Archivi giornalieri: 14 marzo 2015

Osservatore Romano

Vangelo senza sconti

 L’udienza di Papa Francesco alla comunità Seguimi ·

14 marzo 2015

  

Vivere «il Vangelo senza sconti»: è questa l’ispirazione di fondo che ha dato origine all’associazione laicale Seguimi, nata cinquant’anni fa in pieno concilio Vaticano II. Il Papa l’ha riproposta ai membri della comunità, ricevuti in udienza nella mattina di sabato 14 marzo, nella Sala Clementina, invitandoli a essere «persone decentrate da voi stessi e a porre il vostro centro vitale nella Persona viva di Gesù».

Il testo integrale del discorso del Papa 

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 14.03.2015Udienza ai Membri della Comunità “Seguimi”,
Udienza ai Membri della Comunità “Seguimi” Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri della Comunità “Seguimi” in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’associazione laicale. 
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

vi accolgo in occasione del 50° anniversario della fondazione della vostra comunità, l’associazione laicale Seguimi. Vi saluto con affetto e ringrazio il CardinaleVallini, che si è fatto interprete dei vostri sentimenti.

Come è stato ricordato, questa associazione è nata durante il Concilio Vaticano II, e dal magistero conciliare ha tratto l’ispirazione a vivere “il Vangelo senza sconti“, come afferma il titolo di una vostra pubblicazione. Il gesto, simbolico e intensamente spirituale, dei primi membri di partire dalle Catacombe di San Callisto testimonia questa volontà, che avete espresso nella formula statutaria del vostro programma di vita: “Gesù Cristo vivo è al centro di Seguimi“. Questo è molto bello. Vi incoraggio a vivere ogni giorno con impegno tale programma, cioè ad essere persone decentrate da voi stessi e a porre il vostro centro vitale nella Persona viva di Gesù. Tante volte, anche nella Chiesa, crediamo di essere buoni cristiani perché facciamo opere sociali e di carità bene organizzate. Va bene, sono cose buone. Ma non dobbiamo dimenticare che la linfa che porta la vita e trasforma i cuori è lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo. Lasciate che Lui, il Signore, occupi il centro del vostro cuore e del vostro operare. E proprio rimanendo saldamente uniti a Lui, come tralci alla vite (cfr Gv 15,1-9), potete andare verso le periferie del mondo.

I vostri Fondatori hanno tracciato alle prime compagne le linee fondazionali di Seguimi, percorrendo una via nuova configurata oltre le forme classiche di vita consacrata e alla quale il Pontificio Consiglio per i Laici ha concesso l’approvazione pontificia. L’impegno dei consigli evangelici in un contesto generale di laicità è assorbito nell’unico obbligo fondamentale della fedeltàall’amore del Padre, a Cristo e al suo Vangelo, fedeltà all’azione dello Spirito Santo che è amore e libertà, fedeltà al patto vocazionale tra i membri del Gruppo, a cui vi obbligate a non venire meno. La fedeltà in Seguimi è sentita come massimo valore morale naturale, al quale vi legate in coscienza per rispondere alla chiamata di Dio, senza altri vincoli giuridici di origine positiva, convinti che se la fedeltà è veramente vissuta, altri legami non sono necessari. Dunque, la vostra è una forma di vita evangelica da praticare in un contesto di laicità e di libertà. Un programma di vita cristiana per laici, con obiettivi chiari e impegnativi, un modo originale di incarnare il Vangelo, una via efficace per camminare nel mondo. Le diverse forme di appartenenza rappresentano altrettante modalità di impegno e di partecipazione agli ideali dell’unica comunità. Celibi e sposi, ciascuno nel proprio stato di vita, si incontrano e condividono un’esperienza arricchente di complementarietà.

Conservate e sviluppate questa comunione fraterna e lo scambio dei doni, finalizzati alla crescita umana e cristiana di tutti, insieme alla creatività, all’ottimismo, alla gioia e al coraggio di andare – quando è giusto – controcorrente. Siate vigilanti sul vostro cammino spirituale e aiutatevi a praticare sempre la reciproca carità, che vuol dire difendersi dall’egoismo individualista per essere veri testimoni del Vangelo.

Come laici, voi siete persone immerse nel mondo e vi impegnate all’interno delle realtà terrene per servire il bene dell’uomo. Siete chiamati a permeare di valori cristiani gli ambienti in cui operate con la testimonianza e la parola, incontrando le persone nelle loro situazioni concrete, affinché abbiano piena dignità e siano raggiunte dalla salvezza in Cristo. Egli è la pienezza per ogni esistenza umana: infatti, rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).

Vi incoraggio ad essere laici in prima linea, a sentirvi parte attiva nella missione della Chiesa, a vivere la vostra secolarità dedicandovi alle realtà proprie della città terrena: la famiglia, le professioni, la vita sociale nelle diverse espressioni. Così potete contribuire, a modo di fermento, a immettere lo spirito del Vangelo nelle pieghe della storia con la testimonianza della fede, della speranza e della carità.

Cari amici, Seguimi possa essere sempre più una forma di vita cristiana e di impegno apostolico che promuove ed eleva i suoi membri rendendoli protagonisti insieme con gli altri di un mondo migliore.

Vi benedico di cuore e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

[00421-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0188-XX.02

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Osservatore Romano

Tempo di misericordia

 
 

14 marzo 2015

 
 

 

La basilica di San Pietro come un grande “ospedale da campo”. A ogni angolo tanti sacerdoti e penitenti. Chi in ginocchio, chi seduto, chi in piedi, decine di fedeli ricevono la “medicina” della misericordia. Non è un farmaco, ma molto di più, perché ha il potere di risanare all’istante le ferite dell’anima. E il peccato non fa distinzione di persone: ecco perché nella basilica c’è gente di ogni razza, lingua, cultura e provenienza geografica. Uno accanto all’altro, giovani e anziani, donne e uomini, consacrati, laici, sacerdoti, in attesa di ricevere il perdono attraverso il sacramento della penitenza. Non poteva esserci dunque miglior occasione per annunciare un anno di grazia, un giubileo straordinario, un anno santo all’insegna della misericordia. Come ha fatto Papa Francesco venerdì pomeriggio, 13 marzo, presiedendo la celebrazione della penitenza. Una sorpresa che ha lasciato stupiti, contenti, commossi, e che è stata accolta da uno scrosciante applauso.

Sarà un tempo di misericordia quindi quello che si aprirà l’8 dicembre prossimo, solennità dell’Immacolata, cinquantesimo anniversario della chiusura del concilio Vaticano II, e si chiuderà il 20 novembre 2016, domenica di Cristo Re dell’Universo. L’annuncio ufficiale e solenne avverrà con la lettura e la pubblicazione presso la porta santa della Bolla nella festa della divina misericordia, la prima domenica dopo Pasqua. Significativa la scelta di utilizzare per le letture delle domeniche del tempo ordinario dell’anno giubilare il Vangelo di Luca, “l’evangelista della misericordia”.

Un tempo di grazia che in qualche modo è già iniziato e che per ogni cristiano inizia tutte le volte che il perdono di Dio riconcilia il cuore attraverso l’assoluzione sacramentale. Non è passato inosservato, del resto, che il primo a inginocchiarsi davanti a un confessore sia stato lo stesso Papa Francesco. Sullo scalino del confessionale in legno, il Pontefice si è genuflesso per confessarsi da uno dei frati minori conventuali che trascorre ore intere nella basilica per accogliere i penitenti. Non è la prima volta che il Pontefice si confessa in pubblico: già lo fece lo scorso anno, nella stessa occasione. Ma come allora, questa scena è rimasta impressa negli occhi di quanti partecipavano al rito, con il quale ha preso il via anche la «24 ore per il Signore», l’iniziativa promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che si occuperà anche dell’organizzazione del Giubileo straordinario.

Dopo aver ricevuto l’assoluzione, Francesco si è seduto in un confessionale e ha ascoltato otto penitenti: un giovane, un anziano, una madre di famiglia, due volontari, una religiosa, un sacerdote e un uomo. A raccogliere le altre confessioni dei fedeli erano quarantotto sacerdoti, tra i quali i penitenzieri delle quattro basiliche papali, San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura.

 
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    Papa Francesco
 
 

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Landini

Landini, al via coalizione sociale: “Pd dice che urlo? Cancellare i diritti è peggio”

Landini, al via coalizione sociale: “Pd dice che urlo? Cancellare i diritti è peggio”

Politica
A Roma il primo incontro del progetto del leader Fiom per contrastare le politiche di Renzi. Presenti Emergency, Arci, Articolo 21, Libertà e giustizia e l’ex M5S Mussini, Romani e Bencini: “Obiettivo? Rilanciare l’idea che la politica non è proprietà privata”. Da Bologna l’attacco della minoranza Pd: “Non abbiamo bisogno delle sue grida televisive”
di  | 14 marzo 2015

 COMMENTI

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“Una coalizione per difendere i diritti di tutti”. Per ora non sarà un partito, ma un cantiere per “una coalizione sociale”. Maurizio Landini a Roma ha radunato associazioni e rappresentanti dei lavoratori per dare il via al suo progetto politico. “Stiamo lavorando a un nuovo statuto dei lavoratori che metta insieme tutte le forme di lavoro e le tuteli. La manifestazione contro l’austerità il 18 aFrancoforte è la prima tappa”. Si muove qualcosa a sinistra: mentre il segretario Fiom incontra i suoi, la minoranza Pd a Bologna ha organizzato un convegno. Proprio da quel palco non sono mancati gli attacchi a Landini: “Non abbiamo bisogno delle sue urla televisive”, ha detto Roberto Speranza. E Landini ha ribattuto: “Io mi concentro sul merito. Ricordo che questo governo e in particolare il partito di maggioranza ha cancellato i diritti dei lavoratori: è peggio delle urla”. Il segretario ha poi annunciato una manifestazione per il 28 marzo: “Un evento della Fiom ma che è aperto a tutti quelli che condividono i nostri obiettivi, C’è un elemento di continuità con la manifestazione di ottobre, non ci fermiamo, vogliamo unire tutto ciò che il governo sta dividendo. Un importante avvio di discussione”.

 

 di Annalisa Ausilio

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Alla riunione a porte chiuse erano presenti: i portavoce delle associazioni Emergency, Arci, Libera, Articolo 21 a Libertà e giustizia; i rappresentanti di alcune categorie professionali (da avvocati a farmacisti); i senatori ex M5S Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini; il costituzionalista Gianni Ferrara; Giovanni Cocchi del comitato per una legge popolare sulla buona scuola. Tutti i partecipanti sono stati convocati da Landini presso la sede nazionale della Fiom con una lettera di invito nella quale si chiedeva di dare forma a dei “punti di programma condivisi nello spazio nazionale” che muovano da una certezza: “La politica non è una proprietà privata“. La coalizione sociale nasce, spiegava ancora Landini nell’invito, per contrastare due assunti: “la fine del lavoro” e quello secondo cui “la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa” con cui è stato creato “lo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa” e che sta scatenando “una guerra tra poveri”. Per questo, “serve superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme”.

Landini ha ripetuto però che l’obiettivo non è quello di fare un nuovo partito, ma al massimo quello di rinnovare il sindacato. “Noi facciamo il nostro mestiere di movimento sindacale e sociale”, ha detto. “Agiremo contrattualmente nei luoghi di lavoro per chiedere che tutti abbiano gli stessi diritti, per aprire una battaglia sugli appalti, per riconquistare i contratti ma cambiare le leggi vuol dire fare proposte per costruire un consenso e, se necessario, arrivare anche a forme di referendum abrogativi“.

Nel giorno del battesimo, il nuovo soggetto ha guadagnato anche diversi attacchi: “Landini, come noi tutti, farà i conti e avrà l’onestà intellettuale di guardare a ciò che accade davvero”, afferma da Trieste il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlando con i giornalisti sulla bocciatura del Jobs Act da parte del segretario Fiom. “Se alla fine di quest’anno avremo un numero rilevante di nuovi occupati, e avremo centinaia di migliaia di contratti precari che saranno diventati stabili, Landini avrà pure la sua opinione, ma i numeri hanno la testa più dura di Landini, e di Poletti”. Più politica la reazione dell’M5S Luigi Di Maio, “l’Italia non ha bisogno di nuovi partiti, non è con i simboli che si cambia il Paese. Ogni giorno si annuncia una nuova coalizione – ha aggiunto – mentre noi del M5s ci tagliamo lo stipendio e grazie a noi partiranno migliaia di nuove imprese in italia. Noi siamo dalla parte della gente, e portiamo in Parlamento le questioni che interessano i cittadini”.

Giubileo 2015

Giubileo 2015, Bergoglio accelera le sue riforme contro il “fuoco amico”

Giubileo 2015, Bergoglio accelera le sue riforme contro il “fuoco amico”

Cronaca
L’annuncio dell’Anno Santo che prenderà il via l’8 dicembre arriva nel giorno in cui Francesco dice che il suo pontificato “sarà breve”. Il primo parallelo possibile è quello con Papa Roncalli, che in pochi anni rivoluzionò la Chiesa con il Concilio. E’ questo l’obiettivo del Pontefice argentino? Di certo con questo evento ha spiazzato ancora una volta i “conservatori” della curia romana

di  | 13 marzo 2015

 COMMENTI

Come cambieranno gli equilibri della Chiesa con il Giubileo straordinario della misericordia indetto da Papa Francesco? Bergoglio ha detto di sentire di avere poco tempo davanti a sé e cheil suo pontificato sarà breve. Il 17 dicembre 2015 compirà 79 anni, ma ha confidato di non condividere “un ritiro per limiti di età, come avviene per i vescovi, per la figura del Papa, pur apprezzando la strada aperta da Benedetto XVI”. E questo nonostante i suoi nemici aumentino di giorno in giorno, soprattutto davanti alle sue riforme, da quelle economiche alla tolleranza zero per la pedofilia, al contrasto della corruzione nella Chiesa e nella politica, alla scomunica per i mafiosi.

Ma la rapidità e la radicalità con cui Bergoglio ha messo in modo impietoso in stato d’accusa la Curia romana, da lui definita “l’ultima corte d’Europa”, e la rivoluzione che sta portando dentro e fuori la Chiesa cattolica richiamano l’opera straordinaria di Giovanni XXIII. Un uomo che in meno di 5 anni, lottando contro l’età e un cancro allo stomaco, rinnovò completamente, nel rispetto della tradizione, il volto del cattolicesimo, spalancando le porte del dialogo ecumenico e interreligioso, e portando la modernità dentro la Chiesa. Il coraggio di Roncalli, solo contro tutti, perfino contro i suoi più stretti collaboratori, per non parlare del “fuoco amico” della Curia romana, è lo stesso di Bergoglio “il riformatore”, come lo avevano soprannominato già nel conclave del 2013 alcuni cardinali.

Angelo Roncalli appena 3 mesi dopo l’elezione annunciava il Concilio Ecumenico Vaticano II. Francesco esattamente 2 anni dopo la fumata bianca indice un Giubileo straordinario della misericordia. Sarà Bergoglio a indire il Concilio Vaticano IIIsognato dal suo confratello gesuita, il cardinale Carlo Maria Martini, che lo aveva candidato nel conclave del 2005 alla successione di Karol Wojtyla? È presto e forse anche azzardato provare a dare una risposta (anche se la data di apertura, l’8 dicembre, cade nel cinquantenario della chiusura del Vaticano II). Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che la Chiesa, con questo Pontefice, sembra vivere quella “primavera” sognata da don Andrea Gallo che, poco prima di morire, aveva gioito per l’elezione di Bergoglio sulla cattedra di Pietro. Il sacerdote genoveseauspicava il fiorire di “una Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna, a fianco dei bisogni delle donne e degli uomini”.

Una cosa è certa dopo l’annuncio di un “Anno Santo straordinario della misericordia”. Nel Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si terrà alla vigilia del Giubileo, dal 4 al 25 ottobre 2015, divorziati risposati e gay dovranno trovare spalancata la porta d’accesso nella Chiesa. Ma non solo loro, come ha spiegato Bergoglio, perché “non esiste alcun peccato che Dio non possa perdonare”. La Chiesa di Francesco non è la Chiesa delle scomuniche, delle esclusioni, delle condanne. Lui ha sempre detto che non esiste peccatore pentito che non possa trovare posto: dal corrotto al mafioso. Però, come il Papa ha chiesto più volte, deve pentirsi pubblicamente, deve cambiare vita, deve collaborare con la giustizia, altrimenti non gli sarà risparmiato “l’inferno”.

A tutti, con il Giubileo, Bergoglio tende la mano, a iniziare dai suoi nemici. Da coloro che credevano che il suo, anche a motivo dell’età avanzata e della scarsa conoscenza della Curia romana, sarebbe stato un pontificato di transizione, in cui l’arcivescovo di Buenos Aires divenuto Papa si sarebbe lasciato guidare dai sapienti manovratori curiali. Francesco li ha delusi in 24 mesi sulla cattedra di Pietro e ha incantato il mondo, così come più di 50 anni fa Roncalli deluse i suoi nemici in Vaticano