Ocse

Ocse, pensioni e future generazioni …

Il nuovo rapporto Ocse, Pensions at a Glance 2013, esamina l’impatto ridistributivo delle recenti riforme in materia di pensioni e analizza in quale modo l’abitazione, il patrimonio finanziario e i servizi pubblici incidono sul tenore di vita delle persone anziane. Il rapporto contiene una ricca serie d’indicatori sulle politiche pubbliche, riguardanti ad esempio la concezione dei regimi pensionistici, i futuri diritti alla pensione di uomini e donne con diversi livelli di reddito, le caratteristiche dei sistemi di finanziamento delle pensioni , il contesto demografico ed economico nel quale operano i sistemi, la situazione delle pensioni private e dei fondi di riserva dei regimi pensionistici pubblici.

Secondo l’Ocse, anche se la povertà si sta progressivamente riducendo tra la popolazione anziana, in futuro i diritti alla pensione saranno generalmente minori e non tutti i paesi hanno introdotto un sistema speciale di protezione per i redditi più bassi. Le persone che non hanno maturato i contributi avranno difficoltà per raggiungere adeguati livelli di reddito da pensione nei regimi pubblici e incontreranno maggiori difficoltà nei regimi di pensione privati, che generalmente non prevedono alcuna ridistribuzione a favore dei pensionati meno abbienti. Inoltre, per timore di essere stigmatizzate o per mancanza d’informazione, non tutte le persone anziane che avrebbero bisogno di prestazioni, come ultima risorsa possibile, chiedono un aiuto. Di conseguenza, esiste un certo grado di povertà nascosta tra le persone anziane. I servizi pubblici migliorano la situazione finanziaria dei pensionati, soprattutto di quelli più poveri, e il sostegno pubblico è destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nella prevenzione della povertà durante la vecchiaia, per le persone che hanno bisogno di cure sanitarie e di servizi di assistenza di lunga durata.

La pubblicazione contiene inoltre schede analitiche dei sistemi di pensione di tutti i Paesi Ocse e G20. Per quanto riguarda l’Italia, da un lato l’Ocse tesse le lodi della la riforma globale del sistema pensionistico adottata nel 2011, per aver “realizzato un passo importante per garantirne la sostenibilità finanziaria”. Dall’altro sottolinea come “l’adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema per le future coorti di pensionati”. In primo luogo, con il metodo contributivo, le prestazioni pensionistiche sono legate strettamente ai contributi. “I lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti saranno più vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia”. In secondo luogo, “oltre all’assegno sociale, l’Italia non prevede alcuna prestazione per attenuare il rischio di povertà per gli anziani”. Inoltre, rispetto ad altri Paesi dell’Ocse l’Italia spende molto meno per i servizi in natura, che possono contribuire invece in modo sostanziale al miglioramento dei redditi degli anziani.

Il rapporto mostra anche come l’Italia abbia i tassi di contributi previdenziali più alti (33% contro una media Ocse del 19,6%) e salari nettamente al di sotto della media: in media, 38.100 dolari, pari a 28.900 euro, contro 42.700 dollari della media Ocse, 94.900 dollari della Svizzera, 91 mila dollari della Norvegia, 76.400 dell’Australia, 59 mila della Germania, 58.000 del Regno Unito, 47.600 degli USA.

Per saperne di più: www.osservatorioinca.org

Ocseultima modifica: 2013-11-28T12:17:30+01:00da vitegabry
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