Londra: stretta sugli assegni sociali per gli immigrati
La capitale britannica annuncia di voler applicare criteri a dir poco restrittivi di welfare per quanto riguarda i sussidi ai lavoratori europei. Il premier Cameron, infatti, ha precisato che il nuovo decalogo si applicherà a a tutti coloro che dall’UE pensano di trasferirsi in Gran Bretagna solo perchè è più semplice accedere ai benefici pubblici.
Cinque le misure specifiche che il governo britannico intende adottare: i nuovi immigrati non avranno sussidi di disoccupazione per i primi tre mesi di permanenza; i pagamenti saranno sospesi dopo sei mesi a meno che l’aspirante lavoratore sia in grado di dimostrare di poter genuinamente aspirare ad un’occupazione; ai nuovi immigrati non saranno concessi assegni per l’abitazione; espulsione con messa al bando dal Paese per un un anno a chi chiede l’elemosina o che in condizioni non adeguate; multe quadruplicate per i datori di lavoro che non rispettanoil salario minimo.
La preoccupazione britannica è che all’origine dell’emigrazione nel Regno Unito possa esserci la generosità del welfare state che, sebbene ridotto a brandelli dalla spending review, in taluni casi, ha caratteristiche uniche in Europa.
Una cosa possibile, ma certo dimostra di non dare alcun valore, nè riconoscimento formale e sostanziale a quanto di buono hanno fatto, per l’economia inglese, i lavoratori emigranti.
da Sole24Ore