosso delle politiche attive (12/03/2015 15:43)

L’azienda che dovrebbe occuparsi della ‘occupabilità’ di chi non ha lavoro con 900 precari in scadenza a fine marzo. L’unica strada percorribile, secondo il Ministero, è quella dei co.co.co. Ma con due mesi di buco DI GIORGIO SACCOIA

Friuli, uffici postali: sindacati pensionati in campo contro chiusure (12/03/2015 15:40)

Spi: “Il gruppo non può seguire solo logiche di mercato”. Attese per il tavolo aperto dalla Regione

Marche: quasi 2500 lavoratori irregolari (12/03/2015 15:22)

I dati sul 2014 dell’Ires Cgil Marche: quasi il 58% delle aziende ispezionate nelle Marche risulta irregolare, 1.000 lavoratori totalmente in nero, privi di qualsiasi copertura. Cgil: “Bisogna investire nell’economia legale”

Partecipate Cgil e Filcams Lecce: A che gioco giochiamo?(12/03/2015 14:47)

Il sindacato: “Sconcertati davanti a evidente assenza di volontà dda parte dei dirigenti delle Partecipate della provincia di ricercare con urgenza soluzioni e rispettare impegni presi”

Civita (Rm), confermato sciopero 15/3 (12/03/2015 13:24)

Crisi: Solari (Cgil), risorse ci sono, partire dal fisco (12/03/2015 13:02)

Mattarella incontra Cgil, Cisl e Uil il 23 marzo (12/03/2015 11:43)

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrerà lunedì 23 marzo i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, alle ore 12

Catania, vittime del lavoro “grigio” (12/03/2015 11:23)

La denuncia di Leni Vallejo, badante filippina e rappresentante del Coordinamento migranti della Cgil provinciale: “Lavoriamo 8 ore al giorno ma ne vengono registrate 20 settimanali. Il resto dei contributi li paghiamo noi, sotto il ricatto del rimpatrio”

Salario minimo, meglio attuare la Costituzione (12/03/2015 10:29)

Solari (Cgil): “Con il salario minimo si finirebbe per pagare meno i lavoratori. Con i contratti nazionali i minimi sono più alti. Dal governo, come al solito, arriva soltanto propaganda. Si dia invece attuazione all’articolo 39 della Costituzione”

Crevalcore: 17/3 convegno sindacati su legalità (12/03/2015 09:50)

Giù le mani dagli appalti

A Genova il 19 marzo si raccolgono le firme per la legge sugli appalti. La delegata Filcams Cgil dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova spiega perchè è importante firmare. www.liguria.cgil.it

Libera

La “giornata della memoria” – Bologna, 21 marzo 2015

ll giorno 21 marzo p.v. si celebrerà a Bologna, “La giornata della memoria” in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia, organizzata da Libera con l’adesione di CGIL-CISL-UIL. Alla Marcia parteciperà il Segretario Generale Susanna Camusso.

CGIL-CISL-UIL saranno presenti con uno striscione unitario (SE SAI CONTARE INIZIA A CAMMINARE) dietro al quale invitiamo i compagni e le strutture che intendono partecipare alla marcia, di collocarsi (muniti possibilmente di bandiere della CGIL).
Inoltre vi informiamo che in preparazione dell’evento CGIL-CISL-UIL dell’Emilia Romagna, hanno organizzato per il 17 marzo p.v. un convegno sul tema delle infiltrazioni mafiose nell’economia e nelle istituzioni con particolare riferimento alla realtà regionale

Vittime del lavoro

Catania, vittime del lavoro “grigio”

“Le donne lavoratrici straniere? Se fanno le domestiche o le badanti hanno un contratto con un monte orario inferiore a quello reale. Lavoriamo 8 ore al giorno ma ce ne vengono registrate 20 settimanali. Il resto dei contributi li paghiamo noi. Lo denunciamo in Cgil. Tutto questo è ingiusto e discriminante”. Leni Vallejo è una donna della comunità filippina e rappresenta il Coordinamento migranti della Cgil. È stata tra le più applaudite all’incontro di Catania dell’11 marzo dal titolo: “Con le donne per la libertà. Spegni le discriminazioni e accendi i diritti”, organizzato in occasione della Giornata delle donne, dalla Camera del lavoro e dal Coordinamento donne Cgil. Un evento dedicato  a tutte le donne e alla poetessa Alda Merini.

La denuncia di Leni è paradigmatica: le straniere vengono discriminate e sfruttate, anche a Catania, in nome di un contratto che consente loro di rimanere in Italia: “La Cgil è per noi un luogo di confronto e di conoscenza dei nostri diritti. Il nostro è un lavoro “grigio”, poiché abbiamo un contratto ma con contenuti che non combaciano con il vero monte ore di lavoro. Noi accettiamo per assicurarci il permesso di soggiorno – conclude Leni-  e nel frattempo spesso siamo costrette a cercare un altro datore di lavoro, per un altro contratto, pagando noi stessi contributi per arrivare a quanto richiesto dalla legge”.

I lavori sono stati aperti, dopo i saluti del segretario generale Giacomo Rota e dalla responsabile del Coordinamento, Erica Sapienza, dalle tre delegate delle categorie Filcams (Laura Barbagallo)  e Flai (Maria Rosa Favorito) e Coordinamento migranti Cgil (Leni Vallejo), e sono stati poi proseguiti dalla segretaria confederale Pina Palella, responsabile Dipartimento Legalità e conclusi dalla segretaria confederale e responsabile delle Pari Opportunità, Margherita Patti.

Amianto

Cgil Emilia Romagna: nasce associazione familiari e vittime amianto

“Ognuna delle vittime è un dramma, per la perdita di una vita preziosa in sé e per i familiari, gli amici, i compagni di lavoro. Ogni lavoratore, o ex lavoratore, che ha subìto l’esposizione alle fibre di amianto, vive l’angoscia quotidiana dell’incertezza. Un sistema produttivo irresponsabile e criminale ha causato l’epidemia per motivi di lucro e massimizzazione del profitto pur conoscendo l’effetto dell’amianto sulle persone”, prosegue il sindacato.

Per rompere la solitudine delle persone e dei loro familiari, per trasformare la rabbia in azione, è nata l’Associazione familiari e vittime dell’amianto Emilia Romagna, a partire dalla volontà dei lavoratori dell’Ogr di Bologna e dagli ex lavoratori Eternit di Rubiera, raccolta dalla Cgil che, insieme a loro, ha promosso l’Associazione.

Sabato 14 marzo, dalle ore 9,30 alle 13 si terrà l’assemblea di presentazione (“Amianto: giustizia e conoscenza, ricerca-cure-assistenza”) dell’Associazione. In apertura dei lavori, vi sarà il saluto di Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna; seguiranno testimonianze di ex-esposti amianto e familiari delle vittime dell’asbesto, cui faranno seguito relazioni di studiosi, esperti e rappresentanti delle istituzioni locali e di associazioni in materia di amianto e prevenzione. Per il sindacato, interverrà Vincenzo Colla, segretario generale della Cgil Emilia Romagna.

Mobilità

Vertenza De Tomaso: Cgil, Fiom e Inca, garantita la mobilità per 450 lavoratori

Assicurata l’iscrizione alle liste di mobilità, con relativa indennità,  ai 450 lavoratori, iscritti alla Fiom, dipendenti dell’azienda automobilistica torinese De Tomaso di Grugliasco, dichiarata fallita già nel 2012. 

Grazie all’impegno straordinario della confederazione, della Fiom e dell’Inca di Torino è stato scongiurato il rischio che rimanessero privi di un sostegno al reddito. Il 4 gennaio di quest’anno, infatti, sarebbe scaduto il periodo di cassa integrazione concesso con diverse proroghe fino a questa data in attesa di offerte imprenditoriali, mai giunte, che avrebbero dovuto dare un futuro di lavoro ai dipendenti della De Tomaso, in cigs da luglio 2012.

Infatti, la ripresa della produzione prevista a partire dal 2011, con un piano di rilancio che prevedeva la produzione di 8000 vetture di lusso in alluminio (Deauville) non è mai avvenuta, nonostante l’impegno della Regione Piemonte che fece acquistare alla FinPiemonte (finanziaria della Regione) lo stabilimento di Grugliasco promettendo anche fondi regionali e europei per la riqualificazione dei dipendenti.       

In realtà, di rinvio in rinvio, i soldi non sono mai arrivati (mentre la Giunta è passata al centro destra) e sull’uso dei fondi europei è stata aperta una inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dei soci della De Tomaso.

In tutto questo periodo, però, i  lavoratori non si sono mai arresi e con manifestazioni e presidi a Torino e a Roma hanno sollecitato la Regione e i Governi a trovare soluzioni che garantissero i posti di lavoro e la elevata competenza professionale dei lavoratori, che rappresenta la ricchezza del territorio torinese. 

In assenza di concrete offerte imprenditoriali, già a novembre del 2014 l’azienda ha cominciato ad inviare le lettere di licenziamento per gli ormai poco più 800 dipendenti.

La Fiom di Torino,  primo sindacato per numero di iscritti, che ha gestito la vertenza dei lavoratori fin dall’inizio, ha concordato, quindi, con il Centro per l’impiego le modalità di iscrizione collettiva alla disoccupazione e con il Curatore fallimentare un piano per utilizzare al meglio gli ammortizzatori sociali per chi sarebbe stato raggiunto dal provvedimento di licenziamento.

La stretta collaborazione tra Fiom, Cgil e Inca ha consentito ai 450 lavoratori iscritti alla Fiom di poter accedere alla mobilità, con il conseguente riconoscimento delle indennità, senza subire le penalizzazioni previste, a partire dal 1° gennaio 2015, dalla legge di riforma del mercato del lavoro dell’ex ministro Fornero (n.92/2012) che, se applicate, avrebbero ridotto il periodo di indennizzo di diversi mesi (a partire dal primo gennaio, infatti, l’indennità di mobilità è ridotta di 12 mesi, per i lavoratori con un’età superiore a 50 anni, e di 6 mesi per quelli tra i 40 e i 50 anni di età).

“In una situazione così complessa e conclusa tragicamente per i lavoratori – spiegano  Valter Vergnano, segretario organizzativo della Fiom di Torino , Franco La Tona dell’ Inca e Pierino Crema del Sistema servizi Cdl  di Torino- abbiamo evitato loro ulteriori danni, dimostrando che il sindacato nel suo complesso, insieme alle sue strutture, è in grado di parlare con una sola voce per tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici che pagano sulla loro pelle le conseguenze di una crisi drammatica, qual è la perdita del posto di lavoro.

Certificazione Unica

Certificazione Unica

Compilazione

Possibilità di suddividere in più flussi l’invio delle certificazioni dati lavoro dipendente ed assimilati di un sostituto d’imposta
D: le istruzioni alla CU a pagina 1 precisano ” È data facoltà ai sostituti d’imposta di suddividere il flusso telematico inviando, oltre il frontespizio ed eventualmente il quadro CT, le certificazioni dati lavoro dipendente ed assimilati separatamente dalle certificazioni dati lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi.”. Oltre all’invio separato delle certificazioni di lavoro dipendente e lavoro autonomo, è possibile suddividere le certificazioni dati lavoro dipendente ed assimilati di un sostituto d’imposta in più flussi?
R: si conferma la possibilità di inviare flussi separati anche per la stessa categoria di reddito, ad esempio in caso in cui il sostituto gestisce le medesime tipologie reddituali con applicativi diversi ed a volte per il tramite di distinti professionisti. Le modalità stabilite per la comunicazione delle certificazioni uniche non precludono infatti la possibilità di effettuare più invii separati, avendo incentrato la trasmissione dei dati e gli eventuali scarti sulle singole certificazioni e non sull’intero flusso.
Ciò che deve essere evitato, per consentire la corretta elaborazione dei dati, è invece la frammentazione in più certificazioni del reddito di lavoro dipendente o assimilato afferente al medesimo percipiente.

Modalità di trasmissione delle certificazioni in caso di scarto
D: ho inviato 40 certificazioni ma nella ricevuta di presentazione ne risultano scartate 2. Devo inviare nuovamente tutte le 40 certificazioni? 
R: devono essere inviate con un nuovo flusso le sole certificazioni scartate per le quali il sistema non ha rilasciato alcun protocollo telematico di presentazione.

Integrazione o correzione di certificazioni precedentemente inviate
D: come posso integrare o eliminare una certificazione inviata in precedenza? 
R: non è possibile integrare o eliminare direttamente i dati di una certificazione già validamente presentata. Qualora si intenda effettuare una modifica è quindi necessario procedere alla sostituzione o all’annullamento di una certificazione già trasmessa ed accolta, con la predisposizione di una nuova fornitura riservata esclusivamente alle sole certificazioni da annullare o sostituire. 
In caso di semplice annullamento l’utente dovrà: 

  • barrare la casella Annullamento posta nel frontespizio
  • compilare una nuova certificazione riportando solo la parte relativa ai dati anagrafici del contribuente
  • impostare con il valore “A” il campo 9 della parte fissa del record D della C.U. che si intende annullare
  • riportare nei campi 6 e 7 della parte fissa del record D il protocollo telematico attribuito dai Servizi telematici alla singola CU che si intende annullare
  • i record G e H non devono essere riportati.

A seguito dell’annullamento l’utente potrà inviare nuovamente entro i termini la certificazione corretta o integrata nel suo contenuto. 
In caso di sostituzione di una certificazione precedentemente inviata l’utente dovrà:

  • barrare la casella Sostituzione posta nel frontespizio
  • compilare una nuova certificazione comprensiva delle modifiche dei dati fiscali
  • impostare con il valore “S” il campo 9 della parte fissa del record D della C.U. che si intende sostituire
  • riportare nei campi 6 e 7 della parte fissa del record D il protocollo telematico attribuito dai Servizi telematici alla singola CU che si intende sostituire.

La nuova certificazione sostituisce integralmente la precedente. Qualora nella certificazione originaria che si sostituisce era presente sia la certificazione di redditi di lavoro dipendente che la certificazione di redditi di lavoro autonomo, la nuova certificazione dovrà contenere sia la parte di lavoro dipendente che quella di lavoro autonomo, ancorché le modifiche abbiano interessato solo una parte della certificazione unica.

Invio multiplo delle medesime certificazioni
D: come devo comportarmi se per errore ho inviato più volte le stesse certificazioni? 
R: in tal caso devono essere eliminate le certificazioni duplicate e a tal fine l’utente dovrà effettuate una nuova fornitura riservata esclusivamente alle sole certificazioni da annullare. Per tali certificazioni, nel flusso di annullamento, dovrà essere indicato il relativo protocollo telematico (rilasciato per ciascuna certificazione precedentemente inviata) riportato nella ricevuta fornita dai servizi telematici.

Compilazione delle certificazioni in caso di Codice Fiscale errato o mancante
D: nell’invio delle certificazioni mi sono accorto che per un lavoratore autonomo residente all’estero non ho il codice fiscale, mentre per un lavoratore dipendente il codice fiscale comunicatomi è risultato non esistente in Anagrafe tributaria. Posso inviare ugualmente le certificazioni? 
R: per l’invio di una certificazione unica è sempre necessaria l’indicazione di un codice fiscale non solo formalmente corretto ma anche valido ed esistente in Anagrafe tributaria. 
Se il codice fiscale a disposizione risulta formalmente corretto ma non valido ed esistente in Anagrafe tributaria la certificazione sarà scartata. 
Tuttavia, per i soggetti residenti all’estero titolari di redditi diversi da quelli di lavoro dipendente o assimilati, per i quali non si possiede il codice fiscale e non è possibile reperirlo, la certificazione non deve essere inviata telematicamente all’Agenzia delle Entrate.

Soggetti non obbligati alla presentazione del Quadro CT
D: in caso di invio di certificazioni uniche relative a redditi di lavoro dipendente o assimilato, sono sempre obbligato alla presentazione del quadro CT ? 
R: l’invio del quadro CT è un adempimento finalizzato all’indicazione dell’indirizzo dell’utenza telematica del sostituto d’imposta (ovvero dell’intermediario da lui delegato) per la ricezione in via telematica dei dati relativi ai modello 730-4 resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate. 
Pertanto, in presenza di almeno una certificazione di redditi di lavoro dipendente, il sostituto d’imposta deve sempre allegare il quadro CT se in precedenza non è stata validamente presentata una comunicazione CSO. 
Anche in assenza di dipendenti e nei casi in cui si trasmettono soltanto dati di natura previdenziale, in presenza di almeno una certificazione di lavoro dipendente ed assimilati, il sostituto d’imposta è sempre tenuto a compilare il quadro CT. 
In caso di invio frazionato delle certificazioni di lavoro dipendente in più flussi il quadro CT deve essere allegato a ciascun flusso. L’invio del quadro CT non è invece richiesto in caso di flussi di annullamento o di sostituzione.

Operazioni straordinarie con estinzione del precedente sostituto d’imposta che ha effettuato le operazioni di conguaglio
D: in caso di operazioni straordinarie con estinzione del precedente sostituto d’imposta che ha effettuato le operazioni di conguaglio, da chi viene emessa la certificazione unica e chi ne effettua la trasmissione? 
R: nel caso non vi sia prosecuzione dell’attività da parte di altri, le certificazioni devono essere emesse e trasmesse in nome e per conto del soggetto estinto da parte del liquidatore, curatore fallimentare, commissario liquidatore o dagli eredi, che indicheranno il proprio nominativo nella sezione “Dati relativi al rappresentante firmatario della comunicazione” posta nel frontespizio della comunicazione intestata al soggetto estinto. 
In caso invece di prosecuzione dell’attività, con riferimento ai redditi di lavoro dipendente, se le operazioni di conguaglio di fine anno o di fine rapporto sono state effettuate dal soggetto estinto, il soggetto che prosegue l’attività deve trasmettere le certificazioni per ciascun percipiente, indicando nel frontespizio e nella sezione dati anagrafici delle singole certificazioni i propri dati. A titolo informativo, nella certificazione cartacea rilasciata al percipiente, viene riportata l’annotazione cod. GI per informare il contribuente che le operazioni di conguaglio sono state effettuate dal sostituto estinto.

San Rodrigo di Cordova

San Rodrigo di Cordova


San Rodrigo di Cordova

Nome: San Rodrigo di Cordova
Titolo: Sacerdote e martire
Ricorrenza: 13 marzo

Al nome del Santo di oggi non si può fare a meno di pensare immediatamente al signorotto dei manzoniani Promessi Sposi, l’insidiatore dell’onesta Lucia, arrogante e sprezzante fino a quando, colpito dalla peste, non sconta i suoi falli con la più triste e la più derelitta delle morti.
Il nome di Rodrigo sembra di origine spagnola, ma non lo è. Deriva da Roderico, ed ha quindi radice germanica, significando « ricco di gloria ». Forse il nome si diffuse in Spagna perché lì morì uno dei più celebri Rodrighi della storia, l’ultimo Re dei Visigoti, battuto dagli Arabi.
Spagnolo è anche il Santo di oggi, unico di questo nome, festeggiato insieme con un compagno di nome Salomone, anch’egli unico tra i Santi a portare il nome celebre del più splendido Re biblico, costruttore del Tempio di Gerusalemme.
Abbiamo parlato degli Arabi, conquistatori della Spagna, che strapparono alla dominazione dei Visigoti. Nei primi secoli della dominazione mussulmana della penisola iberica visse e morì martire San Rodrigo, accanto a molti altri cristiani intransigenti nella loro fede e troppo zelanti nel loro apostolato.
L’avvento dei Mussulmani segnò infatti, in Spagna, una dolorosa divisione tra popolazione cristiana e popolazione maomettana; una divisione che spesso si insinuava fin nell’interno delle famiglie, dando luogo a situazioni incresciose, e talvolta addirittura grottesche.
Nella famiglia di Rodrigo, per esempio, un fratello era acceso mussulmano; un altro, fervente cristiano. Rodrigo stesso, poi, era stato ordinato sacerdote cristiano. La convivenza, perciò, non era facile, e un giorno, in occasione di un alterco più violento del solito tra i due fratelli, Rodrigo si interpose come paciere, finendo per buscarne dall’uno e dall’altro. Ridotto privo di sensi, il fratello mussulmano gli giuocò il tiro più subdolo, caricandolo su una barella e portandolo in giro per le strade di Cordova, proclamando a gran voce che il fratello, già sacerdote cristiano, si era finalmente convertito alla fede del Profeta.
Ignaro di tutto ciò, quando si fu rimesso in sesto, Rodrigo riprese a esercitare il sacerdozio, e quando scoppiò una delle periodiche persecuzioni contro i cristiani, si allontanò da Cordova per ritirarsi in una località vicina.
Venne presto arrestato, non tanto perché cristiano, quanto come rinnegato. Se era vera infatti, come il fratello aveva proclamato, la sua conversione al Corano, il ritorno all’antica fede appariva come un vero e proprio tradimento, a meno che Rodrigo non si piegasse a rinnegare pubblicamente, davanti al Cadì, cioè al giudice arabo, la religione cristiana.
E poiché San Rodrigo non volle piegarsi, venne condannato al carcere, dove incontrò quel Salomone il quale viene oggi festeggiato, ma sul cui conto, fino a quel punto, non abbiamo notizia alcuna.
Si sa soltanto che tutti e due, Rodrigo e Salomone, si esortarono a vicenda nella fede, preparandosi al prossimo martirio. Furono infatti decapitati ambedue nell’anno 837, diventando, per così dire, fratelli di sangue, uniti in una famiglia che non conosce discordie né rivalità.

il manifesto

—  Luciana Castellina, 11.3.2015

Convegno alla Camera dei Deputati. Pubblicati gli interventi parlamentari di Lucio Magri

Lucio Magri, fondatore del manifesto e segretario del Pdup

Nella pre­fa­zione a que­sti due volumi Ste­fano Rodotà scrive che Lucio Magri è stato uno dei pro­ta­go­ni­sti di que­sta sta­gione par­la­men­tare di fine secolo. Una «bella sta­gione», aggiunge Rodotà, e debbo dire che la rilet­tura di que­sti testi suscita nostal­gia: per­ché non solo nel caso di Lucio, ma per tutti in quell’epoca, ogni inter­vento alla Camera rap­pre­sen­tava un impe­gno, una rifles­sione, un eser­ci­zio di alto livello. Per que­sto, del resto, que­gli inter­venti pos­sono essere pub­bli­cati dopo tanti anni.

Pro­ta­go­ni­sta, dun­que ma assai ano­malo, per­ché all’inizio, nella legi­sla­tura ’76-’79, parte di un gruppo di appena sei depu­tati su 630 e segre­ta­rio di un par­tito, il Pdup, che in quella coa­li­zione elet­to­rale – deno­mi­nata Demo­cra­zia Pro­le­ta­ria – di depu­tati ne aveva solo tre. E però era in rap­pre­sen­tanza della sola oppo­si­zione, come si diceva allora, quando ancora si face­vano distin­zioni, “dell’arco demo­cra­tico”.
Nel suo primo discorso par­la­men­tare Lucio si era infatti tro­vato nella para­dos­sale con­di­zione di dover negare la fidu­cia a un governo soste­nuto da una mag­gio­ranza quasi totale: il governo delle lar­ghe intese dell’on. Andreotti. Anche que­sto det­ta­glio credo stia ad indi­care (ed è bene ricor­darlo in un momento in cui pro­prio di legge elet­to­rale si sta discu­tendo) quanto impor­tante sia il plu­ra­li­smo par­la­men­tare, una rap­pre­sen­tanza che esprima dav­vero tutte le anime del paese.

Che non bloccò affatto l’istituzione, ma con­sentì anzi ine­diti e sti­mo­lanti intrecci, penso innan­zi­tutto al dia­logo che si svi­luppò fra il nostro attuale pre­si­dente della Repub­blica — che dav­vero rin­gra­zio per la sua pre­senza — e Magri, in occa­sione della assai con­flit­tuale ride­fi­ni­zione, nel 1993, della legge elettorale.

È una buona cosa rileg­gere gli atti par­la­men­tari ed è una buona cosa che la Biblio­teca della Camera sia impe­gnata a ren­derlo pos­si­bile con le sue pub­bli­ca­zioni: per­ché si tratta della testi­mo­nianza più auten­tica e diretta di un periodo sto­rico, e debbo dire che anche io, che pure ho vis­suto da par­la­men­tare que­gli anni ’76-’99, rileg­gendo que­sti volumi sono stata aiu­tata ad appro­fon­dire la rifles­sione su quella sta­gione. Che ha peral­tro rap­pre­sen­tato un pas­sag­gio epo­cale per il nostro paese, non a caso defi­nito “pas­sag­gio dalla prima alla seconda Repub­blica”.
Tut­ta­via, più che ritor­nare a quella sta­gione vor­rei cogliere quanto di tut­tora estre­ma­mente attuale ho tro­vato in que­sti discorsi di Lucio Magri. E sof­fer­marmi soprat­tutto sul tema della crisi della demo­cra­zia, che a me sem­bra essere oggi il tema più pre­oc­cu­pante. Lucio ne avverte la dram­ma­ti­cità già allora e denun­cia i rischi — con quello che Rodotà ha defi­nito «impie­toso rea­li­smo» — della deriva dell’antipolitica oggi diven­tata così macroscopica.

Non un lamento impo­tente, ma la cri­tica con­creta all’autoreferenzialismo cre­scente dei par­titi, alla loro inca­pa­cità di inten­dere quanto andava emer­gendo nella società attra­verso i movi­menti e indi­cando dun­que la neces­sità non, come troppo spesso ora si fa, di offrire un’espressione diretta ad una inde­ter­mi­nata società civile sacra­liz­zata e però fran­tu­mata e fatal­mente subal­terna alla cul­tura domi­nante, bensì un impe­gno a costruire quella che egli defi­niva «demo­cra­zia organizzata».

Non solo par­titi chiusi in se stessi più rap­pre­sen­tanza dele­gata, ma anche una rete di orga­ni­smi capaci di andar oltre la mera pro­te­sta e impe­gnati a impa­rare a gestire diret­ta­mente fun­zioni essen­ziali della società, così da ridurre via via la distanza fra gover­nanti e gover­nati (che poi è la base più salda della demo­cra­zia). E così col­mare il solco che dram­ma­ti­ca­mente separa il cit­ta­dino dalle isti­tu­zioni.
Non a caso il Pdup fu un punto di rife­ri­mento per la cre­scita di que­ste reti che ebbero, — negli anni 70 — una par­ti­co­lare fio­ri­tura. Penso ai Con­si­gli di fab­brica, a quelli di Zona, a movi­menti come Medi­cina Demo­cra­tica o Psi­chia­tria, o nati attorno alle grandi que­stioni dell’assetto urbano e sociale.

Io non me la sento di accu­sare le nostre gio­vani gene­ra­zioni per il loro disin­te­resse alla poli­tica, per la pole­mica con­tro la “casta” che fatal­mente sfo­cia nel disin­te­resse anche per la stessa demo­cra­zia, o di que­sta assume una visione asso­lu­ta­mente ridut­tiva: un insieme di diritti e di garan­zie indi­vi­duali, non lo spa­zio su cui si salda ed opera una col­let­ti­vità.
Il ter­reno della poli­tica si è ormai a tal punto ridotto, come una pelle di zigrino, sì da diven­tare un eser­ci­zio pas­sivo in cui ci si limita ad inter­ro­gare il cit­ta­dino per­ché dica «mi piace o non mi piace» a quanto pro­po­sto da un ver­tice, come si trat­tasse di face­book. E infatti di solito si dice «I like it, I don’t».

Se la demo­cra­zia è solo que­sta spo­ra­dica con­sul­ta­zione, e non invece uno spa­zio deli­be­ra­tivo che ti rende par­te­cipe e sog­getto della costru­zione di una società ogni volta inno­va­tiva, per­ché mai un gio­vane dovrebbe appassionarsi?

Il declino dei grandi par­titi poli­tici di massa ha lasciato un vuoto che dai tempi in cui Lucio ne denun­ciava i sin­tomi è diven­tato un oceano. Non li rico­strui­remo tali quali erano (e anche loro, del resto, ave­vano non pochi difetti). Ma è impor­tante tor­nare a riflet­tere sul senso della poli­tica, — che non è ricerca di con­senso, ma costru­zione di senso — così come con que­sti discorsi, pur pro­nun­ciati in Par­la­mento e non a scuola, Magri ci spin­geva a fare, per recu­pe­rare la poli­tica, che poi è ricerca della pro­pria iden­tità nel rap­porto con gli altri umani e non arroc­ca­mento sul pro­prio io nell’illusione di potersi sal­vare da soli.

Se non doves­simo riu­scire a far capire quanto la len­tezza della con­di­vi­sione, — che è pro­pria della demo­cra­zia – sia più pre­ziosa della fretta, solo appa­ren­te­mente più effi­ciente, del deci­sio­ni­smo, non ce la faremo nem­meno a far rivi­vere una vera Sini­stra. Per que­sto sono dav­vero con­tenta — e con me tutti i com­pa­gni del Pdup — della sol­le­ci­ta­zione che da que­sti testi ci viene per riflet­tere sull’oggi. E per aiu­tarci a discu­terne con i più gio­vani.
La luci­dità anti­ci­pa­trice di Magri su que­sto come su altri temi — che è cer­ta­mente stata una delle sue più signi­fi­ca­tive carat­te­ri­sti­che — ha avuto una par­ti­co­lare inci­si­vità per­ché lui non era un pro­feta, un intel­let­tuale separato.

In occa­sione della sua scom­parsa, Perry Ander­son, uno dei fon­da­tori della auto­re­vole New Left Review, ha scritto: «Lucio Magri non ha avuto uguali nel pano­rama della sini­stra euro­pea. È stato l’unico intel­let­tuale rivo­lu­zio­na­rio in grado di pen­sare in sin­to­nia con i movi­menti di massa, svi­lup­pa­tisi durante il corso della sua vita. La sua rifles­sione teo­rica si è radi­cata real­mente nell’azione, o nella man­canza d’azione, degli sfrut­tati e degli oppressi».

La ricerca, alla fine quasi osses­siva, del nesso fra teo­ria e mili­tanza ha finito per esser­gli fatale. Nel 2004 Magri decise di porre fine alla nuova “Rivi­sta” de il mani­fe­sto che era rinata nel 1999 sotto la sua dire­zione. Era una bella rivi­sta. Ma Lucio non si ras­se­gnava al fatto che man­cas­sero i refe­renti sociali, non voleva essere solo un intel­let­tuale che scri­veva senza la veri­fica dell’azione poli­tica. E poi­ché non vedeva nell’immediato le con­di­zioni per­ché inter­lo­cu­tori con­si­stenti si pre­sen­tas­sero e che il dibat­tito poli­tico in atto si sbri­cio­lava in qui­squi­lie, decise di ces­sare le pubblicazioni.

Furono moti­va­zioni ana­lo­ghe che lo con­dus­sero alla sua tra­gica deci­sione finale. «Non dico che la sini­stra non rina­scerà — ripe­teva — ma ci vor­ranno molti anni e io sarò comun­que già morto. Così come è il dibat­tito non mi inte­ressa». Ma non era tut­ta­via pes­si­mi­sta nel lungo periodo. Come del resto prova il titolo del suo libro Il sarto di Ulm — oggi tra­dotto in Inghil­terra, Ger­ma­nia, Spa­gna, Bra­sile, Argen­tina — titolo tratto da un apo­logo di Ber­tolt Bre­cht. Al sarto, che pre­ten­deva che l’uomo poteva volare, — stufo dell’insistenza — il vescovo-principe di Ulm fini­sce per dire: «Vai sul cam­pa­nile e but­tati, vediamo se è vero quanto dici». Il sarto va e salta, e natu­ral­mente si sfracella.

E però: chi aveva ragione, il sarto o il vescovo? Il sarto, per­ché poi alla fine l’uomo ha volato. Ecco, diceva Lucio, per ora il comu­ni­smo si è schian­tato, ma alla fine volerà. Noi con­ti­nuiamo a provarci.