Archivi giornalieri: 15 marzo 2015
circolari e messaggi
Gentile Cliente, Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi |
>>> | Titolo: | Messaggio numero numero 1842 del 13-03-2015 |
Contenuto: | Emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all?eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa. Interventi a favore dell?isola di Lampedusa ? proroga della sospensione contributiva al 31 dicembre 2014 e ripresa dei versamenti. Articolo 10, comma 8, Decreto Legge n. 192/2014. | |
Tipologia: | MESSAGGIO | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 58 del 11-03-2015 |
Contenuto: | Gestione separata ? Liberi professionisti. Modifica aliquote contributive anno 2015 | |
Tipologia: | CIRCOLARE | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 57 del 11-03-2015 |
Contenuto: | Contributi volontari anno 2015: lavoratori dipendenti non agricoli, lavoratori autonomi ed iscritti alla Gestione separata. | |
Tipologia: | CIRCOLARE | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 56 del 10-03-2015 |
Contenuto: | Fondo intersettoriale di solidarietà per il sostegno del reddito, dell?occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese assicuratrici e delle società di assistenza. Decreto interministeriale n. 78459 del 17 gennaio 2014, adeguamento all?articolo 3 della legge n. 92/2012. Assegno straordinario di sostegno al reddito e contribuzione correlata. Finanziamento. Adempimenti procedurali. Modalità di compilazione del flusso Uniemens. Istruzioni contabili. Variazioni al piano dei conti. | |
Tipologia: | CIRCOLARE | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 55 del 10-03-2015 |
Contenuto: | Pescatori autonomi. Aliquota contributiva per l?anno 2015 | |
Tipologia: | CIRCOLARE | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 54 del 10-03-2015 |
Contenuto: | Convenzione tra l?INPS e la Federazione Autonoma dei Sindacati dei Piccoli Imprenditori (F.A.S.P.I.) per la riscossione dei contributi associativi delle aziende assuntrici di manodopera e dei piccoli coloni e compartecipanti familiari (P.C.C.F.), ai sensi della legge 12 marzo 1968, n.334. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti. | |
Tipologia: | CIRCOLARE | |
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>>> | Titolo: | Circolare numero numero 53 del 10-03-2015 |
Contenuto: | Convenzione fra l?INPS e l?Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori (U.N.S.I.C.) per la riscossione dei contributi di assistenza contrattuale, ai sensi della legge 4 giugno 1973, n.311. Istruzioni operative e contabili. Variazioni al piano dei conti. | |
Tipologia: | CIRCOLARE |
Landini
Landini, la coalizione è servita
— Antonio Sciotto, ROMA, 14.3.2015
Fiom. «Non siamo un partito, ma siamo qui per unire tutti quelli che il governo ha diviso». Il leader delle tute blu Cgil presenta il suo nuovo soggetto. All’incontro con movimenti e associazioni, ma senza politici né stampa, c’erano anche studenti, avvocati e partite Iva. Con i distinguo di Libera e l’attacco frontale da parte del Pd
E così è nata: non in piazza, o con uno sciopero, ma con una discussione a porte chiuse. Lontano dalla stampa, «dal clamore dei media», come aveva precisato qualche giorno fa la stessa Fiom, invitando i soggetti della costituenda Coalizione sociale. E mostrando una certa allergia sia nei confronti dei politici che dei giornalisti.
Un netto distacco dall’“apparato” — in altri ambienti si direbbe la “casta” — che il segretario dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, ha voluto rimarcare, proprio perché l’intento di questo nuovo soggetto è quello di riappropriarsi della politica: fin dalla base, dai movimenti e dalle associazioni, e ovviamente dai luoghi di lavoro. «Perché la politica non è una proprietà privata», come ha evidenziato nella famosa frase scritta in grassetto nella sua lettera di convocazione agli alleati.
Per l’ennesima volta Landini, aprendo i lavori poco dopo le 10,30 nella sala riunioni della Fiom nazionale a Roma, ha ripetuto che «la coalizione sociale non vuole essere un partito e non vuole fare un partito». Anzi, come ha spiegato il costituzionalista Gianni Ferrara uscendo durante una pausa, ha detto che «chi pensa che siamo qui per fare un partito se ne vada a casa».
Questo non vuol dire che la Coalizione sociale non faccia politica, anzi: la fa nel senso più nobile del termine, e Landini cita l’articolo 2 della Costituzione, quello che «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». Unirsi, «coalizzarsi», è quindi un diritto e anche un dovere.
Unirsi, «unire quel che il governo ha diviso»: per questo, ripete Landini, «serve superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme». È questo, «lo spirito innovativo» su cui si fonderà la nuova coalizione sociale, «indipendente e autonoma», puntualizza ancora, ribadendo i concetti che aveva scritto nella sua lettera: per poter affermare una «visione nuova del lavoro, della cittadinanza, del welfare e della società».
Nel corso dei diversi interventi si traccia un possibile percorso, da fare insieme: con Libera, Arci, Emergency, ma anche Legambiente, Libertà e giustizia, il gruppo Abele. E ancora, la possibilità di coinvolgere le associazioni di freelance e partite Iva, come gli avvocati di Mga, i farmacisti, i dottorandi di ricerca. Chiaro che Landini vuole andare oltre il sindacalismo metalmeccanico di stampo classico, per coinvolgere i nuovi lavoratori, anche quelli che non si riconoscono come dipendenti.
Per tracciare un nuovo «Statuto dei lavoratori», a partire dall’elaborazione della stessa Cgil, ma non solo, e anche andare a un «referendum»: per «cancellare quello che delle leggi attuali non ci piace, come il Jobs Act». E per fare questo, «bisogna creare consenso, diffondere e coltivare una cultura dei diritti», e «lo possiamo fare solo se stiamo nelle fabbriche ma anche fuori». Dove serve la solidarietà: «Perché sempre più persone si avvicinano al sindacato dicendo che non arrivano alla fine del mese, e allora a queste persone noi dobbiamo dare risposte».
Non a caso la saldatura con i gruppi cattolici, e con associazioni come Emergency che assicurano l’assistenza sanitaria a poveri e immigrati. E poi i recenti riferimenti, tra il serio e il faceto, a papa Francesco. Allargare oltre il consueto steccato della sinistra, abbandonare i vecchi partiti che hanno perso, polverizzati da Renzi, Grillo, e Salvini. Bisogna dare un messaggio di «nuovo», al di là dei contenuti più solidi, e questo Landini lo sa bene.
Anche se ieri è arrivata una prima puntualizzazione di Libera, che ha spiegato che sì, partecipa e collabora, ma che non entra in nessuna coalizione sociale: «Libera non partecipa a nessuna coalizione sociale», ha fatto sapere l’associazione di Luigi Ciotti in una nota. Libera specifica di aver soltanto raccolto l’invito a «incontrarsi per affrontare singole questioni di comune interesse». «Nel manifesto conclusivo di Contromafie, gli Stati generali dell’antimafia svolti a Roma nell’ottobre 2014 abbiamo indicato con chiarezza i dieci punti su cui siamo impegnati, come rete che raccoglie oltre 1.600 associazioni».
Lo scontro con i democrat
Come si può immaginare le peggiori stoccate sono venute dal Pd. Non solo l’entourage renziano, che ha parlato solo in serata: «Si conferma che l’opposizione di questi mesi era più politica che sindacale», dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.
Ma i più acidi sono quelli dell’area riformista del Pd, che vedono togliersi potenziale terreno sotto i piedi, mentre vorrebbero essere loro, pur in preda a un eterno amletismo, a interpretare la sinistra a sinistra del Pd (vedi i brillanti risultati sul Jobs Act). E così Roberto Speranza dice che «la parola scissione non esiste, non fa parte del vocabolario Pd», e che «la soluzione non può essere una nuova sinistra antagonista che nasce dalle urla televisive di Landini, ma avere più sinistra nel Pd e nella nostra azione di governo». Molti aspettano fiduciosi.
Gli risponde Landini, che si dice «più attento ai contenuti che ai decibel»: «Il partito di maggioranza, non tutti — aggiunge — ha votato la cancellazione dello Statuto dei lavoratori. Ma il partito, questo governo, non hanno mai avuto un mandato del popolo su un tale programma».
Porte aperte alla coalizione sociale dal Prc di Paolo Ferrero («Ottima notizia») e da Sel di Nichi Vendola: «È una necessità».
L’appuntamento sabato prossimo a Bologna per la manifestazione di Libera, e poi sabato 28 a Roma, in Piazza del Popolo.
Il Fatto Quotidiano
Santa Luisa de Marillac
Santa Luisa de Marillac
Sebbene nata il 12 agosto 1591, si può dire che Luisa di Marillac è una Santa d’oggi e per oggi.
Proveniente da famiglia agiata, fin dalla fanciullezza frequenta gli studi propri della sua età e diviene abile nello svolgere i lavori domestici. Nella giovinezza prova una prima esperienza religiosa: vuole entrare nelle Suore Cappuccine, ma l’idea non ebbe seguito soprattutto per motivi di salute. A ventidue anni, morto il padre ed essendo già orfana di madre, sposa Antonio Le Gras, uomo onesto e credente. Alla fine di questo stesso anno diviene madre. Sempre fedele alla sua vita di pietà e all’amore verso i bisognosi, ha la fortuna di trovare nel suo cammino uomini che furono luminari nella sua epoca, come S. Francesco di Sales, i cui consigli dovevano esserle di così grande conforto in alcune difficoltà.
Vedova nel 1625 si vede libera di darsi interamente alla sua ardente vocazione: la carità verso i poveri. L’incontro con S. Vincenzo de’ Paoli darà il definitivo orientamento nella via del bene al quale vuole consacrarsi. Parigi conosce lo zelo, l’ardente carità di questa donna. Per opera di lei e per iniziativa di S. Vincenzo de’ Paoli sorge la Congregazione delle Figlie della Carità. Alle prime giovani contadine, giacché furono bonnes filles de champ le sue prime Suore, così diceva: «Onorate anche i malati e considerateli come i vostri padroni». Il loro campo d’azione è vasto e si estende dalla strada, da cui raccolgono gli infelici abbandonati, alle visite a domicilio, all’assistenza ai poveri.
Nelle umili e faticose opere della carità le Figlie della Marillac erano animate dai santi ideali che S. Vincenzo de’ Paoli fissava nella prima conferenza alla novella comunità: « Perfezionarsi senza sosta, per fare sempre più e meglio, per divenire migliori e più sante, per sempre far più bene attorno a sè »; e più tardi, parlando della regola che allora s’iniziava: « Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della città o le sale degli ospedali, per clausura l’obbedienza, per cancello il timor di Dio, per velo la santa modestia ». Idee queste del tutto rivoluzionarie in quell’epoca.
Passando gli anni le opere si moltiplicano: l’assistenza ai vecchi, piccole scuole, ricoveri ai ragazzi senza tetto e il difficile apostolato fra i galeotti.
La caratteristica dell’opera della Santa è stata l’unione di due generi di vita: una solida e profonda pietà fondata sulla preghiera costante e viva, e una carità ardente, che spinge all’azione, all’apostolato, a darsi a tutti per l’amore di Dio. E questo nel lontano ‘600, quando tale genere di vita religiosa era sconosciuto alle donne che si consacravano a Dio. Le prime fatiche della Santa e delle sue compagne ebbero la fortuna, cosa insolita nelle opere del Signore, di essere ricompensate abbondantemente. Durante il primo anno di lavoro ben 760 persone traviate furono ricondotte a Dio.
Nel febbraio del 1660 Luisa s’ammalò per non rialzarsi più. Sono giorni di atroce sofferenza fisica: « Figlie mie, bisogna soffrire prima di morire ». « Vivete da buone cristiane ». Queste le ultime due raccomandazioni. Il giorno 15 marzo 1660 Luisa di Marillac s’addormenta nel Signore.
Venne beatificata il 9 maggio 1920 e canonizzata l’11 marzo 1934 dal Papa Pio XI.
PRATICA. La carità ardente e lo zelo apostolico sono segni sicuri della divina predilezione.
PREGHIERA. O Dio, Nostro Signore, degnati d accendere nelle anime nostre il fuoco della carità, per chè col suo bagliore possiamo illuminare le vie di que sto mondo, come un giorni:, fece S. Luisa di Marillac